118. I teoremi di punto fisso e i film d’azione

bazooka_dreams-thegiantvermin.jpgDialogo tra due personaggi di un film americano (ma vanno bene anche certi cartoni animati giapponesi!) colonna sonora potrebbe essere Sonne, dei Rammstein. Ma non me non importa niente. Io me ne sto nascosto dietro un bidone di benzina, a temere per la mia vita. Trattengo il respiro e assaporo quelli che potrebbero essere i miei ultimi istanti. Loro sono in due. Lei: la pupa con il bazooka. Lui: tipo tranquillo vestito da impiegato che tanto tranquillo non è…

In un rettangolo la base è 3/4 dell’altezza e la somma delle loro lunghezze è 49cm. Calcola…

In un rettangolo, la base è $ 3 / 4 $ dell’altezza e la somma delle loro lunghezze è $ 49 cm$. Calcola il perimetro di un altro rettangolo equivalente ai $ 5 / 12 $ di quello dato ed avente le basi di lunghezza tripla rispetto a quella del primo rettangolo.

Figura dei rettangoli

Soluzione

Come primo passo calcoliamo le lunghezze $ BC $ e $ AB $. Possiamo farlo in due modi:

  1. Primo metodo

    $ BC = 3/4 AB $ significa che, dividendo $ AB $ in $ 4 $ parti uguali, $ BC $ è lungo $ 3 $ di queste parti. In tutto $ AB + BC $ sono $ 7 $ parti uguali (vedi figura).
    Ciascuna parte misura $ 49/7 cm = 7 cm $.

    $ AB = 4 cdot 7 cm = 28 cm $
    $ BC = 3 cdot 7 cm = 21 cm $

  2. Secondo metodo (con le proporzioni)

    Abbiamo:
    $ (BC) / (AB) = 3/4 $
    $BC : AB = 3 : 4 $

    Per la proprietà del comporre abbiamo:
    $ (BC + AB ) : BC = (3+4) : 3 $
    $ 49 cm : BC = 7 : 3 => bar(BC) = (3cdot49)/7 cm = 21 cm $
    $ bar(AB) = 49 cm – 21 cm = 28 cm $
    $ ccA_R = bar(AB)cdot bar(BC) = 21cdot 28 cm^2 = 588 cm^2$
    $ ccA_(R’) = 5/12 cdot ccA_R = 5/12cdot 588 cm^2 = 245 cm^2$
    $ bar(FG) = 3cdot bar(BC) = 3cdot 21 cm = 63 cm$
    $ bar(EF) = ccA_(R’)/bar(FG) = 245/63 cm ~~ 3.89 cm$
    $ 2p_(R’) = 2cdot (bar(FG)+bar(EF)) = 2cdot (63+3.89) cm = 133.78 cm$

$(frac{a^2}{4a^2+b^2+4ab}-frac{a-b}{2a+b}+frac{a+b}{4a+2b}):(5/b + 3/a)$

$(frac{a^2}{4a^2+b^2+4ab}-frac{a-b}{2a+b}+frac{a+b}{4a+2b}):(5/b + 3/a)$

$(frac{a^2}{(2a+b)^2}-frac{a-b}{2a+b}+frac{a+b}{2(2a+b)}):(frac{5a+3b}{ab})$

$frac{2a^2-2(2a+b)(a-b)+(a+b)(2a+b)}{2(2a+b)^2}*(frac{ab}{5a+3b})$

$frac{2a^2-2(2a^2-2ab+ba-b^2)+2a^2+ab+2ab+b^2}{2(2a+b)^2}*(frac{ab}{5a+3b})$

$frac{2a^2-4a^2+4ab-2ba+2b^2+2a^2+ab+2ab+b^2}{2(2a+b)^2}*(frac{ab}{5a+3b})$

$frac{3b^2+5ab}{2(2a+b)^2}*(frac{ab}{5a+3b})$

$frac{b(3b+5a)}{2(2a+b)^2}*frac{ab}{5a+3b}$

$frac{ab^2}{2(2a+b)^2}

117. Lo studio dei poliedri col software libero Cartesio

solidi-cartesio.jpgCartesio è un software libero che permette la costruzione e la manipolazione di poliedri, favorisce l’esplorazione degli effetti prodotti dalle trasformazioni geometriche sulle figure solide. Il programma è essenzialmente rivolto agli studenti degli ultimi anni della scuola superiore e dei primi anni dell’università, ma può essere utilizzato anche nella scuola del primo ciclo e nel biennio della secondaria per attività didattiche coinvolgenti.

Il reverendo Thomas Bayes e le probabiltà condizionate

passamanerie-decisioni_difficili.jpgIl matematico e teologo inglese Thomas Bayes (1702-1761) introdusse l’uso induttivo della probabilità e gettò le basi dell’inferenza statistica nel saggio: Sulla soluzione di un problema relativo alla dottrina del caso, che fu pubblicato pubblicato postumo nel 1763.

bayes.jpgIn figura le probabilità condizionate ed il teorema di Bayes sono illustrate con l’aiuto dei diagrammi di Eulero – Venn.

Supponiamo che l’intera area tratteggiata rappresenti l’unità in modo tale che l’area del rettangolo giallo-verde rappresenti la probabilità P(A) dell’evento A e quella del rettangolo azzurro-verde la probabilità P(B) dell’evento B. L’evento congiunto in cui sono veri sia A che B è rappresentato dal rettangolo verde avente probabilità P(A&B).

La probabilità condizionata che, essendosi verificato B si verifichi anche A, é data dalla definizione P(A/B) = P(A&B)/P(B) cioè rettangolo verde rapportato al rettangolo azzurro-verde.

Nel caso semplice di due soli eventi (A e B) il teorema di Bayes, che qualcuno chiama formula di Bayes, si ottiene facilmente eguagliando il termine P(A&B) ricavato dalle due definizioni di probabilità condizionata.

Il teorema ci dice come deve essere modificata la stima della probabilità P(A) dell’evento A alla luce della nuova informazione che l’evento B si è verificato.

Il metodo induttivo di soluzione dei problemi si può avvalere del teorema di Bayes nel senso che esso può indicare man mano, come aumenta la probabilità di veridicità di una ipotesi scientifica con il verificarsi di sperimentazioni che la confermino (vedi Gilles, Giorello, la filosofia della scienza nel XX secolo, Laterza 1995, pag. 19-22).

Tutte le organizzazioni possono avvalersi del modello bayesiano per valutare come, nel tempo e all’accrescersi delle informazioni disponibili, possa variare la probabilità dei rischi e delle opportunità, cui singoli progetti o intere aree di businness sono soggette (vedi R.Chiappi, il foglio elettronico come strumento di problem solving, F.Angeli 2009, pag. 180-182).

Problema di Monty Hall: in un gioco a quiz il conduttore invita il concorrente a scegliere tra tre porte, sapendo che dietro due ci sarà una capra (inutilizzabile) e dietro una un auto che potrà essere, se individuata, un ricco premio. Dunque la probabilità di vincità è di 1/3. Il concorrente sceglie una porta. Supponiamo ora che il conduttore apra una delle due porte rimaste chiuse per fornire una ulteriore informazione al giocatore (naturalmente aprirà comunque una porta dietro cui si trova una capra) prospettando al concorrente la facoltà di cambiare la porta da lui inizialmente scelta con l’unica rimasta chiusa. La maggior parte delle persone, tra cui il celebre matematico ungherese Paul Erdos, hanno sostenuto che cambiare o meno porta sia indifferente: prima le porte chiuse erano tre con probabilità di successo di 1/3 ora le porte chiuse sono due con probabilità di successo di 1/2. E’ corretta questa posizione? Non è corretta perchè il conduttore, tra le due porte non scelte, aprirà obbligatoriamente quella che ha dietro una capra concentrando una probabilità di 2/3 sull’altra porta rimasta chiusa a fronte della probabilità di solo 1/3 di quella inizialmente scelta dal concorrente. Il teorema di Bayes indica correttamente:

P(A/B) = P(A) * P(B/A)/P(B) = 1/3 * [1/(1/2)] = 2/3.

Molti fisici e alcuni ingegneri sono convinti che le probabilità siano sempre e solo qualcosa di insito nel sistema che si sta studiando, invece in molte situazioni la stima delle probabilità dipende dal tipo e dalla quantità delle informazioni disponibili. Le aziende petrolifere, ad esempio, spendono soldi per effettuare test sismici sui giacimenti potenziali proprio allo scopo di accrescere le informazioni, ridurre le probabilità d’insuccesso ed affrontare i grandi investimenti di ricerca e sviluppo solo dove i risultati attesi sono allettanti ed i rischi sostenibili.

 

Blaise Pascal: probabilità e calcolatrici

dicemaniac-normal_dices.jpgBisogna scorgere la cosa con un solo sguardo, tutta in una volta, e non per processo di ragionamenti, almeno sino ad un certo limite. E’ così raro che i geometri siano spiriti fini e che gli spiriti fini siano geometri: infatti i geometri pretendono trattare geometricamente queste cose fini e si rendono ridicoli, volendo cominciare con le definizioni e farvi seguire i principi, che non è proprio la maniera di condursi in questo genere di ragionamenti". Blaise Pascal (1623-1662), Pensieri: Spirito di geometria e spirito di finezza.

"…se due giocatori si trovano in una situazione tale per cui se uno vince gli apparterrà una certa somma, e se perde apparterrà all’altro e se il gioco è tale che vi è ugual rischio per l’uno e per l’altro e di conseguenza uguali opportunità di vincita per l’uno e per l’altro, allora se i giocatori vogliono separarsi senza giocare la partita e prendere quello che gli appartiene legittimamente allora è necessario che dividano a metà la somma e che ciascuno prenda la sua". Trattato dei triangoli aritmetici.

