Il calcolo infinitesimale, analisi per i licei alla maniera non standard

analisinonstandard80.jpgUn modo innovativo di insegnare l’analisi matematica nei licei. Primi passi nel calcolo infinitesimale, primi passi tra le derivate, trovare la tangente a una curva, problemi di massimo e minimo, calcolo di aree, l’integrale definito, calcolo approssimato di integrali, NSA infinitesimi e numeri iperreali, le derivate, integrali, infinito, limiti, asintoti, approssimazione polinomiale, studio di funzione, confronto tra NSA e Anqalisi Classica, applicazioni alla fisica. Il libro è gratuito nel formato pdf, nel formato cartaceo costa 16.50 euro senza spese di spedizione. Scarica gratuitamente il libro dallo shop di Matematicamente.it >>>

Prefazione

L’analisi nei licei Analisi nei licei sì o no? E se sì in che modo e in che misura? Una domanda che si ripropone ad ogni riforma o riordino delle scuole superiori. Nei licei italiani l’analisi fu inserita a inizio Novecento in occasione della riforma Credaro; a stilarne i programmi fu chiamato Guido Castelnuovo che così giustificò questa scelta:

«Ma se si vuole che l’allievo delle scuole medie senta di questa matematica moderna il soffio ispiratore ed intravveda la grandezza dell’edifizio, occorre parlargli del concetto di funzione ed indicargli sia pure sommariamente, le due operazioni che costituiscono il fondamento del Calcolo infinitesimale.»

Allora l’analisi fu inserita solo nel liceo moderno, che fu poi soppresso dalla riforma Gentile del 1923 e in qualche misura sostituito dal liceo scientifico che ereditò l’analisi come materia conclusiva del corso di matematica. Nei licei classici dove il peso della matematica fu ridimensionato l’analisi continuò a restare fuori, come del resto la geometria analitica.

Di fatto la geometria analitica fu inserita dopo la guerra nei libri di testo del liceo classico e collocata tra la prima e seconda liceo (terzo e quarto anno); l’analisi continuò a restarne fuori con l’eccezione della sperimentazione PNI diffusisi tra gli anni Ottanta e Novanta.

Negli istituti tecnici l’analisi c’è sempre stata e viene in genere trattata già nel quarto anno di corso, a volte anticipando anche al terzo. Ma come viene affrontata l’analisi nei licei? 

Caratteristiche di fondo sono:
1. L’analisi è in genere posta al termine del corso di studi.
2. Si segue la sequenza limiti, derivate, integrali come all’Università, con inevitabili alleggerimenti ma sempre secondo l’impostazione Cauchy-Weierstrass.
3. Nessun cenno viene fatto alla storia del calcolo infinitesimale.
4. Obiettivo principale se non unico sembra essere quello di addestrare gli studenti in vista delle facoltà scientifiche.

Un simile approccio presenta più di un difetto:
1. La collocazione al termine del corso comporta molto spesso il taglio degli ultimi argomenti, e si tratta quasi sempre degli integrali, cassando così proprio una della due operazioni fondamentali di cui parlava Castelnuovo, in una certa misura la più importante di tutte. È quasi la norma che lo studente debba studiare in gran dettaglio i limiti e i teoremi sui limiti e solo in modo frettoloso gli integrali.
2. Questa collocazione rende di fatto impossibili ogni collegamento con il programma di Fisica.
3. Si comincia dai limiti, scontrandosi con le ben note difficoltà della definizione epsilon-delta di Weierstrass e con la notevole complicazione di quasi tutte le dimostrazioni.
4. Non viene fatto alcun cenno alla storia dell’analisi che viene presentata come una dottrina caduta dal cielo così com’è; non sembra questa la scelta didatticamente migliore in un liceo.

L’approccio NSA presentato in questo libro cerca di superare questi difetti, anche se verosimilmente si tratta solo di un primo tentativo che può essere migliorato.

Il libro si basa sull’esperienza personale dell’autore, esperienza che può certamente essere migliorata, ma che mi pare sufficiente a convincere dei vantaggi che questo approccio darebbe all’insegnamento dell’analisi.

