Due rette parallele… si incontrano solo all’infinito [Euclide]

pizzodisevo-looking_east.jpgEuclide, nato ad Alessandria attorno al 350 a.C., sistematizzò tutte le conoscenze di geometria sviluppate dai greci nell’era classica. Basandosi sulla logica di Aristotele scrisse gli Elementi. Il modo di procedere, esemplare e stringente per risolvere i problemi geometrici, si basa da un lato su assiomi e postulati immediatamente evidenti e dall’altro su teoremi, corollari e lemmi che vengono dimostrati a partire da premesse certe.

Il 5° postulato di Euclide, rappresentato in figura, recita: "Quando una retta incontra altre due rette e forma con esse dalla stessa parte angoli interni la cui somma è inferiore a due angoli retti, quelle due rette, prolungate all’infinito, devono incontrarsi dal lato dove si trovano gli angoli la cui somma è inferiore a due retti".

Quindi le due rette si incontrano sempre, da una parte o dall’altra, a meno che la somma degli angoli non sia esattamente uguale a 180°, in questo caso le due rette non si incontrano nè da una parte nè dall’altra: esse sono parallele.

Molti matematici, tra cui lo stesso Euclide, tentarono senza successo di ridurre questo postulato ad altri più evidenti, ma esso assieme a tutta la geometria greca fu considerato valido per circa 2100 anni fino a quando, Gauss ed altri, svilupparono geometrie che, pur totalmente coerenti, contraddicevano il 5° postulato.

Le geometrie non euclidee trovarono poi applicazione per risolvere alcuni problemi dello spazio-tempo posti dalla relatività generale di A.Einstein.

La geometria di Euclide è sempre viva e molte sono le applicazioni nell’ingegneria e nelle costruzioni. Nella logistica ricordo un programma che sviluppammo per dimensionare il numero di bettoline che dovevano trasportare i tubi necessari alla costruzione di una condotta sottomarina: usammo iterativamente il teorema di Pitagora generalizzato (Carnot). Nella gestione dei progetti dovevamo giustificare formule empiriche usate per le proiezioni a finire di tempi e costi: usammo con semplicità ed efficacia le proprietà dei triangoli simili.

Teoria delle aste

L’asta è un sistema di allocazione delle risorse caratterizzato da un insieme di regole che presiedono allo scambio tra agenti economici, specificando la procedura utilizzata per determinare il rapporto di scambio, ovvero il prezzo, che deve essere pagato per il godimento di un bene, un servizio o un diritto. La Teoria delle Aste si occupa del comportamento degli individui nei mercati ad asta stabilendone le strategie ottimali che conducono ad equilibri stabili. La teoria delle aste è egualmente usata come uno strumento per informare la progettazione delle aste reali e costituisce una branca della Teoria dei Giochi, più precisamente dei cosiddetti “giochi ad informazione incompleta”; tra i più rilevanti esempi di asta, dal punto di vista dei valori realizzati, vi sono quelli della privatizzazione delle aziende del settore pubblico o della vendita delle autorizzazioni governative.

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Sunto

 Principali tipologie d’astaIn letteratura vengono individuate essenzialmente quattro tipologie d’asta, le cui proprietà variano essenzialmente in relazione al meccanismo istituzionale che caratterizza la regola di selezione del vincitore e la determinazione del prezzo da pagare:a) Asta inglese aperta (English Auction). Il meccanismo di determinazione del vincitore e del prezzo per questo tipo di asta è il seguente: si parte da un prezzo iniziale (base d’asta), che viene aumentato in modo discreto, fino al momento in cui non resta che un solo partecipante, il quale si aggiudica il bene pagando l’ultimo prezzo annunciato (corrispondente alla dichiarazione dell’offerente che per ultimo abbandona la competizione).b) Asta olandese aperta (Dutch Auction). Il meccanismo di funzionamento di quest’asta è opposto a quello dell’asta inglese aperta. Si parte da un prezzo elevato che viene via via ridotto, in modo discreto, fino al punto in cui un partecipante dichiari la propria volontà di acquistare a quel prezzo.c) Asta in busta chiusa e pagamento del prezzo più alto (First Price Sealed Bid Auction). In questo caso si aggiudica l’oggetto colui che, in busta chiusa, effettua l’offerta più elevata. d) Asta in busta chiusa e pagamento del secondo prezzo più alto (Second Price Sealed Bid Auction). In questo tipo di asta l’oggetto viene aggiudicato a colui che effettua l’offerta più elevata, ma il prezzo che egli deve pagare è pari alla seconda offerta più elevata. Esiste dunque separazione tra dichiarazione e prezzo da pagare.Aste e Teoria dei GiochiNella Teoria dei Giochi le aste vengono considerate come giochi statici con azioni simultanee ad informazione incompleta, in quanto non si conosce la caratteristica privata di ciascuno degli avversari, ovvero la valutazione del bene.In tali situazioni esiste, inoltre, incertezza strategica, in quanto ciascun agente deve formare la propria strategia senza conoscere il comportamento tenuto dagli avversari.Tali giochi ad informazione incompleta possono essere trasformati in giochi ad informazione imperfetta tramite la soluzione di Harsanyi (1967/68). Il gioco viene trasformato assumendo che la Natura, facendo la prima mossa, abbia assegnato casualmente a ciascun agente la propria valutazione. Tale valutazione viene recepita da ogni agente come realizzazione indipendente di una variabile causale di distribuzione nota a tutti ed indicata con F(v), si assume che tale distribuzione è identica per ogni individuo ed è conosciuta da tutti. In base all’assunzione di imperfetta informazione  diviene possibile applicare il concetto di equilibrio di Nash-Bayes.

Vediamo ora qualche concetto teorico circa la Teoria delle Aste.