"Amico lettore questo annuncio servirà per farti sapere che espongo al pubblico una piccola macchina di mia invenzione, per mezzo della quale tu potrai, senza alcun problema, fare tutte le operazioni aritmetiche sollevandoti da quella fatica dello spirito subita quando hai operato con i gettoni o con la penna… addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione si effettuano su questa macchina attraverso un unico movimento." La macchina dell’aritmetica.

Attorno a padre Mersenne si conobbero nella sua cella, o più largamente grazie ad una estesa corrispondenza, matematici, filosofi e astronomi quali: Galileo, Keplero, Hobbes, Desargues, Descartes, Gassendi e Fermat.  Etienne Pascal, padre di Blaise, frequentò attivamente questo circolo e iniziò a portare con se il figlio adolescente anche se al contempo gli sconsigliò d’interessarsi troppo alla matematica.

Non ancora ventenne Blaise ideò la sua famosa macchina calcolatrice capace di eseguire speditamente le principali operazioni aritmetiche (la caratteristica nuova e fondamentale di questa macchina era l’esecuzione del riporto automatico); ciò che lo aveva indotto a dedicarsi a tale argomento, era il desiderio di agevolare i conti del padre, che doveva occuparsi, per motivi di lavoro, della ripartizione delle tasse in Normandia. Il modello definitivo della "pascaline" (ne furono vendute una sessantina di esemplari) risale al 1645 e rappresenta per l’epoca un vero capolavoro. La sorella Gilberte scrisse: "Questa invenzione fa diventare meccanismo quello che per gli altri è solo un ragionamento".

Pascal, assieme a Fermat, è considerato uno dei fondatori dell’analisi combinatoria e del calcolo delle probabilità (vedi anche la scheda relativa ad Archimede). Blaise cominciò ad interessarsi a tali questioni su richiesta di amici che gli ponevano dei problemi relativi al gioco d’azzardo, ed in particolare a quello dei dadi.

Molti attribuiscono a lui la definizione classica di probabilità: rapporto tra risultati favorevoli e risultati totali (altri attribuiscono questa definizione a Laplace).

Oggi il calcolo delle probabilità, come base dell’analisi del rischio e delle opportunità, è considerato fondamentale per affrontare una vasta classe di problemi delle organizzazioni. L’incertezza non può essere eliminata dagli scenari che si costruiscono, ma può essere gestita attraverso due strumenti di cui si tornerà a parlare: il profilo del rischio di tempi e costi e le matrici impatto/probabilità. Esprit de geometrie (mentalità matematica, cartesiana e razionale) ed esprit de finesse (mentalità intuitiva, ed olistica con attenzione ai segnali deboli) sono le due modalità umane di ragionamento e di atteggiamento verso i problemi individuate da Pascal. E’ interessante osservare che oggi le neuroscienze ipotizzano che nel nostro cervello siano presenti due sistemi distinti: Il sistema 1 (simile allo esprit de finesse) intuitivo, veloce e in grado di fornire ai problemi soluzioni approssimate ed il sistema 2 (simile allo esprit de geometrie) logico, analitico, più sicuro, ma più lento.

$lim_(x to +infty)((log(x^3+1))/x)$

$lim_(x to +infty)((log(x^3+1))/x)$

relativamente all’argomento del logaritmo, eleviamo al cubo ed estraiamo la radice cubica, il che non modifica il valore dell’argomento del logaritmo

$lim_(x to +infty)((log(\root(3)(x^3+1)^3))/x)$

applicando le proprietà dei logaritmi

$lim_(x to +infty)(3(log(\root(3)(x^3+1)))/x)$

moltiplichiamo e dividiamo per la radice cubica

$3lim_(x to +infty)((log(\root(3)(x^3+1)))/\root(3)(x^3+1) * \root(3)(x^3+1)/x)$

Calcoliamo la prima parte del limite

$lim_(x to +infty)((log(\root(3)(x^3+1)))/\root(3)(x^3+1))$

sostituendo $t=\root(3)(x^3+1)$ e ossernando che $lim_(x to infty)(t)=+infty$ si ha

$lim_(x to +infty)(logt/t)=0$ è un limite notevole

Calcoliamo ora la seconda parte del limite

$lim_(x to +infty)(\root(3)(x^3+1)/x)=lim_(x to infty)(\root(3)((x^3+1)/x^3))=$

$lim_(x to +infty)(\root(3)(x^3/x^3+1/x^3)) = \root(3)(1)=1$

In definitiva il limite da calcolare è dato da

$3*0*1=0$

Lussardi – Amadori, Un’introduzione alla teoria della relatività

lussardi-relativita.jpgLuca Francesca ha intervistato Luca Lussardi sul nuovo libro scritto con Arrigo Amadori su un’introduzione alla teoria della relatività; un libro pensato per studenti universitari.

Domanda: Relatività, un tema molto interessante e molto attuale. Di solito spiegata alla spicciola e semplificata. Come è nata l’idea di un libro proprio su questo argomento? Qual è lo scopo?

Risposta: Indubbiamente la teoria della relatività è una teoria che viene spesso spiegata in modo troppo semplicistico e a volte fuorviante. Il nostro obiettivo, con questo libro, è proprio quello di presentare una possibile semplice introduzione alla teoria della relatività che non fosse troppo pesante dal punto di vista tecnico ma che allo stesso tempo fornisse un valido fondamento di pensiero a tutti coloro che vogliono conoscere le basi di questa importantissima parte della fisica moderna. L’idea di scrivere un testo di introduzione alla teoria della relatività è nata dagli interessi comuni tra Arrigo e me, lui per la teoria della relatività, io per la geometria differenziale, la quale fornisce il linguaggio geometrico naturale della fisica. Speriamo di dare un valido supporto a tutti coloro che si aspettano una lettura scorrevole, semplice ma ricca di spunti notevoli di approfondimento.

Domanda: Il lettore tipo a cui consigliereste il libro.

Risposta: Il nostro testo potrebbe essere utilizzato come supporto ad un corso universitario di relatività per studenti di matematica o fisica. Il lettore tipo è quindi uno studente universitario, ma non solo: chiunque abbia una buona conoscenza dell’analisi in dimensione finita può intraprendere la lettura del nostro lavoro.

Domanda: Tu sei un matematico e Arrigo Amadori un fisico. Quanto di matematico è suo e quanto di fisico tuo… insomma come vi siete spartiti i compiti?

Risposta: La matematica e la fisica sono intimamente collegate tra loro, nessuna delle due potrebbe esistere senza l’altra, almeno nella forma in cui le conosciamo oggi. Scrivere un libro di fisica vuol quindi dire anche scrivere un libro di matematica. La stesura del testo è stata interamente un lavoro di collaborazione; va da sé che il formalismo matematico è stato più curato da me mentre la parte fisico-concettuale è stata più curata da Arrigo, ma in generale si può parlare di contributo diviso esattamente in parti uguali in ogni parte del testo.

Domanda: I requisiti che ritieni fondamentali per la corretta comprensione del libro quali sono? E quali altri letture consiglieresti per completare?

Risposta: Una buona conoscenza dell’analisi matematica in dimensione finita e possibilmente una discreta conoscenza dei fondamenti della meccanica analitica. Per completare il lavoro uno può approfondire come vuole; potrebbe approfondire la parte di relatività continuando su testi moderni e molto più specialistici di fisica teorica, oppure potrebbe anche studiarsi la geometria differenziale nella veste in cui oggi viene classicamente presentata, ovvero con uno stile molto più moderno e astratto rispetto a quello utilizzato nel nostro testo.

Domandda: E ora una domanda tecnica. L’ introduzione dei tensori secondo la loro formulazione originale e non quella “moderna”. Quali sono le motivazioni dietro a una tale scelta?

Risposta: Questa domanda me l’aspettavo, e credo che sia uno dei “punti di forza” del nostro trattato. Il calcolo tensoriale è nato ai primi del Novecento, per opera di matematici italiani come Ricci Curbastro e Levi Civita, ed è nato in un contesto puramente geometrico-differenziale. E’ affascinate e stupefacente come poi tale teoria sia diventata il fondamento matematico su cui Einstein appoggiò poi la teoria della relatività generale. Il calcolo tensoriale si è poi evoluto durante gli anni e oggi viene presentato, in genere, sotto un aspetto molto più algebrico e astratto. Quello che secondo noi però viene a mancare oggi è il giusto raccordo tra l’astrazione matematica della geometria riemanniana e il vecchio calcolo tensoriale “alla Levi-Civita”, fatto sporcandosi le mani con le coordinate locali. Soprattutto in vista della teoria della relatività sarebbe necessario riprendere sempre in mano i conti “dei vecchi” (leggi dei saggi) i quali alla fin fine aiutano davvero a capire dove sta l’idea e il concetto fondamentale. Per tutto questo devo ringraziare Bruno Bigolin, professore ordinario di Geometria presso l’Università Cattolica di Brescia, mio maestro di Geometria.

Domanda: Da quali fonti avete attinto per la stesura?

Risposta: Per quanto riguarda la parte di relatività ristretta e generale la fonte principale è stata “Lev Davidovic Landau e Evgenij Mihajlovic Lifsic, Teoria dei campi, Editori riuniti, Roma 1999”, mentre per quanto riguarda la parte più teorico-matematica il riferimento essenziale è stato “Tullio Levi Civita, Lezioni di Calcolo Differenziale assoluto, trad. di E. Persico, Stock editore, Roma 1925”. Vari altri testi possono essere utlizzati allo scopo nostro, altri riferimenti si trovano nella Bibliografia.

Domanda: Che tipo di apprezzamento vi aspettate e quale invece è la critica più temuta?

