Il silenzio della parola

Tesina per il liceo scientifico 

La tesina parla della musicoterapia, essa è una terapia che utilizza la musica come forma di comunicazione non-verbale per instaurare un dialogo sonoro tra paziente e terapeuta

materie:

musicoterapia: Benenzon R.O., Manuale di Musicoterapia, fondamenti di musicoterapia

filosofia: Schopenhauer A., il mondo come rappresentazione, la filosofia della musica

arte: Kandinskij V., lo spirituale nell’arte, la teoria dell’armonica, il rapporto tra arte e musica e tra colore, sentimento e strumento musicale

fisica: il suono

Introduzione

La musica è sempre esistita, da prima ancora che ne rimanesse una traccia storica. Sin dai primordi l’uomo l’ha usata come un vero e proprio linguaggio per comunicare con i propri simili, dapprima con una funzione pratica ed, in seguito, anche con una funzione estetica, traducendo sentimenti e sensazioni in suoni efficaci ed espressivi. La musica può essere considerata una tra le nostre esigenze primarie e rappresenta il linguaggio che preferisce l’anima per comunicare la nostra interiorità. D’altronde come disse Giovanni Paolo II:«Senza l’arte l’uomo resterebbe ampiamente cieco a se stesso, al proprio mondo interiore. essa per la sua natura può far risuonare interiori armonie, solleva intense e profonde emozioni». La musica è una forma di linguaggio non-verbale che parla in primo luogo al corpo e in seconda battuta alla mente ed è in grado di suscitare reazioni emotive e risposte fisiologiche; per questo ha assunto anche un valore terapeutico. Si è notato che la musica favorisce l’espressione, la comunicazione, elementi necessari per superare l’isolamento sociale; essa è anche uno strumento accogliente(vedi sottofondi musicali nei locali, nei centri commerciali, ecc)che favorisce l’emergere di emozioni.

Bibliografia

Benenzon R.O. Manuale di Musicoterapia, ed. Borla, Roma, 1983.
Sito internet del F.I.M. (Ferderazione Italiana Musicoterapeuti)[ www.musicoterapia.it ]
Schopenhauer A. il mondo come rappresentazione, 1819
Schopenhauer A. Parerga e paralipomena, 1851
Kandinskij V. lo spirituale nell’arte, 1911
Amaldi U. fisica: idee ed esperimenti (volume secondo), ed. Zanichelli
Intervista a musicoterapeuta del Dipartimento Salute Mentale – ASL 3 genovese Foto: esperienza di musicoterapia al Dipartimento Salute Mentale – ASL 3 genovese
Immagini: Pablo Picasso e Vasilij Kandinskij Video: esperienza di improvvisazione clinica di Mauro Scardovelli(musicoterapeuta) rielaborazione video e grafici delle onde realizzati da Daniele Zec

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Il colore tra psiche ed emozione

Colore e arte: Vasilij Kandinskij

DELLO SPIRITUALE NELL’ARTE: L’EFFETTO DEL COLORE

Colore e psiche: il disegno infantile

LO SCARABOCCHIO

IL REALISMO FORTUITO

IL REALISMO MANCATO

LA FIGURA UMANA

IL REALISMO INTELLETTIVO O GNOSEOLOGICO

IL REALISMO VISIVO

IL COLORE, CHE GIOIA!

IL SIGNIFICATO DEI COLORI

Il colore nella storia: il nero fascista

Il colore nella letteratura: G. Pascoli e J. Joyce

JAMES JOYCE Dubliners – “THE DEAD”

Introduzione

Nel mondo dell’arte il colore ha sempre svolto una funzione fondamentale, poiché è proprio grazie ad esso che gli artisti dell’antichità hanno potuto esternare in forme, sfumature, passaggi cromatici le loro emozioni e i loro sentimenti più profondi. Particolare importanza assume a questo proposito la figura di Kandinskij che espone le sue teorie sull’uso del colore secondo cui esso può avere sull’osservatore sia un effetto fisico che psichico. Tale riflessione non è, però, da circoscriversi al campo artistico: la psicologia, la pedagogia, ma anche la letteratura ci mostrano come il colore possa rappresentare un efficace strumento di comunicazione e influenzare notevolmente l’animo di chi lo percepisce. Numerosi psicologi hanno affrontato questo tema in relazione al disegno infantile in cui il colore, più della forma, è puro linguaggio emotivo che permette di evidenziare aspetti psichici – altrimenti insondabili – dell’inespresso e dell’inesprimibile. Il colore usato nel disegno diviene simbolo che assurge a significati universali, inconsci, arcaici, ed esprime le emozioni profonde del bambino. Tanto tempo fa, ma non è una fiaba, in una certa fabbrica gli operai si lamentavano con il padrone per il freddo che sentivano nel locale mensa, un locale che aveva le pareti imbiancate con un tono di blu, e chiedevano di aumentare il riscaldamento; il padrone, non essendo di questa idea, fece invece dipingere le pareti con un tono di arancio: il risultato fu che non solo gli operai non avvertivano più il freddo, ma addirittura fu abbassato il riscaldamento. Mi sembra una storia abbastanza convincente per capire quanto il colore possa influire sull’umore degli uomini. A grandi linee, noi viviamo in un mondo dove inconsciamente, cioè per abitudine, senza che neppure ce ne rendiamo conto, il colore ha una sua collocazione ben precisa: questo fin dall’antichità’, perché da sempre a ogni colore era abbinato un significato, ad esempio il rosso è sinonimo di passione e forza, il giallo è vitalità, il blu tranquillità. Quando si pensa al fascismo, da sempre viene in mente il colore nero, sicuramente per il ricordo delle “Camicie Nere”, divisa indossata dai suoi militanti, ma forse anche perché è stato uno dei periodi più travagliati e dolorosi della recente storia italiana. Ecco un esempio di simbologia del colore. Significato simbolico assume il colore anche in ambito letterario. Qui il colore è utilizzato dagli scrittori per generare legami e corrispondenze tra i sensi o rappresentare metaforicamente aspetti e situazioni del reale. Pascoli, ad esempio, insiste sulle intense sensazioni cromatiche dei fiori per suscitare emozioni ed attribuire significati simbolici alle cose: è il caso di “digitale purpurea” e “gelsomino notturno”, in cui il colore rosso allude ad un’accesa sensualità e sottolinea con forza la carica sessuale, è sinonimo di passione, eros. Joyce, invece, in “The Dead” attribuisce significato simbolico alla neve e al suo colore bianco, che associa alla purezza e all’infinito, all’assenza e al vuoto e, analogamente a quanto avviene nelle culture orientali, alla morte. Il colore è una sensazione del cervello causata dall’interazione della luce con la materia. La luce che viene emessa in qualità e quantità differenti dalla materia illuminata, interagisce con il nostro sistema visivo provocando quelle diverse sensazioni alle quali abbiamo dato i più svariati nomi: i nomi dei colori. Ma la luce è energia elettromagnetica, un’energia in grado di indurre cambiamenti nel nostro equilibrio neurofisiologico e di conseguenza anche del nostro atteggiamento psicologico: senza scendere in esempi particolari pensate solo all’effetto diverso che hanno sulla nostra psiche una bella mattinata di sole, una giornata di pioggia, la notte.

BIBLIOGRAFIA INTRODUZIONE:

 • www.colordesign.it  – maggio 2009 • Copyright © Giulio Bertagna color designer

LINGUAGGI DELL’ARTE: KANDINSKIJ • Wikipedia, enciclopedia libera • DELLO SPIRITUALE NELL’ARTE: Dello spirituale nell’arte: L’effetto del colore da W. Kandinsky – Tutti gli scritti vol.2 – ed. Feltrinelli 1973 (http://fralenuvol.com/albero/arte/kandinsky/spirituale_nell_arte_colore  maggio 2009)

PEDAGOGIA – PSICOLOGIA: IL DISEGNO INFANTILE • Renzo Vianello, Da zero a sei anni, Edizioni Junior, Bergamo, 2005; • G. Luquet, Le dessin enfantin, Paris 1927, • Evi Crotti, Alberto Magni, Colori, edizioni Red! • Jacqueline Goodnow, Il disegno dei bambini, a cura di J.S. Bruner, M.Cole, B. Lloyd

STORIA : IL NERO FASCISTA • "Regime fascista italiano, " Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2009 http://it.encarta.msn.com © 1997-2009 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. © 1993-2009 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. • Marco Fossati, Giorgio Luppi, Emilio Zanette, Passato e Presente, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori

LETTERATURA ITALIANA : G. PASCOLI • Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, Dal testo alla storia, dalla storia al testo, Paravia • conoscenze acquisite nel percorso di studio • analisi personale • http://www.tellusfolio.it – maggio 2009

LETTERATURA INGLESE : J. JOYCE • conoscenze acquisite nel percorso di studio • analisi personale

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Il sogno di Urania

Tesina di maturità per il liceo scientifico.