INTRODUZIONE STORICA

Il ritorno dell’infinitesimo È un ramo della matematica dai molti nomi, all’inizio si chiamò calcolo infinitesimale, o anche calcolo differenziale, poi fu detto calcolo sublime, sin dall’inizio ebbe anche il nome di analisi a volte come analisi matematica, altre come analisi infinitesimale.

Chi oggi studia analisi nelle scuole secondarie o all’Università faticherà a capire il motivo di quell’aggettivo infinitesimale che ogni tanto riappare.

Perché oltre ad aver cambiato più volte di nome, l’analisi ha anche cambiato le sue stesse fondamenta.

All’inizio con Leibniz, insieme a Newton padre fondatore di questa disciplina, a fondamento di tutto era l’infinitesimo, numero infinitamente piccolo eppure diverso da zero, derivate e integrali si definivano semplicemente come rapporti o somme di infinitesimi. La prima contestazione arrivò nel Settecento ad opera di George Berkeley filosofo empirista e vescovo anglicano che mise in luce gli aspetti contraddittori degli infinitesimi definendoli spettri di quantità estinte (ghosts of departed quantities).

Nonostante queste critiche il calcolo divenne rapidamente uno strumento irrinunciabile per i matematici ma soprattutto per fisici e ingegneri e le critiche di Berkeley restarono sullo sfondo di fatto irrisolte.

Solo nell’Ottocento il problema delle basi dell’analisi fu preso di petto e risolto in modo radicale principalmente ad opera di Augustin Cauchy che ridefinì derivate e integrali in termini di limiti invece che di infinitesimi e poi di Karl Weierstrass che diede una definizione rigorosa di limite, quella nota come epsilon-delta.

Gli infinitesimi divenuti superflui furono cacciati dall’universo matematico; di fatto continuarono a essere usati con il nuovo nome di differenziali.

Il rigore di Cauchy e Weierstrass comportava però un prezzo elevato: una considerevole complicazione di buona parte delle definizioni e delle dimostrazioni dell’analisi. La definizione epsilon-delta è astrusa e di non immediata comprensione per gli studenti, le dimostrazioni vengono ad essere più complicate e oscure, per esempio le regole di derivazione della funzione composta o della funzione inversa, di dimostrazione quasi immediata usando gli infinitesimi, richiedono dimostrazioni lunghe e contorte usando l’approccio di Cauchy e Weierstrass.

Certamente di questa idea era Abraham Robinson, nostalgico degli infinitesimi di Leibniz, che tra il 1960 e il 1966 riuscì a dare un fondamento logico rigoroso a questi numeri che Berkeley aveva considerato spettrali.

Nel suo libro Non-standard Analysis Robinson scriveva:

However in spite of this shattering rebuttal, the idea of infinitely small or infinitesimal quantities seems to appeal naturally to our intuition

Robinson in realtà non era un analista ma un logico-matematico e fu proprio un teorema della logica, quello di compattezza che gli fornì lo strumento per reintrodurre con tutti gli onori gli infinitesimi (numeri non standard) nella matematica, dopo un secolo di esilio.

L’analisi rifondata da Robinson si basa nuovamente sugli infinitesimi, e prende il nome di Analisi Non Standard, in inglese Non Standard Analisis (NSA).

Kurt Gıdel uno dei più grandi matematici del Novecento, che di Robinson era amico, nel marzo 1973 disse in un discorso a favore della NSA4:

[…]This state of affairs should prevent a rather common misinterpretation of Non-standard Analysis, namely the idea that it is some kind of extravagance or fad of mathematical logicians. Nothing could be farther from the truth. Rather there are good reasons to believe that Non-standard Analysis in some version or other, will be the analysis of the future.

e subito dopo specificò così le ragioni che dovrebbero fare della NSA l’analisi del futuro.