Risposta: Partiamo dal fondo: la critica che temo di ppiù è quella di essere stato troppo carente, riduttivo e semplicistico nella parte del formalismo matematico, sia nella parte di calcolo tensoriale sia lungo la parte “fisica” del trattato. Forse questa critica mi potrebbe essere mossa da un matematico che si aspetta un testo di teoria della relatività che contenga il calcolo tensoriale come oggi viene presentato, e in questo punto la nostra scelta è stata invece di altro tipo. L’apprezzamento che più ci farebbe piacere avere sarebbe quello di persone che capiscono e diventano padroni dei fondamenti concettuali della teoria stessa: non ha importanza che uno con il nostro libro capisca alla perfezione la teoria della relatività, anche perché forniamo solo un’introduzione alla teoria stessa; quello che vorremmo è invece che le persone che leggono con cura il nostro testo possano comprendere la base concettuale su cui eventualmente poi sviluppare lo studio e l’approfondimento di parti e sottoparti della teoria stessa più moderne.

Domanda: I punti forti del vostro libro sono chiarezza di esposizione e semplicità. Non temete di semplificare troppo?

Risposta: E’ una paura fondata per quanto riguarda l’apparato matematico dato al testo, però in matematica si fa sempre a tempo a rendere rigorose le cose. La cosa importante è che uno capisca il concetto, l’idea che sta dietro ad una teoria, perché funziona un approccio invece di un altro. Questo aspetto della teoria della relatività noi lo abbiamo curato nel dettaglio. Se poi uno è desideroso di ampliare e approfondire astraendo anche la conoscenza matematica necessaria lo può fare avendo una solida base concettuale di partenza.

Domanda: Molto interessanti i codici Php in coda. Di chi è stata l’idea?

Risposta: L’idea qui è completamente unilaterale, ed è di Arrigo. Ho trovato anche io molto interessante la cosa, soprattutto perché molto spesso cimentarsi nei conti di calcolo tensoriale “a mano” può essere davvero noioso e potrebbe far perdere il filo del ragionamento.

Ancora un ringraziamento a Luca (e anche ad Arrigo) per il suo tempo e per l’interessantissimo libro che mi sento di consigliare e che ho inserito nella mia libreria personale.

116. Curva segmentata

centrino.jpgDa un mio lavoro di ricerca di nuove funzioni che ha per titolo "Alcune curve e superfici di famiglie di segmenti" ho scelto una curva denominata: "rete intrecciata a maglia rombica". Per la ricerca del suo diagramma e delle sue equazioni (funzione a cinque parametri e a due variabili) utilizzo le traslazioni di assi e le simmetrie. Per partire è necessario introdurre una funzione ausiliaria il cui studio darà origine alla curva, nella quale poi si praticheranno le suddette operazioni. Una volta determinate le equazioni della "rete intrecciata a maglia rombica", la loro rappresentazione nel piano cartesiano avviene per segmenti.

115. La cosiddetta geometria non euclidea di Felix Klein

klein.jpgLa traduzione italiana di Ueber die sogenannte Nicht-Euklidische Geometrie, memoria presentata alla Società Reale delle Scienze di Gottinga, pubblicata il 30 agosto 1871. Si tratta della prima memoria di F.Klein sulle geometrie non euclidee; l’autore conclude il proprio saggio con "Esistono solo tre casi in cui questi piani sono immaginari […]: 1. La superficie fondamentale è immaginaria. In questo caso la geometria è ellittica. 2. La superficie fondamentale è reale, non rigata e ci racchiude. È l’ipotesi della geometria iperbolica. 3. La superficie fondamentale è degenerata in una curva immaginaria. È l’ipotesi della usuale geometria parabolica."

La bilancia, un gioco di pura logica

gioco-bilancia.pngLuigino mette ordine tra i suoi animaletti di plastica. Hai tre minuti di tempo per cliccare di volta in volta sull’oggetto più pesante. Attenzione scegli l’oggetto più pesante solo in base alle indicazioni delle bilance, non ti fare confondere dalla grandezza dell’oggetto: una farfalla può essere più pesante di un elefantino. Vai il gioco>>>

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Cartesio: scomporre i problemi

cartesio.jpg"Volendo risolvere qualche problema si deve fin da principio considerarlo come già risolto, e assegnare una lettera ad ogni linea che si ritiene necessaria per costruirlo, sia a quelle che non sono note, sia alle altre. Poi senza far nessuna differenza tra quelle note e le incognite, bisogna svolgere il problema seguendo quell’ordine che più naturalmente di ogni altro mostra in qual modo le rette dipendono mutuamente le une dalle altre, fino a che non si sia riusciti a trovare il procedimento per esprimere una stessa quantità in due modi, fino cioè a che non si sia pervenuti a ciò che si chiama Equazione". René Descartes (1596-1650). La Geométrie.

Regulae ad directionem ingenii (i quattro precetti logici): "Il primo era di non accogliere mai nulla per vero, che non conoscessi in modo evidente esser tale, cioè di evitare accuratamente la precipitazione e la prevenzione; e di non comprendere mai nei miei giudizi se non quello che si presentasse così chiaramente e distintamente alla mia mente, da non lasciarmi possibilità di dubbio. Il secondo di dividere ciascuna delle difficoltà da esaminare in tutte le parti in cui fosse possibile e di cui ci fosse bisogno per meglio risolverle. Il terzo di condurre con ordine i miei pensieri, cominciando dagli oggetti più semplici e più facili a conoscere, per salire a poco a poco, come per gradi, sino alla conoscenza dei più composti e supponendo che ci sia pure un ordine tra quelli che non si precedono naturalmente l’un l’altro. E l’ultimo, di far dovunque delle enumerazioni così complete e delle rassegne così generali da non omettere nulla…" Discorsi sul metodo; per pilotare bene la propria ragione e ricercare la verità nelle scienze.

Probabilmente, dopo Aristotele, è Cartesio il filosofo a cui tutti coloro che si sono occupati di problem solving hanno fatto riferimento più o meno consapevolmente. Il fondamento della filosofia di Cartesio è il metodo del dubbio: egli esamina attentamente tutte le convinzioni che possiede cercando le ragioni per dubitare di ciascuna di esse. Una volta spintosi più in la possibile con tale procedura, qualsiasi convinzione rimasta sarà quella immune dal dubbio.

Oggi la scienza si spinge ancora oltre su questo cammino ritenendo che nessuna proposizione o teoria possa essere definitivamente immune dal dubbio: modelli e teorie potranno essere corroborate da nuove esperienze, ma potranno anche essere falsificate. Da qui l’inevitabile provvisorietà degli asserti scientifici.

cartesio1.pngDopo il dubbio sistematico la seconda regola è quella di scomporre ogni problema in sottoproblemi più semplici. Questo principio di modularità che procede per scomposizione gerarchica è fondamentale in ogni tipo di organizzazione basti citare: gli organigrammi societari, la distinta base nelle aziende di produzione di serie, i diagrammi causa effetto nel controllo della qualità, le strutture di disaggregazione dei costi, la work breakdown structure nelle aziende operanti per progetto, le strutture di descrizione dei rischi.

Cominciare dalle situazioni più semplici è un metodo fondamentale per portare al successo i progetti di cambiamento incrementale. Con il cambiamento radicale si vuole affrontare tutto è subito, ma il rischio di rigetto da parte dell’organizzazione è forte. Con il cambiamento incrementale si usa spesso la tecnica del prototipo per garantire, velocemente dei successi iniziali dopo i quali è più facile traghettare l’intera organizzazione verso il nuovo.

La quarta ed ultima regola suggerita da Cartesio nei Discorsi sul metodo sembra la regola fondamentale di riferimento della cultura pragmatica anglo americana: fare sempre per ogni situazione problematica complessa delle check list, cioè dei controlli da effettuare prima di attuare le varie linee di azione risolutive.

Il primo pensiero presentato in questa scheda, tratto dalla Geometria, potrebbe essere una guida non solo per chi si occupa di ricerca e sviluppo o per i tecnici professionisti, ma anche per i manager e i quadri generalisti: tracciare grafici ad ascisse ed ordinate o impostare i termini di una equazione è oggi pane quotidiano per dar forma quantitativa a qualunque problema aziendale (marketing, produzione, amministrazione, risorse umane, ecc.).

Le aziende impiantistiche fanno ampio uso del principio di modularità cartesiano suddividendo i progetti in parti via via più piccole e quindi più facilmente gestibili: fasi (ingegneria, approvvigionamenti, costruzione, ecc.); sistemi (struttura, potenza, fluidi, comunicazioni, antincendio, ecc.); pacchetti di lavoro; discipline (elettrica, civile, meccanica, strumentale, ecc.); attività elementari.

Un pacchetto di lavoro, o anche un intero progetto, può essere misurato, pianificato e controllato mediante una serie di grandezze che lo caratterizzano (quantità di lavoro da svolgere, risorse necessarie, durate temporali, avanzamento fisico, costi). La forma letterale permette di rappresentare grandezze note, parametri ed incognite; permette inoltre di scrivere le relazioni tra esse e di rappresentarle con grande naturalezza mediante un sistema di assi cartesiani (vedi ad esempio: R.Chiappi, "Dimensionamento di un pacchetto di lavoro", Ingegneria economica, AICE 2002).

Il poligono in figura si compone di un rettangolo e di un triangolo equilatero di lato 14cm. Calcola

Il poligono in figura si compone di un rettangolo e di un triangolo equilatero di lato 14cm. Calcola l’area del poligono sapendo che il suo perimetro è di 92cm.