Indice

Introduzione…………………………………………………………………………4

La geometria frattale………………………………………………………………..5

Ludica storica……………………………………………………………….……….8

Perfezione architettonica………………………………………………………….11

Spirale:curva della vita……………………………………………………………14

– Il DNA………………………………………………………………………..14

– Aspetto artistico della spirale….…………………………………………..15

– “Macro-Spirale”…………………………………………………………….17

Conclusione…………………………………………………………………………19

Introduzione

La matematica è spesso ritenuta una disciplina a sé stante, fatta di formule, teoremi ed equazione che sembrano vivere in un mondo parallelo che non tange minimamente la realtà. Io ho sempre pensato tutto il contrario, sin da quando frequentavo le scuole medie inferiori, che la matematica, insieme alla geometria, potessero essere concretamente applicabili a ciò che ci circondava; come si spiegava altrimenti la presenza di forme naturali così simili a quelle descritte dalle funzioni stampate sui libri? Con l’avanzare del tempo e degli studi ho scoperto che alcune formule matematiche, quali le derivate, erano le basi fondamentali dell’economia ad esempio. Mi sono dunque chiesto: è in qualche modo possibile che la matematica oltre che ispiratrice di creazioni umane sia stata, in tempi in cui l’uomo non era presente, Musa del mondo stesso, della natura che ci circonda? O forse è quest’ultima che ha costituito il “mattone” da cui è poi scaturita questa disciplina, nata dall’esigenza di spiegare la realtà, la natura intrinseca delle cose e le sue strutture. È qui che entra in gioco Urania, Musa della Geometria, il cui sogno, secondo la mia modesta interpretazione fu di unificare tutto un mondo di cose sotto un unico tetto solido e allo stesso tempo simbolo di bellezza e armonia, un linguaggio per spiegare precisamente il mondo: la matematica e la geometria. Si apre qui un mondo tutto nuovo per alcuni: l’arte, materia apparentemente agli antipodi della matematica, è invece strettamente legata a essa, risponde in molti casi a logiche matematiche. Oggi, tramite pochi, purtroppo, e semplici esempi, vi mostrerò tali strutture: le armature di edifici imponenti, maestosi e meravigliosi che sono perennemente sotto lo sguardo di ognuno, ma di cui pochi si sono “presi la briga” di aprirne i portoni, di svelarne i segreti. Articolerò quindi il mio discorso in quattro punti in cui, attraverso semplici esempi, farò uno studio delle “cause matematiche” che li hanno “generati”.

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Dalle leggi del moto dei pianeti ai problemi di ottimizzazione [Keplero]

brahe_kepler-wendyfairy.jpg"L’obiettivo principale di tutte le investigazioni del mondo esterno dovrebbe essere la scoperta dell’ordine razionale e dell’armonia che gli è stata imposta da Dio e che Egli ci ha rivelato nel linguaggio della matematica."

"Ora per la prima volta si stanno scoprendo quelle regioni celesti; e non appena qualcuno avrà insegnato l’arte di volare, fra la nostra specie umana non mancheranno i coloni. Chi avrebbe creduto un tempo che la navigazione nello sconfinato Oceano sarebbe stata più tranquilla e sicura che nello strettissimo golfo Adriatico, nel mar Baltico o nella Manica? Siano date le navi e siano adattate le vele al vento celeste, vi sarà gente che non avrà timore nemmeno di fronte a quella immensità.”

Giovanni Keplero (1571-1630), astronomo e matematico.

Nel suo approccio ai problemi scientifici Keplero è una figura di transizione. Come Copernico e i pensatori medievali, era attratto da teorie eleganti e razionali e accettava la dottrina platonica secondo cui l’universo è ordinato da un piano matematico prestabilito. Ma a differenza dei suoi predecessori, aveva uno straordinario rispetto per i fatti osservati. Nella ricerca delle leggi Keplero rivela inventiva nella formulazione delle ipotesi, amore per la verità e una fantasia vivissima che interagisce con la regione, ma senza ostacolarla.

Sebbene abbia immaginato un numero molto grande di ipotesi, non esitò a scartarle quando non coincidevano con i fatti. Nella prefazione al Mysterium cosmographicum scrive: mi accingo a provare che Dio, creando l’universo e regolando l’ordine del cosmo, aveva in mente i cinque corpi regolari della geometria noti fin dai tempi di Pitagora e di Platone e che Egli ha fissato in accordo con quelle dimensioni il numero dei cieli, le loro proporzioni e le relazioni dei loro movimenti.

Le deduzioni che potevano essere tratte da queste ipotesi non erano però in accordo con le osservazioni e Keplero abbandonò perciò l’idea non senza prima aver fatto grandi sforzi per applicarla in una forma modificata. Benché il tentativo di usare i cinque solidi regolari per scoprire i segreti della natura non avesse avuto buon esito Keplero riportò un successo fondamentale nel trovare le eleganti, ma all’epoca sconcertanti, tre leggi matematiche che oggi portano il suo nome.

1) Con la prima legge Keplero ruppe con l’autorità e la tradizione utilizzando l’ellisse invece del cerchio (o degli epicicli): nemmeno Galileo aveva accettato una idea così innovativa.

2) Con la seconda legge fu rigettata l’ipotesi di velocità costante dei pianeti come era stata formulata dai Greci, accettata da Copernico ed inizialmente dallo stesso Keplero.

3) La terza legge afferma che il quadrato del periodo (P) di rivoluzione di ogni pianeta è uguale al cubo della sua distanza media dal Sole (D) a meno di una costante ($D^3 = c* P^2$).

Nel 1987 Herbert Simon, studioso di ricerca operativa, intelligenza artificiale e premio Nobel 1978 per l’economia, presentò assieme ad altri, un software di intelligenza artificiale, denominato BACON.1, in grado di fare scoperte scientifiche per induzione da un insieme di dati. Oltre ai valori di D e P dei vari pianeti al sistema si forniva il tipo di legge tra cui cercare la soluzione ($D^m * P^n = c$). A questo punto BACON.1 forniva la soluzione esatta: m=3; n=-2. Qualunque buon software di regressione non lineare è però in grado di trovare il valore di questi parametri, ma nessuno di essi e neanche BACON.1 è in grado di:

1°) scegliere le variabili da mettere in relazione (D e P);

2°) scegliere la forma della relazione funzionale ($X^m*Y^n = c$).

E’ proprio in questi due punti che sta la grandezza di Keplero e, per quanto riguarda il secondo, si osservi che oggi leggi nella forma di polinomi generalizzati sono un fatto abbastanza abituale, ma non lo erano certo nel XVII° secolo.

Da ragazzo Keplero aiutava il padre, grande amante del vino, nella gestione di una taverna. Forse per questo, quando si trovò nel 1612 in Austria, in concomitanza con una vendemmia eccezionale, si pose il problema della cubatura ottimale delle botti: in pratica, rispettando certi vincoli di stabilità, stoccaggio ecc., si trattava di trovare quella forma della botte che, a parità di materiale impiegato sempre molto costoso, possedesse la capacità maggiore. Alla fine dello studio Keplero si convinse che le botti austriache (dolia austriaca) si avvicinavano molto alla forma ottimale e che certamente erano molto migliori di quelle renane. E’ forse questo uno dei primi esempi di ottimizzazione economica che poi molta parte ebbero nella ricerca di soluzioni ai problemi delle organizzazioni.

Martha Graham, alcune delle implicazioni culturali della grande danzatrice americana protagonista…

Il mio percorso vuole esporre alcuni dei numerosi collegamenti tra l’arte della Graham e la cultura novecentesca, anche attraverso l’uso di filmati d’epoca, per dimostrare come sia una figura da poter collocare senza dubbio alla pari con letterati e filosofi trattati dai programmi delle scuole istituzionali.

Introduzione: La figura di Martha Graham

Storia: La Grande Depressione del ’29, La Danza Moderna come risposta alla Crisi

Storia dell’Arte: La collaborazione con Isamu Noguchi in "Frontier"(con breve estratto video)

Filosofia: Jung, Gli Archetipi dell’Inconscio collettivo, l’utilizzo degli Archetipi in "Night Journey"(con breve estratto video)

Letteratura inglese: James Joyce, mithical method in Ulysses, the use of Archetypes, the parallel Ulysses-Night Journey

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Il gioco del 15: i vincitori della mitica maglietta Matematicamente.it Winner

tshirt100.jpgNel gioco del 15 occorre ordinare le tessere numerate da 1 a 15, lasciando lo spazio vuoto in basso a destra. I primi tre che alle ore 22.00 del 31 agosto saranno primi in classifica, quindi i tre iscritti al sito che hanno realizzato il punteggio minore possono chiedere gratuitamente la t-shirt Matematicamente.it-Winner. Per ottenere il punteggio occorre risolvere tutti i livelli del gioco, nel minor numero possibile di mosse.

I vincitori sono: lucaprof, flagello, R1uzaky. Devono contattare l’amministratore del sito del chiedere la maglietta.
VAI al gioco del 15 >>>

Il libro della natura è scritto in lingua matematica o oscuro labirinto? [Galilei]

galileo1.jpg"La filosofia naturale è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi, io dico l’universo, ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri nei quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.” Il Saggiatore, Galileo Galilei (1564-1642), fisico, astronomo, scrittore.

" Salvati: … le scienze matematiche pure, cioè la geometria e l’aritmetica, delle quali l’intelletto divino ne sa ben infinite proposizioni di più, perché le sa tutte, ma di quelle poche intese dall’intelletto umano credo che la cognizione agguagli la divina nella certezza obiettiva."
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo galileo2.jpg

Una questione che divide con passione gli esperti del settore, ma anche la gente comune (come me) è senza dubbio la questione se la matematica sia una creazione umana, come il linguaggio, o una scoperta di qualcosa di indipendente dall’uomo (ad esempio nuovi continenti, per essere concreti o le idee di Platone per essere astratti). Non v’è dubbio che Galilei, come Pitagora, propenda per la scoperta, ma anche molti logici e matematici moderni sono di opinione simile, valgano per tutti: Hardy, Goedel, Penrose, Bombieri.

A me sembra ragionevole la posizione di Popper: la matematica è stata creata da menti umane (ad esempio i numeri naturali per contare cose o animali – vedi anche la prima scheda relativa ai Sumeri), ma da essa gli uomini hanno tratto più di quanto ci hanno messo (vedi ad esempio i numeri primi certamente scoperti da una investigazione astratta e non inventati con intenzionalità). E’ curioso però osservare che proprio i numeri primi, apparentemente così poco utili, siano alla base della soluzione di problemi concreti molto attuali come quelli della crittografia e della sicurezza informatica.

Dunque una seconda questione è: matematica pratica o astrazione? Chi volesse approfondire queste tematiche può, in questo sito, consultare il Forum relativo alla filosofia della scienza (matematica: creazione o scoperta; pratica o astrazione).

