Smartphone, tablet e i disturbi nell’apprendimento dei bambini

Nell’era tecnologica in cui viviamo i bambini delle nuove generazioni hanno raggiunto risultati sorprendenti nell’utilizzo di strumenti hi-tech quali cellulari, computer e tablet; infatti già in tenera età fanno uso di questi apparecchi con naturalezza e spontaneità. Un recente studio effettuato da esperti del Cohel Children’s Medical Center di New York ha dimostrato che affinché un bambino impari bene a parlare, a utilizzare oggetti e ad affrontare le relazioni con il mondo che lo circonda sia fondamentale l’ascolto delle parole di mamma e papà e l’uso dei giocattoli che ormai potremmo definire “tradizionali e obsoleti”.

Questo studio è stato recentemente presentato durante il congresso in corso a Vancouver tenuto dalle Pediatric Academic Societies and Asian Society for Pediatric Research e si basa su 63 coppie di genitori i cui figli hanno utilizzato per la prima volta un dispositivo a schermo tattile mediamente a 11 mesi di età per 17 minuti al giorno con picchi anche di 4 ore.

Circa il 30% di questi bambini ha guardato show educativi, il 26% ha utilizzato delle applicazioni, il 28% ha premuto lo schermo in modo casuale e il 14% ha fatto giochi educativi; dopo aver effettuato test cognitivi su di loro gli esperti hanno dimostrato che non vi è alcuna differenza tra i bambini “tecnologici” e quelli non, ed in particolare a coloro che hanno utilizzato le applicazioni del dispositivo è stato riscontrato un ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Un altro allarme è arrivato da un Congresso dell’Associazione Insegnanti in Gran Bretagna, secondo il quale i bambini della scuola materna che sanno far scorrere uno schermo di un dispositivo elettronico hanno difficoltà nell’utilizzo delle costruzioni e a relazionarsi con i propri compagni e insegnanti.

I genitori devono rendersi conto che è un enorme danno per i loro figli sostituire i giocattoli “tradizionali” con gli smartphone e che la tecnologia non potrà mai dare gli stessi benefici sortiti invece dal contatto diretto con i propri bambini perché è questo il vero apprendimento per loro.

Molti pediatri statunitensi e britannici non nascondono le loro preoccupazioni a riguardo, e per tale ragione hanno emanato numerose linee guida nelle quali si consiglia alle famiglie di evitare che i loro figli facciano uso dei dispositivi elettronici almeno nei primi due anni di vita, e via via che crescono di non superare l’oretta al giorno.

Progetto Lamborghini Ducati: 50 studenti pronti all’alternanza scuola-lavoro

Da anni si parla della necessità di avvicinare la scuola italiana alle aziende, creando un ponte che faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro agli studenti subito dopo il diploma. Un’esigenza fondamentale soprattutto per Istituti tecnici e Professionali che nell’alternanza scuola-lavoro vedrebbero realizzata la loro latente ambizione di “Scuole di Mestieri”.

Tra progetti nati in sordina e ostacolati da problematiche di origine burocratica, sta finalmente prendendo forma definitiva un esperimento unico nel suo genere, che porterà gli studenti di un istituto tecnico di Bologna a lavorare 6 mesi in azienda.

Progetto unico nel suo genere, dicevamo, il cui modello è importato direttamente dalla Germania, madre della formazione duale basata sull’alternanza scuola-lavoro.

Regista dell’operazione è il gruppo Volkswagen, che possiede da due anni Ducati e dal 1998 Lamborghini, le aziende dove gli studenti del Istituto AldiniValerian verranno inseriti per sviluppare competenze tecniche specifiche, richiestissime nel settore.

Verranno coinvolti 50 studenti degli ultimi due anni, che dopo 6 mesi di regolare formazione teorica a scuola, si trasferiranno in azienda dove trascorreranno altri 6 mesi, dedicandosi alla formazione sul campo.

Il progetto, ancora in bozza, dovrebbe partire a settembre, una volta risolti gli aspetti legislativi che sembrano un freno reale, ma superabile per la sua attuazione. Bisognerà infatti capire in che termini definire il rapporto contrattuale tra gli studenti e le aziende, e come fare in modo che un unico semestre di scuola possa essere considerato come “un intero anno scolastico” al fine dell’ottenimento del diploma.

Nel momento in cui l’esperimento assumerà la sua forma definitiva, di certo potremmo parlare di rivoluzione, che potrebbe ispirare numerose altre aziende italiane ed europee ad investire sui loro giovani collaboratori.

Il modello tedesco, infatti, se da una parte aiuta i giovani a sviluppare competenze specifiche, rendendoli appetibili nel mondo del lavoro già dopo il diploma, dall’altro offre alle azienda la possibilità di investire direttamente sulla formazione dei loro futuri dipendenti.

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-ifts/area-alternanza-scuola-lavoro

Serena De Domenico

Di Stefano, Dal problema al modello, vol. 1, 2, 3 per il triennio

Carmelo Di Stefano, Dal problema al modello matematico, Volume 1: Logica e Geometria Analitica; Volume 2: Funzioni esponenziali e logaritmiche, geometria nello spazio, trigonometria, Successioni; Volume 3: funzioni, calcolo differenziale, calcolo integrale, statistica. Edizione riveduta e corretta maggio 2014. Manuale gratuito con Licenza Creative Commons BY-NC-ND per il terzo anno della secondaria di secondo grado. ISBN 9788896354476; 9788896354520; 9788896354537.

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204. Giochi di abilità in 3D: Mastermind e Othello

In questo contributo presenterò delle attività realizzate nei mondi virtuali 3D OpenSim: Edmondo e Sim-On-A-Stick con le classi del secondo biennio Sistemi Informativi Aziendali dell’I.I.S. “A. Guarasci” Tecnico Economico di Rogliano (Cs) nell’ambito della sperimentazione d’informatica sulla land Scriptlandia. In particolare si propongono due noti giochi da tavolo: Mastermind e Othello.

 

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Primavera, la stagione degli amori e delle allergie!

L’arrivo della primavera purtroppo non è solo un evento piacevole nel quale, grazie alle temperature che si fanno via via più miti, si trascorre più tempo all’aria aperta in compagnia di amici a fare delle lunghe passeggiate o a mangiare un buon gelato, e non è solo la stagione nella quale si dice che nascono nuovi amori! La primavera annuncia anche l’arrivo delle prime fastidiosissime allergie.

Secondo gli esperti della Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) infatti, sono oltre due milioni i ragazzi under 14 che soffrono di sintomi derivanti da allergie, quali congiuntivite, rinite, asma, con particolari intolleranze anche ai pollini, alla polvere, agli animali domestici, e non ultime le allergie verso alimenti quali latte, uova, noci o arachidi.

Da un’intervista fatta al presidente della Fimp Giuseppe Mele e al responsabile della Scuola di Bronco Pneumo Allergologia della Fimp Luigi Morcaldi, sono emersi alcuni consigli che i genitori devono mettere in atto per poter gestire nel modo migliore le allergie dei loro figli.

Innanzitutto è opportuno che i genitori sappiano che alla base delle allergie vi è una predisposizione genetica, e quindi per abbattere il problema sul nascere, già durante la gravidanza è opportuno che le mamme rispettino alcune semplici regole come smettere di fumare, assumere farmaci solo se prescritti dal medico (paracetamolo, antibiotici, etc), limitare l’esposizione all’inquinamento ambientale, evitare situazioni di stress e non esporre i neonati al fumo passivo.

Responsabili delle allergie sono gli allergeni, e in base a quello a cui si è più sensibili il corpo risponde con sintomatologia differente; addirittura sono emerse recentemente alcune allergie che fino a qualche tempo fa erano sconosciute, ad esempio quelle ad alcune piante come il cipresso e l’ambrosia, oppure ad alcuni alimenti di importazione.

I maggiori responsabili delle reazioni allergiche restano sempre gli acari della polvere, le Graminacee, l’olivo, gli alberi conosciuti a fioritura precoce come il nocciolo, la betulla, e tra i nuovi “arrivati” abbiamo anche il kiwi e in generale tutti i frutti tropicali.

È fondamentale che soprattutto le mamme sappiano che gli esperti considerano l’allergia una conseguenza della troppa igiene, della troppa pulizia personale, che riducendo la comparsa di infezioni, fa si che il sistema immunitario reagisca contro sostanze che alla fine sono innocue.

Per diagnosticare le allergie si effettuano dei test cutanei rapidi e indolori come il prick test che consiste in punturine cutanee superficiali nelle quali gli allergeni vengono messi a contatto diretto con la cute; in acuni casi si possono effettuare direttamente le analisi del sangue nel quale si controlla il dosaggio degli anticorpi dell’allergia in questione.

La prevenzione resta sempre un’arma efficace per combattere le allergie e consiste nel cosiddetto vaccino per l’allergia, una terapia adatta a correggere le risposte “anomale” del sistema immunitario.

È importante ricordare sempre che le terapie cosiddette “fai da te” o i test non sperimentati scientificamente in laboratorio sono da evitare perche i risultati non sono attendibili, possono portare sia ad un ritardo della reale diagnosi sia ad una diagnosi errata con il rischio di provocare, nel caso si tratti ad esempio di un’allergia alimentare, carenze o alterazioni a livello nutrizionale dannose per l’organismo in crescita dei nostri ragazzi senza che vi sia alcun bisogno.

Antonella Sibilla

Creare una start up tra i banchi di scuola? Antonio lo ha fatto!

Ha soli 16 anni, ma preferisce che i suoi clienti non lo sappiano, “per non perdere credibilità”. Del resto, la sua giovane età non gli ha impedito di creare una start up digitale che ad un anno dalla sua nascita ha ottenuto un notevole successo, rendendolo uno degli imprenditori più giovani d’Italia. Questa è la storia di Antonio Scarnera, 16 anni e già startupper.

Antonio è uno studente leccese e frequenta l’Istituto Tecnico Galilei-Costa di Lecce, scuola d’eccellenza salentina. Lo scorso anno, a soli 15 anni, supportato dall’insegnante Daniele Manni, ha fondato “Island of host”, una piattaforma che mette a disposizione di piccole aziende e imprenditori spazi web e domini a prezzi competitivi.

Antonio, appassionato di web e nuove tecnologie, ha intuito la possibilità di creare un nuovo mercato, partendo da una propria esigenza, quella di acquistare un dominio di dimensioni ridotte per creare un sito web, senza spendere una somma fuori dalla propria portata. Così, lavorando in estate, ha raccolto i soldi per acquistare un dominio e creare la propria piattaforma, vicina all’esigenze di molti, supportato, dal punto di vista burocratico e legale dalla scuola.

L’azienda di Antonio oggi è in espansione, e lo studente ha preso molto seriamente la propria attività, alternando gli impegni scolastici, a quelli lavorativi, tra tasse, bilanci, e supporto ai clienti.

Il suo sogno sul lungo periodo è quello di far crescere la propria azienda e diventare un programmatore, e i presupposti ci sono tutti!

Antonio è stato uno di protagonisti, dell’evento organizzato da Repubblica.it, lo scorso 8 Maggio a Lecce, dedicato agli “innovatori” italiani (al seguente link trovate le storie di altri giovani startupper: http://www.repubblica.it/next/).