One reason is the just mentioned simplification of proofs, since simplification facilitates discovery. Another, even more convincing reason, is the following: Arithmetic starts with the integers and proceeds by successively enlarging the number system by rational and negative numbers, irrational numbers etc. But the next quite natural step after the reals, namely the introduction of infinitesimals, has simply been omitted […].

Sono passati quasi quarant’anni da questa profezia di Gıdel e la NSA sembra ancora confinata in un Limbo, in particolar modo in Italia dove finora ha incontrato più diffidenza che altro. Al di là delle ragioni enunciate da Gıdel la NSA presenta un altro aspetto interessante e cioé che sembra particolarmente adatta ad un primo approccio all’analisi, in particolare nelle scuole secondarie; l’ambizione di questo libro è proprio quella di mostrare come questo sia possibile. 

Ma è proprio necessaria l’analisi nei licei?

Nel corso degli anni si sono spesso alzate voci contro lo studio dell’analisi nei licei. Ne riporto solo due:
a) Nell’era dei computer e del calcolo numerico, è opportuno dare più peso alla matematica del discreto e meno a quella del continuo; e l’analisi è per eccellenza la matematica del continuo.
b) È inutile insegnare analisi nei licei perché in poco tempo non è possibile per lo studente comprendere a fondo concetti così difficili; gli studenti arrivano all’Università illudendosi di conoscere l’analisi quando in realtà ne hanno capito ben poco.

Il punto a) è, a mio avviso, il più valido; in effetti sarebbe necessario dare più spazio alla matematica discreta o a quella dell’incerto (probabilità e statistica); a questo punto di tempo per fare anche analisi rischia di restarne ben poco. A mio modo di vedere il punto a) impone semmai di ridimensionare lo studio dell’analisi non di cassarlo del tutto. Una persona di cultura dovrebbe pur avere una qualche idea su derivate e integrali. In effetti l’insegnamento dell’analisi nei licei ha finito per andare ben al di là di quell’indicare sommariamente di cui parlava Castelnuovo. Forse sarebbe opportuno tornare a quell’obiettivo minimale. Riguardo il punto b) si tratta di un vecchio argomento che può essere usato, ed è stato usato, per molti argomenti considerati difficili. Nella sua prefazione al volumetto "Il calcolo infinitesimale" W. W. Sawyer scrive:

Se mi si chiedesse di scrivere su un foglio di carta tutte le proposizioni di cui sono veramente certo, quelle proposizioni che dovrebbero essere valide in ogni tempo e in ogni luogo, ebbene io restituirei quel foglio in bianco.

Concetti molto simili erano già stati espressi dal già citato Guido Castelnuovo agli inizi del Novecento come risulta da questa antologia di citazioni:
Ciò che si sa dal professore o dall’allievo – mi fu detto – sia pur limitato, ma deve sapersi perfettamente. Orbene, io sono uno spirito mite e tollerante; ma tutte le volte che questa frase mi fu obiettata, un maligno pensiero mi ha attraversato come un lampo la mente. Oh, se potessi prendere in parola il mio interlocutore, e con magico potere riuscissi a spegnere per un istante nel suo cervello tutte le cognizioni vaghe per lasciar sussistere soltanto ciò che egli sa perfettamente! Voi non immaginate mai quale miserando spettacolo potrei presentarvi! Ammesso pure che dopo una cosi crudele mutilazione qualche barlume rimanesse ancor nel suo intelletto, e di ciò fortemente dubito, somiglierebbe questo ad un gioco di fuochi folletti sperduti in tenebre profonde e sconfinate. La verità è che noi nulla sappiamo perfettamente …

E’ questo il torto precipuo dello spirito dottrinario che invade la nostra scuola. Noi vi insegniamo a diffidare dell’approssimazione, che è realtà, per adorare l’idolo di una perfezione che è illusoria…

il ragionamento formalmente perfetto non è né l’unico, né, molte volte, il miglior modo per giungere alla verità. È ben spesso preferibile ricorrere ad un ragionamento approssimato, i cui passi successivi vengano sottoposti al riscontro dei fatti, per sceverare via, via il vero dal falso, piuttosto che affidarsi ad una logica impeccabile, chiudendo gli occhi al mondo esterno. Ora la matematica (come oggi si insegna nelle scuole di cultura generale) disprezza a torto quel primo tipo di procedimento logico, e condanna in tal modo l’unica forma di ragionamento che sia concessa alla maggioranza degli uomini!