 

geo-2339.pngDati noti

$AB=AE=BE=CD=14cm$

$2p=92cm$

Dati da ricavare

$Area(ABCDE)$

Svolgimento

Dal perimetro togliamo i lati AB, AE, CD rimangono i lati BC e ED che sono uguali, quindi

$BC=(2p-14-14-14)/2 cm=(92-42)/2 cm = 25cm$

L’area del rettangolo è $14*25cm^2 = 350cm^2$

Per ricavare l’area del triangolo equilatero ABE ricaviamo la misura dell’altezza AH per mezzo della formula

$AH=sqrt(3)/2 *14cm=12,12cm$

Area del triangolo $1/2 14 * 12,12 cm^2=84,84cm^2$

Area del poligono $350cm^2 + 84,84cm^2 = 434,84cm^2$

 

Un Learning Object sulla parabola costruito con eXeLearning, utilizzabile anche con la LIM

exelearning.jpgIl software open source eXeLearning è liberamente scaricabile dal sito http://www.exelearning.org  o dal sito italiano http://www.exelearning.it / ove è possibile reperire tutorial e materiali. Il programma è SCORM compatibile e di semplice utilizzo. Esso consente di realizzare dei learning object esportabili come sito web o da utilizzare per progetti multimediali con la lavagna interattiva. In questo contributo propongo un esempio di applicazione sulla parabola.

Introduzione

Il software open source eXeLearning è liberamente scaricabile dal sito http://www.exelearning.org  o dal sito italiano http://www.exelearning.it/ ove è possibile reperire tutorial e materiali molto dettagliati. Il programma è scorm compatibile, cioè consente la costruzione di learning object compatibili con le maggiori piattaforme e-learning in modo da poter tracciare le attività compiute dall’utente e visualizzare le pagine visitate dagli studenti. E’ di semplice utilizzo e non richiede la conoscenza di particolari linguaggi di programmazione.

I learning object realizzati possono essere direttamente esportati come sito web pronti per la pubblicazione, ma possono costituire degli ottimi strumenti per veicolare attività e contenuti particolarmente adatti per lavorare con la lavagna interattiva multimediale.

In questo esempio ho creato un progetto articolato in due pagine, in cui ho inserito a titolo dimostrativo alcuni degli "iDevice" (le varie attività) messi a disposizione dal software.

Il file realizzato, esportato come sito web e visualizzato col browser Mozilla Firefox (liberamente scaricabile dal link http://www.mozilla-europe.org/it/firefox/ ) è visibile nelle figure 1 e 2; la colonna a sinistra riporta i titoli delle due pagine e funge da barra di navigazione del sito.

parabola1.jpg
figura1

parabola2.jpgfigura 2

All’apertura del programma, dal menù “Stili” ho scelto tra le varie opzioni per impostare lo sfondo, la modalità “Garden”. Cliccando sul pulsante “Rinomina” ho digitato il titolo della prima pagina: “Un Learning Object sulla parabola costruito col software open source eXeLearning, utilizzabile anche con la LIM”. Si osserva che nel menù file (visibile in figura 9) è presente due volte la voce “Salva”: la prima corrisponde alla voce “Salva” e la seconda a “Salva con nome”. Ho salvato il file appena creato col nome “ParabolaLim.elp” (i file creati con eXeLearning hanno l’estensione “ .elp “). Per l’introduzione ho utilizzato l’iDevice "Testo libero" che viene inserito automaticamente non appena si seleziona il nome dell’attività.

Come si vede in figura 3, esso presenta le stesse caratteristiche di un qualsiasi editor di testo e per rendere definitivo l’inserimento occorre cliccare sul segno di spunta verde “Fatto” (evidenziato dalla freccia verde sulla figura 3).

parabola3.jpgFigura 3

Gli iDevice inseriti si possono modificare cliccando su “Edita”, indicato in figura 4 con la freccia arancione. Ho inserito poi il "Sito Web Esterno" (figura 4). È stato sufficiente scrivere l’URL: parabola  e spuntare su “Fatto” per rendere disponibile uno spazio contenente un sito navigabile con un articolo sull’argomento.

parabola4.jpgFigura4

Con "Applet Java" ho creato e inserito un’applet da un file GeoGebra costruito in precedenza (denominato font.ggb), con cui gli studenti possono fare delle esplorazioni.

parabola5.jpgFigura 5

Come mostrato in figura 5, è sufficiente selezionare in “Codice Applet” la voce “Geogebra”, cliccare sul pulsante “Aggiungere files” e selezionare il file prescelto. Basta poi cliccare nell’ordine su “Caricamento” e su “Fatto”: l’applet viene costruita in automatico dal programma e inserita nella pagina. Con gli iDevice "Domanda Vero-Falso" e "Domanda a scelta multipla" è possibile preparare dei test con correttore (figure 6 e 7) in modo rapido e intuitivo, complete di istruzioni, suggerimenti e informazioni di ritorno.

parabola6.jpgFigura 6

parabola7.jpgFigura 7

Il learning object, come un qualsiasi sito, può avere una struttura con più pagine collegate. Cliccando sul pulsante “Aggiungi Pagina” (in alto a sinistra) ho creato la seconda pagina che ho rinominato: “Alcuni riferimenti teorici”. In essa ho inserito con "Articolo Wikibooks", un intero articolo tratto da Wikipedia, digitando la parola chiave “parabola” nella casella di testo e cliccando su “Carica” (figura 8).

parabola8.jpgFigura 8

Dopo aver salvato nuovamente il lavoro, dal menù “File” (figura 9), ho selezionato in sequenza: “Esporta”, “Sito Web” e “File Zip”. In questo modo ho ottenuto una cartella zippata che ho salvato col nome “Parabola.zip”. Per visualizzare il sito con Mozilla Firefox, occorre estrarre tutti i file dalla cartella compressa in una nuova cartella e lanciare il file “index.html”, in questo modo il sito completo è navigabile ed è pronto per l’uso. Si ricorda infine che per uscire dal programma eXeLearning occorre selezionare sempre “Quit” dal menù “File”. I file citati nel presente articolo sono allegati in calce.

parabola9.jpgFigura 9

Sitografia

http://www.exelearning.org
http://www.exelearning.it/
http://www.mozilla-europe.org/it/firefox/
http://www.geogebra.org/cms/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=71&Itemid=55

Allegati

Parabola.zip

ParabolaLIM.elp

Font.ggb

 

 

20 sudoku da stampare – agosto 2009

sudoku.jpgScarica e stampa 20 sudoku di diverso livello: facilissimo, molto facile, facile, medio, difficile. Il popolare gioco con i numeri nel quale occorre riepire tutti i riquadri con i numeri da 1 a 9, senza ripetere le cifre.


Per scaricare più velocemente i file fai clic con il tasto destro del mouse e scegli l’opzione "Salva oggetto con nome…"

ico-pdf.pngScarica i Sudoku da stampare nel formato pdf

In un trapezio isoscele circoscritto a una circonferenza la differenza tra le misure delle basi è…

In un trapezio isoscele circoscritto a una circonferenza la differenza tra le misure delle basi è di 10cm e una è il doppio dell’altra. Calcola il perimetro del trapezio.

 

pro-2347.pngDati noti

$AB-DC=10cm$

$AB=2DC$

Dati da ricavare

$2p(ABCD)$

Svolgimento

Poiché $AB=2DC$, la differenza tra $AB$ e $DC$ sarà proprio DC, pertanto $AB-DC=DC=10cm$

$AB=2DC=20cm$

Ricordiamo poi che in un quadrilatero circoscritto a una circonferenza la somma delle misure di due lati opposti è congrunete alla somma delle misure degli altri due.

Pertanto, $AD+CB=AB+DC=20cm+10cm$

$2p=60cm$

$lim_(x to infty)(frac{log sqrt(x+1)}{x})$

$lim_(x to \infty)(\frac{log sqrt(x+1)}{x}) $

$lim_(x to \infty)(\frac{log (x+1)^(1/2)}{x})$

$lim_(x to \infty)(1/2 * \frac{log (x+1)}{x})$

$1/2 *lim_(x to \infty)(\frac{log (x+1)}{x+1}*(x+1)/x)$

Calcoliamo separatamente i limiti

1) $lim_(x to \infty)(\frac{log (x+1)}{x+1})=0$ dal confronto tra log(x) e x 

2) $lim_(x to \infty)((x+1)/x)=1$ si fa il quoziente dei coefficiente delle x di grado maggiore.

In definitiva

$1/2 *lim_(x to \infty)(\frac{log (x+1)}{x+1}*(x+1)/x)= 1/2 *0*1=0$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [(11/15-1/3)^2:(8/5)^2 +(5/2-9/8-9/16)]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [(11/15-1/3)^2:(8/5)^2 +(5/2-9/8-9/16)]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [(\frac{11-5}{15})^2:64/25 +\frac{40-18-9}{16}]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [(\frac{6}{15})^2:64/25 +\frac{13}{16}]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [(\frac{2}{5})^2:64/25 +\frac{13}{16}]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [4/25 * 25/64 +13/16]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [1/16 +13/16]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8 : [14/16]^2})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 7/8*16/14*16/14})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : {2/5 + 8/7})$

$sqrt(17/12 + 9/7 : \frac{14+40}{35})$

$sqrt(17/12 + 9/7 * 35/54)$

$sqrt(17/12 + 5/6)$

$sqrt(\frac{17+10}{12})$

$sqrt(\frac{27}{12})$

$sqrt(9/4)$

$3/2$

Un drive motivazionale per la geometria: la sezione aurea

jitze-chambered_nautilius_shell.jpgIl numero aureo è uno dei personaggi affascinanti e stranamente onnipresenti della Matematica. Trovato direttamente come numero, o riconosciuto come rettangolo aureo o come regola estetica, è sicuramente una presenza tanto importante da non potersi trascurare in ogni discorso sulla efficacia della matematica nella descrizione del mondo . Nella presente di attività la sezione aurea viene usata come stimolatore di interesse verso la Geometria proponendo un’introduzione alla disciplina meno “scolastica” e più motivante.