Più di chiunque altro, Galileo è il fondatore della metodologia della scienza moderna, egli decise che in fisica, in contrasto con quanto avviene in matematica, i principi primi devono essere derivati dall’esperienza e dalla sperimentazione. Il modo per ottenere principi corretti e fondamentali consiste nel prestare attenzione a ciò che dice la natura piuttosto a ciò che preferisce la mente (evidente il contrasto con Descartes che riteneva i sensi più soggetti all’illusione di quanto fosse la mente).

A differenza degli aristotelici e degli scienziati tardomedioevali, che si erano aggrappati alle qualità che ritenevano fondamentali e che studiavano l’acquisto e la perdita di qualità o discutevano sul significato delle qualità, Galileo si proponeva di trovare degli assiomi quantitativi e questo cambiamento è della massima importanza. Egli dileggiava coloro che a suo avviso erano "filosofi in libris": sapienti che, di fronte a un evento naturale, usavano dotte bibliografie e non si curavano di dati sperimentali o di dimostrazioni matematiche.

L’affermazione che un corpo cade perché ha peso fornisce la causa effettiva della caduta e l’affermazione che esso cerca il suo luogo naturale ne dà la causa finale. L’enunciato quantitativo v=9.8 t (v: velocità del grave; g=9.8: accelerazione di gravità, t: tempo trascorso) invece non da nessuna spiegazione del perché una palla cade; essa ci dice soltanto come la velocità del grave varia con il tempo.

In altre parole le formule non spiegano, descrivono. La conoscenza della natura di cui Galileo andava in cerca era di tipo descrittivo.

Nelle Due nuove scienze egli scrive: "La cagione dell’accelerazione del moto dei corpi che cadono non è parte necessaria della nostra ricerca".

La decisione di Galileo di puntare alla descrizione (come è per i modelli della scienza contemporanea) fu l’idea più profonda e più fruttuosa che fosse mai venuta in mente ad alcuno intorno alla metodologia scientifica. La scienza era giunta a dipendere fortemente dalla matematica, pertanto furono gli scienziati che estesero il dominio e le tecniche della matematica, ma la molteplicità dei problemi forniti dalla scienza diede ai matematici numerose e importanti direzioni di sviluppo per la loro attività creativa. Vedi: Morris Kline, Storia del pensiero matematico (L’approccio alla scienza di Galileo), Einaudi 1999.

Galileo con il suo metodo, che univa il ragionamento matematico all’osservazione sperimentale, creò le basi per la moderna ricerca scientifica. Inoltre, la sua scelta di scrivere in volgare con uno stile semplice ma di grande valore letterario, anziché in latino all’epoca linguaggio dei dotti, gettò le basi della comunicazione scientifica e del problem solving in modo di poter avere la più ampia diffusione.

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Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo

Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze

 

 

 

In una semicirconferenza è inscritto il trapezio isoscele ABCD il cui lato AD è metà

In una semicirconferenza di diametro AB è inscritto il trapezio isoscele ABCD il cui lato AD è metà della base maggiore AB. Determinare il perimetro e l’area del trapezio sapendo che è verificata la seguente relazione:

$2/7 ar{AB} +2/3 ar{AD}=36cm$

 


geo-212358.jpg

Pongo $ar{AB}=x$

si ha $ar{AD}=1/2 x$

Sostituendo nella relazione data si ha

$2/7 x + 2/3 * 1/2 x =2,6

$2/7 x +1/3 x =2,6$

m.c.m.=21

$6x+7x=54,6$

$x=frac{54,6}{13} = 4,2cm$

$ar{AB}=4,2cm$

$ar{AD}=2,1cm$

AOD è un triangolo equilatero di lato $l=2,1cm$

$ar{DH}=l/2 sqrt(3) = frac{2,1}{2}*sqrt(3)=1,81cm$

$AH=l/2 = frac{2,1}{2}=1,05$

$DC=AB-2AH=2l-2*l/2=l=2,1cm$

$2p(ABCD)=5*2,1cm=10,5cm$

$A(ABCD)=frac{(4,2+2,1)*1,82}{2}=5,72cm^2$

Equazioni di primo, secondo, terzo e quarto grado

articoli09.jpgIl capitolo 13 del formulario completo di matematica: 1. Principi di equivalenza, 2. Equazioni di primo grado, 3. Equazioni di secondo grado, 4. Relazioni fra i coefficienti e le radici di un’equazione di 2° grado, 5. Regola dei segni o regola di Cartesio (equazioni di 2° grado), 6. Scomposizione di un trinomio di secondo grado, 7. Equazioni parametriche di 2° grado, 8. Equazioni riconducibili a equazioni di secondo grado, 9. Equazioni di terzo grado, 10. Equazioni di quarto grado.

In un trapezio isoscele la base maggiore è il doppio della base minore, il lato obliquo è i…

In un trapezio isoscele ABCD la base maggiore AB è il doppio della base minore CD e il lato obliquo BC è i $5/8$ della base minore. Sapendo che il perimetro del trapezio è di 68cm, determinare le misure dei lati e l’area del trapezio.

geo-2332.png

$AB=2DC$

$BC= 5/8 DC$

$2p=68cm$

posto $ar{DC}=x$ si ha

$ar{AB}=2x$

$ar{BC}=5/8 x$

Da cui

$2p=x+2x+2*5/8 x = 68$

$3x+5/4 x =68$

$frac{12x+5x}{4}=68$

$17/4 x =68$

$x=68*4/17 =16$

$ar{DC}=16$

$ar{AB}=32$

$ar{BC}=5/8 16 = 10 = ar{AB}$

$ar{DH}= sqrt(AD^2-AH^2)

dove $AH=frac{AB-DC}{2}=8$

$ar{DH}=sqrt(10^2-8^2)=sqrt(100-64)=sqrt(36)=6cm$

$A= frac{(32+16)*6}{2}$

Il minimo solare e le sue correlazioni con il clima

red_sun_big-fdecomite.jpgStiamo vivendo uno dei periodi di riscaldamento globale più importanti dell’era moderna. Prendendo spunto dall’eccezionale minimo solare riferito al ciclo 23, cerchiamo di capire quali possono essere e quali potrebbero essere stati i risvolti dei minimi solari sul nostro clima.
Da http://www.meteoscienze.it/

Gli anni che stiamo vivendo sono segnati da una grande emergenza “il global warming” . Da quando l’IPCC (Intergovernamental panel on climate change) ha dato l’allarme sul pericolo di un inarrestabile incremento delle temperature globali, il tema del clima è sempre all’ordine del giorno, e periodicamente ritorna agli onori della cronaca per la spiegazione più o meno allarmistica, più o meno scientifica di questo o quel fenomeno atmosferico e non (come dimenticare chi imputò ai cambiamenti climatici l’arcobaleno al contrario cioè un arco circumzenitale fenomeno neanche tanto raro causato dalla rifrazione dei raggi solari da parte di minuscoli cristalli di ghiaccio che formano i cirri, nubi alte e stratiformi che popolano il cielo, apparso il 14 settembre a Cambridge) (www.svipop.org). Ebbene questo non è l’unico periodo nel quale il nostro globo è stato interessato da un riscaldamento, c’è chi potrà citare l’optimum climatico del medioevo, ma pochi citeranno il GW fra le due guerre mondiali. Eppure se si considera il range di crescita delle temperature e il periodo nel quale questa crescita avvenne, e mettiamo a confronto i due periodi storico-climatici in gioco, noteremo alcune interessanti analogie.

Iniziamo con la durata del riscaldamento. Possiamo ragionevolmente datare l’inizio del riscaldamento fra le due guerre, prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Infatti se analizziamo il grafico delle anomalie medie globali dal 1880 a oggi, noteremo proprio in concomitanza del 1909 un minimo di anomalia globale di -0.3808°C, da quel momento in poi gradatamente ma costantemente le temperature iniziarono a risalire fino al 1944 quando le anomalie termiche raggiunsero il massimo di 0.2134°C. Facciamo ora due conti, il periodo di crescita fu di 35 anni e il range di crescita fu dell’ordine di 0.5942°C con un tasso di crescita annuo di 0.017°C/anno.

Vediamo invece il GW attuale e analizziamone l’andamento. Possiamo ragionevolmente datare l’inizio del GW attuale nell’anno 1976, quando la temperatura globale, scesa nel frattempo dai picchi degli anni ’40 dopo un trentennio di sali scendi poco significativi iniziò la sua ascesa inarrestabile. Vediamo che quell’anno la anomalia globale delle temperature raggiunse un minimo di – 0.1107. Analizzare ora il GW attuale diventa quasi fare un lavoro di cronaca quotidiana, comunque come la maggior parte di noi sa, il picco dell’attuale GW è stato raggiunto nel 2005 con una anomalia media globale di + 0.6045, con una crescita dell’ordine di 0.7152 in 29 anni a un tasso di crescita annua di 0.024°C/anno.

Diciamo subito che il GW attuale pare esser più pesante di quello degli inizi del 1900 con un tasso annuo di crescita che considerando il 1976 come punto di partenza sarebbe sensibilmente maggiore di quello degli inizi del ‘900. Però a questo proposito occorrerà fare delle precisazioni. Abbiamo preso come anno di partenza del GW il 1976. Ma l’anno 1976 costituisce un dato al quanto particolare rispetto a quelli che lo hanno preceduto; infatti, come detto, gli anni che seguirono al picco del 1946 furono caratterizzati da una andamento alterno delle temperature con periodi caratterizzati da decrescite (fine anni ’40 inizio anni ’50) e da periodi invece caratterizzati da incrementi (fine anni ’50 inizio anni ’60) poi ancora decrementi alla fine degli anni ’60, con gli anni ’70 che alternarono ad annate “calde” annate fredde, con il 1976 appartenente a un mini ciclo freddo 1974-76. Quindi sbaglieremmo a definire come punto di partenza del GW attuale il 1976, o meglio sbaglieremmo a segnare come punto minimo di temperatura i – 0.1107°C di temperatura del 1976, più propriamente dovremmo a questo punto segnare come temperatura media globale di riferimento per l’analisi dell’entità del GW attuale proprio una media termica pari a 0. Così facendo fermo restando il periodo di incremento di 29 anni avremmo un incremento di +0.6045 quasi uguale all’incremento di 0.5942°C degli anni ’20-’30 con un tasso annuo di crescita ragionevolmente confrontabile con quello fra le due guerre (0.020°C/anno). Detto questo verrebbe da porsi questa domanda: quali furono le cause del GW fra le due guerre? Possiamo spiegare almeno parte dell’attuale GW partendo dalle cause del GW fra le due guerre?