Lo studente ha raccontato la propria storia, un vero e proprio esempio, per tutti i giovani italiani, che spesso si sentono ripetere che il lavoro “devono inventarselo” e per le scuole che troppo speso trascurano i talenti dei propri studenti. A tutti coloro che stanno coltivando o vorrebbero coltivare un’idea imprenditoriale innovativa, , segnaliamo inoltre it Cup Registro, una business plan competition riservata alle idee di impresa nel settore della tecnologia web, organizzata da il Registro.it, unica anagrafe dei domini italiani, gestita dall’istituto di Informatica e telematica del Cnr di Pisa. Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito dedicato: http://www.itcupregistro.it.

Reattore chimico tubolare

Una società del settore chimico ha deciso di produrre la specie C, per reazione chimica, a partire dai reagenti A e B. Le sperimentazioni preliminari di laboratorio hanno dimostrato che la produzione è possibile per mezzo della seguente reazione in fase gas: aA + bB = cC + dD, (a,b,c,d sono i coefficienti di reazione, numeri interi o frazionari). Si tratta di una reazione esotermica (vale a dire con produzione di calore). La sperimentazione programmata ha portato a quantificare l’equazione cinetica:

$REA=K exp(-E/{RT}) p_A ^\alpha p_B ^\beta$

 

Dove la parte inclusa nell’esponenziale esprime la dipendenza dalla temperatura assoluta, con la nota formula di Arrhenius, mentre la dipendenza della cinetica dai reagenti A e B è espressa dalle pressioni parziali, elevate ciascuna ad un coefficiente sperimentale. La pressione parziale, a sua volta, è data dal prodotto tra la frazione molare e la pressione totale. La velocità di reazione (REA) rappresenta le Kmoli di C prodotte nel volume unitario e nel tempo unitario, in simboli ${kmoliC}/(h * m^3)$.

E’ stato inoltre individuato il campo di pressione e temperatura ottimale per il processo di reazione. La fabbrica dispone di un impianto inutilizzato, dotato di un reattore tubolare: si tratta di un tubo di acciaio, rivestito da una camicia refrigerante necessaria ad asportare il calore prodotto dalla reazione. Nella camicia scorre un intenso flusso di acqua a temperatura assegnata, che supponiamo rimanga costante lungo tutto il reattore. L’alimentazione al reattore è costituito da una miscela stechiometrica di A e B.

I dati tecnici per la verifica del reattore sono i seguenti:

Specie Coefficienti di reazione Peso Molecolare Portata alimentazione
    Kg/Kmole kg/h
A 2 88 100
B 1 56  
C 4 34  
D 1    
HOURS 8000 ore/anno tempo funzionamento impianto U 430 Kcal/h/(m^2 * °C) coefficiente medio globale di scambio termico
LTUBO 3 m lunghezza tubo DELTAH -45800 Kcal/KmoleC entalpia di reazione
RTUBO 0,015 m raggio tubo alfa 1,5 adim esponente reazione specie A
PRESS 0.8 Mpa pressione (assoluta) nel tubo beta 2,0 adim esponente reazione specie B
To 150 °C temperatura alimentazione reagenti Cp 44 Kcal/Kmole/°C calore specifico medio della miscela
Te 15 °C temperatura fluido refrigerante K 1,30E+06 KmoleC/(h * m^3*MPa^(α+β)) costante cinetica di reazione
VISC 2,50E-05 kg/(m*s) viscosità media miscela E 2850 Kcal/Kmole energia di attivazione
NSTEP 50   numero passi di integrazione        

Calcolare:

  • Il peso molecolare della specie D necessario per soddisfare la conservazione della massa nella reazione sopra descritta
  • La portata ponderale(kg/h) del reagente B in alimentazione, in modo da risultare stechiometrica con la specie A

Infine:

  • sviluppare il modello di simulazione del reattore ed il software relativo
  • verificare, sulla base dei dati sopra riportati, se è in grado di produrre 200 t/anno del prodotto C, la quantità che il dipartimento vendite ha stimato sulla base di uno studio di mercato.

Traccia da seguire per il calcolo di verifica del reattore: Assunto come riferimento un cilindro infinitesimo di volume $dV= πr^2 dz$ scrivere due equazioni differenziali, la prima esprimente il bilancio materiale molare, la seconda il bilancio termico. E risolvere il sistema differenziale con metodi numerici(non è possibile con soluzioni analitiche).



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La soluzione dell’autore


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Il foglio Excel con il modello matematico

Le frequenze della vita

Lo scontro tra chi vuole conservare e chi vuole innovare rappresenta certamente una dinamica necessaria per il raggiungimento della sintesi ottimale. Naturalmente, si spera sempre che nessun fideismo prevalga e che la malafede non spunti l’acuità di giudizio degli specialisti cui spetta l’onere delle verifiche. La resistenza al cambiamento può avere motivazioni rispettabili e argomentazioni legittime, ma spesso si tratta soltanto di una proteiforme strategia di ostruzionismo da parte di chi ha interesse a conservare le proprie consolidate posizioni e i propri interessi particolari.

Ogni settore della nostra vita risente di questo tipo di dialettica, ma il mondo scientifico presenta dei rischi maggiori a causa del fatto che, le informazioni necessarie per poter prendere delle decisioni in merito, hanno un carattere altamente specialistico e sono appannaggio di ristrette elite.

Gli esempi che si potrebbero fare sono tantissimi e uno di questi ci viene fornito dal biologo Bruce Lipton dalle pagine di un libro denso di contenuti appassionanti dal titolo La Biologia delle Credenze.

Lipton ripropone una discussione ormai nota e cioè quella riguardante il forte condizionamento che i medici subiscono da parte dell’industria farmaceutica. Tuttavia, la parte più originale e interessante è quella in cui viene messo in evidenza il fatto che “le capacità di guarire dei medici sono ostacolate da una formazione antiquata, fondata su un universo newtoniano esclusivamente materialistico”. “Purtroppo”, sostiene Lipton, “questa visione del mondo è superata da circa 80 anni, quando la fisica accettò ufficialmente la meccanica quantistica e riconobbe che in realtà l’universo è fatto di energia”, perciò sarebbe utile integrare le scoperte della fisica quantistica nella biomedicina e “creare una medicina nuova, più sicura e in armonia con le leggi della natura”.

Nonostante siano molti gli ambiti in cui la fisica quantistica ha permesso di raggiungere risultati eccezionali, il mondo della medicina non si è lasciato ancora permeare dalle sorprendenti novità che essa ha portato. Com’era ovvio aspettarsi, la comunità medica si è da subito sentita minacciata e quindi ha provveduto ad arroccarsi e a fare quadrato su se stessa.

Nel tentativo di combattere ogni tipo di insidiosa novità, si è così consumata una paradossale contraddizione: “la medicina convenzionale non si è ancora impegnata nello studio del ruolo svolto dall’energia come informazione nei sistemi biologici, ma ha ironicamente accolto molte tecnologie di scansione non invasive che leggono proprio tali campi energetici. I fisici quantistici hanno creato delle apparecchiature per la scansione dell’energia in grado di analizzare le frequenze emesse da specifiche sostanze chimiche, adattando questi apparecchi alla lettura degli spettri energetici emessi dai tessuti e dagli organi del nostro corpo”.

Tessuti sani emettono uno spettro energetico differente rispetto a tessuti malati. Esiste cioè un segno inequivocabile che Lipton chiama “firma energetica”. La differenza tra i due paradigmi fisici è che la meccanica quantistica si applica nell’ambito atomico e molecolare, mentre le leggi newtoniane si applicano a livelli di organizzazione più macroscopici.

“La manifestazione di una malattia, ad esempio il cancro, può rivelarsi a livello macroscopico quando un tumore diventa visibile e palpabile, ma i processi che hanno portato alla formazione del cancro hanno avuto origine a livello molecolare e di ioni. Da ciò deriva la necessità di una biologia che integri sia la meccanica quantistica sia quella newtoniana”.

Nonostante la medicina tradizionale sia ancora restia ad aprirsi a queste novità, le ricerche degli ultimi cinquant’anni confermano che i campi elettromagnetici hanno un profondo impatto su ogni aspetto della regolazione biologica. Inoltre, studi ormai comprovati attestano che i meccanismi di segnalazione energetica sono cento volte più efficienti nella trasmissione di informazioni rispetto ai segnali fisici come gli ormoni, i neurotrasmettitori, i fattori di crescita e così via.

Il libro di Lipton esorta ad aprirsi all’universo energetico, una strada non più rinviabile anche alla luce del dato sconcertante che il biologo riporta riguardo al fatto che le malattie iatrogene, cioè la malattie dovute a terapie mediche, sono tra le prime tre cause di morte negli Stati uniti.

Domenico Signorelli

203. Su alcune dimostrazioni del I e del II teorema di Euclide

Le dimostrazioni del I teorema di Euclide, basate sulla teoria dell’equivalenza di figure piane, hanno sollevato non poche discussioni a causa delle difficoltà di comprensione riscontrate da parte dei nostri studenti. Per ovviare in qualche modo a tale inconveniente qui viene proposta una semplice dimostrazione di questo teorema, basata su due distinte scomposizioni di un medesimo quadrilatero.

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47° Congresso Nazionale Unione Astrofili Italiani

Programma del 47° Congresso Unione Astrofili Italiani – Castiglione dei Pepoli 9 – 11 Maggio 2014.  Programma e abstract degli interventi.

15:00 Apertura segreteria Congresso e Benvenuto del LOC

15:30-17:05 Sessione Astrocultura e Didattica Chairman: Sandro Bardelli (INAF-OABo)

15:30 Relazione introduttiva del chairman

15:50 L’equazione che Newton non scrisse. Francesco Castaldi

The following pages are in connection with what the author explained during the UAI Congress of La Spezia, 2005: Newton never wrote the known formula for the gravitational force between two masses, but expressed his certitude that this force was proportional to the inverse square of their distance. As to other opinions he simply wrote: «hypotheses non fingo». Now, the author has followed the historical development of the question arriving at the conclusion that this formula represents an “expedient mathematical abridgement” of two fundamental Newton’s statements. On the other hand, as to applications of physics, it’s important to verify, about the end of XVIII and the following century, that every progress in calculations (Lagrange, Laplace, Gauss and so on) went on ignoring any reference to this formula.

16:05 A scuola di tempo: il potere educativo delle meridiane. Antonina Speziale

Il cielo era il luogo della sapienza. I nostri antenati usavano il cielo come specchio della Terra, come carta geografica, come orologio, come calendario. Con la mitologia e i fantastici nomi che usavano assegnare alle stelle proiettavano nel cielo i loro desideri , le aspettative , gli inganni, i conflitti e non smettevano di contemplarlo anche per il solo fascino di coglierne tutta la grande bellezza. Le attività educative e didattiche che, come astrofili, svolgiamo sulle meridiane servono a riportare gli occhi al cielo, ma paradossalmente puntando lo sguardo per terra per scoprire cosa una meridiana è in grado di fare e come padroneggiare precise conoscenze astronomiche.

16:20 Dove i telescopi ancora non vedono. Angelo Adamo

L’illustrazione scientifica, grazie alla visionarietà di grandi artisti sensibili al fascino della ricerca astronomica e astronautica, ci ha consentito di farci un’idea precisa dei possibili scenari che ci troveremo un giorno a osservare da altri luoghi nel cosmo diversi dal nostro pianeta. In questo talk vorrei rendere omaggio ad alcuni di questi geni al servizio della scienza per mettere in evidenza le implicazioni scientifiche, artistiche, politiche e sociali derivanti dal sapiente impiego della space-art.