 […]Aste nel settore della telecomunicazioniL’asta nel Regno Unito per le licenze UMTS La prima asta per la vendita delle licenze UMTS avvenne in Inghilterra nei mesi di marzo e aprile del 2000. Quest’asta è sicuramente quella maggiormente riuscita in Europa relativamente all’UMTS, non solo è anche forse l’asta che storicamente ha dato al venditore (in questo caso il governo britannico) il maggior risultato  economico, con un record storico di ben 39 miliardi di Euro. Il disegno del modello d’asta applicato fu studiato e preparato nel giro di tre anni, il   problema principale è che originariamente erano presenti quattro licenze e sul mercato erano presenti già quattro grandi colossi della telefonia di seconda generazione: • Cellnet (partecipata al 60% da British Telecom) • One-2-one • Orange • Vodafone L’intento era quello di evitare che nuove aziende non entrassero all’interno dell’asta per paura dei gruppi già presenti, dato che questi ultimi oltre ad una maggiore conoscenza del mercato delle telecomunicazioni possedevano già un parco clienti e tecnologie già esistenti che potevano essere aggiornate verso quelle nuove. Si decise quindi di utilizzare il meccanismo d’asta Anglo-Olandese in modo che la parte d’asta ascendente durasse fino ad avere cinque sopravvissuti e poi continuare con la parte d’asta in busta chiusa per distribuire le quattro licenze. Questo meccanismo venne poi abbandonato, in quanto il governo optò per cinque licenze, e queste cinque potevano essere vendute solo ad altrettanti cinque offerenti. In tal maniera almeno una licenza sarebbe finita nelle mani di un’azienda entrante e si sarebbero ridotti i casi di collusione in maniera drastica. Si decise per un’asta ascendente multipla che coinvolse oltre alle quattro imprese già presenti ben nove nuove aziende entranti, stabilendo appunto un guadagno totale di 39 miliardi di Euro.  L’asta nei Paesi Bassi per le licenze UMTSLo sfondo su cui si svolse la vendita di licenze nei Paesi  Bassi è simile a quella nel Regno Unito e il governo si ispirò appunto ad essa per il disegno d’asta. Infatti anche qui erano presenti cinque possibili candidati per cinque licenze disponibili. Non vi fu purtroppo lo stesso successo, i nuovi entranti  riconoscendo la loro posizione di inferiorità fecero dei contratti con i colossi,  permettendo la  partecipazione ad aziende quali Deutsche Telekom, DoCoMo e Hutchinson, in questa maniera il disegno d’asta si rivelo non funzionale. L’unico nuovo entrante partecipante all’asta fu Versatel che dovette però fermarsi nelle offerte dopo aver ricevuto delle minacce legali dal colosso Telfort. Versatel nonostante ripetuti appelli al governo, non venne ascoltata perché quest’ultimo  voleva evitare perdite di contanti e quindi si decise di non sospendere l’asta. Il risultato fu insoddisfacente ed il governo olandese ottenne un guadagno di soltanto  3 miliardi di Euro, rispetto ai 10 pronosticati dopo aver osservato l’asta britannica. Probabilmente l’utilizzo di un’asta anglo-olandese avrebbe permesso ad altri entranti, oltre a Versatel, di partecipare all’asta e di evitare patti ed alleanze prima dell’inizio della stessa. Sei mesi dopo il parlamento olandese inizio un indagine per investigare sull’intero processo d’asta. L’asta in  Italia per l’assegnazione delle licenze UMTSLe società interessate alla gara per l’assegnazione delle licenze della telefonia mobile di terza generazione hanno avuto tempo fino al 10 agosto 2000 per presentare le domande di partecipazione. Già da prima dell’uscita del bando sulla Gazzetta Ufficiale, in via ufficiosa, si sono conosciute le scadenze principali riguardanti, ad esempio, l’ammissione o meno entro il 2 settembre alla presentazione dei rispettivi piani tecnico-commerciali (l’11 settembre 2000, entro le ore 12:00). L’asta vera e propria sarebbe dovuta partire, ed è partita, da un importo minimo per l’aggiudicazione di ogni licenza pari a 4.000 miliardi di lire. Condizione preliminare è stata altresì il rilancio minimo, fissato nel 5% dell’importo base (ossia in 200 miliardi di lire) che comunque poteva scendere al 2%, in seguito alla decima tornata di rilanci, se i partecipanti fossero stati meno di otto.Dal punto di vista dei rilanci, l’offerta non poteva superare della metà la più bassa delle cinque offerte più alte nella tornata precedente, mentre il deposito minimo necessario per prendere parte alla gara era di 5 miliardi di lire. Inoltre, le società prendenti parte alla competizione dovevano godere di un capitale sociale di almeno 800 miliardi e di garanzie bancarie per minimo 4.000 miliardi, il tutto espresso in lire.  In principio ciascuna licenza concessa doveva durare 15 anni, ma poi, a fine novembre 2001, il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha annunciato, assieme al presidente dell’Authority Enzo Cheli e in seguito alle richieste di Tim, Vodafone Omnitel, Wind, Ipse 2000 e H3G,  il prolungamento fino a 20 anni, a partire dal 1° gennaio 2002. La licenza non può essere ceduta a terzi per almeno 48 mesi dalla data del rilascio e comunque mai senza l’autorizzazione dell’Authority. Per quanto riguarda i requisiti minimi per la costruzione delle reti e il lancio dei servizi, gli assegnatari delle licenze hanno tempo fino al prossimo giugno venturo per adempiere all’obbligo di copertura dei capoluoghi di regione e di altri 30 mesi per i capoluoghi di provincia. I piani tecnici da presentare coattivamente dovevano contenere tutte le indicazioni circa i tempi di realizzazione delle opere, circa il fabbisogno di personale, le previsioni di mercato, i piani d’investimento; queste informazioni sono servite alle autorità di competenza in primo luogo a chiarire l’idoneità o meno di una società a partecipare al grande evento dell’asta.Un  articolo del bando di gara imponeva che due delle nuove società entranti e ottenenti le licenze pagassero le porzioni di spettro mediante un ulteriore versamento di 1.600 miliardi di lire; tuttavia questa e le altre tasse d’ingresso hanno creato non poche, pericolose spaccature politiche, alimentando una “aperta crisi di governo”, così definita dal Sottosegretario alle Comunicazioni Michele Lauria. Certo è che i costi complessivi delle licenze nell’asta italiana sono risultati di gran lunga maggiori rispetto a quegli esborsati dai Paesi Bassi e dalla Spagna, mentre di molto inferiori rispetto a quelli affrontati dall’Inghilterra e dalla Germania. Per riassumere, il metodo utilizzato in Italia per l’assegnazione delle licenze UMTS è una combinazione unica tra i Paesi OCSE di elementi di beauty contest e di asta. In seguito ad una decisione presa dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 14 gennaio 2000, il rilascio di licenze nazionali per il sistema mobile di terza generazione doveva seguire un iter suddivisibile in due fasi:  1) una di pre-selezione, basata sull’esame del business plan tecnico-commerciale e sull’accertamento di altri requisiti documentabili;  2) una di selezione, identificata successivamente con la procedura di asta.                                 Accettate e seguite queste regole, alla prima fase della procedura si sono iscritti otto canditati: i quattro operatori già esistenti nel settore della telefonia mobile e quattro nuovi entranti. Nonostante ciò, solo sei candidati sono riusciti a passare alla fase selettiva. L’asta ha così avuto inizio il 19 ottobre 2000 e si è conclusa dopo 11 tornate il 23 ottobre, rimpinguando  le casse dello Stato di ben 26.750 miliardi di lire.  Le aste in Germania e Austria per le licenze UMTSIn Germania si optò per un modello diverso da quelli precedenti, in cui il numero delle licenze non era pre-determinato ma decisa dagli offerenti. Si misero in asta venti blocchi di spettro dai quali gli offerenti dovevano creare licenze di due o tre blocchi. Ad esempio quattro aziende potevano vincere licenze da tre blocchi, oppure sei aziende potevano vincere licenze da due blocchi. Questi venti blocchi vennero venduti in un’asta simultanea ascendente simile a quella vista nei casi precedenti. L’obiettivo di questo modello era far vincere gli offerenti che avevano a disposizione maggiore informazione sulla nuova tecnologia, questo per colmare l’asimmetria d’informazione del governo. Quello che però non convinse è che si poteva decidere precedentemente come dividere le licenze, osservano i risultati delle tre aste già svolte, evitando di dare troppo potere decisionale ai partecipanti. Tale meccanismo permetteva inoltre collusioni e associazioni tra alcune aziende entranti che però analogamente alla questione olandese non furono punite per evitare di perdere ulteriormente guadagni. Nonostante questi difetti e diversi comportamenti di segnalazione sospetta da parte delle parti, il guadagno fu piuttosto alto circa il 94% del risultato inglese, probabilmente a causa del meccanismo più complesso che confuse le strategie dei partecipanti. L’Austria decise di accodarsi al modello tedesco, ma il risultato mostrò tutta l’inadeguatezza di un adattamento così grossolano, in quanto ci furono solo sei partecipanti per i venti blocchi di spettro. Il risultato fu appena un sesto del guadagno tedesco a causa dello stesso errore svizzero di fissare un prezzo di riserva ridicolmente basso.  Le aste in Svizzera, Belgio, Grecia e DanimarcaIn Svizzera nel periodo di novembre e dicembre emulando nuovamente l’asta britannica ottenne il peggiore risultato di tutti. Gli errori svizzeri furono diversi oltre al cattivo disegno d’asta, infatti si permise all’ultimo minuto di fare delle offerte congiunte, cosa che permise in pratica di legalizzare le collusioni. I nove offerenti si ridussero immediatamente a quattro offerenti per le quattro licenze disponibili. L’ultimo errore fu quello di non aver fissato un prezzo di riserva abbastanza alto, e nonostante si cercò di rimandare l’asta di un mese per cambiare le regole, ci furono ricorsi da parte delle aziende che obbligarono a svolgere il tutto in maniera immutata. In Belgio e Grecia le cose si svolsero in maniera più semplice a causa dello scarso interesse che le aziende prestavano per esse. In Belgio la presenza di Belgacom’s Proximus, un solo grosso colosso possedente ben due terzi dell’intero mercato mobile esistente, intimidì l’entrata di nuove aziende. In Grecia, regione meno ricca, non si ebbe interesse a fissare un adeguato prezzo di riserva in quanto le aziende stavano ancora consolidando il mercato telefonico di seconda generazione e non erano interessante alle nuove proposte dell’UMTS. Il caso veramente interessante del 2001 fu la Danimarca che oltre a trovarsi in una situazione in cui le valutazioni erano tenute basse, fu l’unica ad imparare dagli errori delle aste precedenti. Ci furono sempre quattro licenze vendute ma si optò per l’utilizzo di un’asta a busta chiusa per permettere alle aziende entranti più deboli di fare le loro offerte. Il risultato fu ottimo attraendo delle offerte serie dalle nuove aziende entranti ed ottenendo un guadagno di 95 euro pro capite, ben il doppio di quello che ci si aspettava. La vendita Alitalia La teoria delle aste suggerisce che il modo migliore per vendere un’azienda come Alitalia è quello di fornire dall’inizio il massimo di informazione sulle condizioni di vendita e di usare un formato ascendente, tipo asta con banditore. Più o meno il contrario di quanto si è fatto fino a ora.L’analisi delle aste di oggetti multipli con possibili sinergie tra i diversi oggetti, come sarebbe il caso se Alitalia venisse smembrata e i suoi assets venissero venduti separatamente, è invece più recente.Il bando della gara Alitalia iniziale era a metà tra l’asta e il beauty contest. Con l’asta si aggiudica l’oggetto a chi è disposto a pagarlo di più. Con il beauty contest il venditore assegna l’oggetto ‘a chi è più bello’, o se vogliamo a chi più se lo merita (secondo i criteri del venditore). In questo caso, il merito era dato dalla presentazione di un piano industriale che risultasse gradito al governo. Si era comunque fatto presente che il governo avrebbe preferito, tra i partecipanti con piani industriali soddisfacenti, chi offrisse un prezzo più alto.Le condizioni richieste dal governo nel bando includevano: garanzie sui livelli occupazionali, mantenimento della identità nazionale, adeguata offerta dei servizi e copertura del territorio. Un’analisi superficiale può far pensare che non ci sono grossi problemi se queste ambiguità vengono risolte con il tempo, possibilmente dopo la vendita.La teoria delle aste suggerisce che il comportamento degli offerenti è parecchio differente a seconda che l’oggetto in vendita sia a valori privati o a valori comuni.L’asta è a valori privati quando il valore dell’oggetto per un potenziale acquirente è indipendente dal valore che a tale oggetto assegnano gli altri partecipanti. Per esempio, se sono disposto a spendere fino a 100 euro per comprare un mobile che mi piace e che intendo mettere in casa mia, risulta irrilevante il fatto che altri offerenti non siano disposti a spendere più di 50 euro. Il mobile deve piacere secondo preferenze soggettive, e quanto sono disposto a spendere dipende unicamente da quanto piace il mobile. Questo è il classico caso di valori privati.L’asta è invece a valori comuni quando il valore che un offerente assegna all’oggetto è il frutto di una stima del reddito che l’oggetto può generare in futuro, e tale stima del reddito è simile per tutti gli offerenti. Questo è il tipico caso dei beni d’investimento, e in particolare delle aziende. In una simile situazione conoscere la valutazione degli altri è importante, perché ci dice quali stime sono state fatte da altri offerenti sulla potenzialità futura di reddito. Se, per esempio, si è stimato che un’azienda vale 10 milioni di euro, e  si scopre che tutti gli altri la valutano solo 2 milioni di euro allora è probabile che le stime effettuate siano troppo ottimiste. Nella teoria delle aste si parla di maledizione del vincitore per indicare il fatto che se un acquirente è disposto a pagare fino al valore da lui stimato finisce per vincere quando le sue stime sono eccessivamente ottimistiche (e quindi più alte delle stime degli altri acquirenti), finendo quindi per pagare troppo. Per evitare tale fenomeno, la strategia ottima degli acquirenti determina un prezzo massimo che si è disposti a pagare inferiore alla stima fatta del valore dell’oggetto.L’asta Alitalia è intermedia ai due casi, con una prevalenza del modello a valori comuni. Il valore comune in tal caso viene dall’aumento di redditività che può derivare da una gestione meno dissennata dell’azienda. Tali guadagni sono probabilmente simili tra i diversi potenziali acquirenti. Una componente di valore privato esiste, poiché alcuni offerenti hanno vantaggi specifici di cui non godono gli altri; l’ovvio esempio è la possibile monopolizzazione della tratta Milano-Roma per AirOne. Ai fini della determinazione della procedura ottima di vendita bisogna considerare la componente di valore comune che risulta più importante.Una caratteristica importante delle aste a valori comuni è che il venditore può aumentare il prezzo atteso di vendita massimizzando la quantità di informazione relativa all’oggetto disponibile agli acquirenti. L’intuizione è come segue.  Si pensi che il venditore, il proprietario dell’azienda, sappia che il flusso di reddito che l’azienda può generare vale esattamente 100 milioni di euro. Se tale informazione viene comunicata in modo credibile agli acquirenti allora la concorrenza tra loro genererà un prezzo di 100 milioni di euro. Infatti, in tal caso non esiste incertezza sul vero valore dell’oggetto e l’acquirente non deve preoccuparsi di aver sovrastimato il valore dell’oggetto. Nel caso in cui il venditore non riesca a trasmettere tale informazione, gli acquirenti cercheranno di raccogliere informazioni per proprio conto e arriveranno a una stima imprecisa del valore dell’azienda. Essendo temuta la maledizione del vincitore, le offerte saranno inferiori alle stime. Se le stime sono adeguatamente previste risulteranno intorno al reale valore, quindi in media il prezzo sarà inferiore al valore reale dell’oggetto.In altre parole, il ritardo nella comunicazione di informazione fa perdere soldi al venditore. Risulta quindi un po’ curiosa la riluttanza del governo nel fornire informazioni su Alitalia, infatti il materiale informativo è stato  inviato solo in uno stadio avanzato della procedura, in quanto aumentare al massimo la trasparenza può generare una maggiore partecipazione all’asta, alzando quindi il prezzo atteso di vendita.In un’asta a valori comuni l’aumento dell’incertezza ha il risultato di rendere più cauti gli acquirenti, che finiscono per offrire meno. In sostanza, l’incapacità di definire dall’inizio e con chiarezza gli obiettivi genera un inferiore prezzo atteso. Si noti che questa è una perdita per le casse pubbliche in aggiunta a quella che deriva dal fatto che i vincoli posti dal governo sulla gestione di Alitalia comunque ne riducono il valore. Per esempio, richiedere il mantenimento dell’identità nazionale è una pessima idea che probabilmente ha allontanato potenziali clienti e quindi ridotto il prezzo atteso di vendita. Invece, l’incertezza degli obiettivi governativi genera addizionali perdite dovute al fatto che i partecipanti all’asta, per proteggersi dalla maledizione del vincitore, riducono le proprie offerte.Un’asta a prezzi crescenti è migliore delle offerte in busta chiusa. Un importante risultato della teoria delle aste afferma che, in presenza di valori comuni, l’asta ascendente all’inglese genera un prezzo di vendita atteso più alto di un’asta in cui i partecipanti fanno offerte in busta chiusa. La logica è la stessa discussa al punto precedente. In un’asta a valori comuni, fare un’offerta senza sapere cosa offrono gli altri costringe ad essere prudente per evitare la maledizione del vincitore. Se la stima soggettiva di un’azienda è 100 non si è disposti a offrire più di 90. La riduzione di 10  serve a evitare situazioni in cui la stima degli altri concorrenti è più bassa e si finisce per vincere sovrastimando l’azienda. Mentre considerando l’asta all’inglese, se il prezzo arriva a 90 e gli altri partecipanti sono disposti a comprare a quel prezzo allora si può star tranquilli che la propria stima non è l’unica ad essere alta, per questo la propensione ad offrire un prezzo maggiore sarà più alta.Il bando del governo era ambiguo anche su questo punto, non era chiaro fino a che punto le offerte formulate erano rinegoziabili anche alla luce delle offerte dei concorrenti. Un problema grave è che l’uso di criteri ambigui di beauty contest rende poco chiaro come si debba svolgere la concorrenza tra diversi offerenti. Se il governo preferisce l’offerta di A all’offerta di B, non è chiaro cosa deve fare B per cercare di vincere, se aumentare il prezzo o migliorare le garanzia all’occupazione.La soluzione migliore per la vendita Alitalia in modo indiviso sarebbe quella di venderla senza vincoli al miglior offerente mediante un’asta all’inglese e fornendo da subito il massimo di informazione possibile, in modo da eliminare al massimo l’incertezza nelle stime del valore dell’azienda.  Servizi d’asta on-lineAsta al rialzo: eBayFondato nel settembre del 1995, eBay è il servizio d’asta on-line più conosciuto al mondo e a oggi conta più di duecentoventi milioni di utenti registrati.E’ una piattaforma che consente agli acquirenti di trovare un’infinita gamma di prodotti a prezzi convenienti e ai venditori di incontrare un grandissimo numero di compratori.  Le aste possono avere come oggetto o un prodotto usato o un prodotto nuovo, messo in asta ad esempio da un negozio on-line. E’ inoltre richiesta la registrazione per partecipare alle aste sia come compratore che come venditore.Il meccanismo si basa sulla classica asta ascendente ma al secondo prezzo aumentato di 0,50 cent, con la possibilità di fissare un prezzo di riserva. La caratteristica che lo contraddistingue è la durata limitata del tempo di una contrattazione.In questa forma ad asta la strategia migliore al fine di evitare di far lievitare troppo il prezzo finale dell’oggetto è quella di fare la propria offerta pochi istanti prima della scadenza. Infatti in base alle caratteristiche d’asta eBay, ossia durata limitata ad un certo periodo di tempo e offerta che supera di 0,50 cent di euro l’offerta fatta dal secondo miglior offerente, la strategia migliore per ogni utente è quella di offrire la somma massima che si è disposti a pagare nei minuti finali prima della conclusione della vendita.Al fine di delineare al meglio l’asta in eBay ipotizziamo una simulazione semplificata dello svolgimento d’asta.Ipotizziamo che un venditore metta all’asta un bene indivisibile con un prezzo di partenza pari a 1€. Dall’altro lato abbiamo due potenziali acquirenti A e B, che valutano il bene rispettivamente10€ e 9€. Ogni giocatore si propone di spendere meno rispetto alla sua valutazione di quel bene. Ipotizziamo che ogni offerta fatta deve essere di minimo un euro.