E’ quello che cercheremo di analizzare in questo studio. Diciamo subito che la risposta a queste due domande potrebbe esistere e potrebbe scaturire dall’analisi di alcune interessanti correlazioni. Tutto nasce dall’analisi di particolari parti del nostro sole dette: macchie solari.

Prima di continuare sarebbe opportuno spiegare ai lettori cosa si intende per macchie solari: sulla superficie del sole, denominata fotosfera, ad intervalli di circa 10-11 anni, appaiono aree scure in numero e dimensioni molto variabili, nelle quali si osserva una zona centrale detta ombra, contornata da un bordo più luminoso, penombra. Nel loro interno la temperatura è più bassa rispetto al territorio circostante. A queste zone scure, sede di intensi campi magnetici, è stato dato appunto il nome di macchie solari. Esistono varie testimonianze della loro osservazione da parte di osservatori cinesi già diverse centinaia di anni prima di Cristo. (Storia dell’ Astronomia di Davide Mauro pubblicato da CODAS-Siracusa) Anche se è necessario arrivare a Galileo per rintracciare in seguito notizie importanti di osservazione di macchie solari. Da allora le osservazioni si sono moltiplicate e dobbiamo a Schwabe il merito di aver scoperto che le macchie solari si ripresentano ciclicamente con un massimo (sole attivo) ed un minimo (sole quieto), con frequenza di circa dieci-undici anni. Osservazioni ancora più accurate furono compiute da Wolf, che nel 1848, dall’Osservatorio di Zurigo, introdusse il numero relativo giornaliero delle macchie, numero ancora oggi definito "numero di Wolf".

Analizzando il grafico seguente, indicante il numero di macchie solari annuali, balzano subito all’occhio due evidenti discontinuità dove l’attività solare ha subito un rallentamento vistoso, tale da rendere la superficie quasi del tutto priva di macchie. La prima detta “ minimo di Maunder” dal 1630 al 1720, del quale non si è ancora trovata una spiegazione sufficientemente scientifica, portò a una notevole recrudescenza degli inverni molto rigidi e nevosi in Europa, tanto da essere ricordati come i peggiori del secolo 17° e la famosa epidemia di peste ricordata dal Manzoni nei Promessi Sposi ne fu una conseguenza. La seconda detta “minimo di Dalton” rilevata fra il 1798 e il 1840 fu secondo alcuni studiosi la responsabile della cosiddetta PEG (piccola era glaciale) responsabile di inverni molto rigidi in Europa ( ne sa qualcosa Napoleone sbaragliato dal terribile inverno russo del 1812). (www.astroscenze.org )

Sarà ora interessante analizzare se anche minimi solari meno evidenti di quelli già citati possano aver avuto un ruolo nell’andamento del clima globale.

Dando un’occhiata al grafico degli andamenti delle macchie solari annuali dal 1610 ad oggi, e confrontando il grafico con l’andamento delle anomalie termiche globali già visto in precedenza ho notato alcune interessanti correlazioni: prima di tutto pare non esserci alcuna relazione fra andamento termico e massimo solare, nel senso che a massimi solari molto forti (con numero di macchie solari molto alto) non corrisponde apparentemente né un aumento né una diminuzione della temperatura.

Diversamente possiamo notare come a minimi molto lunghi e con pochissime macchie siano sempre seguiti periodi di raffreddamento. In questo contesto possiamo pensare, per esempio ai due minimi fra il 1810 e il 1820 celebri per essere stati inglobati in un unico grande minimo (in quella occasione anche i massimi solari furono poco intensi) chiamato Minimo di Dalton al quale periodo seguì la celeberrima PEG (Piccola Era Glaciale) o ai due minimi 13 e 14 degli inizi del ‘900 anch’essi estremamente lunghi e con poche macchie ai quali minimi seguì un raffreddamento che continuò, come visto, fino al 1909 oppure il minimo del 1954 appartenente al ciclo 18 al quale seguì il terribile inverno 1956.

Sembrerebbe quindi come a minimi molto bassi corrispondano raffreddamenti, ma è sta qui la risposta alle domande che ci siamo posti: è possibile correlare i due global warming analizzati in precedenza con l’andamento dei cicli solari e più precisamente con i suoi minimi? Ebbene esistono due importanti analogie fra gli anni ’20-’30 e quegli attuali: tutti e due questi periodi furono caratterizzati da minimi solari consecutivi con attività solare più alta rispetto ai minimi precedenti, infatti gli anni del primo GW furono contraddistinti dai cicli 15, 16, e 17 con minimi aventi un numero di macchie solari decisamente maggiori rispetto ai minimi precedenti, mentre nell’attuale GW i cicli 20, 21, 22 hanno avuto minimi con attività solare record. A questo punto però la domanda nasce spontanea: può essere solo colpa di questi minimi solari con attività record? La risposta è no. Infatti una spiegazione sic et sempliciter non spiegherebbe alcune anomalie: infatti sappiamo bene come il GW degli ultimi anni abbia due velocità; con un incremento delle temperature maggiore nell’emisfero australe e minore in quello boreale, mentre un GW dettato dai minimi solari dovrebbe incidere in maniera uguale in tutti e due gli emisferi.

Poi esiste il problema di spiegare come il GW sia iniziato solo nel 1976 quando il primo “grande minimo” fu il 19 attorno alla metà degli anni ’60. Ebbene esistono altre due forzanti a mio avviso corresponsabili di entrambi i GW analizzati: gli indici AMO (Atlantic multidecadal Oscillation) e PDO (Pacific decadal oscillation) ovvero le oscillazioni delle anomalie termiche rispettivamente del Oceano Atlantico e di quello Pacifico. Essi furono entrambi positivi nel lasso di tempo compreso fra il 1920 e il 1940 in corrispondenza del primo GW e nel lasso temporale compreso fra il 1996-2008 proprio nel periodo di massimo incremento del GW attuale. Ora è facile intuire come livelli positivi delle anomalie termiche oceaniche dei più grandi mari dell’emisfero Boreale possano avere influito soprattutto sull’aumento delle temperature del nostro emisfero rispetto a quelle dell’emisfero nostro opposto.

A questo punto rimane solo una domanda. Gli indici AMO e PDO entrambi positivi proprio in concomitanza con i due picchi delle anomalie termiche dell’inizio del secolo e attuale sono solo coincidenze o sono legati ai minimi solari? Alcuni studiosi pensano di sì. Intanto una conferma sulle cose che abbiamo detto in questo studio la potremo avere già nell’anno 2009 analizzando i dati delle temperature medie globali. Potrebbe insomma questo minimo essere responsabile di un decisivo cambio di rotta nell’ apparentemente inarrestabile Global Warming? Vedremo. Intanto questo eccezionale minimo numero 23 ci da la possibilità di studiare in maniera privilegiata gli effetti che un minimo solare prolungato hanno sul nostro clima.

Fonti
Prima immagine :NOAA
Seconda immagine: Grafico sugli sun-spot numbers annuali tratto da uno studio del Dott. Angelico Brugnoli. Università di Milano. Centro di ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali, diretto dal Prof. Umberto Solimene.

Dizionario tecnico scientifico wiki

dictionary_macro-antares67.jpgAbbiamo avviato un dizionario tecnico scientifico in modalità wiki al quale possono collaborare tutti, per ampliarlo e arricchirlo. Attualmente ci sono già alcune centinaia di voci, alcune delle quali solo abbozzate. Il dizionario si interfaccia con il forum: ogni volta che nel forum viene usata una parola tecnica presente nel dizionario viene creato un link alla voce. Ci sembra un buon strumento di consultazione e di ripasso rapido delle nozioni più ricorrenti. Si spera in una vostra collaborazione per arricchire il dizionario e farlo diventare un punto di riferimento sul web, in modo specifico per la matematica. Vai al dizionario tecnico-scientifico>>>

Tra pochi giorni una storica eclisse di Sole

terra.jpgSta per verificarsi una Eclisse Totale di Sole, si tratta di una eclisse “storica”, la cui durata non sarà eguagliata da altre eclissi in questo secolo. Si verificherà il prossimo 22 Luglio 2009. Le precedenti, come quella del 1999 in Romania, o quella del 2006 nel Mediterraneo, ebbero una durata di circa 2 minuti, nella fase di totalità. La prossima invece avrà una durata record di oltre 6 minuti e 30 secondi. Questa particolare lunghezza è da attribuirsi ad una serie di circostanze:

◦La Terra sarà all’Afelio (il punto più distante dal Sole), quindi la nostra stella apparirà più piccola;

◦La Luna sarà al perigeo (il punto più vicino alla Terra), quindi il nostro satellite apparirà più grande.

Questo permetterà quindi alla Luna (angolarmente più grande) di oscurare il Sole (angolarmente più piccolo), per una durata molto maggiore.

L’unico problema è che questa eclisse inizierà nell’Oceano Pacifico, toccherà la Cina (a partire da Shanghai) e proseguirà fino all’India settentrionale.

Seguirò questa eclisse storica nel tratto di Oceano tra Cina e Giappone, a bordo della Nave Costa Allegra che ci permetterà, in caso di condizioni meteo sfavorevoli, come già accadde nel Mediterraneo in occasione dell’eclisse del 2006, di portarci per tempo verso cieli liberi e tersi da cui godere dell’evento.