16:35 Mappa della Galassia a 1420 MHz. Mario Sandri

Il progetto didattico, condotto con alunni di scuola media superiore, ha come fine quello di andare ad indagare alcuni aspetti fondamentali della Via Lattea, la nostra Galassia. Per comprendere in profondità gli aspetti della stessa non ci si può semplicemente limitare ad osservarla con strumenti nel campo del visibile, ma è necessario utilizzare altre tecniche proprie di quella branca dell’astronomia che prende il nome di radioastronomia. Per questa ragione è stato utilizzato un radiotelescopio dell’Onsala Space Observatory presso la Chalmers University of Technology in Svezia, comandato da remoto, cioè stando comodamente seduti da casa. Attraverso una webcam è stato possibile addirittura vederne i movimenti in tempo reale. Tramite questo strumento è stata indagata la presenza d’idrogeno nella Galassia. L’idrogeno, in particolari condizioni e naturalmente, emette un’onda elettromagnetica che è facilmente catturabile da questo tipo di strumento. I dati acquisiti in molte ore di osservazione sono serviti per ottenere dei risultati scientifici apprezzabili. In particolare è stata ricavata la cosiddetta curva di rotazione della Galassia, la cui caratteristica principale è quella di evidenziare la presenza di materia oscura, cioè di materia che non emette radiazione luminosa, come, ad esempio, possono essere pianeti o asteroidi. Inoltre è stato possibile disegnare un grafico della struttura della Galassia e questa appare, come nell’immaginario comune, avente una struttura spiraleggiante. Infine è stata “pesata” la Galassia stessa entro i limiti dell’orbita del Sole.

16:50 Archeoastronomia dei misteri e degli inganni – Discorso sulla fondazione epistemologica dell’archeoastronomia. Paolo Colon

L’Archeoastronomia, scienza giovane e interdisciplinare, manca di una fondazione epistemologica, e le sue indagini dipendono dalle competenze e intuizioni personali di ricercatori con preparazioni e storie assai differenti. Una raccolta di clamorose sviste recentemente diffuse, anche ad alti livelli, nel campo archeoastronomico contribuirà a elencare e classificare gli errori in cui rischia di incappare il ricercatore privo di un saldo criterio di ricerca. Da questa indagine emergono linee guida per un metodo che dovrebbe diventare bagaglio standard di ogni studioso che si cimenta nella ricerca archeoastronomica.

17:05 Coffee break

17:20-18:25 Sessione Divulgazione Chairman: Marco Morelli (Museo Scienze Planetarie di Prato)

17:20 Relazione introduttiva del chairman

17:40 I nostri primi quindici anni. Massimo Elmi, Stefano Fabbri, Michele T. Mazzucato, Marco Valentini.

Breve storia del Gruppo M1 nei suoi primi quindici anni. Punto di riferimento dell’Alto Appennino bolognese per la divulgazione delle scienze astronomiche. Opera con semplicità e passione in un ambiente ancora sufficientemente scevro dall’invadente inquinamento luminoso. L’incontro con la gente permette di trasmettere questa passione e con la speranza che per qualcuno veramente interessato possa essere un trampolino di lancio per i più alti intenti.

17:55 Progetto di un atlante astronomico Salentino. Ferdinando De Micco.

L’attività progettuale, svolta nel periodo Dicembre 2012- Aprile 2014, è stata quella di avvicinare il grande pubblico alle bellezze dell’Universo attraverso un parallelismo tra spazio vissuto e spazio visivo, per mezzo di attività senso-percettive. Per fare ciò sono stati individuati due ” grandi attrattori culturali ”: Palazzo-Museo Faggiano, sito nel cuore del centro storico di Lecce e il complesso monumentale di Santa Maria della Giustizia in Taranto sito a pochi passi dai grandi complessi industriali (ILVA, ENI) della città. La peculiarità di entrambe le iniziative è rappresentata dal parallelismo tra il racconto della storia degli edifici (continuum storico ) e le osservazioni astronomiche contestuali ai luoghi ( continuum spazio-visuale ). Si propone di replicare tale attività in luoghi-contenitori diversi presenti nel nostro Paese in modo da trasformarla in evento per nostro Calendario Nazionale.

18:10 Raccontare e insegnare il cielo e le stelle: fare il punto per ripartire. Angelo Adamo e Sandro Bardelli

In questo nostro intervento riassumeremo i risultati di un workshop che, insieme ad altri colleghi, abbiamo organizzato di recente (25-26 Marzo 2014). Patrocinato da vari enti tra i quali anche la Fiera del Libro per Ragazzi che ci ha ospitato in uno dei suoi padiglioni, la peculiarità dell’incontro è stata l’aver costituito un’occasione per far finalmente dialogare astronomi, divulgatori, insegnanti, pedagoghi, psicologi dell’età evolutiva e altri operatori del settore sui temi della didattica e della divulgazione dell’astronomia per bambini dai 2 ai 12 anni. L’incontro è stato un successo e ha messo in evidenza aspetti molto interessanti che riteniamo valga la pena condividere con il pubblico dell’UAI.

18:25 18:30-20:00 Lectio Magistralis pubblica – Prof. Giampaolo Vettolani

20:30-21:30 Cena 21:30 Star party pubblico – Notte stellata UAI

Sabato 10 Maggio 2014

09:30 Apertura segreteria Congresso

10:00-13:00 Sessione Sistema Solare Chairman: John Brucato (INAF-OA Arcetri)

10:00 Relazione introduttiva del chairman

10:20 La missione NASA – LADEE e la ricerca degli Impatti Lunari. Antonio Mercatali.

La Sezione di Ricerca Luna ha collaborato nei ultimi mesi del 2013 e nei primi mesi del 2014 con la NASA per la missione LADEE, acronimo di Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer. Questa collaborazione è nata quando nel mese di Giugno 2013 l’ente spaziale americano ha contattato la Sezione di Ricerca Luna UAI con la richiesta di collaborazione specifica per la ricerca degli impatti lunari, un programma di alta valenza scientifica coordinato a livello mondiale dal Marshall Space Flight Center e che ha lo scopo di osservare, registrare e monitorare la quantità di meteoroidi provenienti dallo spazio esterno che periodicamente cadono a forte velocità sulla superficie lunare, e che al momento dell’impatto trasformano una quantità in percentuale molto alta della propria energia cinetica posseduta in luce bianca visibile simile ad un rapido flash che può essere osservato dalla Terra con telescopi anche non professionali e sui quali vengono installate delle videocamere per astronomia di ultima generazione.

10:40 Il 2013 nel massimo del ciclo XXIV. Luciano Piovan

Con il massimo di dicembre del NW (110) e l’inversione della forte attività all’emisfero sud nel mese di giugno, il sole sembra abbia raggiunto il suo periodo massimo del ciclo undecennale XXIV con un’intensità media del valore R di 82.3 paragonabile ai cicli solari di inizio del secolo scorso. Inoltre, questo ciclo solare conferma la prosecuzione della diminuzione dei massimi dopo il ciclo XIX, in cui è avvenuto il massimo più alto da quando Galileo iniziò l’ osservazione del sole (XIV secolo).

11:00 L’evoluzione fotometrica delle comete “nuove” e la loro possibilità di sopravvivenza a passaggi radenti al Sole: i casi delle comete C/1973 E1 (Kohoutek) e C/2012 S1 (ISON). Giannantonio Milani.

La recente apparizione della cometa C/2012 S1 (ISON) ha riportato in primo piano alcune problematiche relative alle comete che per la prima volta si avvicinano al Sole. Viene effettuata una breva panoramica sul comportamento fotometrico delle comete “nuove” e delle possibilità di sopravvivenza di una cometa in caso di distanze perieliche molto piccole. Come esempio di differente evoluzione e destino vengono poste a confronto le comete C/1973 E1 (Kohoutek) e C/2012 S1 (ISON).

11:20 Stardust mission & Stardust@home project. Michele T. Mazzucato.

Breve cenno introduttivo della missione Stardust (1999-2006) e descrizione del progetto Stardust@home per la ricerca della polvere interstellare. Un duro lavoro di analisi attraverso il microscopio virtuale cui partecipano migliaia di volontari da tutte le parti del mondo. Il contributo italiano in questa avventura.

11:40 Asteroidi per astrofili. Paolo Bacci

Gli astrofili possono dare un contributo scientifico rilevante nello studio degli asteroidi. Oltre alla ricerca di nuovi asteroidi, possono cimentarsi ad effettuare il Follow-Up, la recovery, curve di luce al fine di determinare il periodo di rotazione, nonché ad individuare altre caratteristiche morfologiche.

12:00 Riflessioni sull’osservazione delle meteore. Enrico Stomeo.

I dati che concernono le meteore, derivanti sia da osservazioni visuali, che fotografiche o video, possono facilmente presentare delle carenze e imprecisioni nelle informazioni, che rendono inattendibile qualsiasi risultato. Solamente un’attenta valutazione critica degli stessi e una eventuale successiva loro revisione può assicurare la loro completezza.

12:20 RZHR: Analisi di sciami meteorici da dati RAMBO. Gaetano Brando e Plumari Matias

RAMBO, radar meteorico dell’Associazione Astrofili Bolognesi attivo dal 2013, ha raccolto una quantità di dati elevata: tale mole di informazioni è analizzata da RZHR, programma software progettato per essere un pacchetto completo. Tale programma calcola l’RZHR, un valore simile al tasso orario zenitale da noi elaborato. Dopo aver introdotto il software e mostrato il processo di elaborazione dati, illustreremo due importanti risultati su altrettanti sciami meteorici del 2013.

12:40 Studio delle Geminidi 2013. Mario Sandri

Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare uno sciame meteorico attraverso la posizione del massimo di attività. Nell’analisi abbiamo studiato il comportamento delle Geminidi, sciame attivo verso la metà del mese di dicembre che presenta un’origine asteroidale. Il suo corpo progenitore è l’asteroide 3200 Phaethon. I dati ci sono stati forniti dall’Associazione Astrofili Bolognesi che ha costruito un apparato radio in grado di registrare gli echi meteorici. La tecnica da loro sfruttata si basa sul principio del forward-scatter. Per poter analizzare i loro dati è stato necessario costruire un programma in linguaggio C. L’analisi dei dati si è basata su una tecnica di indagine che prevedeva la correzione di due importanti fattori: la sottrazione del background sporadico e l’altezza del radiante sopra l’orizzonte. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli forniti dal Radio Meteor Orservating Bulletin che studia l’attività meteorica attraverso tecniche radio. Successivamente si è studiato il comportamento dello sciame analizzando i dati visuali prelevati dall’archivio dell’International Meteor Organization. I nostri risultati sono stati confrontati con un’analisi preliminare svolta dalla stessa organizzazione. Infine sono stati comparati i risultati ottenuti con le due tecniche. Le conclusioni a cui siamo giunti sono inoltre state confrontate coi dati offerti dalla letteratura scientifica. Abbiamo evidenziato, in particolare, come lo sciame meteorico delle Geminidi faccia parte di un complesso meteorico più vasto dove sembra esserci la presenza di due sciami con caratteristiche simili.