 

Questo libro

Questo libro raccoglie, riorganizza e amplia materiale da me utilizzato per l’insegnamento dell’analisi nelle ultime due classi del liceo classico utilizzando un approccio che chiamerò NSAlight nel senso che ricalca l’analisi NSA ma con molti alleggerimenti.

Nel corso degli anni ho cambiato molte volte l’ordine e la collocazione dei vari argomenti dell’analisi, qui ne propongo uno, che non è necessariamente l’unico possibile.

La prima parte intitolata “Primi passi nel calcolo infinitesimale” ricalca in realtà più l’analisi di Leibniz che quella NSA, cerca di partire dagli esempi per arrivare a definizioni abbastanza rigorose, ma senza insistere troppo sul formalismo e sul rigore. Vengono introdotte sia le derivate sia gli integrali, ma solo per polinomi. Qui l’importante è abituarsi ai concetti di derivata ed integrale più che insistere su definizioni rigorose e complicazioni di calcolo. In questo modo è già possibile qualche non spregevole interazione con la Fisica. Questa è la parte svolta nel penultimo anno di corso.

La seconda parte utilizza più decisamente l’approccio NSA ed estende l’analisi anche a funzioni irrazionali, esponenziali, logaritmiche e goniometriche; alla fine vi è anche una trattazione dei limiti e di alcuni problemi correlati (asintoti). Nel testo sono intercalati anche alcuni capitoli di analisi numerica, in particolare sul calcolo approssimato delle aree e degli integrali e sull’approssimazione polinomiale (polinomi di Taylor e Maclaurin).

Paolo Bonavoglia Venezia, maggio 2011

Fisica ? … No problem !!!

fisicanoproblem80b.jpgTutta la fisica di base per i licei e il biennio universitario, parte prima. Il libro è gratuito nella versione pdf. La copia a stampa costa 16.00 euro, spedizione gratuita per l’Italia. Calcolo vettoriale, Cinematica del punto materiale, Dinamica del punto materiale, Lavoro e potenza, L’energia, Dinamica dei sistemi di particelle, Urti, Sistemi ruotanti, Equilibrio dei corpi rigidi, Moto armonico, Gravitazione, Fluidi. Il libro è rilasciato con la licenza Creative Commons. Per scaricare il libro di fisica gratuitamente vai allo shop di matematicamente.it >>>

INTRODUZIONE

Un fanciullo riceve in regalo un oggetto strano e con colori brillanti.

Le sue piccole dita afferrano l’oggetto per esplorarne la forma e la struttura. Egli scuote l’oggetto per vedere se si rompe e quasi certamente lo porta alla bocca.

Il piccolo usa tutti i suoi sensi per esplorarne la grandezza, la forma, i colori, la struttura, il suono.

È naturalmente curioso e comincia prestissimo ad apprendere informazioni sul mondo circostante.

Questa curiosità innata, più evidente nel periodo dello sviluppo, è caratterizzata dalla domanda: “Perché?”

È stimolante anche da adulti tornare ad avere delle curiosità come i fanciulli.

La scienza, ed in particolare la fisica, tenta di rispondere ai perché del mondo naturale.

Nella ricerca delle risposte i fisici hanno esteso l’interesse dell’osservazione umana ad una grande quantità di fenomeni: dallo studio delle particelle subatomiche a quello delle stelle e delle galassie.

La fisica è la più importante delle scienze che studiano la natura.

Essa rappresenta sia un metodo di studio che un punto di vista del mondo naturale, con lo scopo di spiegare il comportamento del mondo fisico per mezzo di pochi principii fondamentali. In questo senso lo studio della fisica è semplice perché richiede la padronanza soltanto di pochi principii fondamentali, che sintetizzano tutto ciò che i fisici hanno scoperto nell’ordi-namento dell’universo.