 

Ovviamente, essendo dall’altro capo del Mondo, ne approfitteremo per trascorrere un paio di settimane tra Cina, Giappone e Corea del Sud.

Vito Lecci

http://www.sidereus-nuncius.info/

 

Il numero 9 completo di Matematicamente.it Magazine

anniebeegreen_dice.jpgLa copertina di questo numero è dedicata ai dadi da gioco, oramai ne esistono di tanti tipi. l’articolo di Giuseppe De Cecco è infatti dedicato ai poliedri regolari e ai possibili dadi da gioco, cioè ai poliedri probabilisticamente regolari. Nicola Chiriano ci presenta un’esperienza didattica sulle trasformazioni geometriche nel piano, in particolare sulle trasformazioni del gatto Arnol’d ormai abituato a essere deformato in ogni direzione. Io ho ripreso un mio vecchio articolo sul Programma di Erlangen di Felix Klein, a mio avviso sempre attuale nella didattica della matematica; l’articolo era stato pubblicato in un volumetto sul Programma di Erlangen, edito nel 1998 dalla Editrice La Scuola. Luca Francesca ci descrive il fascino delle strutture che ampliano gradualmente la linea d’orizzonte delle conoscenze matematiche. Ivano Bilotti ci parla di rapporti armonici e di musica. Anche Giuseppe Di Saverio riprende il tema del rapporto tra la matematica e l’arte, la poesia in particolare. Michele Mazzucato ci parla di topografia pratica, dei problemi legati alla valutazione delle coordinate geografiche di un qualsiasi luogo del globo terrestre.

INDICE
107. “Affelinità” nel piano di NICOLA CHIRIANO

108. Felix Klein e il programma di Erlangen, quadro storico-biografico di ANTONIO BERNARDO

109. La regolarità per i poliedri e i dadi da gioco di GIUSEPPE DE CECCO

110. Le fondamenta: le strutture matematiche di LUCA FRANCESCA

111. Armonie matematiche di IVANO BILOTTI

112. Data Mining: esplorando le miniere alla ricerca della conoscenza nascosta di GAETANO ZAZZARO

113. Coordinate geografiche di un qualsiasi luogo del globo terrestre ricavate dalla misura di angoli orizzontali di una tripletta stellare di MICHELE T. MAZZUCATO

114. Matematica e Arte di GIUSEPPE DI SAVERIO

ico-pdf.pngscarica liberamente la rivista di matematica Matematicamente.it Magazine N9 aprile 2009

16 sudoku da stampare – luglio 2009

sudoku.jpgScarica e stampa 16 sudoku di diverso livello: molto facile, facile, medio, difficile. Il popolare gioco con i numeri nel quale occorre riepire tutti i riquadri con i numeri da 1 a 9, senza ripetere le cifre.


Per scaricare più velocemente i file fai clic con il tasto destro del mouse e scegli l’opzione "Salva oggetto con nome…"

ico-doc.jpgScarica i Sudoku da stampare nel formato Word

ico-pdf.pngScarica i Sudoku da stampare nel formato pdf

Esercizio di statistica su retta di regressione e bontà di adattamento

La direzione di una catena di fast-food ha effettuato una rilevazione dei costi in migliaia di euro (Y) in relazione alle presenze giornaliere in migliaia di unità (X), i risultati sono riportati in tabella

X 2 3 4 1

y 9 13 17 5

Disegnare il grafico di dispersione Determinare la retta di regressione Disegnare la retta di regressione Calcolare il coefficiente di determinazione lineare o bontà di adattamento

Osservazione e sperimentazione [F.Bacone]

fbacone.jpg"…la storia naturale e sperimentale è tanto varia e sparsa, che confonde e disgrega l’intelletto, se non è fissata e disposta secondo un ordine idoneo. Perciò si debbono preparare "tavole" o "condizioni delle istanze", disposte in modo tale che per mezzo di esse l’intelletto possa lavorare attivamente..: tabula presentiae (che registra tutti i casi in cui il fenomeno in studio si verifica), tabula absentiae (che registra i casi in cui il fenomeno non si verifica), tabula gradum (che studia la correlazione tra aumenti e diminuzione dei fenomeni)." Novum Organum, Francesco Bacone (1561-1626), filosofo ed epistemologo.

fbacone-tabella.pngRispetto al Medio Evo il mondo di Bacone era cambiato radicalmente: la polvere da sparo, l’invenzione della stampa, e la bussola avevano rivoluzionato il modo di vivere. A quei tempi, per una nazione, avere un esercito munito di fucili era come avere oggi la bomba atomica. Basta pensare cosa fecero gli spagnoli e i portoghesi in America Latina: pochi uomini, ma attrezzati, riuscirono a conquistare un intero continente.

Bacone amava l’induzione e disprezzava la deduzione e con essa il sillogismo di Aristotele. Amava poco anche la matematica ritenendola poco sperimentale. Qualcuno un giorno, ha messo in giro la voce secondo cui Bacone in realtà era stato Shakespeare. Ma chi era Shakespeare? Un attorucolo e basta? Poteva un attorucolo scrivere 37 drammi tra cui Amleto, Macbeth, Otello, Romeo e Giulietta, ecc.? Certo che no. E allora vuoi vedere che è stato Bacone a scriverli? (vedi: Mondadori 2005, Storia della filosofia di L. De Crescenzo).

Bacone non fu uno scienziato in senso stretto ma ebbe il merito di porre il problema del metodo della ricerca scientifica, nonché quello di intuire i profondi cambiamenti che la scienza avrebbe portato nella storia delle organizzazioni umane. E’ stato il profeta dell’età industriale ed ha incarnato un nuovo tipo di cultura e prodotto, una rivoluzione profonda nel campo del sapere. Bacone ha criticato tutta la filosofia antica e medioevale perché astratta e improduttiva: ha osato condannare Platone e Aristotele come sofisti e chiacchieroni impegnati solo a prevalere sull’avversario nelle dispute verbali; ha anche rifiutato gran parte della scienza rinascimentale perché impastata di superstizione e fantasie (vedi: Oscar Mondadori 2003, Le parole dei filosofi a cura di Carlo Sini).

Bacone utilizza alcune similitudini per riassumere l’atteggiamento dei pensatori nel risolvere i problemi: i filosofi metafisici sono come ragni che tessono belle e ingegnose ragnatele che fluttuano nell’aria; gli empiristi quali gli alchimisti sono come formiche che raccolgono e ammassano quantità di materiale senza creare da esso nulla di nuovo; gli scienziati moderni invece dovrebbero comportarsi come le api che lavorano insieme per raccogliere informazioni e trasformarle. Gli scienziati dovrebbero interpretare i dati che provengono dall’esperienza, effettuare esperimenti e lentamente costruire la nostra conoscenza del mondo (vedi Logos 2005, Cento filosofi, Peter J. King).

Per quanto riguarda la parte costruttiva (Adstruens) del Novum Organum le tabelle di Bacone, intese a quantizzare sperimentalmente i fenomeni indicando la presenza, il grado e la correlazione, rappresentano ancora oggi, magari con alcune varianti, lo strumento principale usato dalle aziende, e più in generale dalle organizzazioni di ogni tipo, per monitorare i processi fondamentali relativi a: qualità e produzione, marketing, contabilità e finanza, risorse umane, ricerca e sviluppo, ecc..

 

Luky è il vincitore di ottobre del torneo di scacchi

jens_gyldenkarne_clausen-chess.jpgLuky vince il premio di ottobre del trofeo di scacchi Matematicamente.it.

Partecipa anche tu al torneo di scacchi on line in palio: 1° premio coppa e PalyStation3; 2° classificato coppa e PlayStation Portable, 3° classificato coppa e libro Gli scacchi di Luca Pacioli; gadget per tutti i primi 10 classificati.

Gli altri vincitori di quest’anno

Nato Pigro (Giorgio Ricca, prov. Imperia) è il vincitore di Settembre.

Pisolo (Paolo Monti di Cassina de’ Pecchi (MI) è il vincitore di Agosto.

Battista_l è il vincitore di Luglio.

Firkle (Fabio Biagi di Carrara) vince il premio di Giugno.

Amandy (Andrea Mandelli di Pesaro) vince il premio di Maggio.

Paololuigi (Paolo Cavalli di Mediglia, MI) vince il premio di Aprile.

Cpeg52 (Antonio Motta di Usmate Velate, MI) – vince il premio di Marzo. 

Bomber92 (Alberto Pomaro di Ospedaletto Euganeo, PD) – vince il premio di Febbraio. 

Bond Alitalia, perché rimpiangere Air France

beppe_scienza.jpgLa soluzione adottata dal governo Prodi prevedeva, a conti fatti, un 70 per cento in più rispetto a quanto si otterrà con la soluzione individuata dal governo Berlusconi. Al contrario è andata bene a chi, speculando, comprò Alitalia convertibili per esempio nell’estate 2004 anche sotto i 70 euro. I possessori di titoli Alitalia hanno tirato un sospiro di sollievo. L’ultimo consiglio dei ministri ha infatti deciso di migliorare nettamente la precedente offerta del Tesoro. A fronte di 100 euro nominali di obbligazioni Alitalia 7,5% 2010 si otterranno Btp infruttiferi con scadenza 31-12-2012 per 71 euro, cifra tonda. www.beppescienza.it

A prima vista la cosa non si presenta molto male. È il doppio esatto di quanto era stato disposto con la conversione del cosiddetto decreto “Mille proroghe”, suscitando reazioni veementi pure in giornali usi ad applaudire qualunque trovata del governo Berlusconi. Ma soprattutto molti hanno in mente gli 85 euro della bozza dell’offerta di Air France per l’acquisizione di Alitalia. Vista così, la differenza è contenuta: 71 euro sono solo il 16% in meno.