13:00 Pausa pranzo

14:30-17:00 Assemblea dei Soci UAI Nell’ambito dell’ordine del giorno, sono previste specifiche sessioni di discussione su: Associazionismo Astrofilo Attività delle Sezioni di Ricerca Attività delle Commissioni

17:00-17:30 Coffee break

17:30-18:00 Premiazioni: Premio Falorni, Premio Ruggeri, Premio Astroiniziative, Premio “Stella al Merito”

18:00-20:00 Premio Lacchini e Lectio Magistralis del premiato

20:30 Cena Sociale

Domenica 11 Maggio 2014

09:30 Apertura segreteria Congresso

09:30-10:30 Sessione Inquinamento Luminoso Chairman: Alessandro Battistini (Hera Luce)

09:30 Relazione introduttiva del chairman

10:00 Il sito web di LazioStellato. Mario Di Sora

10:15 Dibattito

10:30-11:20 Sessione Strumentazione, Astrofotografia e Tecnica Chairman: Emiliano Diolaiti (INAF-OABo)

10:30 Relazione introduttiva del chairman

10:50 Il progetto RAMBO. Barbieri Lorenzo e Cifiello Daniele

RAMBO (Radar Astrofilo Meteorico BOlognese) è il radar meteorico costruito dall’Associazione Astrofili Bolognesi con lo scopo di captare automaticamente le meteore e registrarne le caratteristiche. Dopo aver introdotto il progetto e le sue attuali capacità, illustreremo quali saranno gli sviluppi futuri dello stesso RAMBO e mostreremo alcuni possibili risultati ottenuti nello studio degli space debris.

11:05 Astrofotografia sotto cieli inquinati – sviluppo di riprese in banda stretta. Giovanni Todesca.

Ormai i cieli sono sempre più soggetti all’inquinamento luminoso delle città, ma è ancora possibile proprio per chi vive in città o nelle periferie riuscire a fare astrofotografia? Fortunatamente si. Grazie al progredire dei mezzi tecnologici e alle tecniche di ripresa e post processing digitale, è possibile utilizzare filtri interferenziali capaci di isolare determinate lunghezze d’onda dannose, filtrando invece le emissioni delle nebulose e delle galassie. Questo processo ci regala immagini dai colori suggestivi e impensabili fino a pochi anni fa.

11:20-12:20 Sessione Astronomia Galattica ed Extragalattica Chairman: Francesco Ferraro (Dip. di Astronomia, Università di Bologna)

11:20 Relazione introduttiva del chairman

11:40 Osservazioni spettroscopiche amatoriali della Nova Delphini 2013 e della SN 2014 J nella galassia M82. Fulvio Mete.

Nova Delphini 2013 and Sn 2014 J were the two main events of the autumn 2013 and the winter 2014. This work is a small contribution to the spectroscopic observations of these events from the point of view of italian amateur astronomers, obtained by simple means.

12:00 Il programma di ricerca Detex della sezione pianeti extrasolari. Claudio Lopresti.

Nella sezione di ricerca UAI “Pianeti Extrasolari” esiste un programma di ricerca dedicato al miglioramento dei dati relativi ai pianeti extrasolari già conosciuti, che può essere considerato anche come potenziale strumento per trovare altri pianeti ancora sconosciuti. Il programma è basato sulla determinazione fine dell’epoca dei transiti di alcuni pianeti extrasolari che hanno mostrato anomalie e derive temporali. Analizzando i dati previsionali dei tempi di transito, e confrontandoli con i nostri dati osservativi, potrebbe essere possibile determinare se sono errate le previsioni fatte, oppure se esiste una massa perturbante nei pressi del pianeta.

12:30-13:30 Rinfresco di commiato

14:00 Chiusura segreteria Congresso  

 

 

 

Kary Mullis, geniale ed eccentrico

Kary Mullis è un premio nobel per la chimica. Desistete subito dall’immaginare un attempato signore dalla tipica aria accademica con tanto di giacca di tweed, papillon e magari una pipa. Immaginate piuttosto un eccentrico personaggio che con la tavola da surf sotto il braccio, racconta tranquillamente delle sue sbornie e del suo rapporto con gli stupefacenti.

Mullis è una persona particolare in tutto, al di sopra delle righe in ogni sua manifestazione. Insaziabilmente curioso, trasparente, schietto, irriverente. Sicuramente unico. Il suo libro Ballando nudi nel campo della mente, fornisce un’idea abbastanza chiara della sua vita stravagante.

Da questo insolito e straordinario testo possiamo estrapolare due riflessioni molto interessanti.

La prima riguarda il monito relativamente a quali dovrebbero essere i campi di ricerca cui dare priorità. “Ci siamo fatti distrarre dal piacere di essere i re dell’esistenza e gli inventori del pensiero”, sostiene Mullis, “forse stiamo cercando nel posto sbagliato trascurando il fatto che la nostra esistenza su questo pianeta non è mai stata garantita”. Insomma, dal suo punto di vista, “si stanno esplorando regioni della realtà in cui i nostri sensi non ci danno risposte davvero sensate, mentre ci sono realtà evidenti e verificabili che richiedono la nostra immediata attenzione.Studiamo i nostri sensi, e il modo di trarne vantaggio. Non investiamo tempo e risorse per studiare cose talmente piccole o talmente grandi da farci solo gonfiare di orgoglio alla stregua di semidei. Siamo mammiferi, e non abbiamo ancora esaurito i piccoli, fastidiosi problemi che ci riguardano”.

Mullis dice chiaramente che sarebbe più opportuno finanziare quel genere di fisica che potrebbe avere ricadute concrete.

“Gli scienziati dovrebbero occuparsi di problemi importanti che possono essere risolti piuttosto che sprecare il proprio tempo in settori che possono essere affascinanti ma hanno poco a che vedere con le nostre vite e con i nostri sensi”.

In conclusione la domanda è: perché volgere lo sguardo altrove quando invece esistono già un bel po’ di problemi che richiederebbero tutta la nostra attenzione?

Ad esempio il clima, o più semplicemente le previsioni meteo, rappresentano sicuramente un fenomeno che meriterebbe molta più dedizione.

Un altro fenomeno altrettanto importante è il rischio di impatto con oggetti vaganti nello spazio.

È successo spesso nella storia del nostro pianeta e potrebbe succedere ancora. “Quanto spesso succedono sulla terra cose come l’impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 su Giove avvenuta nel 1994?” L’asteroide battezzato 4179 Toutatis attraversa l’orbita terrestre e la sua larghezza di 2,9 miglia non va certo trascurata. E’ già passato una volta a meno di 3 milioni di miglia dalla terra, una distanza solo apparentemente rassicurante se valutata nella scala di grandezze orbitali.

Senza mezzi termini, Mullis afferma chiaramente che dedicherebbe a questo problema il 90 per cento degli attuali investimenti destinati alla fisica e solo il restante 10 per cento a tutte “le altre banalità che riguardano la nostra insaziabile esigenza di pensare che siamo in grado di comprendere la natura fondamentale dell’universo”.

La determinazione delle sue posizioni deriva da un fatto incontestabile e cioè, “non siamo più i topi d’albero che eravamo 65 milioni di anni fa, e i dinosauri non calpestano più la terra. Ma di fronte agli asteroidi siamo indifesi come lo eravamo allora”.

La seconda interessante riflessione riguarda il fatto che l’espressione metodo scientifico, spesso, è soltanto un modo di dire altisonante e nulla più. Mullis racconta che da ragazzo credeva ingenuamente che il mondo fosse un posto sicuro, “custodito da una élite di provata saggezza cui era stato affidato il compito di proteggere noi e il pianeta”. Questa convinzione venne sgretolata nel 1968 quando, da studente poco più che ventenne, propose un suo articolo a Nature, la più prestigiosa rivista scientifica del mondo. L’articolo, intitolato L’importanza cosmologica dell’inversione del tempo, era una descrizione molto fantasiosa dell’intero universo, dall’inizio alla fine. L’articolo fu accettato!

Sottolineiamo meglio questo concetto: Nature, la più importante rivista scientifica del mondo, aveva accettato e pubblicato l’articolo di uno sconosciuto ventenne che si era divertito a fantasticare sull’universo!

Da quel momento, Mullis inizia a ricevere lettere da ogni parte del mondo. Agenzie di stampa internazionale annunciavano che “uno scienziato americano si dice seriamente convinto che metà della materia che compone l’universo vada indietro nel tempo”.

Fu proprio all’apice di questo clamore che Mullis comincia seriamente a preoccuparsi e a sospettare che il mondo della scienza non fosse esattamente come lo aveva immaginato. Era solo l’articolo di uno spensierato ventenne e proprio per questo cominciò a chiedersi: “Chi era stato a promuovermi? Perché le agenzie avrebbero dovuto riprendere l’articolo e pubblicarlo sui giornali di tutto il mondo? Non ero davvero un astronomo qualificato: cosa ne sapevo io dell’universo?”

La storia ha del grottesco.

“Persi il mio antico convincimento che ci fossero persone più sagge e più anziane di me che tenevano d’occhio la bottega. Se ci fossero state, non avrebbero consentito che il mio primo articolo da studente sulla struttura dell’universo fosse pubblicato sulla più prestigiosa rivista scientifica del mondo”.

Diversi anni più tardi Mullis diventa ufficialmente uno scienziato professionista e inventa la reazione a catena della polimerasi che più avanti lo avrebbe portato al Premio Nobel. Non si trattava più delle fantasie di un ragazzino, ma della consapevolezza di uno studioso che sa bene di aver scoperto qualcosa di straordinario.

Quella scoperta, non aveva dubbi, si sarebbe diffusa velocemente. Nature avrebbe pubblicato il suo rivoluzionario articolo. E invece no, lo respinsero. E lo respinse anche «Science», la seconda rivista più prestigiosa al mondo. Entrambe le riviste suggerirono a Mullis di tentare la pubblicazione con qualche rivista minore.

“Questa esperienza mi insegnò un paio di cose e mi fece crescere un altro po’”, conclude amaramente Mullis, “Non ci sono saggi seduti lassù a contemplare il mondo dall’osservatorio privilegiato… assicurandosi che la cultura da loro accumulata venga utilizzata”.

Domenico Signorelli

Numero chiuso: svolta in vista per i test di ammissione a Medicina

Che un cambiamento radicale fosse necessario lo hanno dimostrato i fatti. Polemiche, presunte irregolarità, contenuti inesatti e inadeguati per valutare le attitudini di uno studente, e la pioggia di ricorsi che nelle ultime settimane ha travolto il Miur.

Il datato sistema del numero chiuso non piace e non convince nessuno. Le prove d’ingresso alle facoltà a numero programmato sul breve periodo richiedono modifiche incisive, prima che il meccanismo imploda del tutto.

Ma se in più occasioni a richiedere tali cambiamenti erano stati docenti e studenti, questa volta anche il ministro Giannini ha dichiarato di aver avviato i lavori per modificare il sistema d’accesso alla facoltà di Medicina, attuabili già dal prossimo anno.

«Stiamo valutando i punti deboli dell’attuale meccanismo selettivo» ha spiegato il ministro, sottolineando la necessità di non dover tener conto dell’esigenza di mantenere il bilanciamento tra i posti disponibili del sistema sanitario e l’immissione di potenziali medici.

