Quando ho sostenuto l’Esame di Maturità Scientifica, nel 1996, una delle tracce del compito di italiano era sul rapporto tra la matematica e la poesia. Non ho svolto quel tema perché credevo di non esserne in grado (infatti non lo ero) e perché, nonostante avessi più volte sentito fare quell’accostamento, mi sembrava che tra le due discipline non vi fosse nessuna affinità. Oggi so esprimere un’opinione precisa sull’argomento, che rimane, comunque, estremamente problematico e soggettivo. Infatti le convinzioni che si possono avere su questa questione discendono direttamente dalle definizioni che si assumono di “poesia”, e più in generale di “arte”, e di “matematica”.
Complimenti per l’articolo di G. di Saverio ,ma a cominciare da Archimede, fino a Galois, e tanti altri matematici di valore, fino ai nostri giorni (lo stesso matematico Onofrio Gallo, autore del TEOREMA MIRABILIS e di MATHEMANTICS, è anche un poeta molto noto e di notevole spessore lirico
e didascalico)i legami tra la matematica e la poesia sono più profondi e interconnessi di quanto sia umanamente immaginabile. Un esempio per tutti: il poeta Francis Thompson nella sua ( “Tutte le cose da un immortale/ potere/ vicino o lontano/ segretamente/si ricollegano le une alle altre,/così che non puoi toccare un fiore/ senza turbare una stella”)ha anticipato il tanto decantato di Lorenz. e non a caso il grande matematico Karl Weierstrass sosteneva che