Nel biennio del liceo classico, tradizionale o sperimentale, l’approccio alla geometria euclidea è uno dei momenti in cui maggiormente l’insegnante fatica per raggiungere risultati di successo formativo. Gli allievi mostrano difficoltà nel processo di astrazione, nella individuazione di un percorso logico-deduttivo che dimostri proprietà di figure assegnate, ma soprattutto nell’apprezzare il valore che un impegno tanto assiduo nello studio di una disciplina che vive nel mondo delle idee potrà avere nel mondo reale e approssimato che li circonda. La psicopedagogia interpreta il disagio di apprendimento degli alunni non in funzione della pretesa difficoltà dell’argomento, ma nei termini di una diminuzione di motivazione. La motivazione è, in questo senso, interpretabile come l’insieme dei fattori o "motivi" che stanno alla base del comportamento, lo sollecitano e lo orientano in determinate direzioni operative. La motivazione dipende in modo determinante da due elementi fondamentali della personalità dell’individuo ovvero: le competenze, che rappresentano ciò che l’individuo è in grado di fare, e i valori personali, vale a dire ciò che l’individuo vuole fare. I valori rappresentano il nucleo di idee guida dell’individuo, ossia ciò che dà forma e significato alla sua esistenza. Le competenze sono l’insieme di risorse necessarie alla riuscita. Questi due elementi sono dunque il tramite per tradurre la spinta motivazionale in un processo d’azione.
A questo punto manca una tessera per completare il mosaico del concetto di motivazione, vale a dire cosa innesca la spinta motivazionale. La spinta motivazionale viene innescata ogni qualvolta l’individuo avverte che il suo equilibrio interno è stato modificato, avverte cioè un bisogno. Abbiamo allora cercato un argomento che possa far scaturire un bisogno e l’abbiamo identificato nella sezione aurea. Noi crediamo che scoprire e accettare una “stranezza” della Natura che si piega ai numeri della Matematica senza una motivazione plausibile, possa indurre ad una visione del mondo nuova e più attenta a legami che prima venivano trascurati o non notati. In tale ottica lo studio della Sezione Aurea diventa una guida motivazionale allo studio della Geometria che diventa una ricerca di ulteriori conferme alle intuizioni dell’occhio.

Scarica il percordo didattico: Un Drive Motivazionale per la Geometria: La Sezione Aurea

www.domenicoperrone.net

Prodotti finiti:
http://www.domenicoperrone.net/resources/fotolibro.html
http://www.domenicoperrone.net/resources/matemagic.html
http://www.domenicoperrone.net/resources/fotolibro.ppt

Un’analisi sui sistemi di Reazione-Diffusione

articoli79.jpgTesi di laurea triennale in matematica. Lo scopo che ci poniamo in questa tesi è quello di formulare un modello matematico, e una metodologia che permetta la descrizione dell’evoluzione di alcuni tra i più interessanti fenomeni che si presentano in natura. L’equazione che ci accompagna e detta di reazione-diffusione.

Indice

Introduzione
1. Un Teorema di esistenza e unicità
   1.1 Preliminari
   1.2 Teorema di esistenza e unicità
2 Domini invarianti
   2.1 Motivazioni
   2.2 Domini invarianti
      2.2.1 Una spiegazione "fisica"
      2.2.2 Il caso dei rettangoli
3 Un teorema di confronto
   3.1 Problemi associati
   3.2 Teorema di confronto
4 Due esempi fisicamente interessanti
   4.1 Modello Preda-Predatore
      4.1.1 Alla ricerca di un dominio invariante
      4.1.2 Applichiamo il confronto
   4.2 Un Modello di Competizione (scoiattoli rossi vs scoiattoli grigi)
      4.2.1 Alla ricerca di un dominio invariante
      4.2.2 Applichiamo il confronto 2

Osservazioni finali

Nei due sistemi che abbiamo analizzato abbiamo sempre ottenuto una situazione limite, ovvero una situazione che ha sempre portato all’estinzione almeno di una delle due popolazioni. Ciò è dovuto ovviamente alla natura dei coefficienti scelti. In alcuni casi infatti si possono studiare casi (tramite metodi che vanno oltre quello di confronto) nei quali si ottiene una certa ciclicità degli eventi.

Ovvero per esempio prendendo il modello preda-predatore si può in determinate condizioni presentarsi la seguente situazione: se le prede iniziali non sono abbondanti può veri carsi una diminuzione di predatori (in quanto le prede non riescono a soddisfare le necessità di tutti), la qual cosa porta quindi a un aumento di prede (essendo minacciate da meno predatori), e ciò porta quindi a un aumento di predatori (in quanto ci sono piu prede a disposizione) che porta quindi a una diminuzione di prede, e il ciclo si ripete.

Un altro tipo di analisi che si può effettuare su modelli di sistemi di reazione diffusione e quello riguardante le onde viaggianti, ovvero si tratta di un’analisi che descrive il modo con cui un sistema passa da uno stato di equilibrio all’altro a causa di una perturbazione. Ma questa è un’ altra storia…

Bibliografia

[1] Joel Smoller. Shock waves and reaction-di usion equations. Springer, 1994.
[2] Murray, Dickson. Mathematical biology. Springer, 1989.
[3] Keener, James. Mathematical physiology. Springer, 1998.
[4] Dym, McKean. Fourier series and integrals. Academic Press, 1972.
[5] Friedman. Partial di erential equations of parabolic types. Prentice-Hall, 1964.
[6] Du y. Green’s functions with application. Chapman & Hall, 2001.
[7] C.V.Pao Nonlinear parabolic and elliptic equations. Plenum Press, 1992.
[8] Mascia. Note del corso: Modelli analitici per le Applicazioni II. 40

Scarica la tesi di laurea in matematica Un’analisi sui sistemi di reazione-diffusione.

 

La comodità della vita e la pratica di qualche arte [Desargues]

desargue-p.pngDevo confessare apertamente che non ho mai avuto gusto per lo studio e per la ricerca né in geometria né in fisica se non in quanto esse potevano servirmi come mezzi per arrivare a una qualche sorta di conoscenza delle cause prossime… per il bene e la comodità della vita, nel mantenere la salute, nella pratica di qualche arte… avendo osservato che buona parte delle arti si basa sulla geometria, come fra le altre il taglio delle pietre in architettura, l’arte delle meridiane e in particolare l’arte della prospettiva. (Girarard Desargues (1591-1661), ingegnere e architetto)

desargue-g.png"Devo confessare apertamente che non ho mai avuto gusto per lo studio e per la ricerca né in geometria né in fisica se non in quanto esse potevano servirmi come mezzi per arrivare a una qualche sorta di conoscenza delle cause prossime… per il bene e la comodità della vita, nel mantenere la salute, nella pratica di qualche arte… avendo osservato che buona parte delle arti si basa sulla geometria, come fra le altre il taglio delle pietre in architettura, l’arte delle meridiane e in particolare l’arte della prospettiva.
Avendo constatato l’eccellenza e la bellezza di tali arti sono stato preso dal desiderio di capire, se mi fosse stato possibile, sia i fondamenti che le regole delle loro pratiche, quali si trovano e si vedono in uso, e ho scoperto allora che coloro che vi si dedicano ammettono di caricarsi la memoria di un gran numero di insegnamenti diversi, per ognuna di loro, che per la loro natura e condizione producono un ingombro incredibile nella loro mente e invece di aiutarli nell’esecuzione del compito, fanno loro perdere del tempo… oppure che la maggior parte dei pittori e degli altri artigiani lavorano andando alla ventura e a tentoni, senza una guida sicura, e conseguentemente con una incertezza e una fatica inimmaginabile. Il desiderio di alleviare, se possibile, alcune di queste pene, così faticose e spesso ingrate, mi ha spinto a cercare e a pubblicare per ciascuna di queste arti delle regole abbreviate… nuove, dimostrative, più facili da capire, da apprendere e da mettere in pratica."
Girarard Desargues (1591-1661), ingegnere e architetto.

Le idee di Desargues non ebbero risonanza nella comunità scientifica dell’epoca (ebbe però l’approvazione di alcuni geni della filosofia e della matematica tra cui Descartes, Fermat e Pascal che facevano parte del gruppo di matematici organizzato da padre Mersenne), ma furono invece al centro di grandi contestazioni e polemiche tra mediocri tecnici, che lo amareggiarono e stancarono tanto da farlo chiudere in una vita ritirata, a Lione, lontano dalla corte di Parigi, dedito all’insegnamento delle sue tecniche agli artigiani locali, confermando così la sua attenzione alla soluzione di problemi pratici ed applicativi (disegno in prospettiva, costruzione degli orologi, arte dei muratori, taglio delle pietre in architettura).

Il lavoro principale "Progetto di massima per studiare gli effetti dell’incontro di un cono con un piano" non fu compreso dai contemporanei anche se la sua idea era l’incarnazione della semplicità: Tutti sanno che un cerchio se guardato di sbieco, presenta l’aspetto di un ‘ellisse, o che il contorno dell’ombra di un paralume sarà un cerchio o un’iperbole a seconda che sia proiettata sul soffitto o su una parete. Forme e dimensioni mutano a seconda del piano di incidenza che taglia il cono dei raggi visivi o luminosi… nell’accogliere questa concezione Desargues dovette assumere, come aveva fatto Keplero, che la parabola aveva un fuoco all’infinito e che le rette parallele si incontrano in un punto all’infinito (Vedi Carl Boyer, Storia della matematica, Oscar Mondadori).