I tecnici del Miur sono già a lavoro quindi per creare “la ricetta perfetta” e modificare radicalmente gli attuali meccanismi d’accesso alle Facoltà a numero chiuso. Il modello preso a riferimento è quello francese, che non prevede prove selettive all’ingresso, tutti possono immatricolarsi a medicina quindi. Tuttavia la selezione avviene già alla fine del primo anno. Possono essere ammessi al secondo anno solo coloro che superano un determinato numero di esami. Un meccanismo che valuta le performance dei ragazzi sul corso di un intero anno di studi, di fronte al quale si evidenziano tutti i limiti dei test d’ingresso all’italiana, che premiano il nozionismo, e non brillano per trasparenza. Sembra che il modello francese possa estendersi non solo alla Facoltà di Medicina, ma a tutti i tradizionali corsi a numero chiuso. Dopo il primo anno, potranno continuare a studiare solo i migliori, gli studenti che si sono distinti sul campo.

Le associazioni studentesche giudicano positivamente l’apertura del ministro, ma chiedono l’avvio di un confronto: «Vorremmo che gli studenti fossero coinvolti in questo processo decisionale e che non si arrivi a cambiare le regole del gioco ogni sei mesi diffondendo il panico tra le aspiranti matricole».

Serena De Domenico

Matematica, etica, spiritualità e ontologia

Charles Percy Snow, in un testo del 1959 intitolato Le due culture, evidenziava il problema dell’incomunicabilità esistente tra mondo scientifico e mondo umanistico. Sicuramente esiste tra questi due ambiti una vera e propria spaccatura che segna una netta demarcazione delle precipue zone d’influenza. La scarsa compenetrazione delle rispettive esperienze e il problema di comunicazione e di scambio dei contenuti assegnano a ciascuno dei due saperi un ben preciso ruolo: dalla ricerca scientifica ci si aspetta un contributo nello sviluppo economico-sociale di una comunità, mentre alla cultura umanistica spettano le scelte di carattere politico ed etico.

Secondo Snow, in entrambi gli ambiti, sarebbe invece auspicabile l’integrazione delle due culture per puntare a un reciproco arricchimento e a quella profondità di visione che altrimenti risulterebbe impossibile raggiungere.
Nei pochi casi in cui questi due mondi sembrano incontrarsi, la reazione che scaturisce è senza dubbio di perplessità, quasi di sospetto.
Abbiamo visto nell’articolo “Spinoza e i teoremi sull’Etica” che non è affatto naturale parlare di etica usando il linguaggio e l’approccio tipici della geometria euclidea. Sembra improponibile trattare l’animo umano con lo stesso atteggiamento che si userebbe dinanzi a un qualunque sistema fisico. È complicato accettare l’idea che “l’Etica spinoziana è il tentativo pienamente consapevole di trattare con metodo geometrico, e cioè di razionalizzare le passioni e la vita morale, di sottoporle ad una considerazione scientifica altrettanto oggettiva e serena di quella che concerne il movimento, i numeri, i corpi”.
E che dire del tentativo di accostare la spiritualità alla meccanica quantistica? Fritjof Capra, proponendo la sua interessante chiave di lettura, ha senz’altro innescato un certo disorientamento.
L’articolo “Quando la fisica occidentale incontra la spiritualità orientale” tentava di mettere in evidenza come dal libro di Capra emergesse una fortissima analogia tra la fisica moderna e il misticismo orientale. La caratteristica fondamentale che sta alla base delle filosofie mistiche orientali è “la consapevolezza dell’unità e della mutua interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi, la constatazione che tutti i fenomeni del mondo sono manifestazioni di una fondamentale unicità.

In maniera sorprendente, l’unicità dell’universo rappresenta anche la rivoluzionaria conclusione alla quale è pervenuta la fisica moderna. Studiando i vari modelli della fisica subatomica si scopre che essi esprimono ripetutamente, in modi diversi, la stessa intuizione: i costituenti della materia e i fenomeni fondamentali ai quali essi prendono parte sono tutti in rapporto reciproco, interconnessi e interdipendenti; non possono essere compresi come entità isolate, ma solo come parti integrate del tutto”.
Il giusto epilogo di queste riflessioni non può che provenire dal più ardito tentativo di avvicinare le due culture, cioè la dimostrazione dell’esistenza di Dio attraverso la matematica.
La prova ontologica, il tentativo di arrivare al trascendente attraverso gli strumenti logici dell’immanente, rappresenta uno sforzo le cui radici vanno ricercate nella tradizione inaugurata da Anselmo d’Aosta e rinnovata, nel corso degli anni, da Cartesio, dallo stesso Spinoza, da Leibniz e infine da Kurt Godel.
Si sarà pure trattato di un interesse esclusivamente formale e fine a se stesso, come Godel aveva palesemente dichiarato, ma il semplice fatto di volersi cimentare manifesta la volontà di offrire lo strumento più acuminato a disposizione degli uomini, la logica, al lavorio di ricerca mosso dai bisogni fondamentali dell’anima.

Domenico Signorelli

Crisi e gite: partono solo 4 classi su 10

Il viaggio d’istruzione, mito scolastico rievocato in tantissimi film e nei racconti comuni di chi è stato studente, anno dopo anno raccoglie e coinvolge sempre meno studenti. La causa è ben nota a tutti: l’attuale crisi economica che non concede spazio alle famiglie per spese fuori dal budget mensile ordinario.

Una crisi che sempre più spesso rappresenta una vera zavorra per il futuro e il presente dei giovani d’oggi e che sul breve periodo porrà fine ad una tradizione scolastica, quella delle gite delle superiori, che da sempre ha rappresentato un momento di crescita, di svago, e di socializzazione per molti ragazzi.

Secondo una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati dell’Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club, nel 2014 non sono partite 6 classi su 10. Nelle classi in partenza, inoltre, hanno rinunciato quasi 1 studente su 4.

Scuole piene anche ad Aprile quindi, mese classico delle gite; città d’arte europee e italiane, svuotate delle allegre scolaresche del BelPaese. Una crisi che genera crisi: perché il calo del turismo scolastico, di certo non aiuta gli operatori turistici del settore.

«Quest’anno – sottolinea la Coldiretti – si stima un calo di oltre il 10 per cento con meno di 1,4 milioni di studenti in viaggio per effetto di un trend di riduzione in atto dall’inizio della crisi».

Secondo quando emerso dall’analisi di Coldiretti, inoltre, ad ostacolare la partenze delle ultime classi delle superiori sono le scuole stesse e i genitori. Questi ultimi in numerose scuole hanno chiesto l’abolizione dei viaggi d’istruzione per non creare discriminazioni tra coloro che possono permettersi di pagare l’importante somma necessaria per andare in gita, e coloro che invece non possono per motivi economici.

Sulla stessa lunghezza d’onda le scuole, incapaci in questo momento storico di aiutare economicamente gli studenti meno abbienti.

Anche molti professori si oppongono ai viaggi d’istruzione. Causa i recenti fatti di cronaca, molti docenti non sono disponibili ad assumersi la responsabilità di portare in gita classi più o meno “tranquille”.

Se il trend attuale continuerà, si stima che in meno di 5 anni, non sentiremo più parlare di viaggi d’istruzione. E questo, di certo, non sarà un vantaggio per la formazione degli studenti in arrivo sui banchi delle superiori.

La cultura informatica per promuovere competenze

Osserva la forma dei problemi per vedere la soluzione. Il materiale didattico che si presenta è stato progettato per mostrare l’efficacia di un approccio didattico ascendente. E’ dedicato agli alunni dell’ultimo anno della primaria e dei primi due anni della secondaria di primo grado. Tra gli  obiettivi: sollecitare le capacità, definire problemi assumendo un punto di vista funzionale al compito, formulare ipotesi, applicare modelli, verbalizzare, collaborare.

 

Organizzazione del lavoro di classe – Fasi e tempi

    1° proposta 2° proposta Esercitazione
A Presentazione 5′   5′
B Distribuzione della proposta di lavoro      
C Attività di gruppo 15’ [5 alunni] 30’ [5 alunni] 45’ [2 alunni]
D Dibattito e sintesi dei lavori 5′ 5′ 5′
E Sistematizzazione – lucidi PowerPoint 15′ 15′ 15′
F Distribuzione copia lucidi significativi      

A) Il docente commenta le slide di presentazione per sollecitare la tensione cognitiva degli studenti;

B) Le proposte di lavoro sono distribuite a tutti gli studenti – necessaria premessa al rispetto della consegna;

C) L’attività di gruppo deve concludersi con un documento da illustrare alla classe;

D) Un componente di ogni gruppo presenta alla classe l’esito del lavoro.
Al termine il docente opera una sintesi, valorizzando i diversi contributi: realizza la piattaforma su cui radicherà la comunicazione finale;

E) Il docente commenta le slide che forniscono un quadro organico delle tematiche trattate.


Osserva la forma dei problemi per vedere la soluzione

download Il problema di Carletto

download 1a proposta di lavoro

download Tessere colorate

download 2a proposta di lavoro

download Una leggenda indiana

download Ricamo, tombolo e merletto

download Esercitazione finale

download Merlettiamo

download Relazione finale di Monica Redaelli

download Relazione finale di Lorenza Badini

download Relazione finale di Isabella Cozzarolo

Olimpiadi neuroscienze 2014: vince Anna Pan, diciassettenne piemontese, di origini cinesi

“C’è fame di scienziati”. Le parole del Professor Yuri Bozzi, celebre neuroscienziato e membro del Consiglio nazionale delle ricerche, sintetizzano bene l’intento delle Olimpiadi delle Neuroscienze, di cui nei giorni scorsi si è svolta la quinta edizione a Trento. Una competizione rivolta agli studenti dell’ultimo triennio delle superiori, organizzata l’università di Trento assieme al Centro di biologia integrata (Cibio) e al Centro interdipartimentale Mente e Cervello (CiMeC).

Quest’anno hanno partecipato alle Olimpiadi 2.500 studenti, provenienti da tutta Italia. Un numero davvero sorprendente, se consideriamo che i programmi di biologia delle scuole superiori italiane, contengono solo pochi cenni sulle neuroscienze, ovvero gli studi condotti sul sistema nervoso, e che i livello dei partecipanti è stato giudicato “altissimo”.

Un plauso speciale va quindi agli insegnanti che sono stati in grado di stimolare gli interessi degli studenti, e alla passione di quest’ultimi per una “materia” tanto affascinante quanto, apparentemente, ostica.

A vincere la gara quest’anno è stata una 17enne, piemontese, figlia di venditori ambulanti cinesi in Italia da 20 anni, che da grande vuole fare la ricercatrice. Anna, ha sbaragliato gli altri 53 avversari arrivati alla finale, ottenendo ottimi punteggi in ogni manche nelle 4 ore di gara.

Le prove che ha dovuto affrontare sono state 4: un cruciverba, una tavola di anatomia del cervello, un test di diagnosi e un questionario a risposte multiple. Quindi, arrivata tra i migliori 5, è risultata la vincitrice per il numero di risposte date nella manche finale.

Dopo gli onori in patria e i festeggiamenti, Anna dovrà iniziare a prepararsi per l’International Brain Bee Competition, una sorta di campionato del mondo per aspiranti scienziati nel campo delle neuroscienze, che si terrà negli Usa ad agosto, dove la ragazza di Novara rappresenterà l’Italia.

Anna porterà con sé una pesante eredità: lo scorso anno, Giulio Deangeli, ha ottenuto nella stessa competizione internazionale il secondo posto. Non può non puntare alla medaglia d’oro! L’interesse e i risultati dei giovani italiani nelle competizioni internazionali, riempiono sicuramente d’orgoglio e speranza. La speranza che questi risultati spingano chi di dovere a fare in modo che nei prossimi anni più che di fuga di cervelli, si parli di eccellenze made in Italy nel campo della ricerca.