Però in realtà quegli 85 euro avevano tutt’altro significato. A quella cifra il Tesoro si impegnava a cedere la propria quota del prestito (443 milioni di euro) alla compagnia area franco-olandese, riducendo così il fardello di un debito molto oneroso.

Invece gli altri obbligazionisti si sarebbero tenuti ben stretti i loro titoli. Venute meno le prospettive di fallimento, sarebbero saliti non solo sopra 85 ma addirittura oltre 100. Lo dicevano a chiare lettere – anzi a chiare cifre – i prezzi delle obbligazioni di Air France già sul mercato.

Per un risparmiatore la soluzione elaborata dal governo Prodi significava incassare la cedola del 2009, quelle del 2010 e il rimborso alla pari – cioè a 100 – il 22 luglio del prossimo anno. Sarebbe stato oltre il 70% in più in termini finanziari. Si veda la tabella in basso, che tiene conto dei diversi aspetti delle due alternative, fra cui l’assenza d’interessi per i Btp offerti in permuta.

Resta un fatto che per un risparmiatore accettare l’offerta è una scelta scontata. Tutto fa pensare che dalla procedura fallimentare verrà fuori molto meno e forse quasi nulla. Un discorso diverso si potrebbe poi fare per chi ha obbligazioni per più di 140.905 euro di nominale, a causa del tetto di 100.000 euro di Btp a testa. Ma è un discorso che riguarda pochi soggetti.

Difesa del risparmio. A parte il confronto con la soluzione Air France, ci si può chiedere se sia stato rispettato l’impegno di tutelare il risparmio, più volte ribadito da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Vediamo in particolare come è andata a chi abbia tenuto le Alitalia dall’emissione, il 22 luglio 2002. Ciò implica tener conto di diverse variabili, compresi gli aumenti di capitale, e per i dettagli dei calcoli rinvio alle mie pagine Internet presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino (http://www.beppescienza.it/).

Il rendimento ottenuto risulta inferiore allo 0,5% annuo. Non un disastro, ma meno dell’inflazione, anche supponendola bassissima da adesso al 2012. È andata bene invece a chi, speculando, comprò Alitalia convertibili per esempio nell’estate del 2004 anche sotto i 70 euro.

Un regalo agli azionisti. Ma non è per le obbligazioni che la vicenda Alitalia appare un unicum nella storia della finanza. Piuttosto quando s’è mai vista una società fallita i cui azionisti recuperino così tanto? Il Tesoro offrirà 0,2722 euro per ogni azione, quando il concambio coi titoli di Air France era nell’ordine degli 0,10 euro, che si sarebbero ridotti circa alla metà.

In ogni caso tutto ciò conferma che era fondato ritenere l’investimento in Alitalia in qualche modo protetto, grazie al controllo da parte dello Stato. Mica ha ricevuto indennizzi dal Tesoro chi investì in titoli Cirio, Parmalat, Fantuzzi o Giacomelli!

Gli obbligazionisti Alitalia rimpiangono Air France

    valori nominali  valutazione totale a fine 2010
L’offerta del Tesoro  Btp scadenza 31-12-2012 senza cedole 70,97  68,21
La soluzione di Air France

cedola 2008 
cedola 2009
cedola 2010
cedola e rimborso finali

6,56
6,56
6,56
102,03

116,39
pari a +71%  

La tabella mostra che la soluzione Air France sarebbe stata molto più vantaggiosa per gli obbligazionisti (+71%). Per rendere omogeneo il confronto gli importi sono tutti capitalizzati o attualizzati alla stessa data al tasso del 2%.

Cronistoria di un investimento travagliato

 

data   causale importi netti 
22-07-2002
31-03-2003
31-03-2003
31-03-2004
31-03-2005
24-09-2005
31-03-2006
31-03-2007
31-03-2008
31-12-2012
sottoscrizione
interessi
interessi
interessi
interessi
diritti aumento di capitale
interessi
interessi
interessi
rimborso Btp
-100,00
1,75
2,54
2,54
2,54
9,50
0,05
6,56
6,56
70,97

 

La tabella riporta, con alcune inevitabili semplificazioni, quanto hanno ricevuto o riceveranno i sottoscrittori di obbligazioni convertibili Alitalia. Il rendimento ottenuto è circa lo 0,4% annuo.

La  Repubblica, Affari & Finanza, 6-7-2009 p. 19


Video di Beppe Scienza su TFR e Fondi pensione

http://www.youtube.com/watch?v=brvlA2gAcvo

Il libro di Beppe Scienza Il risparmio tradito

I vincitori del concorso Rimetti in circolazione la tua tesi e vinci tre iPhone3G

La giuria ha stabilito i vincitori del concorso:

Migliore tesi presentata in didattica della matematica: Maria Carla Palmieri, Le isometrie nel piano con Cabri.

Migliore tesi presentata in didattica della fisica: Patrizia Colella, Orientamento di genere in scienza: LHC e le questioni aperte nel modello standard.

Migliore tesi presentata in applicazioni delle nuove tecnologie alla didattica disciplinare: Luca Rognoni, “To be or not to be… That is the Webquest”: (ri)scoprire Amleto nel World Wide Web.

La giuria ha ritenuto di segnalare anche le seguenti tesi:

Maria Francesca Ingrande, Aspetti didattici della storia del calcolo infinitesimale;

Franca Sormani, Una sperimentazione didattica sulla relatività;

Daniele Vinci, Innovazioni e pratiche didattiche: l’uso della Rete da parte dei docenti.

La giuria era composta da:

Mario Bochicchio, docente di Informatica e responsabile scientifico del DIDA-lab, laboratorio di nuove tecnologie per la didattica, Università del Salento.

Angela D’Amato, docente di matematica e fisica presso il liceo classico di Pescara;

Antonio Bernardo, direttore di Matematicamente.it

I tre vincitori del premio Apple iPhone3G (M. C. Palmieri, P. Colella, L. Rognoni) sono pregati di contattare l’amministratore del sito.

Tutti i partecipanti al concorso che hanno inviato la propria tesi possono richiedere uno dei seguenti gadget: la t-shirt di Matematicamente.it supporter, la borsa di Matematicamente.it (vedi), il libro di S. Balsimelli su Geogebra (vedi), il libro Felix Klein Il programma di Erlangen, La scuola editrice.

114. Matematica e arte

harmony-ethan_hein.jpgQuando ho sostenuto l’Esame di Maturità Scientifica, nel 1996, una delle tracce del compito di italiano era sul rapporto tra la matematica e la poesia. Non ho svolto quel tema perché credevo di non esserne in grado (infatti non lo ero) e perché, nonostante avessi più volte sentito fare quell’accostamento, mi sembrava che tra le due discipline non vi fosse nessuna affinità. Oggi so esprimere un’opinione precisa sull’argomento, che rimane, comunque, estremamente problematico e soggettivo. Infatti le convinzioni che si possono avere su questa questione discendono direttamente dalle definizioni che si assumono di “poesia”, e più in generale di “arte”, e di “matematica”.

Statica dei Gusci Cilindrici in Regime Membranale

bonaldi.jpgI gusci costituiscono una classe di corpi continui tridimensionali nei quali due dimensioni prevalgono sulla terza, lo spessore; dal punto di vista geometrico, possono essere riguardati come regioni tridimensionali sottili, modellate su superfici. La superficie su cui un guscio viene modellato è detta superficie media; la geometria di una struttura a guscio ne risulta completamente determinata. L’idea che sottende tutta la meccanica delle strutture sottili, quindi anche qualunque teoria dei gusci, è quella che le equazioni che ne regolano il comportamento debbono risultare alquanto più semplici di quelle che occorrerebbe risolvere se li si considerasse corpi tridimensionali di forma particolare.

Introduzione

Obiettivo di questo lavoro e quello di esporre un modello matematico per lo studio dello stato di spostamento, deformazione e sforzo in una struttura a guscio che si trovi in un regime di equilibrio speciale e semplice, quello membranale.

Pur non potendo nè volendo compiere un completo percorso deduttivo, nei primi due capitoli raccoglieremo, nel modo più sintetico possibile, i concetti indispensabili per comprendere gli sviluppi successivi, discutendo in particolare la nozione di equilibrio membranale. Nel terzo e ultimo capitolo concentreremo l’attenzione sui gusci cilindrici e, dopo averne passato in rivista le principali proprietà, esporremo in dettaglio la soluzione esatta ed esplicita del problema di equilibrio membranale che abbiamo risolto, quello in cui, come accade nelle coperture pneumatiche per impianti sportivi, il guscio si sostiene per effetto della sovrapressione che viene creata all’interno.

I gusci costituiscono una classe di corpi continui tridimensionali nei quali due dimensioni prevalgono sulla terza, lo spessore; dal punto di vista geometrico, possono essere riguardati come regioni tridimensionali sottili, modellate su superfici. La superficie su cui un guscio viene modellato è detta superficie media; la geometria di una struttura a guscio ne risulta completamente determinata. L’idea che sottende tutta la meccanica delle strutture sottili, quindi anche qualunque teoria dei gusci, è quella che le equazioni che ne regolano il comportamento debbono risultare alquanto più semplici di quelle che occorrerebbe risolvere se li si considerasse corpi tridimensionali di forma particolare. Ovvio che ogni semplificazione si paghi in termini di dettaglio dell’informazione che si consegue: la difficoltà da affrontare e risolvere è conseguire un bilanciamento ottimo tra la complicazione residua del problema che si sa come risolvere, una volta effettuata la prescelta semplificazione del problema tridimensionale originale, e la rilevanza tecnica dell’informazione che la soluzione di quel problema semplificato fornisce.