Desargues restò praticamente sconosciuto per quasi due secoli, fino a quando Poncelet, nella prima metà del XIX secolo, leggendo proprio i detrattori di Desargues, si rese pienamente conto dell’importanza di quelle idee che, da un punto di vista teorico diedero origine alla geometria proiettiva e descrittiva.

Nel linguaggio di Desargues una linea retta veniva chiamata palma. Due punti segnati su una retta erano detti tronco. Una retta contenente tre coppie di punti in involuzione era un albero. L’intento di Desargues era quello di conseguire una maggior chiarezza evitando l’ambiguità dei termini usati comunemente.

Le strane definizioni coniate da Desargues hanno lo scopo di creare un nuovo ambiente concettuale, nuove immagini mentali capaci di suggerire all’intuizione uno spazio nel quale far convivere il finito e l’infinito attuale, al fine di rimuovere gli ostacoli derivanti dalla classica visione euclidea del piano e dello spazio. In questo nuovo ambiente la mente può imparare ad orientarsi immaginando le figure dinamicamente nel loro processo di degenerazione quando una loro parte va all’infinito.

 

Foglio elettronico con Open Office: esercizi

ruggeri-foglio-elettronico.jpgObiettivo della seguente raccolta di schede ed esercitazioni è sviluppare la consapevolezza di come sia possibile affrontare problematiche ordinarie attraverso tecniche di problem-solving informatico basate sul foglio elettronico. Destinatari Scuole medie superiori per tutti i corsi che prevedono applicazioni informatiche; Corsi di informatica a vario livello; Corsi universitari di informatica di base; Autodidatti. Le schede sono tratte dal libro di Denis Ruggeri, Foglio elettronico: strategie e pratica.

Scheda Calcolo retribuzione del personale I
Esercizio Costo trasporto container
Scheda Ripartizione rappresentanti elezioni
Esercizio Confronto elezioni
Scheda Frequenze e dati demografici
Scheda Sistema di due equazioni con due incognite
Scheda Montante ad interesse composto annuo
Scheda Sistemi lineari e matrice inversa
Scheda Selezione ditte I

ico-pdf.png Scarica da qui le schede degli esercizi sul foglio di calcolo

Antonio Ambrosetti, La matematica e l’esistenza di Dio

ambrosetti.jpgAntonio Ambrosetti, già docente di Analisi matematica alla Scuola Normale di Pisa, attualmente insegna alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, è socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, autore di oltre 130 lavori scientifici: insomma un matematico a tutti gli effetti. Nell’argomentazione della sua tesi questa circostanza è significativa. Il prof. Ambrosetti sostiene di aver intrapreso la stesura di questo libro per contrastare una serie di libri, di tipo filosofico-divulgativo, che pretendono di dare una dimostrazione matematica alla non esistenza di Dio. L’autore si propone insomma di manifestare il suo dissenso contro la presenza dominante di una cultura pseudo-matematica per la quale l’ateismo è il risultato inevitabile e incontrovertibile della razionalità matematica.

Il caso nazionale più eclatante è sicuramente quello di P. Odifreddi, che su questo tema ha scritto e detto tantissimo; Ambrosetti, tuttavia lo cita raramente, se la prende invece apertamente con J. A. Paulos, il cui ultimo libro La prova matematica dell’inesistenza di Dio (Rizzoli, 2008), con una Prefazione di Odifreddi, deve averlo irritato particolarmente. Così come lo hanno irritato le varie domande del tipo “Ma come fa, uno scienziato, anzi un matematico come lei, a credere in Dio?” E allora si è proposto di scrivere qualcosa controcorrente e anticonformista, per rispondere alla domanda: cosa può fare la matematica per verificare qualcosa sul mistero di Dio?

Dimostrerò, scrive Ambrosetti, che Matematica e Dio riguardano due campi distinti e non ci sono prove matematiche né a favore né contro la Sua esistenza. L’attacco parte proprio dall’uso improprio del termine matematico: chi può definirsi matematico? Paulos, sostiene Ambrosetti, non può essere definito matematico in quanto ha pubblicato pochissimi lavori di Logica che non sembrano aver avuto riscontro nella comunità matematica, pur insegnando matematica non può essere ritenuto un matematico. E allora chi può essere definito matematico? “Mi piace pensare alla Matematica come a una materia in cui si dimostrano teoremi e si sviluppano teorie”, scrive Ambrosetti, “La Matematica che si occupa di Algebra, Geometria, Analisi, Calcolo Numerico, Fisica Matematica, Teoria dei Numeri eccetera. Invece devo ammettere di avere personalmente delle difficoltà a considerare come un vero matematico chi si è occupato solo di Logica di tipo, diciamo, filosofico.”

Contro gli pseudo-matematici che divulgano l’ateismo Ambrosetti ricorda due grandi matematici italiani, Giovanni Prodi e Ennio De Giorgi, nei quali pensiero matematico e fede in Dio si coniugavano senza dare luogo a contraddizioni. Insomma, se su un piatto della bilancia ci sono Odifreddi e Paulos l’autore mette sull’altro braccio due matematici italiani meno noti al grande pubblico ma sicuramente di grande spessore scientifico.

Per un credente, scrive Ambrosetti c’è una ragione profonda per rendersi conto di quanto siano illusorie queste ‘dimostrazioni matematiche’ della non esistenza di Dio. Se, per assurdo, fosse possibile provare matematicamente che Dio esiste o non esiste, tutti non potremmo che uniformarci all’una o all’altra verità. Saremmo o tutti credenti o tutti atei e sarebbe un mondo monotono e noioso, dove sarebbe inutile scrivere saggi sull’esistenza di Dio.

Nella seconda parte del libro l’autore dà un’idea del perché la matematica può avvicinare a Dio. Il libro si chiude con piccole testimonianze dell’autore.

Insomma Ambrosetti, senza insistere sul perché un matematico dovrebbe essere un credente ci tiene a restituire, a matematici e non, la libertà di poter essere un credente.

New Little Ice Age di Theodor Landscheidt

In tempi in cui la variabilità climatica costituisce punto nevralgico di tutte le agende politiche, e nei quali, i mass media gridano al Global Warming come al nemico pubblico numero uno del nuovo millennio, vi voglio presentare la traduzione italiana di uno studio pubblicato ormai 6 anni fa che ci dice qualcosa di ben diverso dai soliti proclami, a volte apocalittici, di cui sono pieni i giornali. L’ opera che presento è stata scritta da Theodor Landscheidt. Questo scienziato, di cui non si conosce molto, qui in Italia, infatti l’opera che vi presento è la sola traduzione italiana presente nel web, è lo studioso che predisse l’attuale eccezionale mancanza di macchie solari del ciclo 24 e la previsione dell’ arrivo di un’ era molto più fredda.

I climatologi del tempo prevedevano che il ciclo numero 24 sarebbe stato il più alto dei precedenti, ma questa non era l’ opinione di Theodor Landscheidt. Non è difficile dire oggi chi ha vinto questa disputa scientifica. La cronica mancanza di macchie solari continua anche nei primi mesi del 2009. Lo scorso anno è stato il secondo anno con attività più bassa dal 1900, e l’anno prima di questo si è posto nella top ten degli anni meno attivi. Il suo ultimo lavoro fu pubblicato un anno prima della sua morte nel 2004. Il titolo dell’ ultimo lavoro di Landscheidt è anche la sua profezia: Little ice age instead Global Warming (piccola era glaciale nonostante il Global Warming). La ricerca che ha dato origine al lavoro dello studioso terminò circa dieci anni fa quando tutti i modelli di previsione climatica prevedevano un riscaldamento globale e progressivo per la prima decade del ventunesimo secolo, in conseguenza di un cambiamento climatico che oggi diventa sempre meno certo con il passare degli anni. La verità è che le previsioni di Lanscheidt risultano esatte. Usando infatti le previsioni dell’ attività solare, basata sui cicli solari lo scienziato ha predetto eventi naturali realmente avvenuti. Fra le previsioni fatte attraverso l’osservazione dell’ attività solare egli predisse la fine della grande siccità del Sahel, come pure la siccità che colpì gli USA nel 1999. Egli predisse le anomalie termiche globali degli ultimi cinque anni prima della sua morte, gli ultimi tre El Nino e l’arrivo della nina prima della sua morte. Insomma credo che quanto meno per curiosità sia necessario dare a questa voce fuori dal coro, una possibilità per lo meno per concederci e concedersi un’altra risposta, diversa da quelle consuete alla domanda: “ Ma dove va il clima del nostro pianeta? E’ proprio vero quello che dicono i giornali?”

http://www.meteoscienze.it/index.php?option=com_content&view=category&id=45&Itemid=63

 

Da 3 a 4 triangoli

Da tre a quattro triangoli.

Spostando tre fiammiferi i tre triangoli equilateri diventano quattro triangoli equilateri. Quali fiammiferi si devono spostare?

Triangolo equilatero coi fiammiferi

Arriva l’appuntamento con le stelle cadenti

Siamo oramai giunti al consueto appuntamento con lo sciame meteorico delle Perseidi, comunemente conosciuto come "Lacrime di San Lorenzo". La fase clou dell’evento attualmente è nella notte del 12 agosto, anzicchè in quella del 10. Per approfondimenti Siderusnuncius.

Arriva l’appuntamento con le stelle cadenti d’agosto, piccoli detriti, sparsi nello spazio dalla cometa Swift-Tuttle, che impattando con la nostra atmosfera, danno origine a bellissime scie luminose: le meteore.

Il nome dello sciame meteorico (Perseidi) è dovuto al fatto che il suo radiante si trova nella costellazione del Perseo, quindi le meteore sembrano tutte quante provenire da quel particolare punto del cielo.