Figura 1: Durata dell’astaPer semplicità ipotizziamo la durata dell’asta pari a dieci minuti e per effettuare un’offerta occorre un minuto, in questo modo l’intera asta può essere divisa in 10 istanti temporali (Figura 1). Una volta iniziata l’asta le possibili dinamiche che la caratterizzano sono diverse, vi possono essere una serie di rilanci e contro rilanci o può esservi uno scambio di offerte negli ultimi minuti dell’asta. Bisogna ricordare che il prezzo pubblico visibile è sempre quello del secondo miglior offerente aumentato di 0,50 cent di euro.Se il prezzo sale gradualmente di minuto in minuto, si arriverà sicuramente a superare la massima disponibilità ad offrire di B e A sarà il vincitore dell’asta, con un prezzo di 9,50€.Un’altra situazione è quella per la quale le offerte vengono fatte negli istanti finali se si esclude la situazione nella quale A vada ad offrire direttamente la propria offerta massima, l’esito finale potrebbe vedere come vincitore il giocatore B. Infatti, dato che il tempo occorrente per l’offerta è di un minuto potrebbe accadere che se al settimo minuto A offre 5, B potrebbe rilanciare offrendo direttamente 9 (offerta massima di B), dato che il prezzo visibile sarà di 5,5€, A potrà rilanciare nell’ultimo minuto di 2. Ciò comporterà che B si aggiudicherà l’oggetto al prezzo di 7,5€.Un altro esempio che possa evidenziare la strategia ottimale, ossia quella di vincere l’asta evitando che il prezzo salga eccessivamente, è il seguente. Ipotizziamo:       Due giocatori.       Prezzo di partenza pari a 0€ per un bene indivisibile.       Rilancio minimo di 5€.       Due istanti temporali in cui avvengono le mosse dei giocatori: T+1 e T+2.Consideriamo tutte le possibili combinazioni di mosse che avvengono nei due istanti di tempo del gioco:NN: entrambi i giocatori non offrono, (situazione coerente nel primo istante di tempo del gioco, incoerente            nel secondo istante temporale in quanto  non vi sarebbe interesse allo svolgimento dell’asta).ON: un giocatore offre e l’altro non offre.OO: entrambi i giocatori offrono. 

T+2 

T+1 

Figura2: Schema delle possibili combinazioni di mosse associate ai payoffDalla figura 2 si evince che la strategia per la quale nessun giocatore effettua offerte non verrà presa in considerazione in quanto poco significativa ai fini del gioco. In base ai payoff considerati la strategia che risulta ottimale per non alzare troppo il prezzo finale dell’asta è NN (Tacit Collusion) , ossia quella di non effettuare offerte nel primo istante temporale del gioco e offrire nel secondo istante temporale in modo da accaparrarsi l’asta.Nel secondo istante temporale la strategia che si verificherà potrà essere: ON se uno dei due giocatori reputerà il prezzo offerto dall’altro troppo alto; altrimenti, OO nel caso in cui entrambi facciano l’offerta.Bisogna inoltre sottolineare che in eBay il prezzo di rilancio visibile al pubblico è quello del secondo miglior offerente aumentato di 0,50 cent, tale regola fa in modo che il prezzo di chiusura rimanga minore dell’offerta massima fatta dal vincitore dell’asta. Asta al ribasso: AsteClickAsteclick è un altro servizio d’asta on-line ma al ribasso. Ogni utente ha l’opportunità di acquistare prodotti ad un prezzo inferiore a quello di mercato e tale opportunità è organizzata sullo stile di un’asta al buio al ribasso. Il vincitore sarà colui che avrà effettuato la sua offerta di acquisto risultante la più bassa ed unica, quindi si aggiudicherà il prodotto e lo acquisterà al prezzo offerto. Qualora alla fine dell’asta non risulti una singola offerta più bassa, vincerà il prezzo offerto meno volte e tra gli offerenti di quel prezzo, risulterà vincitore colui che per primo ha effettuato l’offerta. Ogni utente deve avere dei crediti spendibili per poter fare una singola offerta nell’asta, quindi più offerte implicano l’uso di più crediti. Ad ogni asta il numero dei crediti varia a seconda dell’oggetto messo in vendita.Il costo per ogni 100 crediti è di un 1€ e solitamente il numero di crediti per effettuare un’offerta varia da 100 a 200 a seconda dell’oggetto messo in asta.In questo tipo di asta risulta difficile trovare una strategia ottimale, sicuramente aumentando il numero delle offerte si aumentano le possibilità di vincita. Se prendiamo come esempio l’asta di un Macbook Air dal valore commerciale di 1700 euro, per ogni offerta occorrono 200 crediti. In media le aste passate hanno visto un prezzo finale inferiore a 20€. Se si decidesse di coprire tutte le possibili somme inferiori a 20€ si dovrebbero effettuare 2000 offerte, ciò comporterebbe un costo di 4000€ senza avere la certezza di vincere l’asta.  A nostro giudizio questo semplice esempio è  potrebbe essere sufficiente a dimostrare come in questo tipo d’asta vi sia una maggiore incertezza di vincita rispetto ad altri tipi d’asta.

 

Un’asta maledetta

gecco-ipod_touch_unpaking2.jpgSe in una serata, durante le feste di Natale, avete invitato un po’ di amici e mentre la pizza stenta a cuocere volete intrattenerli un po’, potete proporre questo gioco. E’ un gioco originale, nessuno vi dirà “ah, sì, lo conosco, il solito gioco, …”. Dopo il gioco, durante la cena, avete anche modo di discutere di come funziona, ognuno potrà spiegare quale ragionamento ha fatto e confrontarsi con i vicini.