Il metodo di attacco che adoperiamo per ottenere le equazioni della meccanica dei gusci è un metodo di deduzione sistematica dal problema tridimensionale che ha due caratteri distintivi: il primo, postulare una rappresentazione a priori del campo di spostamenti possibili (nel nostro caso, quella proposta da Kirchhoff e ripresa da Love), parametrizzata da poche funzioni di forma definite sulla superficie media; il secondo, ridurre per equipollenza alla superficie media sia i carichi applicati sia lo stato di sforzo del problema tridimensionale. Con questo metodo, le equazioni di equilibrio vengono formulate sulla superficie media in termini di due campi tensoriali, l’uno di sforzo l’altro di momento, che descrivono lo stato di sollecitazione interna; tramite equazioni costitutive tridimensionali che descrivono una risposta elastica lineare compatibile con i vincoli interni inerenti alla rappresentazione prescelta per il campo di spostamenti, quelle equazioni di equilibrio possono poi essere trasformate in un sistema di equazioni alle derivate parziali, che consentono di determinare tanto le funzioni parametro della rappresentazione che quelle eventuali componenti dello stato di sollecitazione interna che hanno natura di reazioni vincolari necessarie per mantenere la forma prescritta del campo di spostamenti.

Nel nostro caso, il sistema da risolvere è composto da cinque equazioni differenziali alle derivate parziali in cinque incognite scalari: i tre campi che parav metrizzano il campo di spostamenti di Kirchhoff-Love (due per gli spostamenti estensionali e uno per quelli flessionali) e i due che forniscono le componenti reattive del tensore di sforzo. Questo sistema non è in generale facilmente risolubile in forma chiusa. Si può tuttavia individuare un particolare stato di sollecitazione interna, il cosidetto regime membranale, in presenza del quale il campo tensoriale di sforzo, che si riduce alle sole tre componenti attive, è calcolabile senza dover introdurre il legame costitutivo. Inoltre, una delle tre equazioni di equilibrio non è di carattere differenziale, ma algebrico, mentre le due equazioni di bilancio dei momenti si riducono a condizioni di compatibilità sui carichi esterni. Per definizione, il regime membranale si ottiene quando il campo tensoriale di momento è nullo, così come le componenti reattive dello sforzo. Com’era da attendersi, restrizioni a priori così forti sul tipo di soluzioni del problema che si vuol risolvere non consentono di assegnare i dati liberamente: soluzioni del tipo cercato sono possibili soltanto se i carichi applicati soddisfano precise condizioni necessarie di compatibilità. Nel Capitolo 3, come anticipato, determiniamo la soluzione membranale del problema di equilibrio di un guscio cilindrico in pressione. L’aspetto particolarmente semplice di questa soluzione riduce il calcolo di una struttura siffatta all’applicazione di due formule molto semplici, che forniscono gli sforzi assiale e circonferenziale in termini di pochi parametri: raggio e spessore del guscio, pressione applicata, e modulo di Poisson del materiale impiegato.

Indice

1 Aspetti geometrici e cinematici 
   1.1 Regione a forma di guscio
   1.2 Richiami di Geometria Differenziale
   1.3 Richiami di Cinematica
2 Stato tensionale ed equilibrio
   2.1 Descrittori superficiali di sforzo e coppia
   2.2 Legame costitutivo
   2.3 Caratteristiche di sollecitazione
   2.4 Equazioni di bilancio in forma locale
      2.4.1 Considerazioni sul tensore di sforzo superficiale
   2.5 Regime di sforzo membranale
3 Gusci cilindrici
   3.1 Geometria e cinematica
   3.2 Equazioni di equilibrio
   3.3 Gusci cilindrici in pressione

Bibliografia

[1] L. Cedolin, Gusci cilindrici e sferici. Trave su suolo elastico – Appunti di lezione con la collaborazione di Gianluigi Bisi, Edizioni CUSL, Milano 1998.
[2] M. P. Do Carmo, Differential Geometry of Curves and Surfaces, Prentice Hall, New Jersey 1976.
[3] P. Podio-Guidugli, Lezioni sulla teoria lineare dei gusci elastici sottili, Masson, Milano 1991.
[4] P. Podio-Guidugli, A Primer in Elasticity, Kluwer Academic Publishers, Dordrecht 2000.
[5] S. Timoshenko, Theory of Plates and Shells, McGraw-Hill College, New York 1959.

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Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria dei Modelli e dei Sistemi Tesi di Laurea di Primo Livello

ico-pdf.png F. Bonaldi, Statica dei Gusci Cilindrici in Regime Membranale

 

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Scaricare i video da Youtube non è difficile, basta attrezzarsi con gli strumenti giusti. Prima di tutto usare come browser Firefox e quindi installare il componente aggiuntivo adatto. In questo video vi spiego come fare.

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113. Coordinate geografiche di un qualsiasi luogo del globo terrestre ricavate dalla misura di…

sestante.jpgCoordinate geografiche di un qualsiasi luogo del globo terrestre ricavate dalla misura di angoli orizzontali di una tripletta stellare.

Nella pratica topografica il problema di Snellius- Pothenot è sicuramente uno dei più noti e maggiormente studiato. Si tratta di una intersezione inversa o all’indietro (in quanto il rilevamento viene effettuato dal punto incognito) di tipo composto (in quanto riferito a più di due punti noti) che permette, nota la posizione di tre punti, di determinare la posizione di un quarto punto, dal quale si effettuano soltanto misure angolari collimando ai tre punti.

Comunicato ANIMAT sulle prove di matematica all’esame di stato

Alla vigilia della prova scritta di Matematica all’esame di Stato di Liceo scientifico l’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Matematica (ANIMAT) rileva che anche quest’anno tali prove saranno ancora e di nuovo un "terno al lotto".

Esse sono basate su programmi obsoleti (risalenti al 1945) o eccessivamente vasti (come nei corsi sperimentali). Ma il problema non è solo questo: le prove degli ultimi anni sono state talvolta in contraddizione con le indicazioni dei programmi stessi, inducendo disorientamento in docenti e studenti e anche estese forme di protesta.

Le prove, infatti, non sono vincolate a competenze chiare e definite e sono soggette a modalità di valutazione eccessivamente difformi, sul piano nazionale e locale, come già attestato da recenti ricerche e contrariamente a quanto avviene in altri Paesi europei.

È particolarmente grave che in un Paese quale il nostro, affetto da uno storico deficit di conoscenze matematico-scientifiche, la più importante prova di Matematica dell’esame di Stato si svolga in forme così approssimative, tali da non certificare, confrontare e premiare i reali livelli di conoscenza e competenza.

ANIMAT auspica che, fin dal prossimo anno, i docenti e gli studenti siano messi nella condizione di poter arrivare in modo più adeguato alla prova scritta di matematica, che cioè sia resa possibile una conduzione didattica più efficace e una valutazione più realistica e uniforme della preparazione degli studenti all’Esame di Stato.

A tale proposito ANIMAT ribadisce le proprie richieste:
• Che il MIUR, entro luglio 2009, pubblichi sul suo sito e invii alle scuole con indirizzi di Liceo scientifico un Syllabus che indichi con chiarezza quali sono le conoscenze e le competenze matematiche richieste per le diverse prove d’esame. È infatti assolutamente necessario che sia sciolta quanto prima l’attuale incertezza, inaccettabile anche dal punto di vista normativo, circa i contenuti della prova d’esame.
• Che il MIUR, prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, definisca una nuova struttura della prova scritta di matematica – pubblicandola sul sito e comunicandola alle scuole – che contenga una esplicita indicazione dei punteggi massimi da attribuire alle singole parti rendendo così più oggettiva e confrontabile la autonoma valutazione da parte delle Commissioni d’Esame
• Che sia permesso l’uso di strumenti di calcolo grafici e simbolici, a partire dagli esami del 2010 e almeno per i Licei scientifici a indirizzo informatico, e che ciò sia comunicato tempestivamente, prima dell’inizio del prossimo anno scolastico.

23 giugno 2009

ANIMAT, Osservatorio sugli esami di Stato:
Walter Maraschini ([email protected])  
Mariangela Chimetto ([email protected])
Luigi Tomasi ([email protected])

Per aderire a questo documento inviare una e-mail a [email protected]  specificando
Nome e Cognome, Scuola di appartenenza, Comune, Provincia

La prova nazionale di italiano e matematica per l’esame di stato 1° ciclo

Circa 570.000 studenti di 7800 scuole (statali e paritarie) coinvolti nella prova nazionale per l’esame di stato a conclusione della secondaria di 1° grado. L’inizio è previsto per le 8.30, durata della prova 2 ore.

La prova si compone di quesiti a risposta chiusa, nei quali occorre scegliere la risposta tra quelli dati, e quesiti a risposta aperta nei quali occorre dare una breve risposta.

L’esito della prova concorre, assieme alle altre prove scritte e al colloquio, alla determinazione del voto d’esame che sarà espresso in decimi.

La procedura per la somministrazione prevede:
– consegna del primo fascicolo (italiano) ad ogni candidato;
– lettura ed illustrazione delle istruzioni per la compilazione;
– inizio e fine del lavoro (60 minuti);
– ritiro da parte della Commissione del primo fascicolo;
– intervallo;
– consegna del secondo fascicolo (matematica);
– inizio e fine del lavoro (60 minuti);
– ritiro del secondo fascicolo.

Contenuti di matematica
• Numero (numeri naturali, frazioni e decimali, interi, rapporto, proporzione, percentuale);
• Geometria (rette ed angoli, figure piane e solide; congruenza e similitudine; teorema di Pitagora e sue applicazioni; rappresentazione di punti, segmenti e figure sul piano cartesiano; simmetria);
• Relazioni e funzioni (espressioni algebriche, equazioni e formule, relazioni, rappresentazione grafica di funzioni di proporzionalità diretta e inversa);
• misure, dati e previsioni (attributi ed unità; strumenti, tecniche e formule; raccolta di dati e organizzazione; rappresentazione dei dati; interpretazione dei dati; probabilità);

Competenze di matematica
• capacità di eseguire algoritmi (di routine o non di routine);
• l’uso di linguaggi specifici;
• sensibilità numerica e geometrica.