Quest’anno, nella notte del 12, la Luna sarà nella sua fase di Ultimo Quarto, quindi il suo bagliore disturberà un pochino l’osservazione, ma solo nella seconda metà della notte, per il resto potremo divertirci a contare le scie luminose ed affidare loro in nostri desideri…

Consigli per l’osservazione Come si può vedere dalla cartina in alto, il radiante si trova a Nord-Est, leggermente a destra della Stella Polare. Per osservare quindi le perseidi rivolgetevi verso nord, ma anche verso est o verso ovest andrebbe ancora bene. L’importante è non rivolgersi a Sud dove non potrebbero mai apparire nel cielo.

Consiglio caldamente di allontanarsi il più possibile dai centri abitati e dall’inquinamento luminoso prodotto dalle illuminazioni artificiali delle città. Va benissimo in piena campagna oppure vicino al mare.

Vi auguro una Buona Osservazione!

La cultura e la cerimonia del te giapponese

Tesina presentata per la maturità scientifica

INDICE 
Introduzione 
Tesina: cultura e cerimonia del tè giapponese pag. 1Botanica: la pianta pag. 1 植物学:プラント
Geografia e la storia del tè
origine nella notte dei tempi pag. 2 
La storia pag. 4 
Alcuni tipi di tè pag. 8 ¨
Tè e salute pag. 11 康
Il tè ed i suoi personaggi pag. 12 格
La cerimonia del tè (cha no yu) pag. 16¨
Il giardino pag. 22 庭
Gli utensili e gli oggetti pag. 23
Cucina pag. 24 彼
Bibliografia, siti e filmografia

Ho scelto questo tema, alquanto insolito, perché da qualche anno si è fatto strada in me un vivo interesse per la cultura e il popolo orientale. Il mondo dell’Est, giapponese e cinese in particolare, mi ha sempre affascinato, sia per la cultura, sia per il pensiero, ma allo steso tempo per la semplicità e la laboriosità, mista a tenacia, che questi popoli dimostrano ed hanno dimostrato. A colpirmi è stato anche come queste civiltà siano riuscite a mantenere i loro antichi valori senza sopprimerli a vantaggio del cosiddetto “progresso”, ma che li abbiano integrati con la modernità stessa in un connubio mistico tra antico e nuovo. Ciò che mi ha spinto a scegliere come argomento per la tesina un soggetto così inconsueto, però, è stato anche lo scoprire come una bevanda così consumata ed usata nel mondo sia nata. Interessante è stato anche inoltrarmi in quelle culture così diverse dalla nostra ed allo stesso tempo così misteriose ed accattivanti. Questa bevanda ha mille volti e storie e può essere guardata da infiniti punti di vista. Lo si può trovare come oggetto o soggetto nell’arte, nella musica, nella letteratura, nella medicina, nel cinema, nella pittura, nella storia, nella cultura, nella poesia… Grazie all’apprendimento scolastico, ho potuto notare, inoltre, come già molti letterati ottocenteschi e novecenteschi avessero spesso fatto riferimento a questa bevanda. Un esempio è riscontrabile ne “Il piacere” di Gabriele d’Annunzio in cui il tè assume addirittura un connotato seduttivo, o ancora, ne “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carrol in cui si mette in evidenza il tema dell’imperialismo inglese o ne “Un amore di Swann” Marcel Proust in cui il tè è presentato come giustificazione dell’amore. Il tè, dopo l’acqua, è la bevanda più consumata al mondo. Bisognerebbe chiedersi il perché. Chi non ha mai provato l’intimo piacere di un attimo di relax, magari dopo una giornata faticosa o particolarmente impegnativa, davanti ad una tazza di tè con dei buoni biscotti o una fetta di torta?

BOTANICA: LA PIANTA

LA GEOGRAFIA E LA STORIA DEL TÈ: L’ORIGINE NELLA NOTTE DEI TEMPI

LA STORIA

ALCUNI TIPI DI TÈ

TÈ E SALUTE

IL TÈ ED I SUOI PERSONAGGI: I MAESTRI DEL TÈ

LA CERIMONIA DEL TÈ (cha no yu )

IL MOMENTO ESTETICO

LA DIMENSIONE RELIGIOSA

IL GIARDINO

GLI UTENSILI E GLI OGGETTI

COME SI BEVE IL TÈ

BIBLIOGRAFIA
1. 101 storie zen (a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, Adelphi editore 1990)
2. Il tao della filosofia corrispondenze tra pensieri d’oriente e d’occidente (di Giangiorgio Pasqualotto, pratiche editrice)
3. Il racconto del tè, la sua storia, il rito, la cucina (supplemento a cura de “la cucina italiana”)
4. Il tè e le tisane (i grandi libri del vino e Co. Supplemento al Giornale)
5. Regard sur le Japon (illustre) [日本の上にちらっと見てください]
6. Le garzantine, l’Universale botanica
7. Lo Zen e la cerimonia del tè (Oriente Universale Economica Feltrinelli)
8. Estetica del vuoto (Giangiorgio Pasqualotto – il vuoto nel cha no yu, pag. 77, pag. 90)

SITI
1. http://www.teatime.it/storia.htm  (il portale del tè in Italia)
2. http://spazioinwind.libero.it/culturatradizionalegiapponese/cerimoniadelte.htm  (la cerimonia del tè)
3. http://www.zenhome.it/
4. http://guide.supereva.it/miti_e_leggende/interventi/2004/12/188993.shtml  (la storia del tè tra mito e leggenda)
5. http://www.praderwilli.it/giornalino%20n3/Pagina5.pdf  (leggende)
6. http://www.dethlefsen-balk.de/ITA/10730/ItemPage.aspx  (la leggenda del tè in Cina, India e Giappone)
7. http://www.letteratour.it/altro/A01_letteratura_e_te.htm  (letteratura e tè)
8. http://www.teaway.it/?p=legends  (leggende sul tè)
9. http://www.unife.it/dipartimento/biologia-evoluzione/strutture/orto-botanico/giardini-a-tema  (giardini e tè)
10. http://www.ancorainviaggio.it/curiosit%C3%A0_1.htm  (curiosità sulla camelia)
11. http://www.signoredelte.it/index.html  (il signore del tè)
12. http://darkgothiclolita.forumcommunity.net/?t=4553770  (cha no yu)
13. http://www.giardinigiapponesi.it/giardinogiapponese.htm  (giardini giapponesi)
14. http://www.lerboristeria.com/index.php?p=articoli/2007_01.php  (tè verde in erboristeria)
15. http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/07/Seguaci_del_theismo_Qui_scegliere_cl_0_0112071475.shtml  (fenomeno del teismo)
16. http://www.ancorainviaggio.it/406bbbb.jpg&imgrefurl=http://www.ancorainviaggio.it/curiosit%25C3%25A0_1.htm&usg=__sRRuAD9v2X9wh9qu9GERJ7H6ihE=&h=450&w=326&sz=26&hl=it&start=9&tbnid=sPUuJbe5lf-9lM:&tbnh=127&tbnw=92&prev=/images%3Fq%3Dleggende%2Bt%25C3%25A8%26gbv%3D2%26hl%3Dit%26sa%3DG (camelia)
17. http://www.natural-space.com/news_completa.asp?id=71  (cucina giapponese)
18. http://www.tuttocina.it/fdo/artcul.htm  (arte culinaria giapponese)
19. http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=9918  (tè e cancro)
20. http://www.insiemeate.net/2009/01/04/il-sol-levante/ (blog sul tè)

FILMOGRAFIA
1. morte di un maestro del tè (Sen no Rikyu 1989 di K. Kumai)
2. Rashomon – Kurosawa 1950
3. tè e simpatia 1956

Scarica la tesina La cultura e la cerimonia del te giapponese

La donna

Tesina di maturità

Indice
Mappa concettuale………………………………………………………………………………………………………………..3
Introduzione……………………..…………………………………………………………………………………………………4
Storia……………………..……………………………………………………………………………………………………………5
Italiano………………………………………………………………………………………………………………………………11
Arte…………………………………………………………………………………………………………………………………..14
Inglese……………………..……………………………………………………………………………………………………….27
Latino……………………..…………………………………………………………………………………………………………33
Matematica……………………..…………………………………………………………………………………………………37
Astronomia……………………..…………………………………………………………………………………………………40
Loro……………………..………………………………………………………….…………………………………………….…46
Bibliografia……………………..………………………………………………………………………………………….………52
Ringraziamenti……………………..………………………………………………………………………………….…………53

Storia:  – processo di emancipazione femminile – – ruolo delle donne durante e dopo le guerre – potere sotto diverse forme – le principali figure femminili odierne

Italiano: Sibilla Aleramo, Una donna – biografia dell’autrice – la sua opera

Astronomia:- Margherita Hack,il contributo di una donna  – le stelle (collegamento ad un suo approfondimento

Inglese: – Emily Brontë, breve biografia alla scienza – contesto storico (the Victorian age ) – analisi del testo Wuthering sulle Cefeidi) heights

Letteratura latina: – Medea, eroina senecana – analisi del personaggio e traduzione nel corso dei secoli  -analisi dell’opera Giuditta II

Storia dell’arte: – la visione della donna nell’arte – Klimt, l’artista delle donne

Matematica: -Sof’ja Kovalenvskaja, matematica russa -teorema di Cauchy

Bibliografia:
• “Immagini delle donne” di Georges Duby e Micelle Pierrot
• “Literature and beyond” vol.3 di B. deLuca, U. Grillo, P. Pace, S. Ranzoli
• “La storia dell’arte, dal neoclassicismo all’arte contemporanea” di Cottino, Dantini, Guastalla
• “Medea e Fedra” di Seneca, traduzione di Biondi
• “Pianeta tre” di Neviani, Pignocco, Feyles
• I miei appunti ;)