I dati non sono ancora informazioni

Le parole più esaltanti per descrivere la statistica sono sicuramente quelle di David J. Hand dell’Imperial College di Londra. L’entusiasmo per questa disciplina erompe in tutta la sua forza nel libro “Statistica – Dati, numeri e l’interpretazione della realtà”. La dichiarazione d’amore nei confronti della sua materia si scorge subito, tra le prime frasi, quando afferma: “la statistica è la più appassionante delle discipline”.

Bisogna soltanto procedere più avanti di qualche altro paragrafo per imbattersi in suggestive rappresentazioni quali: “la statistica moderna, come i telescopi, i microscopi, i raggi X, i radar e le analisi mediche, ci permette di osservare cose invisibili a occhio nudo”.

Se gli si chiedesse quale dovrebbe essere un’adeguata definizione di questa branca dei numeri, Hand risponderebbe dicendo: “la statistica è la tecnologia per estrarre significato dai dati”.

La passione che lega Hand alla statistica diventa, in alcuni passi, ammirazione, quasi riconoscenza, e lo spinge ad affermare che: “la statistica moderna, con il suo uso di sofisticati strumenti informatici per analizzare i dati, ci permette di compiere viaggi di scoperta paragonabili a quelli fatti dagli esploratori prima del XX secolo, per studiare nuovi mondi entusiasmanti … Bisogna rendersi conto che la vera statistica consiste nell’esplorare l’ignoto”.

Mentre le pagine scorrono e le parole favoriscono il materializzarsi di immagini vivide e opportunità tutte da cogliere, si giunge al punto in cui Hand decide di chiarire quale sia la differenza tra l’avere a disposizione dei dati e il saperli manipolare con le giuste precauzioni.

Decide di farlo con un esempio triste, tragico, una testimonianza di quanto sia deludente a volte l’atteggiamento umano. I fatti che seguono sono riportati per come esposti nel libro.

Nel 1999 Sally Clark, una giovane avvocato britannico, fu processata e condannata all’ergastolo per aver ucciso i suoi due figli neonati. Il suo primo figlio morì nel 1996, a 11 settimane, e il secondo nel 1998, a 8 settimane. Il verdetto si basò su quello che sarebbe diventato un esempio canonico di uso errato e scorretto della statistica: il pediatra Sir Roy Meadow, consulente tecnico per l’accusa, affermò che la probabilità che due bambini muoiano di morte in culla è di 1 su 73 milioni. Arrivò a questo numero semplicemente moltiplicando le probabilità per i due eventi considerati separatamente. Così facendo, nella sua ignoranza della statistica di base, sorvolò completamente sul fatto che una morte di questo tipo in una famiglia può significare che un’altra morte dello stesso tipo sia più probabile. L’analisi dei dati pregressi mostra che la probabilità che un bambino scelto a caso sia vittima della morte in culla in una famiglia come quella dei Clark è di circa 1 su 8500. Se si assume che il verificarsi di un caso non modifichi la probabilità di un altro caso, allora la probabilità di due morti in culla nella stessa famiglia sarebbe 1/8500 per 1/8500, cioè circa 1 su 73 milioni (la probabilità di 1 su 73 milioni è così bassa da aver indotto la giuria a ritenere impossibile la fatalità dei due episodi). Ma questo presupposto è molto forte, e un’attenta analisi statistica dei dati suggerisce che, in realtà, la probabilità di una seconda morte in culla aumenti significativamente quando se ne è già verificata una. Anzi, i calcoli suggeriscono che ci si debbano aspettare numerose morti multiple di questo tipo in una nazione delle dimensioni del Regno Unito.

Il sito web della Foundation for the Study of Infant Death dice “è molto raro che la morte in culla si verifichi due volte nella stessa famiglia, ma occasionalmente un’anomalia ereditaria, come una disfunzione metabolica, può fare sì che più di un neonato muoia inaspettatamente”. In assenza di prove forensi certe, per valutare la probabilità oggetto del processo si sarebbe dovuto ricorrere al Teorema di Bayes e non al calcolo elementare del prodotto tra due probabilità distinte. Sally Clark fu prosciolta in appello nel 2003 dopo che venne chiarito che il suo secondo figlio aveva un’infezione batterica che predispone alla morte neonatale improvvisa. Quattro anni dopo, la sfortunata donna morì a soli 42 anni.

Il lascito di questa storia serve solo a confermare il fatto che i dati senza le giuste conoscenze rimangono al rango di dati e non evolvono in informazioni.

Domenico Signorelli

Test d’ammissione 2014: se li chiamano “lotteria” un motivo ci sarà!

La prova d’ammissione degli aspiranti architetti, nedici, veterinari, ha chiuso la prima tornata dei test di ingresso 2014 per l’accesso alle facoltà a numero chiuso. Il 29 Aprile sarà il turno dei test per l’ammissione a Medicina in lingua inglese e poi a settembre quello di Professioni sanitarie. Anche quest’anno le prove d’ingresso sono state condite da numerose polemiche e qualche colpo di scena.

Perché se i media e i candidati parlano di “lotteria” un motivo ci sarà, anzi forse più di uno. Dopo la valanga di ricorsi piovute sui test dello scorso anno il sistema del numero chiuso continua a dimostrarsi fallace e poco meritocratico. Non è forse una violazione autorizzata del diritto allo studio? E’ bene che gli studenti compromettanono la loro preparazione per gli esami di maturità per esercitarsi per i test? E’ giusto che l’impegno delle superiori e i risultati raggiunti non contino nulla dopo il diploma?

Ma questi sono solo alcuni degli interrogativi che gli aspiranti camici bianchi e colleghi si saranno posti nelle ultime settimane. Una cosa è certa il numero complessivo degli iscritti ai test d’ammissione nell’ultimo anno ha subito un calo notevole (83.011 contro i 99.865 del 2013) e il Miur dovrà interrogarsi in proposito. L’anticipo ad Aprile dei test d’ingresso quanto ha contribuito?

Non sono mancate le gaffe del Miur nel contenuto del test. Chi si occupa della selezione dei contenuti sembra non tener conto dei programmi scolastici svolti. La voce della folla lamenta quesiti di biologia troppo difficili e in generale domande mal poste. Nasce così il giallo della domanda 32 del test di medicina, una domanda di biologia, dalla risposta opinabile, proprio perché formulata male. Viene spontaneo chiedersi, quindi, se è davvero “appropriato” valutare il profilo di un eventuale medico dalla capacità di risolvere quiz di logica o dal denaro speso per preparasi ai test privatamente. Non è un caso che dal primo giorno dei test, numerose sono state le mobilitazioni studentesche davanti all’ingresso di numerose Facoltà. In particolare l’Unione degli studenti ha invitato i candidati a controllare che i test si svolgessero senza irregolarità ed eventualmente denunciarle. Del resto sarebbe bastato molto poco per incendiare il clima dei primi due test, già decisamente teso.

Passo o non passo? Chissà se l’ho azzeccata! In bocca a lupo e che i merito vi premi.

Vi segnaliamo i contatti del Miur e dell’Unione degli studenti per comunicare eventuali ricorsi e irregolarità

[email protected] 

http://accessoprogrammato.miur.it/2014/segnalazioni.php

Finale al Grande Slam

Roland Garros è un torneo di tennis che fa parte del gruppo Grande Slam. Si tiene a Parigi a cavallo tra maggio e giugno. Gli incontri delle diverse gare sono ormai terminati. E’ in corso la finale di singolare maschile. A pomeriggio inoltrato i due campioni Rafael Nadal e Roger Federer, ancora una volta sfidanti in finale, sono prossimi a concludere il torneo sul prestigioso campo in terra battuta. Dopo una serie di scambi velocissimi da fondo campo, Federer intravvede la possibilità di chiudere il game con un furbo cross da sottorete. Ma Rafa, con un allungo prodigioso riesce a intercettare la palla e decide di segnare il punto con un poderoso tiro mancino (per lui è il diritto) in lungolinea, come da disegno.

 

 

Domanda 1. Scrivere le equazioni del moto della palla lanciata da Nadal, per i seguenti due modelli:
(1) moto trascurando l’attrito dell’aria (caso ideale)
(2) moto tenendo conto dell’attrito dell’aria (caso reale).

Per risolvere il caso reale si tenga presente che l’attrito dell’aria si manifesta per il tramite della resistenza aerodinamica, esprimibile come: $F = 1/2 CρSv^2$.

Questa forza si oppone al moto ed è diretta in senso inverso rispetto al vettore velocità.

Domanda 2.Assumendo che la pallina, nell’istante iniziale in cui viene colpita dalla racchetta di Nadal parta con velocità v0 pari a 120 km/h e con un angolo α= 3,5° rispetto all’asse orizzontale x, determinare per i due casi ( di Domanda 1) se la palla batte in campo avversario oppure se va oltre la linea di fondo.

Date le dimensioni del campo da tennis (disegno allegato) Usare i seguenti dati:
C = coef. di resistenza (0.5 per la sfera in moto turbolento come in questo caso)
ρ = densità aria (1,205 kg/m^3)
d = diametro palla (6 cm)
m = massa palla(58 g)
yo = altezza palla (1.60 m) all’istante iniziale
S = sezione trasversa della palla da tennis (m^2)
v = modulo del vettore velocità (m/s)

Verificare anche che la palla non finisca in rete, essendo distanza (Nadal-rete) pari a 11.89 m, e altezza rete = 1 m.

Traccia per la soluzione: risolvere le equazioni del moto scritte per rispondere alla Domanda 1 (2° principio della dinamica) lungo gli assi x (parallelo al campo da gioco) e y (perpendicolare).

Per entrambi i casi le equazioni per gli assi x e y sono disaccoppiate e qundi si possono risolvere separatamente.

Mentre nel caso (1) è immediato trovare le soluzioni analitiche, nel caso (2) la ricerca della soluzione alle quadrature è complessa e molto laboriosa ed è quindi più agevole risolvere con metodi numerici, ad es. Runge-Kutta.

Questo problema vuole essere un omaggio ai due campioni, per i quali l’autore non nasconde il suo entusiasmo.


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Metodi fisici per la datazione archeologica

Tutti gli esseri umani hanno un’esperienza del tempo. Un individuo compie direttamente l’esperienza di un periodo di vita di circa 80 anni e può indirettamente avere esperienza di una o due generazioni precedenti attraverso i ricordi dei genitori o dei nonni. Tuttavia l’unico modo per conoscere eventi accaduti molti anni or sono è appellarsi alla storia, che ha proprio il compito di studiare documenti, testimonianze e reperti archeologici e descrivere gli eventi accaduti nelle varie epoche.

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La preziosa difficoltà di fattorizzare

Moltiplicare dei fattori (anche tanti) per ottenere un prodotto è un’operazione semplice, ma altrettanto non può dirsi dell’operazione inversa, infatti, partendo da un numero noto non è per niente immediato individuare i fattori primi che lo hanno generato. La complessità, chiaramente, aumenta all’aumentare delle dimensioni del numero da fattorizzare. La difficoltà dell’operazione appena descritta è alla base degli algoritmi di crittografia a chiave pubblica.

Il concetto di fondo è molto intuitivo: due soggetti, mittente e destinatario dei messaggi, per mantenere la riservatezza delle informazioni che devono scambiarsi, sono costretti a ricorrere ad una chiave per cifrare il contenuto.