“Materiali” necessari:

– un organizzatore del gioco;

– un gruppo di amici amanti di scommesse e aste;

– cinque scatole da poter aprire e richiudere: vanno bene di qualsiasi tipo, meglio se uguali tra di loro, ma non è indispensabile;

– 2 banconote da 5 euro;

– 1 moneta da 1 euro per il testa/croce.

Preparazione

Questa parte spetta all’organizzatore, che può essere aiutato da un assistente/complice. I giocatori non possono partecipare a questa fase.

Si numerano da 1 a 5 le scatole, in modo ben visibile.

L’organizzatore mette in due delle cinque scatole una banconota da 5 euro, in tutto due banconote da cinque euro, e lascia vuote le altre tre scatole.

L’organizzatore predispone due dichiarazioni. La prima (vedi sotto, Dichiarazione n. 1) viene letta dall’organizzatore all’inizio del gioco; la seconda (vedi sotto, Dichiarazione n. 2) dovrà essere firmata dall’organizzatore all’inizio del gioco e mostrata solo alla fine.

In base alla Dichiarazione n.1 l’organizzatore dovrebbe mettere le monete secondo il risultato del lancio della moneta. Svolgimento Viene indetta un’asta, che funziona nel modo seguente.

Uno ad uno i partecipanti sono chiamati a visionare, segretamente dagli altri, il contenuto di due delle cinque scatole, solo due.

La scelta di quali scatole visionare è lasciata al partecipante.

Dopo che tutti i partecipanti hanno visionato le scatole si comincia con l’asta vera e propria.

Ogni giocatore, sulla base delle propria opinione fondata sul contenuto delle scatole che ha visto, fa una propria offerta per vincere tutto il contenuto delle cinque scatole.

Vince chi fa l’offerta più alta.

Note

L’ordine con cui i partecipanti esaminano le scatole è irrilevante. Comunque, volendo, può essere determinato con un’estrazione a sorte.

I partecipanti non possono comunicare tra loro, neanche scambiandosi segnali, ammiccamenti, sguardi, etc.

Le modalità dell’asta sono lasciate a discrezione dell’organizzatore:

si può fare una classica asta “all’inglese”, con possibilità di rilanci,

o si può predisporre quanto necessario per avere offerte “in busta chiusa” in cui ognuno fa la sua offerta segreta e poi alla fine vince chi scritto l’offerta più alta nella sua busta (in caso di pareggio si sorteggia).

Nella seconda ipotesi, potrebbe essere carino predisporre timbri e ceralacca.

Riguardo alla prima dichiarazione, per renderla “vera” è sufficiente che l’organizzatore effettui più prove di lanci della moneta finalizzati al riempimento delle scatole e si fermi quando la sorte ha fatto sì che esattamente due scatole su cinque sono state “estratte a sorte”.

E’ parte del gioco anche discutere, alla fine, questo aspetto della prepa-razione: il dichiarante può essere considerato mendace? La sua dichiarazione è a tutti gli effetti vera o ha mentito?

Variante

Volendo, si può evitare questo aspetto volutamente ambiguo del gioco, ripetendo il giochino alcune volte (consiglio tre volte): si può davvero effettuare ad ogni turno l’estrazione a sorte di quali scatole debbano contenere la banconota e quali no. In questo caso è consigliabile far visionare tre scatole da ciascun giocatore. Naturalmente, in questa variante, per ogni turno andrà predisposta la “seconda dichiarazione”.

Spiegazione

Sulla base della dichiarazione dell’organizzatore, per ogni scatola c’è probabilità 1/2 che vi sia una banconota. Chi ha avuto la maledizione di osservare le due scatole contenenti le banconote, stimerà correttamente che il contenuto atteso delle cinque scatole è pari a 10 euro (ciò che ha effettivamente visto) più il 50% di 5 euro per ciascuna delle altre scatole. In tutto, 17 euro e 50 centesimi. Quindi gli sembrerà ragionevole fare un’offerta lievemente inferiore allo scopo di aggiudicarsi l’asta e guadagnare qualcosina. In ogni caso farà un’offerta non inferiore ai 10 euro e pertanto l’organizzatore dovrebbe in ogni caso guadagnarci o al più non perdere.

Insomma, vince l’asta chi ha fatto una sovrastima dei soldi presenti nelle scatole. E questa sovrastima dipende dall’aver avuto un’informazione parziale su ciò che è oggetto dell’asta.

Dal punto di vista della teoria dei giochi, si tratta di un esempio di “maledizione del vincitore” (“the winner’s curse”). Vedasi, ad esempio: http://www.diptem.unige.it/patrone/LMP_52_patrone.pdf

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Introduzione

GIOCHI SOTTO L’ALBERO, SOTTO L’OMBRELLONE… IN GIARDINO

di Fioravante Patrone

Introduzione

Rewind! Si torna indietro, alle origini della teoria dei giochi. O, per meglio dire, chiudiamo il cerchio…

Come taluni sanno, il nome “teoria dei giochi” deriva dal titolo del libro di von Neumann e Morgenstern col quale nasce, per l’appunto, la teoria dei giochi. Il titolo è: Theory of Games and Economic Behavior. Ovvero, “Teoria dei giochi e comportamento economico”. La tesi era che si potesse partire dall’analisi di giochi come quelli di carte, o gli scacchi, per immaginare come si potessero modellizzare situazioni di interazione strategica più complesse e più rilevanti, quali quelle di agenti in un mercato.

Bene, ora “rovesciamo” la loro tesi. Per meglio dire, mostrerò come dalla seriosa disciplina che è la teoria dei giochi si possano ricavare alcuni giochini che permettono di passare qualche ora in modo piacevole. L’aspetto particolare di questi giochini è che dietro hanno delle problematiche interessanti, non solo per la disciplina stessa, ma anche da un punto di vista generale e quindi possono essere usati anche per divagazioni, riflessioni e discussioni tra i partecipanti di un certo interesse.

Chiudo questa rapida introduzione con due osservazioni: I giochini non richiedono alcuna conoscenza preliminare della teoria dei giochi. Naturalmente colgo l’occasione per notare che si tratta di una disciplina interessante, e che c’è in circolazione un ottimo manualetto introduttivo, dal tiolo Decisori (razionali) interagenti. Rinvio alla pagina web: http://dri.diptem.unige.it/ o al forum di teoria dei giochi chi fosse interessato.

Per “vincere” in questi giochi un po’ di riflessione può essere utile, ma non serve scervellarsi troppo, né si corre il rischio di fare “brutte figure”. Insomma: giochini interessanti, ma da affrontare in relax.

Scarica l’Introduzione al libro in formato pdf.

Foto a contrasto

Osserva la foto è divisa in due parti, una velata visibilmente di giallo.

Passa alla seconda immagine, fissa per 30 secondi il puntino nero.

Passa poi alla foto sotto, vedrai la foto normale con una riga gialla al centro.

contrasto.jpg

Aristotele: la logica come potente strumento di problem solving

Aristotele è stato considerato da molti come colui che ha bloccato la scienza (e quindi anche la risoluzione dei problemi) per circa 2000 anni, sia nel mondo occidentale che in quello islamico. In realtà non e così e lo stesso Galilei ne ha dato testimonianza nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo:

"…. sono i suoi seguaci che hanno dato autorità ad Aristotele e non esso che se la sia usurpata o presa …" e nella lettera ai Liceti: "…E quando Aristotele vedesse le novità scoperte nuovamente in cielo, dove egli affermò quello essere inalterabile e immutabile, perché niuna alterazione vi si era allora veduta, indubbiamente egli, mutando opinione, direbbe ora il contrario".

aristotele.jpg

Il suo interesse per l’osservazione scientifica non era limitato a discipline quali la fisica, la biologia e l’astronomia, ma si estendeva alla storia, la psicologia, il linguaggio, l’etica e la politica.

La sua influenza sulla filosofia medioevale fu così grande che in un certo modo bloccò l’indagine empirica anche se per lui l’esperienza pratica (diversamente da Platone) è l’origine della conoscenza e la logica è la sua struttura.

La logica di Aristotele, considerata dai suoi contemporanei capitolo minore, è tuttora valida, anche se in competizione con logiche polivalenti e sfumate, e ad essa dobbiamo procedure fondamentali del problem solving come: induzione, deduzione, non contraddizione, dimostrazione per assurdo, verità come corrispondenza ai fatti, ecc.

Negli Analitici secondi Aristotele scrive: "… noi impariamo o per induzione, o mediante dimostrazione. Orbene, la dimostrazione parte da proposizioni universali, mentre l’induzione si fonda su proposizioni particolari …"

Nella Metafisica scrive: "Il più fermo di tutti i principi è che è impossibile per lo stesso attributo appartenere e non appartenere allo stesso soggetto dallo stesso punto di vista."

Partecipa alla realizzazione della prossima Piccolatomopaco

ipod3.jpgSe hai idee simpatiche e divertenti partecipa alla realizzazione del prossimo diario scolastico Piccolatomopaco e potrai vincere un Apple Ipod da 8 Gb e le copie del nuovo diario! Tre le sezioni in cui si può partecipare.

– Mail Storiche: cosa pensate che si scrivessero via mail i più noti filosofi delle Grecia Antica? E i grandi pittori del Rinascimento italiano? Se avete qualche idea su delle possibili comunicazioni via mail tra personaggi storici, più o meno recenti, fatecele avere, siamo curiosi…

– Viaggi della Renna: siete mai stati in una città dove ogni piccola cosa vi ha colpiti e in qualche caso vi ha fatto anche ridere a crepapelle? Raccontateci la vostra esperienza…

– Aneddoti scolastici: siamo sicuri che tra tutte le vostre esperienza in ambito scolastico ce ne sono decine che possono far ridere noi e tutti gli altri amici di Piccolatomopaco!

Per ogni concorso, gli autori dei due migliori contributi verranno premiati con tre copie gratuite di Piccolatomopaco inviate a domicilio tramite posta Raccomandata. I contributi verranno ovviamente pubblicati all’interno della prossima edizione del diario! Ma c’è di più: il migliore dei sei contributi vincitori verrà inoltre premiato con un Apple iPod da 8 Gb con la serigrafia di Piccolatomopaco! Un’occasione che non potete perdere assolutamente! La partecipazione ai tre concorsi è cumulativa, ognuno di voi potrà provare ognuno dei tre contest aumentando così le probabilità di vittoria. Per questo motivo, vi chiediamo di inviare una mail per ogni singolo contributo seguendo alcune semplici indicazioni.

http://magazine.studentville.it/notizie-1/partecipa_alla_realizzazione_della_prossima_piccolatomopaco-381.htm

Da una comunicazione di Studentville, la community dei teenagers

Gabriele Lucchini, Insuccessi in Matematica, programmi di insegnamento, formazione degli insegnanti

lucchini-insuccessi_matematica.jpgNell’estate 2007 hanno suscitato interesse i dati su insuccessi in Matematica e il Ministro della Pubblica Istruzione ha costituito un “Comitato Scientifico per il miglioramento della qualità dell’insegnamento della matematica”. Nel decreto ministeriale sulle Indicazioni nazionali è previsto che le istituzioni scolastiche verifichino «la congruità dei contenuti proposti e la loro articolazione per campi di esperienza, aree, discipline e competenze, anche al fine di eventuali modificazioni e integrazioni». Tra gli obiettivi di questo libro c’è quello di mettere a disposizione, di singoli e di istituzioni, spunti di riflessione sull’apprendimento e sull’insegnamento della Matematica ai vari livelli scolastici, anche con e per proposte di miglioramento.

