Ammettiamolo pure: l’analisi matematica, ovvero quella parte di matematica che viene introdotta in maniera spesso troppo frettolosa nell’ultimo anno delle scuole superiori, per poi venir ampliata a dismisura nelle facoltà universitarie scientifiche, è in linea generale noiosa. Una serie pressoché interminabile di postulati, lemmi, teoremini e teoremoni – con relative dimostrazioni – vengono propinati uno in fila all’altro allo studente, che solo con abbondante dose di esercizio e di costanza riuscirà alla fine (probabilmente quasi a sua insaputa) ad apprendere il tutto.

Chi ha studiato la materia starà sorridendo nel constatare che è avvenuto proprio questo, ma del resto non potrebbe essere altrimenti, vista l’importanza degli strumenti di calcolo che l’analisi mette a disposizione di tutti coloro che dovranno in qualche modo occuparsi di scienza o tecnologia. E’ quasi paragonabile all’insegnamento delle quattro operazioni ai bambini delle elementari, che non può che essere portato avanti attraverso ripetuti esercizi tutti uguali: è troppo importante che essi imparino a contare! Mentre sulle quattro operazioni siamo tutti (spero) ferratissimi, ben più difficile è cogliere appieno i principi fondamentali dell’analisi matematica, che talvolta possono sfuggire anche a coloro che la usano sovente come puro strumento di calcolo.

 

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