A fronte della semplice strategia da adottare, emerge un problema di non poco conto. Le parti in gioco, infatti, hanno soltanto due modi per entrare in possesso della chiave segreta, il primo modo è di concordare a priori le chiavi e custodirne gelosamente una copia ciascuno; il secondo modo è di rivelarsi la chiave al momento stesso dello scambio dei messaggi.

E’ evidente che entrambi i modi obbligano i due soggetti ad incontrarsi fisicamente poiché non sarebbe per niente sicuro trasmettere la chiave attraverso mezzi di comunicazione. Si dovrebbero, perciò, incontrare prima dello scambio dei messaggi per anticiparsi reciprocamente la chiave segreta nel caso del primo modo descritto e dovrebbero, invece, incontrarsi contestualmente allo scambio del messaggio nel caso del secondo modo descritto.

Nella realtà, la possibilità di incontrarsi è un’ipotesi da non prendere neanche in considerazione. Senza ricorrere ad esempi riguardanti la sicurezza militare o casi analoghi di urgenza e gravità, basta considerare un aspetto straordinariamente importante della rete internet, cioè le transazioni economiche.

I pagamenti online richiedono la comunicazione cifrata dei dati delle carte di credito e quindi la possibilità di un preliminare incontro tra venditore e acquirente è, nella maggior parte dei casi, fuori discussione; anche nel caso in cui ciò fosse possibile, una tale procedura azzererebbe tutti i vantaggi degli acquisti online.

I limiti emersi in questa breve descrizione del fenomeno, sono stati brillantemente superati grazie al sistema crittografico a chiave pubblica che sfrutta, e porta al limite, la caratteristica di asimmetria tra l’operazione di moltiplicazione e la sua operazione inversa cioè la fattorizzazione. Moltiplicare dei fattori per ottenere un numero con centinaia di cifre è relativamente facile e richiede soltanto un po’ di pazienza, fattorizzare un numero con centinaia di cifre è un’impresa proibitiva. Dietro la crittografia a chiave pubblica c’è esattamente questa operazione.

Un soggetto genera due numeri primi molto grandi che chiamiamo N1 e N2 di cui  mantiene segreta l’identità e che rappresentano la sua chiave privata. Una volta generati se ne calcola il prodotto P = N1 x N2 e si rende pubblico il risultato. Dovendo cifrare un messaggio, si procede dunque a crittografarlo con la chiave pubblica del destinatario che è il solo a poterlo decifrare facendosi riconoscere come l’unico in possesso dei due fattori il cui prodotto ha generato esattamente quel valore.

Il messaggio così cifrato risente perciò di un duplice ancoraggio, uno alla chiave privata e uno alla chiave pubblica. L’accesso ai contenuti è consentito soltanto a chi è in possesso dell’informazione simmetrica che rappresenta il completamento univoco delle operazioni di prodotto e fattorizzazione.

Il sistema RSA, il critto-sistema più diffuso, utilizza chiavi a 1024 bit per applicazioni civili e chiavi a 2048 bit per usi militari, dimensioni che rendono pressoché impossibile la decifrazione da parte di malintenzionati.

Domenico Signorelli

Laboratorio di matematica: gli automi a stati finiti, per studenti della secondaria di primo grado

Si propone un mini percorso didattico che introduce la cultura informatica tacendo sulla strumentazione, utilizza una didattica ascendente, mira alla promozione di capacità. Il materiale didattico è stato progettato per mostrare l’efficacia di un approccio didattico ascendente.

Obiettivi: sollecitare le capacità

  • di applicare modelli,
  • di invenzione,
  • di decodificare messaggi,
  • di collaborazione.

Destinatari: Alunni del quarto e del quinto anno della scuola primaria e del primo anno della secondaria di primo grado.

Organizzazione del lavoro di classe – Fasi e tempi

  1° proposta 2° proposta 3° proposta
A. Presentazione 10’ 10’ 15’ [1]
B. Distribuzione della proposta di lavoro     [2]
C. Attività di gruppo 15’ [5 alunni] 180’ [5 alunni] 30’ [5 alunni]
D. Dibattito e sintesi dei lavori 10’ 30’ 5’
E. Valutazione delle produzioni   15’  
F. Sistematizzazione – lucidi PowerPoint 20’ 5’ 15’
G. Distribuzione copia lucidi significativi      

[2] Da un’idea di Pietro Boscolo – Cibernetica e didattica – La nuova Italia
[1] Il momento è delicato: è essenziale che il docente si assicuri che le regole siano comprese.

A) Il docente commenta le slide di presentazione per sollecitare la tensione cognitiva degli studenti;

B) Le proposte di lavoro sono distribuite a tutti gli studenti – necessaria premessa al rispetto della consegna;

C) L’attività di gruppo deve concludersi con un documento da illustrare alla classe;

D) Un componente di ogni gruppo presenta alla classe l’esito del lavoro. Al termine il docente opera una sintesi, valorizzando i diversi contributi: realizza la piattaforma su cui radicherà la comunicazione finale;

E) Il docente commenta le slide che forniscono un quadro organico delle tematiche trattate.

 


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Forex, il pericoloso casinò dei tassi di cambio

Questa volta non è una trappola architettata dalle banche o dai venditori porta a porta. L’insidia è on line ed è la possibilità di operare, ma è meglio dire di speculare tramite computer o smartphone sul mercato delle valute, il cosiddetto Forex. Un’attività che rientra a pieno titolo nel trading on line ed è, a ben vedere, più simile al poker on line che agli investimenti.

Diverse piattaforme – si chiamano così tali servizi su Internet – permettono infatti di cambiare una divisa in un’altra.

Nel caso più semplice per esempio di comprare 138.000 dollari vendendo 100.000 euro. Così, se il dollaro sale dell’1% li rivendo a 101.000 euro e ne guadagno 1.000, cifre tonde.

Cosa c’è allora che non va?

Per cominciare si tratta quasi sempre di mercati non regolamentati, a differenza della borsa valori italiana o di New York, dell’EuroTlx ecc. Le transazioni avvengono Over the Counter (Otc) e ogni intermediario applica le condizioni che vuole, anche in maniera poco trasparente.

Poi tali piattaforme permettono di operare ad esempio su 100.000 euro con molti meno soldi, bastando una garanzia anche soli 500 euro. È quindi sufficiente una piccolissima variazione sfavorevole anche momentanea (-0,5%) per perdere tutto, cosa – secondo i maligni – con alcuni broker del Forex molto frequente.

Ma il vero problema è più profondo. Chi gioca i suoi risparmi sul Forex è vittima di una grave illusione. Quella che i cambi siano in qualche misura prevedibili; e in particolare di essere così bravo da prevederli meglio della media degli operatori anche professionali di tale mercato. Tale illusione è fomentata non solo dalla pubblicità delle diverse piattaforme del Forex, ma anche dai vari giornali economici (Sole 24 Ore, Milano Finanza ecc.) che continuamente scrivono per esempio che il dollaro è svalutato o viceversa, lo yen è sopravalutato o l’opposto ecc.

Tutta aria fritta, cioè tutte indicazioni prive della pur minima utilità. È bene convincersi che i rapporti di cambio sono imprevedibili, salvo per i pochissimi che almeno su alcune valute possono formulare previsioni attendibili (Mario Draghi, Janet Yellen governatrice della Federal Reserve, Putin, Xi Jinping ecc.), ma di certo le tengono per sé.

Beppe Scienza

http://www.beppescienza.it/  

Scuole superiori: aumentano gli iscritti allo scientifico e cresce il numero degli aspiranti cuochi

Il ministero dell’Istruzione ha diffuso in queste settimane i dati parziali – quelli definitivi si avranno solo alla fine di Aprile- relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole superiori per l’anno scolastico 2014/2015. Tra le preferenze degli studenti conquista il primo posto il Liceo scientifico, seguito sul podio dall’Alberghiero e dal Liceo linguistico.

Boom d’iscrizione allo scientifico, quindi, per cui si stimano 121.686 nuovi iscritti per il prossimo anno, ma il dato risulterebbe poco veritiero senza il giusto approfondimento. Perché a raccogliere il consenso dei futuri neoiscritti alle superiori non è lo scientifico tradizionale, per il quale si assiste a un lieve calo d’interesse, bensì il Liceo scientifico con i suoi indirizzi legati alle scienze applicate (informatica, nuove tecnologie ecc..).

I ragazzi, quindi, sembrano essere piuttosto consapevoli della necessità di formarsi in una scuola in grado di fornirgli le competenze necessarie per confrontarsi con le nuove tecnologie, che tanto a livello universitario, quanto lavorativo giocano un ruolo sempre più importante. Sembra aver accolto le attenzioni dei più giovani anche il liceo sportivo (altro indirizzo disponibile in alcuni licei scientifici), che il prossimo anno, dopo alcune sperimentazioni di successo, entrerà ufficialmente a far parte dell’offerta formativa della scuola italiana.

Continua il successo delle Scuole Alberghiere, le più quotate tra i professionali. Grazie ai cooking show e alla riscoperta della cucina come forma d’arte, gli studenti italiani hanno sviluppato un notevole interesse per un settore che per decenni è stato sottovalutato. La popolarità di cuochi come Gordon Ramsey e Carlo Cracco, ha permesso agli adolescenti di avvicinarsi ad una professione come quella dello chef, di indubbio fascino e ricca di stimoli. Un connubio di tecnica e creatività che sembra essere nelle corde di molti teenager del nostro Paese.

Il numero di iscritti al Liceo linguistico è cresciuto, con un incremento delle preferenze di 0,6 punti percentuali e oltre 47mila iscritti totali. Anche qui il dato sociologico non è da sottovalutare. Di certo la consapevolezza dei ragazzi della necessità di dover optare per una carriera internazionale fuori dall’Italia ha sicuramente influenzato questi numeri.

Il quadro generale è il seguente: dei 30mila alunni che si sono iscritti al primo anno delle superiori il 50,1% ha optato per un percorso liceale (liceo classico fermo al 6%), il 30,8% per un Istituto tecnico, il 19,1% per un Istituto professionale. Vincono l’informatica, la cucina, e le lingue straniere, mentre il Paese vive un periodo di stallo, cambiano le scelte e le prospettive dei giovani. Speriamo che il verso sia quello giusto.

Grammatica Latina Essenziale: fonetica e morfologia

Questa grammatica essenziale utilizza per l’apprendimento della lingua latina una didattica ‘breve’ che, pur salvaguardando il rigore scientifico della disciplina, fornisce allo studente uno strumento agile e di rapida consultazione per la comprensione dei testi latini. Le autrici sperano in questo modo di recuperare la motivazione allo studio della lingua. In questo primo volume trovi la fonetica e la morfologia.

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INDICE

LA FONETICA 5
1. Suoni e segni 5
2. Le sillabe 8
3. L’accento 10

LA MORFOLOGIA 11
1. Le parti variabili del discorso: la flessione 11
2. Le parti invariabili del discorso 16
3. La prima declinazione 17
4. La seconda declinazione 19
5. La terza declinazione 22
6. La quarta declinazione 32
7. La quinta declinazione 35
8. Sostantivi difettivi e indeclinabili 36
9. L’aggettivo qualificativo 37
10. I numerali 54
11. I pronomi e i pronomi/aggettivi 60
12. Il verbo 74
13. Le parti invariabili del discorso 123 

Autori

Mina Matteo si è laureata in lettere a Lecce con una tesi sulle riviste italiane di letteratura militante. Ha lavorato con l’editore Piero Manni, ha collaborato, in qualità di segretaria di redazione, alla rivista “L’Immaginazione”. Si è occupata di giornalismo e di organizzazione culturale. Ha fondato l’associazione culturale “Perbacco” che si propone di riscoprire gli antichi sapori della cucina salentina. Oggi insegna italiano e latino al liceo “Banzi-Bazoli” di Lecce.