Gabriele Lucchini, nato a Milano il 17 febbraio 1939, è professore associato per il settore Matematiche complementari nell’Università degli Studi di Milano; da anni si occupa di formazione degli insegnanti di Matematica, come docente e come studioso. Nell’ambito di studi sull’insegnamento come comunicazione e sulla metodologizzazione dell’insegnamento, ha sviluppato idee–guida utilizzate in questo libro e, in particolare, l’accostamento di “fondamenti istituzionali” e “fondamenti intrinseci” della professione di insegnante di Matematica e quello di “educazione a”, “educazione con”, “educazione in presenza de” la Matematica.

Dalla quarta di copertina

Per informazioni dettagliate sul libro

http://newrobin.mat.unimi.it/users/lucchini/g230.htm

Aspettando l’occultazione

In previsione di una battuta di caccia è del tutto normale cimentarsi in un rituale preparatorio che ottimizzi la propria performance per quando ci si troverà a tu per tu con la propria preda.

Si affilano i coltelli, si lubrificano i fucili, si fa scorta di munizioni, pregustando l’incontro.

Ovviamente questo vale anche per noi “Cacciatori di immagini”, sebbene le nostre armi siano molto più “pacifiste”.

Anch’io, in previsione dell’occultazione di Venere da parte della Luna, che avverà questa sera mi sono cimentato a ripulire il sensore della mia reflex digitale, le ottiche, ricaricare le varie batterie e, armato di cavalletto, scatto flessibile e vari obiettivi, mi sono cimentato in qualche “tiro” di prova.

giove-venere-luna-20081130.jpg

L’immagine che vedete l’ho scattata esattamente con 24 ore di anticipo dall’appuntamento con l’occultazione. Quindi stasera ritroverò i due pianeti nella medesima direzione ed alla stessa altezza sull’orizzonte. Solo la Luna varierà la sua posizione, portando il suo bordo buio in prossimità di Venere.

L’immagine è stata scattata con una sensibilità impostata a 100 ISO, diaframma f/3.5 e un tempo di esposizione di 4 secondi.

Quella in basso infatti è la strisciata delle luci di posizione di un’auto che transitava in quel momento. Vorrei farvi notare un particolare sulla Luna: la sua Luce Cinerea. Ingrandita nel riquadro in alto a destra vedete la falce di Luna (illuminata dal Sole) ed il resto della Luna che pure si intravede, ma è illuminata dalla Terra.

Questo accade in quanto una parte della luce che la Terra riceve dal Sole, viene riflessa nello spazio, in questo caso va ad illuminare debolmente la Luna. Si tratterebbe di una specie di “chiaro di Terra sulla Luna”. Il fenomeno è tanto più accentuato quanto più sottile è la falce della Luna. In quei giorni infatti, dalla Luna, la Terra si vedrebbe “quasi piena”.

Per l’immagine della Luce Cinerea (in alto a destra) ho utilizzato un tele da 200mm, diaframma f/5.0, sensibilità 800 ISO, esposizione 2 secondi.

Bene, adesso che anche voi avete qualche suggerimento, da cui prendere spunto, sulle impostazioni da utilizzare per l’appuntamento di oggi, non ci rimane che sperare che anche questa sera le condizioni meteo ci permettano di portare a casa un altro bel bottino.

A presto!

Vito Lecci

http://www.sidereus-nuncius.info/

 

Addup somma fino a 10

addup.jpgDistruggi le palline in modo che la somma sia sempre dieci. Attento a non far cadere a terra le palline. Man mano che passa il tempo le palline diventano sempre più veloci. Occhio alle palle speciali: la bomba fa scoppiare tutte le palline vicine, la bomba atomica fa scoppiare tutte le palline, l’orologio rallenta la caduta delle palline. Buon divertimento.

Attendi da 10 a 20 secondi il caricamento del gioco.



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Pianificate quello che è difficile… quando è ancora facile [Sun Tsu]

kanegen-suntzu_park.jpg"Pianificate quello che è difficile quando è ancora facile, fate quello che è grande quando è ancora piccolo. Le imprese più difficili debbono essere iniziate quando sono ancora facili, le imprese più grandi devono essere fatte quando sono ancora piccole. Per questo motivo i saggi non fanno mai imprese troppo grandi, e questo è il motivo per cui raggiungono la loro grandezza". Sun Tzu, L’arte della guerra, circa 500-300 a.C.

In caso di guerra l’importante è vincere e vince solo chi sa pianificare in modo che quando si scende in campo si ottenga il massimo profitto nel minor tempo possibile, meglio se senza combattere o col minimo delle perdite.

La pianificazione deve avvenire in un contesto variabile, con pronte reazioni ai cambiamenti di situazione che portino a rapidi aggiustamenti dei piani strategici e delle tattiche operative.

L’arte della guerra riprende molti temi dal Tao-te Ching di Lao Tzu, ma anche dal più antico testo classico cinese lo I Ching che recita: "I veri leader quando hanno un progetto pianificano sin dall’inizio" e "I leader, considerano sempre i problemi e cercano di prevenirli."

Mentre per la dottrina militare occidentale (ripresa da von Clausewitz) la forza non è nient’altro che l’applicazione della potenza militare, per Sun Tzu la forza di una nazione è l’esercizio dell’influenza, dell’autorità e dell’energia messe in insieme.

I principi esposti nell’Arte della guerra avrebbero ispirato i modelli di management ed in particolare di marketing che sono alla base alla base dello sviluppo della Cina, del Giappone e del Sud-Est asiatico.

Il trattato fonda il suo pensiero sul concetto di mou, ossia calcolo intelligente: massimo risultato con il minor dispendio di energie e risorse.

Due dei principi più famosi:

  • "la politica è la prosecuzione della guerra sotto altre forme";
  • "la vittoria più ambita è quella che si conquista senza battaglia e addirittura senza schieramento militare".

Le teorie esposte nell’ Arte della guerra, oltre ad essere considerate ancora attuali dai moderni strateghi militari, hanno trovato applicazioni anche in altri campi, soprattutto in quello delle strategie manageriali, che attingono ad esse per modelli di comportamento da adottare nelle situazioni competitive. A

d esempio G. A. Michaelson, manager di alto livello nella classifica della rivista Fortune, individua i seguenti punti chiave per conquistare i propri obiettivi:

• il rispetto per il consumatore;

• l’importanza dell’organizzazione delle informazioni;

• la rilevanza della posizione;

• l’uso della sorpresa;

• l’utilizzo sapiente delle proprie forze;

• la necessità di una struttura di comando ben organizzata.

A. Cerasoli, Sono il numero 1

cerasoli-numero_1.jpgAnna Cerasoli, Sono il numero 1, come mi sono divertito a diventare bravo in matematica, Feltrinelli, 2008, euro 13,00, pagg. 130

Anna Cerasoli è nota al grande pubblico per i suoi libri divulgativi di matematica I magnifici 10, La sorpresa dei numeri, Mr Quadrato, pubblicati anche all’estero. Le abbiamo fatto alcune domande sul suo nuovo libro.

Matematicamente.it. Nelle storie precedenti il protagonista era Filo un ragazzo ‘comune’, curioso di matematica, dall’intelligenza vivace, alle prese con la scuola e le maestre, esploratore del mondo, guidato dal nonno professore di matematica in pensione. Anna, chi è il protagonista di questo nuovo libro?

Anna C. Il protagonista è un bambino che racconta come ha fatto a diventare bravo in matematica e comunica la gioia di aver superato la noia e la paura della matematica ai suoi coetanei. Racconta di come è passato dall’umiliazione e dalla frustrazione, alla sicurezza di sé che permette di capire e anche, quando capita, di affrontare l’insuccesso.

Matematicamente.it. Qual è l’idea di fondo del libro? Perché un altro libro per ragazzi?

Anna C. L’idea del libro mi è venuta perché so quanto patiscono i ragazzi a scuola, quanto sia frustrante non capire la matematica, come sia umiliante per bambini che sono di buona intelligenza e che hanno molte capacità, che riescono bene in tante cose e in tanti giochi, avere poi insuccessi in matematica. Perché c’è un muro che li separa dalla matematica. Spesso questo muro è fatto di eccessiva astrazione, di calcoli lunghi e noiosi, di teoria senza applicazioni, e così ho pensato di presentare una matematica facile, vicina alla loro realtà. E poi ho pensato che potesse raccontarla un bambino, con le sue parole, con un linguaggio semplice. Infatti, questo libro non necessità della mediazione dell’adulto e può essere letto tranquillamente da un bambino delle elementari.

Matematicamente.it. Il tuo libro quindi è pensato come un supporto alla didattica?

Anna C. Io ho scoperto proprio con i bambini quanto sia bello non avere paura della matematica. La loro innata curiosità, la creatività propria di chi comincia a conoscere il mondo sono facili da suscitare e stimolare. Penso, con il libro, di avere qualche chance in questo senso. Non esistono altri testi di divulgazione a livello elementare. Di solito la divulgazione della matematica è fatta a un livello più alto: per persone che hanno già una preparazione di scuola superiore. Troppo tardi, penso, quando i buoi sono usciti dalla stalla! Del resto c’è un grande desiderio da parte dei genitori e degli insegnanti di avere strumenti facili che possano accompagnare il libro di testo presentando la matematica insieme a un po’ di storia, di curiosità, di aneddoti, di giochi, che rendono tutto più coinvolgente.

Matematicamente.it. Quanta matematica c’è intorno alla vita di un bambino della scuola primaria?

Anna C. La matematica intorno a noi è proprio tanta. Anche nei posti e nelle modalità più impensate. La maestra del bambino protagonista ha trovato il modo di farlo scoprire ai propri allievi assegnando un compito: munirsi di penna e foglio e descrivere tutte le volte che, durante la giornata, incontrano la matematica. I bambini provano e scrivono numeri: la data, il loro peso, le calorie che trovano nella marmellata al mattino, addirittura i numeri scritti nel frigorifero per stabilire se deve raffreddare di più o di meno… Ma l’insegnante non si accontenta e chiede di andare avanti perché, dice, la matematica non è solo numeri! Allora i bambini pensano alle forme e il giorno dopo, tornano con esempi di finestre quadrate, aiuole tonde, marciapiedi paralleli… Ma non ci siamo ancora. Per convincerli, la maestra fa loro un indovinello dicendo: chi è il padre del figlio di Carlo? Anche questa è matematica, perché la matematica studia pure le relazione tra le cose.