E’ un gran viaggio costellato da molte domande e da poche risposte.

Ci si può domandare se sia un bene o un male progredire sempre più nella ricerca scientifica, e si potrebbero portare molti esempi sia a favore che contro questo interrogativo.

A questo proposito Bertrand Russell (1872-1970) disse: “Non credo che la conoscenza scientifica possa mai essere dannosa. Ciò che sostengo, e sostengo con vigore, è che la conoscenza è più spesso utile che dannosa, e che il timore della conoscenza è invece più spesso dannoso che utile”.

Infine voglio accennare al fatto che l’evoluzione della fisica ha spesso portato radicali cambiamenti alle teorie precedenti e fieri contrasti (si pensi per esempio alla teoria eliocentrica di Galileo o alle innovazioni introdotte dalla teoria della relatività), che sono stati assorbiti ed accettati solo dopo diverso tempo dalla loro formulazione.

Ma, come affermò Clement V. Durell, “la storia del progresso scientifico dimostra come siano indigeste le nuove idee all’uomo comune, privo di immaginazione, di una certa epoca, ma come poi le idee che hanno superato la prova del tempo vengano assimilate facilmente dall’uomo comune, privo di immaginazione delle epoche successive”.

Carlo Sintini [email protected]


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BOINC

boinc-p.pngLa ricerca scientifica in Italia, a causa dei continui tagli, si sta arenando e i nostri migliori cervelli se ne vanno all’estero perchè qui non sono gratificati. I nuovi progetti scientifici richiedono sempre maggior potenza di calcolo e, con gli attuali fondi e tecnologie, questi traguardi sono a volte difficilmente raggiungibili.

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La ricerca scientifica in Italia, a causa dei continui tagli, si sta arenando e i nostri migliori cervelli se ne vanno all’estero perchè qui non sono gratificati. I nuovi progetti scientifici richiedono sempre maggior potenza di calcolo e, con gli attuali fondi e tecnologie, questi traguardi sono a volte difficilmente raggiungibili.

Per questo è nato BOINC, un programma ideato dall’università Americana di Berkeley per il progetto SETI@home, aperto poi ad altri progetti e che in Italia è presente come BOINC.italy.

Boinc è una piattaforma per il calcolo distribuito: un server affida ad ogni pc partecipante una piccola applicazione da elaborare. Quest’applicazione funziona in background, senza rallentare il pc, poichè utilizza solo le risorse libere in eccesso (Ram e CPU); non richiede connessioni internet (tranne per il download, che avviene in automatico, e la restituzione dell’applicazione elaborata, che avviene alla prima connessione ad internet).

Il funzionamento è assai semplice: dopo aver installato il programma ed aver aderito ad un progetto di ricerca, alla prima connessione internet, BOINC scaricherà alcuni piccoli file (di solito poche centinaia di kb) e li elaborerà per un tempo variabile a seconda del pc. Una volta terminata l’elaborazione, alla prima connessione internet, il file elaborato sarà spedito al server, che provvederà a inviarne uno nuovo.

Ci sono moltissimi progetti in vari ambiti scientifici (fisica, medicina, chimica, climatologia e paleoclimatologia, matematica ecc).

http://www.boincitaly.org/progetti/progetti-boinc.html

Maggiori informazioni qui:

http://www.boincitaly.org/come-funziona-boinc.html

http://www.boincitaly.org/guida-installazione-boinc.html

(Nella guida sono presenti le indicazioni per l’installazione del programma e l’adesione ai progetti)

Con BOINC.italy è possibile dare una mano alla ricerca Italiana. Ognuno può fare la sua parte pur non avendo alcuna conoscenza dell’argomento e degli algoritmi del programma. Se pensi che la ricerca meriti un futuro migliore, diffondi questo programma.