Maria Laura Spano si è laureata in lettere classiche a Lecce con una tesi in letteratura ellenistica, si è poi specializzata in didattica generale e museale presso l’università di Roma Tre. Ha fondato il “Museo Archeologico dei ragazzi”, un museo-laboratorio di ricerca e sperimentazione sulla didattica museale. Docente di materie letterarie e latino nei licei, dal 1977 promuove e conduce nella scuola ed oltre la scuola attività che avvicinino e appassionino i ragazzi allo studio dell’antico.

Stefania Annunziata è nata a Sarno nel 1984, ha trascorso la sua infanzia a Udine dove ha cominciato i suoi studi. Nel 2002 si è diplomata al liceo classico Tito Lucrezio Caro di Sarno. Laureata triennale in Lettere classiche presso l’Università di Salerno, ha conseguito la laurea specialistica in Filologia e Letterature dell’antichità presso l’Università di Roma Torvergata. Attualmente insegna italiano e latino. 

Licenza

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Dati per l’adozione a scuola

Titolo: Grammatica Latina Essenziale

Autori: Matteo, Spano, Annunziata

Editore: Matematicamente.it

Costo: 0,00

ISBN: 9788896354636


 

Missione da Base Lunare

Anno 2035: il nostro satellite è stato ormai colonizzato dell’uomo come base mineraria per rifornire la Terra. Alla ricerca di nuove risorse si decide di partire dalla Luna per monitorare a distanza ravvicinata i pianeti contigui alla Terra. Sfruttando la bassa gravità e l’assenza di atmosfera si decide di lanciare la prima missione con un razzo unmanned(senza equipaggio).

La base di partenza sarà situata nel Mare Serenitatis, una vastissima area sul lato visibile della Luna, sede di atterraggi delle missioni spaziali statunitensi nel secolo XX. Per questo progetto si dimensiona un razzo(dotato della strumentazione adeguata allo scopo) alimentato da combustibile liquido. E’ un sistema costituito da idrogeno e ossigeno, che pompati nella camera di reazione producono vapore acqueo gassoso: H2+1/2*O2 = H20. La reazione è istantanea e fortemente esotermica. Produce un forte innalzamento della temperatura e della pressione nella camera di reazione. Il gas di reazione (H20) viene espulso dell’ugello generando la spinta necessaria al moto del razzo.

Si assuma come riferimento il piano tangente la superficie della luna all’istante del lancio (nota: il piano non è solidale con la Luna, ma resta fisso nello spazio). ll razzo viene lanciato dal piano perpendicolarmente alla superficie. Le forze in gioco sul razzo sono la spinta generata dai gas di scarico e l’attrazione gravitazionale della Luna (in questo problema si considerano trascurabili le forze gravitazionali esercitate da Terra, pianeti, Sole).

Si tratta di un problema di moto monodimensionale (lungo l’asse delle quote z).

Domanda 1. Si assuma che la spinta generata dai gas sia esprimibile (in forma semplificata) da:

$S = vg*C$

e che inoltre sia

$v_g = 250 sqrt(T_gas / (PM))$ (1)

[la formula è tratta da: Albino Carbagnani – www.vialattea.net ]

dove: S = spinta , vg = velocità gas, C = consumo istantaneo di combustibile, Tgas: temperatura del gas, PM = peso molecolare gas.

Si scrivano le equazioni del moto del razzo, tenendo presente che la massa del razzo è variabile a causa del consumo di combustibile.

Traccia da seguire. Scrivere il sistema di due equazioni differenziali che rappresentano il moto del razzo, la prima lega la quota (z) alla velocità (v), la seconda esprime il 2° principio della dinamica).

Si assuma che C sia mantenuto costante dall’accensione motori fino a completo esaurimento del combustibile.

Domanda 2. Si assuma Tgas = 3500 °K, mr = 2000 kg ( massa del razzo a secco), mc = 40000 kg (massa combustibile), C = 20 kg/s.

Calcolare la velocità dei gas e la spinta. Procurarsi i dati del satellite necessari al calcolo (diametro medio, massa).

Risolvere il sistema di equazioni differenziali determinando z(t), v(t). Tracciare anche i profili di a(t) ed m(t) (a = accelerazione razzo, m =massa razzo)

Traccia. Il sistema di equazioni non è risolvibile alle quadrature, tuttavia è possibile metterlo nella forma dz/dt = f( z ,v, t) dv/dt = g( z ,v, t) che si presta all’integrazione numerica. Basta ora procurarsi una routine di integrazione numerica dei sistemi di equazioni differenziali nella forma suddetta. per esempio il metodo di Eulero oppure Runge-Kutta. Scrivere un semplice software per la soluzione numerica del problema. Ad esempio mediante i moduli di Visual Basic contenuto in EXCEL.

Domanda 3. Verificare che il razzo non ricada sulla Luna, per questo procurarsi, o meglio ricavare, la semplice equazione che esprime la velocità di fuga, da applicare in un punto qualunque della traiettoria dopo il consumo completo del combustibile, vale a dire in assenza di spinta.


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Soluzione del problema Missione dalla base lunare

Gauss vs Mandelbrot

Supponiamo che a un gruppo di persone venga chiesto di rispondere alla seguente domanda: “prendendo un campione a caso di due americani che insieme guadagnano un milione di dollari all’anno, qual è la suddivisione più probabile del loro reddito?” Verosimilmente, la maggior parte degli intervistati risponderà dicendo che una ragionevole suddivisione si potrebbe ottenere da un valore medio, cioè mezzo milione di dollari ciascuno.

I più prudenti obietteranno che per rispondere in modo sensato a questa domanda bisognerebbe avere più informazioni sul contesto. Chi ha letto i libri di Nassim Nicholas Taleb risponderebbe facendo, a sua volta, la seguente domanda: “le due persone dell’esempio vivono in Mediocristan o in Estremistan?” Il Mediocristan e l’Estremistan sono due luoghi della mente. Con queste curiose espressioni Taleb fa riferimento ai due modi di interpretare la realtà, il primo dei quali è di tipo gaussiano e perciò tutto viene valutato in funzione della media o del mediocre, il secondo invece è scalabile o mandelbrotiano e quindi gli eventi estremi non sono episodi isolati e marginali, ma hanno una notevole importanza.

Nel libro Il Cigno nero punta a sottolineare come la tendenza a ragionare per valori medi sia un’incrostazione ormai consolidata del nostro modo di pensare; l’approccio gaussiano all’analisi degli eventi è una cattiva abitudine che ottunde la mente e crea l’illusione di poter controllare e governare le circostanze. Taleb addebita alla curva gaussiana due limiti, a suo dire, molto gravi: il primo è che la maggior parte delle osservazioni si aggira intorno alla media, il secondo è che le probabilità di una deviazione diminuiscono sempre più in fretta via via che ci si allontana da questa media.

Serviamoci dello stesso esempio che l’autore usa nel libro per dare sostanza alle sue argomentazioni. In tale esempio si fa riferimento alla statura. Si suppone che la statura media di una popolazione sia 1 metro e 67 centimetri e, considerando salti di 10 centimetri, si effettuano le seguenti osservazioni per valutarne le relative probabilità. Probabilità che un individuo sia:

  • 10 centimetri più alto della media (cioè più alto di 1,77 m): 1 su 6,3
  • 20 centimetri più alto della media (cioè più alto di 1,87 m): 1 su 44
  • 30 centimetri più alto della media (cioè più alto di 1,97 m): 1 su 740
  • 40 centimetri più alto della media (cioè più alto di 2,07 m): 1 su 32000
  • 50 centimetri più alto della media (cioè più alto di 2,17 m): 1 su 3500000
  • 60 centimetri più alto della media (cioè più alto di 2,27 m): 1 su 1000000000
  • 70 centimetri più alto della media (cioè più alto di 2,37 m): 1 su 780000000000
  • 80 centimetri più alto della media (cioè più alto di 2,47 m): 1 su 1600000000000000
  • 90 centimetri più alto della media (cioè più alto di 2,57 m): 1 su 8900000000000000000

Lo scopo di questo esempio è di evidenziare l’accelerazione. Taleb ci invita a soffermarci sulla differenza di probabilità tra 60 e 70 centimetri sopra la media: per un semplice aumento di 10 centimetri passiamo da una persona su un miliardo a una persona su 780 miliardi. Per un altro semplice aumento di 10 centimetri, fra 70 e 80 centimetri, si passa da un individuo su 780 miliardi a uno su 1,6 milioni di miliardi.

A causa di questa velocissima diminuzione delle probabilità, sottolinea l’autore, la gaussiana ci ha abituato a ignorare gli eventi isolati ritenendoli così scarsamente probabili da pensarli quasi come eventi impossibili.

Come contro esempio, viene proposto il calcolo delle probabilità relativo all’essere ricco in Europa, attraverso un approccio scalabile o mandelbrotiano.

Probabilità che un individuo abbia un patrimonio netto:

  • superiore a 1 milione di euro: 1 su 62,5
  • superiore a 2 milioni di euro: 1 su 250
  • superiore a 4 milioni di euro: 1 su 1000
  • superiore a 8 milioni di euro: 1 su 4000
  • superiore a 16 milioni di euro: 1 su 16000
  • superiore a 32 milioni di euro: 1 su 64000
  • superiore a 320 milioni di euro: 1 su 6400000

La velocità con cui le probabilità diminuiscono resta costante e non ha quell’accelerazione vista nel calcolo gaussiano.

I due metodi di valutazione degli eventi hanno paradigmi diversi. Quello gaussiano fornisce uno scenario che porta a pensare che, una volta determinati i valori medi di un fenomeno, le osservazioni estreme possono essere trascurate perché da considerare eventi isolati di scarsissima importanza; quello mandelbrotiano, invece, invita a un approccio più cauto che non porta a escludere il manifestarsi degli eventi in maniera drastica e frettolosa.

Le critiche di Taleb all’approccio gaussiano vengono alimentate, pagina dopo pagina, da numerosi esempi in cui l’autore evidenzia tutte le crepe di questo modo di fare statistica. L’elenco degli eventi che, in ambito economico, sociale, politico e anche scientifico, non è stato possibile prevedere è impietoso e finisce con l’avvalorare la tesi dell’autore: il caso è un elemento imprescindibile e determinante dell’esistenza; siamo tutti abituati a pensare ai cigni come eleganti animali dal piumaggio bianco, ma il cigno nero esiste e il suo manifestarsi, imprevisto e inaspettato, è dirompente.

Domenico Signorelli

Sudoku 20140402 Difficile

Sudoku difficile per solutori esperti.

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Sudoku 20140403 Facile

Sudoku facile per giocatori principianti.

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Sudoku 20140404 Facile

Sudoku facile per giocatori principianti.

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Sudoku 20140405 Difficile

Sudoku difficile per solutori esperti.

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Sudoku 20140406 Difficile

Sudoku difficile per solutori esperti.

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Sudoku 20140407 Facile

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Sudoku 20140408 Facile

Sudoku facile per giocatori principianti.

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