Fonti internet
www.wikipedia.it
• www.pbmstoria.it
www.google.com

 

Scarica la tesina: La donna

Un viaggio che parte da un fiume e porta alla riscoperta di una storia da non dimenticare

Tesina presentata al liceo scientifico

Manca ormai poco alla maturità,se tutto andrà bene fra qualche mese mi sarò trasferita a Milano o a Pavia per frequentare l’università. E’ sera e osservo il lago come faccio spesso quando ho bisogno di un attimo di tranquillità,quando ho bisogno di pensare. Guardando le luci delle case riflesse sull’acqua mi vengono in mente le parole di Manzoni,il famoso “Addio ai monti” e mi sento un po’ come Lucia, che allontanandosi dalla sua terra natia ripensa nostalgica ai momenti della sua infanzia e della sua giovinezza. Come lei so che la tranquillità del mio paese,di cui tante volte mi sono lamentata,mi mancherà;mi mancherà la sera poter aprire la finestra e osservare l’acqua del lago,staccare per un attimo dalla vita frenetica e pensare. Anche in letteratura spesso, l’acqua o un elemento naturale sono fonte di ispirazione per componimenti poetici. Nell’Allegria di Ungaretti per esempio, il tema della natura è centrale,proprio grazie ad essa, all’io è concesso di ancorare il proprio bisogno di significato di ricerca di un senso della vita. Nel componimento “I Fiumi”, tratto appunto dall’Allegria, Ungaretti, mentre di sera ripensa all’esperienza del bagno fatto nell’Isonzo, si rende conto che l’acqua del fiume ha rievocato il proprio passato riepilogando in se stessa quella di altri tre fiumi(Serchio,Nilo,Senna)rappresentativi di altri momenti della sua vita.

Italiano: Giuseppe Ungaretti, I fiumi

Scienze: fiumelatte, il carsismo

Storia: La resistenza nel lecchese dagli esordi del fascismo fino alla liberazione

BIBLIOGRAFIA
• Dal testo alla storia dalla storia al testo Baldi,Giusso, Razetti,Zaccaria.
• www.fiumelatte.it
• Tutto Varenna
• Wikipedia
• Quaderni habitat Giuseppe Muscio
• Una resistenza Silvio Puccio

Scarica la tesina Un viaggio che parte da un fiume…

Nel triangolo ABC in figura l’angolo in A misura 145°, calcola l’area del triangolo sapendo che …

Nel triangolo ABC della figura l’angolo $B hat A C$ misura 135°. Calcola l’area del triangolo sapendo che i lati AB e AC misurano rispettivamente 16cm e 20cm.

geo1830.png

Costruisco l’altezza CH relativa alla base AB come in figura

geo1830b.png

Il triangolo CAH così ottenuto ha gli angoli di 45°, 45° e 90°, essendo metà quadrato $CH = HA = frac{AC}{sqrt(2)} = 20 / sqrt(2) ~= 14,18$.

L’area del triangolo è quindi $A= frac{ar{AB}*ar{CH}}{2}=frac{16*14,18}{2}~=113,44 cm^2$.

L’evoluzione industriale dal novecento ai giorni nostri

Tesina di maturità per il liceo classico

Indice 3
Prefazione 5
Taylor e Ford: i pionieri dei nuovi processi industriali 9
Industria e guerra: meccanizzazione, tecnologia e organizzazione a servizio della violenza 10
L’industria dell’olocausto: quando lo sterminio diventa l’aberrazione criminale dei nuovi modelli industriali 12
La ricostruzione industriale del dopoguerra; premessa 13
L’industria europea e americana 14
L’industria giapponese 16
Lean production: la sua influenza sull’industria mondiale 18
La rivoluzione degli ultimi trenta anni: un nuovo capitolo nella storia dell’umanità 18
Lo sviluppo industriale cinese: il futuro protagonista dell’economia mondiale 20
La globalizzazione e i paesi emergenti: il G8 diventerà presto il G20 21
Conclusione: quale futuro per l’industria occidentale? 22
Bibliografia

Prefazione

Il 900 fu il secolo che sotto vari aspetti segnò una vera e propria rivoluzione nel settore industriale ed in quello dei metodi di produzione e di organizzazione del lavoro nelle fabbriche. Fu infatti a partire dagli ultimi anni dell’800 che la crisi economica avviatasi intorno al 1873 ebbe termine. Le sue cause strutturali risiedevano in una ondata di speculazioni finanziarie che avevano portato al fallimento di diverse banche e a ciò si aggiunse poi, soprattutto per quanto riguardava il continente europeo, una crisi di sovrapproduzione industriale ed agricola. Il nuovo secolo fu tuttavia caratterizzato da una netta ripresa, che portò all’avvio di un nuovo ciclo di prosperità economica destinato a durare fino alla vigilia del primo conflitto mondiale. Tra il 1900 e il 1914 si assistette ad un notevole incremento demografico legato all’inflessione del tasso di mortalità, che comportò un allargamento del mercato e della domanda dei beni di consumo. Inoltre fu avviato un intenso sfruttamento di nuovi giacimenti auriferi e si assistette ad una rivoluzione dei trasporti, dell’agricoltura e delle industrie, legata all’utilizzo intensivo di nuove fonti energetiche, quali petrolio ed elettricità, nonché all’uso di nuove tecnologie e materiali. Queste innovazioni, unite all’allargamento dei mercati, all’infittirsi dei traffici commerciali e alla maggiore richiesta di beni di consumo, rappresentarono fattori determinanti per la straordinaria evoluzione industriale che da lì in avanti era destinata a segnare, per quanto concerneva metodi di produzione, condizione dei lavoratori e molti altri aspetti, l’inizio di una nuova era di benessere. La portata rivoluzionaria di tali innovazioni sconvolse infatti in positivo, ma anche in negativo, il modo di vivere dei paesi che maggiormente risentirono di questi mutamenti. La grande disponibilità di beni di consumo, fino ad allora riservati a pochi a causa della loro scarsa reperibilità e dell’alto costo, resa possibile anche da nuovi modelli di organizzazione industriale, faceva intravvedere un lungo periodo di prosperità. Le classi meno agiate, le quali erano sempre state escluse dalle comodità ed agiatezze accessibili alla sola nobiltà e alla borghesia, cominciarono a loro volta ad acquistare i beni prodotti in larga scala dalla nascente ”Grande Industria”. L’industria a sua volta diede origine a nuove categorie sociali: la classe operaia ed impiegatizia e la borghesia industriale, che contribuirono a costituire quella sterminata massa di consumatori a cui venivano destinati i beni prodotti. Gli occupati nell’industria diventavano a loro volta clienti, entrando a far parte dell’anello produzione-acquisto-consumo-produzione. La nascita e la “creazione” di nuovi bisogni, quali la mobilità e la casa, contribuì inoltre ad aumentare la richiesta di nuovi prodotti a prezzi sempre più accessibili (automobili, elettrodomestici ecc.). Tuttavia, questa logica dell’efficienza (massimizzare la produttività al minor costo possibile) non sempre venne utilizzata secondo logiche di profitto (finanziarie, commerciali ecc.), ma venne applicata anche in altri settori. Basti pensare agli orrori dei due conflitti mondiali, in cui la nuova industria bellica svolse un ruolo da protagonista nella creazione di armamenti sempre più potenti e micidiali.

Bibliografia

J.P. Womack-D.T.Jones-D.Roods, La macchina che ha cambiato il mondo

Zygmunt Bauman, Modernità e Olocausto Yeffrey

K. Liker, The Toyota Way Federico Rampini, L’impero di Cindia

Federico Rampini, Le dieci cose che non saranno più le stesse

Thomas L. Friedman, Le radici del futuro

Jeremy Rifkin, L’era dell’accesso

Michael Lewis, The New New Thing

Ronald Gibson, Ripensare il futuro

Scarica la tesina L’evoluzione industriale

Suono e rumore

Questa è la filosofia di vita di un produttore di musica elettronica che passa interi pomeriggi nel cercare di trovare nuovi suoni, nuovi rumori, nuove dissonanze, per portare avanti la ricerca avviata da Luigi Russolo, John Cage, Stockhausen, Kraftwerk ecc. Naturalmente, il nostro produttore ha sempre al suo fianco i suoi fedeli compagni di avventure: Campionatore Akai MPD 24, Computer Apple, Sintetizzatore Virus Ti Snow. Ebbene sì: macchine che lo accompagnano giorno dopo giorno nella creazione di nuove forme di musica elettronica. Il nostro produttore vuole dimostrare che un musicista non necessita di abilità nell’usare strumenti musicali, di tecniche assurde ed estremamente complicate nello scrivere musica. A volte anche con delle macchine e con un linguaggio musicale concreto ed efficace si possono creare autentiche opere d’arte. Eppure, dato che non usa strumenti, il produttore del “suono-rumore” viene definito un ARTISTA MEDIOCRE che crea MUSICA SENZA SENSO. Il nostro produttore vuole raccontare la storia dell’era del “suono-rumore”, vuole sottolineare la potenza dell’ideologia alla base di questa e delle complesse tecniche che compongono l’elettronica e la musica dei Rumori. IO voglio dimostrare che il “Suono-Rumore” e la musica elettronica non sono BAGGIANATE, ma ARTE allo stato puro. IO voglio dimostrare che la Macchina vale più di uno strumento. Anche l’Elettronica è arte. Anche L’avanguardia è arte. Anche il Rumore è arte. Anche le Macchine sono arte. Il Titolo indica che l’Elettronica nasce dal Rumore. Dopo questa premessa, buona lettura. scarica la tesina Suono e rumore