Il paradosso della bella addormentata

ole_reidar_johansen-sleeping_beauty.jpgLa Bella Addormentata si sottopone a un esperimento nel quale viene addormenta ipnoticamente. I ricercatori lanciano una moneta: se il risultato del lancio della moneta è testa la Bella Addormentata viene svegliata e poi interrogata; se il risultato della moneta è croce viene svegliata, interrogata, riaddormentata imponendole di non ricordare niente del precedente risveglio, viene svegliata di nuovo e reinterrogata.

Ad ogni risveglio viene interrogata su questa domanda: con quale probabilità è uscito croce?

Cosa dovrebbe rispondere la Bella Addormentata se oltre a essere bella e addormentata conosce anche il calcolo delle probabilità?

1. Quando viene svegliata la Bella Addormentata non può sapere se è stata svegliata un’altra volta o se quello è il suo primo risveglio; la domanda che le viene posta riguarda il lancio di una moneta a due facce, perciò secondo la definizione di probabilità a priori (definizione classica) la probabilità che sia uscito testa è uguale alla probabilità che sia uscito croce, quindi 1/2.

2. I tipi di risvegli in tutto sono tre, se è uscito testa viene svegliata una volta, se è uscito croce viene svegliata due volte. Se si ripetesse molte volte l’esperimento, si avrebbe frequenza di risvegli 1/3 nel caso sia uscito testa, frequenza di risvegli 2/3 se è uscito croce. Di conseguenza secondo la definizione frequentista di probabilità svegliata valuterà 2/3 la probabilità che sia uscito croce.

Secondo voi?

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Un’introduzione a Octave

octave-ico.jpgIl programma GNU Octave è un programma di calcolo numerico. Nacque presso l’Università del Texas nel 1988 come programma di calcolo per l’ingegneria chimica. Tra gli ambiti di utilizzo di Octave si trovano: l’aritmetica di base, l’algebra lineare, il calcolo matriciale, le equazioni algebriche e differenziali, la statistica, la ricerca operativa, la matematica finanziaria, la teoria dei controlli, l’analisi delle immagini, l’analisi dei segnali, l’analisi del suono, e molti altri.

Scarica da qui il manuale di Octave

Valutazione di trading system con Matlab

paradigm4-stock_thumble.jpgQuesto lavoro riguarda l’analisi dei prezzi di chiusura di alcuni indici scaricati dal Yahoo Finanza, in particolare si è fatto riferimento alle quotazioni di Enel. L’esecutore del programma potrà di volta in volta scegliere quale titolo analizzare.  I prezzi di chiusura possono essere visti come una serie di dati, denominata serie storica. I dati, ordinate temporalmente, vengono racchiusi in un vettore, su questo vettore si concentrerà l’analisi. Dopo aver sinteticamente descritto le funzionalità di Matlab nel primo e nel secondo capitolo, di valutare la statistica descrittiva nel terzo, il quarto capitolo si occup dell’analisi del trend. Il quinto capitolo riguarda la valutazione del trading system per mezzo di Matlab, il codice creato verrà dettagliatamente spiegato.

INDICE

1. Introduzione a Matlab

Premessa

1.2 Interfaccia di Matlab

1.3 Script di Matlab

2. Come importare i dati su Matlab

2.1 Introduzione

2.2 Importare dati con “copia-incolla”

2.3 Importare dati da foglio Excel

2.4 Importare dati da un file di testo

2.5 Importare dati in formato .csv

2.6 Importare quotazioni storiche dal sito Yahoo

3. Analisi della Statistica descrittiva con Matlab Statistica descrittiva con Matlab Grafici con Matlab

4. Analisi delle Serie Storiche Introduzione Trend

5. Valutazione del Trading System

Introduzione

Calcolo delle Medie Mobili

Esempio di Operatività

Calcolo delle Utilità

Indici di performance

Appendice

Bibliografia

Scarica il lavoro in pdf Valutazione di trading system con Matlab

scarica il file di Matlab

Convegno Nazionale Mathesis

logo_mathesis.jpgIl Congresso nazionale della Mathesis (Società italiana di scienze matematiche e fisiche, fondata nel 1895) si svolgerà presso l’Università del Salento dal 5 all’8 dicembre nel nome di Giuseppe Peano (in occasione dei 150 anni dalla sua nascita) sul tema "La didattica della matematica da Peano a oggi". Vai al sito del convegno

Il Congresso si propone di affrontare e dibattere le seguenti tematiche:

1. Da Peano ad oggi: quali i cambiamenti nelle competenze matematiche richieste ai giovani.

2. Gli obiettivi dell’apprendimento della matematica in uscita: – dal primo ciclo; – dall’obbligo dell’istruzione; – dal sistema dei licei, degli istituti tecnici e dei professionali.

3. La valutazione degli apprendimenti.

4. Iniziative per la crescita della professionalità docente.

5. Il problema della meritocrazia dei docenti e degli studenti.

6. La Matematica nell’Economia e nella Finanza.

Programma

Venerdì 5/12/2008
Ore 14.00 Iscrizioni
Ore 15.00 Saluto delle Autorità
Ore 15.30 Donato Scolozzi
Ore 16.30 Silvano Tagliagambe
Ore 17.30 Pausa
Ore 17.45

Comunicazioni

Chefi Triki Antonio Salmeri Paola Landra Ferdinando Casolaro Alessando Janovitz Alessio Russo

Sabato 6/12/2008
Ore 9.00 Il programma RAI Educational dall’Università del Salento. Sergio Spina Michele Campiti Domenico Lenzi
Ore 11.00 Pausa
Ore 11.15 Tavola Rotonda. Interverranno: Emilio Ambrisi, Antonino Giambò, Andrea Laforgia, Lucrezia Stellaci.
Ore 13.00 Pranzo
Ore 15.00 Luigi Verolino
Ore 16.00 Benedetto Scimemi
Ore 17.00 Gruppo di lavoro Mathesis-Matmedia Competenze in uscita dal I e II ciclo dell’Istruzione Tiziana Bindo Maria Cocozza e Vincenza Russo Michelangelo Distasio
Ore 18.00 Pausa
Ore 18.15 Gruppo di lavoro Mathesis-Matmedia Competenze in uscita dal I e II ciclo dell’Istruzione Corrado Fadini Maria Paola Giovine Gabriella Massa
Ore 19.15 Comunicazioni Raffaele Mascella Franco Eugeni

Domenica 7/2008
Ore 9.00 Michele Pertichino
Ore 10.00 Comunicazioni Paolo Allievi, Alberto Trotta, Eliano Pessa Luciano Corso Enza Fico
Ore 11.00 Pausa
Ore 11.15 Comunicazioni Rina Manuela Contini, Loredana Delli Rocilli Antonio Maturo, Gisella Pascale Antonio Maturo, Maria Grazia Rosiello

Ore 12.30 Pranzo
Ore 14.30 Gita
Ore 20.00 Cena sociale Lunedì 8/12/2008
Ore 9.00 Aldo Brigaglia
Ore 10.00 Comunicazioni Mario Innocenzo Mandrone Antonio Fontana Luca Paladino, Raffaele Prosperi
Ore 11.00 Pausa
Ore 11.15 Comunicazioni Gianfausto Salvadori Simone Corrado Binetti Letizia Rosato
12.15 CHIUSURA DEI LAVORI

Autorizzazione ministeriale: AOO/DGPER Prot.18388 del 11-11-2008

Analisi tecnica algoritmica con Matlab

PREMESSA

Nel vasto campo del trading on line, e più specificatamente nell’Analisi Tecnica, software come Excel e MatLab sono quelli tra i più utilizzati, oltre i software specifici. Questo lavoro si occupa in maniera particolare dell’analisi algoritmica, prendendo in considerazione uno dei tanti indici utilizzati in questo campo, le medie mobili, delle quali la più comune interpretazione è il confronto tra la media mobile del titolo e il prezzo del titolo stesso. Verranno sviluppati degli algoritmi in grado di automatizzare tutta una procedura costituita da: calcolo delle medie mobili, successivo confronto con i prezzi dei titoli, segnali di operatività e visualizzazione a video delle medie mobili con maggiori performance in termini di rendimento. Il software utlizzato in questo caso è MatLab(Versione 7.0).

MEDIE MOBILI E LORO OPERATIVITA’

Le medie mobili (Moving Averages) sono sicuramente gli indicatori più utilizzati in analisi tecnica e rappresentano uno strumento insostituibile per depurare i prezzi dagli elementi erratici (rumore di fondo) che possono confondere l’analista. Lo scopo delle medie mobili non è quello di anticipare i movimenti di prezzo o prevederne le evoluzioni, ma quello di seguire e identificare chiaramente il trend in atto. Esistono diversi tipi di medie mobili che differiscono tra loro per la formula di calcolo utilizzata:

• media mobile semplice (SMA=simple moving average)

• media mobile centrata (CMA=centered moving average)

• media mobile ponderata (WMA=weighted moving average)

• media mobile esponenziale (EMA=exponential moving average)

Per tutti i tipi di medie mobili vale le seguente considerazione: Quanto maggiore è il dominio temporale della media mobile tanto più tempo dovrà trascorrere per poter iniziare a rappresentarla. In questo lavoro le medie mobili prese in considerazioni sono quelle semplici, calcolate con l’ausilio di MatLab per un lasso temporale che và da 1 a 100 giorni. Quello che ci si aspetta da esse, è la loro adattabilità a fornire segnali di vendita o acquisto, per aiutare a disinteressarsi dei momenti di crollo o di impennata dei prezzi, ed a concentrare l’attenzione sui "crossing-points " della media sulla serie dei prezzi, i quali costituiranno segnali di acquisto o di vendita. L’utilizzo delle medie mobili come trading system è un metodo per individuare quindi il momento ideale di acquisto e vendita e si usa in questo modo: – si acquista quando il prezzo perfora verso l’alto la propria media e si vende quando la perfora verso il basso; si tratta del più elementare sistema di trading, soggetto a frequenti falsi segnali ed efficace solo nei momenti di tendenza ben definita;

Scarica l’articolo completo

Scarica l’algoritmo Matlab

 

I numeri reali e la potenza del continuo

cantor.jpgNelle pagine che seguono affronteremo la costruzione rigorosa dei numeri reali effettuata verso la fine del secolo scorso (1872) da Georg Cantor. La costruzione di Cantor fu la prima costruzione rigorosa dell’insieme dei numeri reali e fu contemporanea ad un’altra costruzione, altrettanto rigorosa, effettuata da R. Dedekind. La coincidenza temporale delle due costruzioni non é casuale: nacque infatti da una precisa esigenza di sistemazione rigorosa di tutta la matematica, cominciata già verso la seconda metà del secolo scorso.