Partecipare è facilissimo: basta installare BOINC (disponibile qui: http://boinc.berkeley.edu/download.php ) e aderire a uno o più dei tantissimi progetti di ricerca nei vari ambiti. BOINC non influirà minimamente sulle prestazioni del pc, che potrai accendere e spegnere quando vorrai; non riceverai nè soldi nè premi, è vero, ma sarai gratificato dal poter dire di aver fatto la tua parte.

INSTALLA BOINC E ISCRIVITI AD UN PROGETTO DI RICERCA. AIUTERAI LA RICERCA ITALIANA.

http://www.boincitaly.org/

 

Il moto armonico

articoli88.jpgIl moto armonico può essere considerato come la proiezione di un moto circolare uniforme su una retta r. Mentre il punto si muove con moto circolare uniforme, la sua proiezione si muove con moto armonico lungo un segmento. Intuitivamente, si capisce che la sua velocità non è costante: ha valore massimo nella regione centrale del segmento, e decresce man mano che ci si avvicina ad uno degli estremi.

I problemi sono inquadrati nell’ambito del paradigma dominante [Thomas Kuhn]

kuhn.jpgTalvolta … un problema che dovrebbe essere risolvibile per mezzo di regole e procedimenti noti, resiste al reiterato assalto dei più abili membri del gruppo entro la cui competenza viene a cadere. In altre circostanze, uno strumento dell’apparato di ricerca, progettato e costruito per gli scopi della ricerca normale, non riesce a funzionare nella maniera aspettata, rivelando una anomalia che, nonostante i ripetuti sforzi, non può venir ridotta a conformarsi all’aspettativa professionale…

"… un cambiamento dei problemi da proporre all’indagine scientifica e dei criteri secondo cui la professione stabiliva che cosa si sarebbe dovuto considerare come un problema ammissibile o come una soluzione legittima di esso". La Struttura delle rivoluzioni scientifiche 1962.

Il filosofo della scienza Thomas Kuhn (U.S.A 1922 – 1996) pone all’origine delle cause del cambiamento il concetto di paradigma una: "costellazione che comprende globalmente leggi, teorie, applicazioni e strumenti e che fornisce un modello che da origine a una particolare tradizione di ricerca scientifica dotata di una sua coerenza … che lo storico descrive con etichette quali ‘astronomia tolemaica’ o ‘copernicana’, ‘dinamica aristotelica’ o ‘newtoniana’ , ‘ottica corpuscolare’ o ‘ondulatoria’, ecc." .

"Una teoria scientifica è dichiarata invalida soltanto se esiste un’alternativa disponibile per prenderne il posto. Nessun processo messo in luce finora dallo studio teorico dello sviluppo scientifico assomiglia minimamente allo stereotipo metodologico della invalidazione di una teoria mediante un suo confronto diretto con la natura. Questa osservazione non significa che gli scienziati non abbandonino le teorie scientifiche, o che l’esperienza e l’esperimento non siano essenziali quando ciò avviene. Significa soltanto … che il giudizio in base al quale gli scienziati decidono di respingere una teoria precedentemente accettata si basa sempre su qualcosa di più che un semplice confronto di quella teoria col mondo. La decisione di abbandonare un paradigma è sempre al tempo stesso la decisione di accettarne un altro, ed il giudizio che porta a questa decisione implica un confronto sia dei paradigmi con la natura, sia di un paradigma con un altro".

"La transizione di un paradigma in crisi a uno nuovo, dal quale possa emergere una nuova tradizione di scienza normale, è tutt’altro che un processo cumulativo, che si attui attraverso un’articolazione o un’estensione del vecchio paradigma. E’ piuttosto una ricostruzione del campo su nuove basi, una ricostruzione che modifica alcune delle più elementari generalizzazioni teoriche del campo, così come molti metodi ed applicazioni del paradigma". La rivoluzione copernicana, Einaudi, Torino, 1972

Un paradigma kuhniano non è semplicemente un idea nuova, un’audace sfida alla conoscenza dominante, ma un idea incarnata in uno o più testi sui quali si formano generazioni di ricercatori. Kuhn mostra come il De revolutionibus di Copernico venga individuato come il testo originario da cui è scaturita l’astronomia eliostatica. Le cose sono andate analogamente nel caso della fisica dopo la pubblicazione dei fondamenti della teoria della relatività di Einstein. Ciò vale anche per rivoluzioni di altre discipline come la chimica dopo Lavoiser, la biologia dopo Darwin, la geometria dopo Riemann etc.