La prova di italiano
Nella prova di italiano vengono indagate:
1. la capacità di cogliere, in un testo letterario, il punto di vista o i tratti del personaggio, la loro evoluzione nel corso della vicenda, la motivazione sottesa al loro agire;
2. la capacità di riconoscere informazioni esplicite ed implicite in ambito locale;
3. la capacità di comprendere il significato di una parola e/o di un’espressione in relazione al contesto in cui è inserita;
4. conoscenze grammaticali: il verbo, l’avverbio, il pronome, organizzazione logica della frase.

 

Mercoledì 24 giugno a Pisa, Stephen Wolfram, parlerà di Wolfram|Alpha

wolfram2.jpgStephen Wolfram, scienziato e inventore di fama mondiale, è il creatore di Mathematica, l’autore di A New Kind of Science, il creatore di Wolfram|Alpha e il fondatore e CEO di Wolfram Research. Parlerà personalmente di Wolfram|Alpha presso il CNR Ist. Scienza e Tecnologie dell’ Informazione “A. Faedo” di Pisa alle ore 15.00. La partecipazione è gratuita, ma i posti sono limitati; è necessaria la registrazione.

Wolfram|Alpha è il primo passo dell’ambizioso progetto a lungo termine di rendere immediatamente calcolabile da chiunque tutta la conoscenza sistematica. Puoi inserire la tua domanda o un calcolo e Wolfram|Alpha, utilizzando i suoi algoritmi interni (sviluppati con Mathematica) e la collezione di dati in continua evoluzione, calcola la risposta.

L’obbiettivo a lungo termine di Wolfram|Alpha è quello di rendere tutta la conoscenza sistematica calcolabile e accessibile a tutti. Il compito del progetto è di raccogliere e curare i dati obbiettivi, implementare ogni modello, metodo, algoritmo e rendere possibile il calcolo di qualunque elemento calcolabile;

I’obbiettivo è di lavorare con le risorse scientifiche e altre conoscenze sistematiche per creare una singola fonte su cui chiunque possa contare per ottenere le risposte definitive a ricerche concrete.

Wolfram|Alpha ha lo scopo di rendere accessibile, al più ampio numero di persone possibili, la conoscenza e le capacità di più alto livello, diffondendole in tutti gli ambiti professionali e dell’insegnamento. Possono essere gestite richieste in input a testo libero e, sfruttando il motore di calcolo delle conoscenze, è possibile generare i risultati e presentarli con la massima chiarezza.

Wolfram|Alpha è un ambizioso progetto intellettuale a lungo termine che si intende far accrescere di capacità negli anni e nei decenni che verranno. Con una squadra di livello internazionale e con la partecipazione dei migliori esperti d’innumerevoli campi, lo scopo è creare qualcosa che sia una pietra miliare per lo sviluppo della conoscenza del ventunesimo secolo.

Che fosse possibile costruire Wolfram|Alpha com’è oggi, nella prima decade del ventunesimo secolo, è lontano dall’essere ovvio; ed è solo l’inizio. Oggi, Wolfram|Alpha contiene decine di trilioni di dati, cinquantamila e più tipi d’algoritmi e di modelli e capacità linguistiche per più di mille lingue.

Wolfram|Alpha è costruito con Mathematica (frutto esso stesso del risultato di più di venti anni di sviluppo di Wolfram Research) e il codice centrale di base supera oggi i cinque milioni di linee di codice simbolico Mathematica.

Installato su supercomputer cluster, Wolfram|Alpha fa un uso estensivo delle ultime generazioni di tecnologie web e parallela, incluse webMathematica e gridMathematica. La base di conoscenze e di capacità di Wolfram|Alpha coprono già moltissime aree e la sua struttura interna ha la potenza e la flessibilità per supportare estensioni immediate a nuovi domini basati su conoscenze sistematiche. L’universo potenziale delle conoscenze calcolabili, comunque, è pressoché infinito, e, nel creare Wolfram|Alpha come è oggi, era necessario avere un punto di partenza. L’approccio è stato di privilegiare aree dove il calcolo ha tradizionalmente un ruolo più significativo; si sono in effetti coperti sistematicamente i contenuti delle aree delle referenze librarie e manualistiche.

Andando avanti, si è pianificato di approfondire la copertura sia della tradizionale conoscenza scientifica, tecnica, economica e generalmente quantitativa, ma anche della conoscenza più quotidiana, popolare e culturale.

L’abilità di Wolfram|Alpha di interpretare richieste in input a testo libero si basa su algoritmi che sono potenziati da analisi sull’uso delle lingue effettuate su grandi quantità di materiale web o di altro tipo. Con l’uso crescente di Wolfram|Alpha, verranno catturati interi nuovi livelli di dati linguistici che consentiranno di migliorare notevolmente le sue capacità linguistiche. L’attuale Wolfram|Alpha è solo l’inizio; il piano è ambizioso per i dati, i calcoli, la linguistica, le presentazioni e molto altro ancora.

Mentre si andrà avanti, i progressi si discuteranno sul blog di Wolfram|Alpha; si incoraggiano suggerimenti e partecipazioni specialmente attraverso la Wolfram|Alpha Community. Il futuro Wolfram|Alpha, come esiste oggi, è solo l’inizio. I piani stilati sia a medio che a lungo termine sono di una enorme espansione in tutti gli aspetti del sistema, approfondendo e allargando i dati, i calcoli, la linguistica, le presentazioni e molto altro ancora. Wolfram|Alpha è costruito su solide fondamenta e mentre si va avanti, si vede che sempre più dati potranno essere calcolati utilizzando i paradigmi di base di Wolfram|Alpha e il percorso di sviluppo potrà essere sempre più veloce facendo leva sulle immense capacità già presenti.

La creazione di Wolfram|Alpha è stata possibile grazie allo sviluppo raggiunto da Mathematica e A New Kind of Scienze (NKS). Ciascuno nel proprio modo, ma entrambi questi sviluppi permetteranno di raggiungere opportunità future per Wolfram|Alpha, sia che fossero un nuovo radicale tipo di programmazione che l’automazione sistematica dell’invenzione e della scoperta.

Wolfram|Alpha è stato introdotto inizialmente come sito: Wolframalpha.com; ma Wolfram|Alpha, è veramente una tecnologia e una piattaforma che può essere utilizzata e presentata in molti modi differenti.

Tra i piani a breve scadenza si trovano: lo sviluppo APIs, le versioni professionali o aziendali, versioni personalizzate per i dati interni, le connessioni con altre tipi di contenuti e la diffusione sulle piattaforme emergenti di telefonia mobile o di altro tipo.

La ricerca di rendere calcolabile la conoscenza ha una lunga e illustre storia; infatti quando i computer erano solo immaginati, si dava per scontato che avrebbero avuto le capacità di rispondere alle nostre domande; adesso si inizia a vedere tali capacità in Wolfram|Alpha.

Ciò che ha reso possibile Wolfram|Alpha oggi è un insieme unico di circostanze e la singolare visione di Stephen Wolfram.

Per la prima volta nella storia, i nostri computer sono sufficientemente potenti da supportare le capacità di Wolfram|Alpha e abbiamo il web come strumento di consegna estensivo. Ma solo questa tecnologia non era sufficiente per rendere possibile Wolfram|Alpha. Quello di cui c’era bisogno erano i due sviluppi che sono stati diretti da Stephen Wolfram nel corso di quasi trent’anni.

http://www.adalta.it/Pages/SeminarioMathematica-WolframAlpha.asp

www.wolframalpha.com

www.adalta.it/wolframalpha

Comunicazione pervenuta in redazione

Test: ripasso generale di matematica per l’esame

Test sugli argomenti di matematica che si utilizzano all’esame di stato: equazioni esponenziali, logaritmiche, geometria analitica, goniometria, limiti, derivate, integrali, teoremi…

Test di preparazione per l’esame di maturità – Ripasso generale
   
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$(2x-1)/(x+3) +(1-x)/(x+1) = (x-2)/(x+3)$

$(2x-1)/(x+3) +(1-x)/(x+1) = (x-2)/(x+3)$

m.c.m. $(x+3)(x+1)$

Condizioni di esistenza

$x+3 \ne 0 \rarr x \ne -3$

$x+1 \ne 0 \rarr x \ne -1$

$((2x-1)(x+1)+(1-x)(x+3))/((x+3)(x-3)) = ((x-2)(x+1))/((x+3)(x-3))$

elimino il denominatore comune

$2x^2 +2x -x -1 +x+3-x^2 -3x = x^2 +x-2x-2$

porto i termini con la x a sinistra dell’uguale e i termini noti a destra, cambiando i segni dei termini che cambio di posto

$2x^2-x^2-x^2+2x-x+x-3x-x+2x=+1-3-2$

sommo i termini simili

$0x=-4$

Equazione impossibile

$(1/(3x+1) +1/(3x-1)-1/(9x^2 -1)) : (2+ (6x)/(3x-1)) + 1/(6x+2)$

$(1/(3x+1) +1/(3x-1)-1/(9x^2 -1) ): (2+ (6x)/(3x-1)) + 1/(6x+2)$


scompongo in fattori $9x^2 -1$

$(1/(3x+1) +1/(3x-1)-1/((3x -1)(3x+1) )): (2(3x-1)+ 6x)/(3x-1) + 1/(6x+2)$

Sommo le frazioni nelle parentesi tonde

$(3x-1+3x+1-1)/((3x+1)(3x-1)) : (6x-2+6x)/(3x-1) + 1/(2(3x+1))$

$(6x-1)/((3x+1)(3x-1)) : (12x-2)/(3x-1) + 1/(2(3x+1))$

trasformo la divisione in prodotto e metto a fattore comune il 2

$(6x-1)/((3x+1)(3x-1)) * (3x-1)/(2(6x-1)) *1/(2(3x+1))$

semplifico i termini uguali tra numeratore e denominatore

$1/(2(3x+1)) +1/(2(3x+1))$

m.c.m.

$2/(2(3x+1))$

semplifico il 2

$1/(3x+1)$