Con la nascita del calcolo infinitesimale e differenziale ad opera di Newton e Leibnitz, che facevano ricorso all’evidenza geometrica nell’introdurre i concetti di limite e di continuità, e con la successiva algebrizazione della geometria iniziatasi con Cartesio, la geometria venne detronizzata e quindi messa in secondo piano rispetto all’Algebra ed all’Analisi Matematica. Però mentre della geometria e dei suoi metodi si conosceva una costruzione rigorosa e assiomatica, non succedeva altrettanto per l’algebra e l’aritmetica; i numeri (naturali, interi, razionali, reali) furono introdotti senza troppi scrupoli rigoristici, solo in funzione strumentale del loro uso. Infatti i numeri irrazionali erano già stati introdotti nell’antichità greca come rapporto fra grandezze incommensurabili (ad esempio lato e diagonale di un quadrato) per via, quindi, puramente geometrica; per via algebrica, invece, furono introdotti dalla necessità di risolvere equazioni del tipo x2 – 2 = 0, né si aggiunse altro. Oggi sappiamo che tutti gli insiemi numerici si possono ricondurre agli insiemi dei numeri naturali con successive estensioni. Diceva Kroneker: "I numeri naturali li ha fatti il buon Dio, tutto il resto é opera dell’uomo", dove l’espressione "il buon Dio" sta a significare semplicemente che l’uomo ha rinunciato a dare una spiegazione dei numeri naturali, essendo questi legati alla semplice e "naturale" operazione del contare. Prima di introdurre i numeri reali secondo Cantor (a partire dai razionali), vedremo brevemente [2] come si possono introdurre i numeri interi ed i numeri razionali a partite dai numeri naturali; seguirà ancora un paragrafo sulle proprietà dell’insieme  dei razionali strutturato con le operazioni ‘+’ , ‘.’ e con la relazione d’ordine .

Scarica la dispensa su Numeri reali e potenza del continuo

Simulazione del lancio di due dadi e della loro somma

Per usare questo foglio di calcolo attiva le macro (che sono lanciate premendo uno dei tre bottoni: Vai lento, Vai più veloce, Vai al massimo).

L’avvio di ciascuna macro azzera grafici e dati ed apre una finestra di dialogo in cui bisogna inserire il numero desiderato di lanci.

Con la prima macro si consiglia di inserire un numero relativamente basso (max 500) di lanci, in quanto i dati ed il grafico vengono aggiornati ad ogni lancio.

Con la seconda macro si può inserire un numero più alto di lanci (max 10000), in quanto i dati (e non il grafico) vengono aggiornati ad ogni lancio.

Con la terza macro si può inserire anche un numero relativamente alto (anche diversi milioni) di lanci, in quanto i dati ed il grafico vengono aggiornati solo alla fine del processo (durante il processo i risultati restano in memoria).

Per il lancio di due dadi, i risultati possibili della somma dei risultati di ciascun dado variano da 2 (1+1) a 12 (6+6). La colonna G fornisce le frequenze assolute, la colonna H le frequenze relative, la colonna J+K i risultati teorici previsti dal calcolo delle probabilità, la colonna I calcola la differenza tra frequenza relativa e probabilità di sciascun risultato.

Scarica il file Excel Simulazione del lancio di due dadi

Si riprende a parlare dell’esame di matematica per i licei scientifici

articoli37.jpgComincia per tempo il dibattito sulla prova di matematica per l’esame di stato nei licei scientifici. Ogni anno le discussioni sono tantissime. Lo scorso hanno si è costituito un comitato di insegnanti di matematica che a gran voce ha cercato di sollevare il problema e di far pervenire le proprie opinioni al ministero. Quest’anno se ne comincia già a parlare. Di seguito alcuni interventi.

L’intervento del prof. Luigi Tomasi, che ha parlato del tema al convegno UMI-CIIM, svoltosi a Roma il 23 e 24 ottobre. Nell’intervento il prof. Tommasi ha espresso le proposte emerse dalle discussioni di insegnanti di matematica FondANIMatCabrinews, nel “Quaderno a quadretti” e nei documenti dell’Osservatorio Sugli Esami di Stato di Animat.

La presentazione http://umi.dm.unibo.it/italiano/CIIM/convegno/Tomasi.ppt

Giorgio Bolondi, “L’analisi INValSI sulla prova scritta di matematica del liceo scientifico” http://umi.dm.unibo.it/italiano/CIIM/convegno/Bolondi.ppt

Tutti i video del convegno http://www.indire.it/convegno/umi/

LHC Large Hadron Collider, conferenza scientifica divulgativa

lhc-collider.jpgVenerdì 19 dicembre 2008 ore 20.45 – ISIS O. Romero – Aula Magna – viale A. Moro 51, ALBINO. Relatore Dott. Sergio Bertolucci, Direttore della ricerca del CERN di Ginevra.

…dopo aver creato il posto più freddo dell’universo, a caccia della materia e dell’energia oscure, cercando la particella di Dio (Bosone di Higgs), passando attraverso materia e antimateria, generando buchi neri che evaporano, nuotando in un plasma di quark e gluoni fino a pochi istanti dal Big Bang; spingendosi oltre le attuali conoscenze della scienza, fino forse a riscrivere, un giorno, la fisica cosi come è conosciuta oggi.

Sergio Bertolucci, membro della giunta dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è stato nominato all’unanimità direttore della Ricerca del CERN di Ginevra. L.H.C., il Large Hadron Collider, è il più grande e potente acceleratore del mondo, si trova al CERN di Ginevra. Accelererà due fasci di particene che circoleranno in direzioni opposte, ciascuno contenuto in un tubo a vuoto, che collideranno in quattro punti, dove sono allestiti gli esperimenti.

Quattro i principali esperimenti di fisica delle particene di LHC. Il loro compito è quello di dare risposte a quesiti fondamentali. Qual è l’origine della massa? In particolare, esiste il Bosone di Higgs, (nota al grande pubblico come la particella di Dio) che secondo previsioni teoriche dovrebbe dare origine alla massa così come la conosciamo?

Allo stato attuale non conosciamo la composizione di circa il 95% dell’universo. Materia oscura ed energia oscura sono le candidate più accreditate. Di cosa sono fatte? Come si sono originate? La teoria dice che, subito dopo il Big Bang, materia e antimateria sono comparse in quantità uguali, eppure oggi tutto ciò che conosciamo è composto solo da materia. Quale è la ragione di questa asimmetria? Che fine ha fatto l’antimateria?

Come era fatto il cosmo qualche miliardesimo di secondo dopo il Big Bang? Esistono altre dimensioni oltre alle tre spaziali e quella temporale, come previste da vari modelli di teoria delle stringhe? Le quattro forze presenti in natura sono in realtà un’unica forza? Esistono particelle non ancora scoperte?

E ancora, la ricerca di base sugli acceleratori ha portato qualche ricaduta tecnologica utile nella vita di tutti i giorni?

http://www.isisromero.it/progetti/serate-scientifiche/lhc-large-hadron-collider 

Socrate sa di non sapere

delaque79-post_cicuta.jpgSocrate sa di non sapere ….. ma attraverso la maieutica e l’ironia cerca di concretizzare -o realizzare?- le potenzialità delle persone e quindi anche le capacità di gestire i problemi.

Diogene Laerzio in Vite dei filosofi attribuisce a Socrate il seguente pensiero: "Esiste solo un bene, la conoscenza, e solo un male, l’ignoranza". Plutarco, in Dell’esilio, gli attribuisce: "Non sono un ateniese o un greco, ma un cittadino del mondo".

La maieutica di Socrate ebbe un massiccio ed esteso revival 24 secoli dopo negli Stati Uniti all’inizio del secondo conflitto mondiale.

In quell’epoca il paese si trovò di fronte alla necessità d’immettere milioni di lavoratori nell’industria per sostituire quelli chiamati alle armi.

La formazione di nuovi operai, e sopratutto dei capi che dovevano inquadrarli rappresentò uno dei maggiori problemi del momento la soluzione del quale ricadde sull’industria e su una organizzazione federale creata ad hoc: il T.W.I. (Training Within Industry).

Vennero posti alla direzione del nuovo ente i capi del personale di quattro industrie americane fra le più avanzate dal punto di vista organizzativo: Socony Vacuum, Western Electric, American Telegraph and Telephone e U.S. Steel Corporation.

Il metodo T.W.I. fu subito adottato in Canada e Gran Bretagna e, nei primi anni del dopo guerra, in Belgio, Francia, Germania e in Italia (C.N.P. Comitato nazionale per la Produttività) nel quadro del piano Marshall per la ricostruzione Europea.

Il metodo T.W.I. si basa su 4 fasi:

1) Presentazione, spiegazione e identificazione del problema da parte del leader.

2) Raccolta di tutti i fatti relativi al problema da parte di tutti i partecipanti.

3) Discussione, facilitata dal leader, sui fatti presentati e sulla loro importanza.

4) Riepilogo della discussione da parte del leader e scelta della miglior soluzione.

Il leader non esprime opinioni ma pone domande, ricorre all’ironia, al metodo dei casi e alla drammatizzazione; insomma come Socrate riconosce di non sapere ed interroga gli altri.

Il metodo T.W.I. è un antesignano delle tecniche di brain storming e di quelle adottate nei circoli di qualità giapponesi

Dal nostro sondaggio il giudizio sull’operato del Ministro Gelmini

gelmini-wikipedia.jpgEcco i risultati del nostro sondaggio su cosa ne pensano i nostri utenti sulle idee e sull’operato del Ministro Mariastella Gelmini

Su 1024 che hanno risposto al sondaggio:

Domanda: Come giudichi l’operato del ministro Gelmini?

un disastro 57.4%

piuttosto male 9.8%

poteva fare di meglio 4%

aspettiamo di vedere i risultati prima di giudicare 11,6%

non male 1,9%

sta facendo un buon lavoro per rinnovare la scuola 10,9%

chi è questo Gelmini 4,4%

gelmini-sondaggio.jpg

In sintesi il 67,2% si esprime negativamente, ill 17,5% esprime un giudizio di attesa, 11% circa un giudizio positivo. Il 4,4% ha affermato di non conoscere Gelmini, tuttavia il sondaggio era iniziato prima delle manifestazioni contro il Ministro; probabilmente ora sono molti di meno quelli che non sanno chi è Mariastella Gelmini.