Le rivoluzioni scientifiche che segnano i diversi momenti della storia della scienza, non vanno considerate come confutazioni di singole ipotesi, fino a quel momento accettate, ma come mutamenti complessivi degli orientamenti teorici, delle assunzioni metafisiche e delle procedure sperimentali che caratterizzano una data comunità scientifica. L’insieme di tali orientamenti è chiamato paradigma: le rivoluzioni scientifiche sono il passaggio da un paradigma all’altro (vedi lo schema).

kuhn2.png

La prevalenza di un dato paradigma segna una fase di scienza normale, in cui gli scienziati sono impegnati alla soluzione dei problemi che possono essere formulati e risolti con i concetti e gli strumenti propri del paradigma. Contrariamente a quanto afferma Popper, Gli scienziati non operano mai per mettere in crisi le teorie in cui credono, bensì nella convinzione che all’interno di esse si possa trovare la soluzione a tutti i problemi che emergono.

Le organizzazioni nel risolvere i loro problemi non hanno come la scienza paradigmi dominanti che si susseguono nel tempo e si sovrappongono solo nel momento della rivoluzione scientifica; tuttavia qualche similitudine tra i due mondi esiste. I paradigmi dominanti nell’affrontare i problemi delle organizzazioni esistono anche se coesistono sempre con funzioni aziendali che in certi periodi sono trascurate o piuttosto poste in sordina: probabilmente il mondo delle aziende è più assimilabile a quello della moda piuttosto che a quello della scienza. Sono esistiti momenti in cui per risolvere qualunque problema era centrale la ricerca, poi la produzione, successivamente il controllo budgetario, le relazioni umane, il marketing, la pubblicità, l’analisi degli investimenti, la pianificazione strategica, la finanza, la diversificazione, il taglio dei costi, il ricorso all’outsourcing, il core business, il valore per gli azionisti, l’etica degli affari, il capitale intellettuale, l’innovazione tecnologica, la delocalizzazione, la responsabilità sociale, l’impresa sostenibile, ecc.

Oggi ci si sta forse rendendo conto che il paradigma, dominante, della riduzione dei costi a breve, decisa dai top managers per mostrare l’efficienza del periodo del loro mandato, non è una strategia sufficiente a garantire la sopravvivenza delle organizzazioni sul medio e lungo periodo. Si parla sempre più spesso del paradigma dello stakeholder value in contrapposizione a quello del solo shareholder value; cioè benefici, per i clienti, i dipendenti, i fornitori, i finanziatori, i consumatori, gli utenti etc. oltre ai benefici per gli azionisti, che restano pur sempre centrali; si deve però sempre ricordare il vecchio paradigma della torta che deve essere ricca e abbondante prima di poter essere suddivisa con equità e con efficacia tra i vari stakeholders. Questo vale anche per le organizzazioni degli stati che debbono facilitare sia la creazione di ricchezza (sviluppo, crescita) che la sua equa distribuzione (ascensore sociale, fiscalità).

$(2x^2+1)/(x^2-1)-(x^2-3)/(x^2+1)=(2-x^2)/((x+1)(x-1))+4$

Equazione di grado superiore al secondo numerica frazionaria

$(2x^2+1)/(x^2-1)-(x^2-3)/(x^2+1)=(2-x^2)/((x+1)(x-1))+4$
$(2x^2+1)/((x+1)(x-1))-(x^2-3)/(x^2+1)-(2-x^2)/((x+1)(x-1))-4=0$
$((2x^2+1)(x^2+1)-(x^2-3)(x+1)(x-1)-(2-x^2)(x^2+1)-4(x+1)(x-1)(x^2+1))/((x+1)(x-1)(x^2+1))=0$
$2x^4+2x^2+x^2+1-x^4+3x^2+x^2-3-2x^2+x^4-2+x^2-4x^4+4=0$
$-2x^4+6x^2=0$
$2x^4-6x^2=0$
$2x^2(x^2-3)=0$
$2x^2=0\Rightarrowx=0vvx=0$
$(x^2-3)=0\Rightarrowx=sqrt(3)vvx=-sqrt(3)$

