Crescit amor nummi quantum ipsa pecunia crescit”: così Giovenale, poeta latino, in un celebre verso delle Satire (XIV, 139), definisce l’ingordigia di chi è ricco e vorrebbe esserlo sempre di più. Non è di Giovenale, tuttavia, né delle sue pur belle opere che desidero parlare: l’autore latino è qui solo uno strumento per un irreale ma affascinante volo della fantasia, un somnium, in cui si immagina il nostro poeta penetrare nel mondo dell’analisi matematica e in essa manifestare un genio insospettato.

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