 

 

Benini & Orlandoni, Matematica, ricerca sul curricolo e innovazione didattica

matematica_curricolo.jpgScaricabile on line il Quaderno del gruppo di ricerca USR e IRRE Emilia-Romagna. Il volume ‘Matematica’ è il risultato di un lavoro coordinato tra Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e IRRE Emilia-Romagna, nell’ambito del progetto “Gruppi di ricerca”. Il volume si rivolge agli insegnanti di matematica e propone contributi di carattere didattico e metodologico sul curricolo di matematica nei diversi ordini di scuola. Offre spunti per una riflessione sui cambiamenti in atto prendendo in considerazione i programmi passati, le Indicazioni Nazionali, le proposte di curricoli sviluppate dall’UMI, senza tralasciare le prassi didattiche ormai consolidate.

Indice

Presentazione della collana
Luigi Catalano

Introduzione
Anna Maria Benini

Parte I – Dalla disciplina ai curricoli

Insegnare matematica nel primo ciclo: un’analisi comparata di curricoli
Anna Maria Benini, Aurelia Orlandoni

Dalla conoscenza alla competenza nell’educazione matematica
Bruno D’Amore, Martha Isabel Fandiño Pinilla

Il ruolo della storia e dell’epistemologia della matematica
Alessandra Fiocca

Il laboratorio di matematica
Michela Maschietto

Parte II – I nuclei tematici

Sei nuclei tematici sotto osservazione
Rossella Garuti

‘Il numero’ nella scuola primaria
Giorgio Gabellini, Franca Masi

‘Il numero’ nella scuola secondaria di primo grado 
Rossella Garuti

‘Geometria’ nella scuola primaria
Annalisa Fabbri, Rossella Garuti

‘Geometria’ nella scuola secondaria di primo grado
Anna Cristina Canella, Anna Marantonio

‘La misura’ nella scuola primaria
Annalisa Fabbri, Rossella Garuti

‘La misura’ nella scuola secondaria di primo grado
Anna Cristina Canella, Anna Marantonio

‘Introduzione al pensiero razionale’ nella scuola primaria
Anna Maria Mamini, Giorgio Nardini, Manuela Scarpellini

‘Introduzione al pensiero razionale’ nella scuola secondaria di primo grado
Anna Maria Mamini, Giorgio Nardini, Manuela Scarpellini

‘Dati e previsioni’ nella scuola primaria
Aurelia Orlandoni, Maria Giovanna Papoff, Caterina Visalli

‘Dati e previsioni’ nella scuola secondaria di primo grado
Aurelia Orlandoni, Maria Giovanna Papoff, Caterina Visalli

‘Le relazioni’ nella scuola primaria e secondaria di primo grado
Grazia Grassi

Parte III – Materiali di approfondimento

Estratto dal D.P.R. n. 104/85 – Programmi didattici per la scuola primaria 99 Estratto dal D.M. 9 febbraio 1979 – Programmi per la scuola media 106 Estratto da “Matematica 2001” – Curricoli UMI 109 Glossario minimo 117 Postfazione Un ‘ponte’ verso nuove indicazioni nazionali 125 Giancarlo Cerini, Nerino Arcangeli

Indirizzo da cui è scaricabile il libro Matematica ricerca sul curricolo e innovazione didattica

Si studi la trasformazione ottenuta determinando in particolare i punti e le rette che si trasforman

In un piano cartesiano si indichino con x e y le coordinate di un punto P e x’ e y’ le coordinate di un punto P’. Si considerino le trasformazioni di equazione : x’=ax+by; y’=a’x+b’y tali che al punto A(1,1) corrisponda A'(0,2) e al punto B(1,0) corrisponda B'(1,0). Si studi la trasformazione ottenuta determinando in particolare i punti e le rette che si trasformano in se stessi.

trasf_e01.jpg

Tutto scorre e tutto fugge, nulla permane [Eraclito]

hidden_side-dorsop.jpg… nello stesso fiume son sempre acque diverse quelle in cui ci bagnamo: non è possibile bagnarsi due volte nel medesimo fiume.

hidden_side-dorso.jpg"E’ la stessa cosa il vivo ed il morto, il desto e il dormiente, il giovane ed il vecchio: giacchè ognuno di questi opposti mutandosi è l’altro e a sua volta l’altro mutandosi è l’uno" (fr.88).

"Gli uomini non sanno come ciò che è discorde è in accordo con se: armonia di tensioni opposte, come quelle dell’arco e della lira" (fr.51).

Ciò che bilancia la mutevole natura del mondo è il logos (pensiero o ragione), talvolta erroneamente equiparato al tao di Lao Tsu. E’ però interessante osservare che attorno al 500 a.C. in Grecia ed in Cina siano, esistite personalità eccezionali come Pitagora ed Eraclito, Lao Tsu e Confucio e, a metà strada tra loro in India, il principe Siddharta (Buddha).

In tempi moderni Hegel vide in Eraclito il fondatore della dialettica, ma aveva interpretato la dottrina eraclitea della tensione tra gli opposti come conciliazione o armonia.

Per Eraclito invece gli opposti sono uniti, ma mai conciliati: il loro stato permanente è la guerra.

Più calzante è il rifarsi ad Eraclito del matematico dello scorso secolo Renè Thom, che con la sua teoria delle catastrofi ha ben descritto i processi di biforcazione improvvisi che si osservano nelle strutture naturali e in quelle sociali (qualcuno ha forse visto il film Sliding doors).

Nelle aziende il cambiamento (impulsivo o incrementale) è sempre stato, da un lato un modo per affrontare le stuazioni problematiche, dall’altro lato è stato fonte di nuovi problemi. Il Vertice della organizzazione lancia progetti di Change management, i consulenti riferiscono sulla resistenza al cambiamento di dirigenti e quadri; i dipendenti, ironicamente, ribattezzano il tutto: "Cambiate il management!".

Un tipico dialogo svoltosi in una grande azienda piemontese (A. Aparo, Next, N° 16, 2003) tra un innovatore entusiasta e un dirigente conservatore è il seguente:

– Ma perchè va bin parej? (va bene così?)

– Perchè l’uma sempre fait parej (perché abbiamo sempre fatto così)

– Ma perché l’uma sempre fait parej?

– Perché va bin parej!.

Mario Geymonat, Il grande Archimede

archimede.jpgSandro Teti Editore presenta la III edizione di una biografia di successo sul grande scienziato siracusano. Il libro uscirà il 20 Novembre 2008 e verrà presentato alla Fiera della piccola e media editoria di Roma (Palazzo dei Congressi EUR dal 5 all’8 Dicembre). Questa III edizione è arricchita dalla presentazione di Luciano Canfora, editorialista del Corriere della Sera.

Il grande Archimede III edizione

Mario Geymonat

collana Historos pag. 128 – € 16

isbn: 978-88-88-249-23-0

Sandro Teti Editore annuncia la III edizione de Il Grande Archimede di Mario Geymonat, in tutte le librerie dal prossimo 20 novembre

Il Grande Archimede di Mario Geymonat, già vincitore del premio letterario Corrado Alvaro 2006, è un testo affascinante dal quale trapela un ritratto moderno e pragmatico di questo grande scienziato. Per anni interpretato come campione di uno strenuo rigorismo, Archimede, spirito intelligente e aperto, ritrova in queste pagine la forza del suo pensiero attraverso la lettura delle fonti coeve e dei suoi scritti. Al genio di Archimede sono dovuti il calcolo esatto del rapporto fra la circonferenza e il diametro del cerchio (il famoso pi greco) e fra la sfera e il cilindro, uno studio approfondito della spirale, una inedita misurazione del peso specifico (“Éureka, Éureka”), l’indicazione di numeri straordinariamente grandi. Lo scienziato siciliano fu pure un ingegnere straordinario, come dimostrò costruendo macchine che fecero la gloria della sua città: la nave Siracusana, la vite a chiocciola a flusso continuo, le catapulte e altri imponenti congegni di difesa.

Ucciso barbaramente da un soldato romano nel 212 a.C, su Archimede hanno scritto pagine memorabili Plutarco, Vitruvio, Livio, Cicerone e molti altri, che Mario Geymonat riporta in traduzione.

L’introduzione ad opera di Zhores Alferov, Premio Nobel per la Fisica nel 2000, e la prefazione di Luciano Canfora, editorialista del “Corriere della Sera”, segnalano ancor di più l’autorevolezza di questo libro, candidatosi a divenire uno degli strumenti di approfondimento più adatti per una riflessione esaustiva sugli aspetti più inediti e intriganti di uno degli scienziati più originali della storia.

Il libro sarà protagonista della Fiera della piccola e media editoria di Roma Mario Geymonat, latinista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è autore di importanti edizioni filologiche, in particolare del poeta Virgilio, e di numerosi saggi critici pubblicati in Italia e all’estero. Ha pubblicato, fra l’altro, il palinsesto veronese della traduzione latina degli Elementi di Euclide e, da ultimo, uno studio su Virgilio e la scienza.

Da un comunicato dell’editore

L’Hubble Space Telescope ha scoperto un nuovo esopianeta

L’Hubble Space Telescope avrebbe scoperto un nuovo esopianeta. Si tratterebbe di “Fomalhaut b”, che orbita intorno alla sua stella Fomalhaut, a 25 anni luce da noi, nella costellazione del Pesce Australe.

In un certo senso il sospetto dell’esistenza di questo pianeta era già nato sin dal 1980, quando per la prima volta fu scoperta una nube di polveri intorno alla stella Fomalhaut. Qualcosa di molto simile alla Fascia di Kuiper nel nostro sistema solare. Già la scoperta del bordo interno molto netto e marcato della nube di detriti, faceva pensare alla presenza di un pianeta nelle vicinanze. Ed in effetti i risultati alla fine sono arrivati con la scoperta da parte di Hubble di questo oggetto che, nel suo particolare moto, dimostra inequivocabilmente di essere legato gravitazionalmente alla stella, ad una distanza da essa di circa 15 miliardi di Km (10 volte la distanza di Saturno dal Sole) e con una massa pari a tre volte quella di Giove.

Il pianeta però si mostra molto più luminoso di quanto previsto per una massa pari a tre volte quella gioviana, questo dato potrebbe suggerire che forse è dotato di un anello come quello di Saturno. L’anello infatti, essendo costituito da blocchi di detriti e di ghiaccio, avrebbe un’albedo molto elevata, facendone quindi aumentare la luminosità complessiva.

Da questa ennesima scoperta i “cacciatori di pianeti” hanno imparato che per trovare i pianeti extrasolari è molto promettente andare a cercare laddove ci sono nubi intorno alle stelle. In effetti questo ci ricorda della scoperta molto simile su Epsilon Eridani.