Logica sfumata o logica Fuzzy [Lofti Zadeh]

lofty-zadeh.pngC’è una divergenza molto vasta fra quelli che si potrebbero considerare oggi i teorici dei sistemi ‘animati’ e i teorici di sistemi ‘inanimati’ e non è affatto certo che si tratti di una divergenza destinata a ridursi e ancor meno a scomparire, nel prossimo futuro. Ci sono alcuni che ritengono che questa divergenza rifletta la strutturale inadeguatezza della matematica tradizionale – la matematica di punti, funzioni, insiemi, misure di probabilità etc. ben definiti – a far fronte all’analisi dei sistemi biologici;

e che per aver a che fare realmente con tali sistemi, che rappresentano generalmente ordini di grandezza più complessi dei sistemi ideati dall’uomo, ci occorra una specie di matematica radicalmente differente, ossia una matematica adatta a quantità fuzzy o nebulose, che non sono descrivibili in termini di distribuzioni di probabilità. In realtà, la necessità di siffatta matematica sta diventando sempre più evidente anche nell’ambito dei sistemi inanimati poiché nella maggior parte dei casi pratici sia i dati che i criteri a priori, coi quali si giudicano le operazioni di un sistema ideato dall’uomo, sono ben lontani dall’essere precisamente specificati o dal possedere distribuzioni di probabilità conosciute con accuratezza". Zadeh (1921). From Circuit Theory to System Theory, Proceedings of the IRE, 1962.

La logica fuzzy rientra nell’ambito delle logiche polivalenti (Lukasiwicz, Russell) che non contemplano la validità assoluta del principio del terzo escluso "tertium non datur" accettato dai tempi di Aristotele sino a quelli di George Boole. Si consideri una persona di 30 anni, è da considerarsi appartenente all’insieme dei giovani o a quello degli adulti? La risposta fuzzy potrebbe essere (vedi figura) con evidenza 0.8 appartiene all’insieme dei giovani e con evidenza 0.3 a quello degli adulti (si osservi che molti confondono probabilità e valori di appartenenza fuzzy, ma, diversamente dai valori probabilistici, quelli fuzzy non hanno necessariamente somma unitaria).

fuzzy.png

In un celebre articolo del 1965 Lotfi Zadeh, un professore di ingegneria dei sistemi dell’università della California, faceva l’esempio della classe degli animali. Cani, cavalli, uccelli vi appartengono, mentre chiaramente non vi appartengono le rocce o le piante. Che dire invece delle stelle marine o delle spugne? Prendiamo la classe delle persone povere. Se una persona con un reddito annuo di mille euro è povera, e riteniamo ragionevole pensarlo, allora lo è anche una persona con un reddito di mille euro più un euro. Ripetendo un numero sufficiente dì volte questo ragionamento, arriviamo alla conclusione paradossale che anche una persona con centomila euro di reddito annuo è povera. Per evitare conclusioni di questo tipo gli esperti di statistica hanno introdotto il concetto di "soglia di povertà". In questo modo, un euro in più o in meno decidono della "povertà" di una persona.

In matematica, gli insiemi sono caratterizzati dall’appartenenza. Ogni dato oggetto ha la proprietà di appartenere o no a un certo insieme. Ha "grado di appartenenza" 1 se l’oggetto appartiene all’insieme, 0 se non vi appartiene. L’ìdea di Zadeh per trattare classi non ben definite fu di permettere al grado di appartenza di prendere qualunque valore tra 0 e 1 e chiamò insiemi fuzzy gli insiemi così definiti. La logica fuzzy, che si ottiene in questo modo, estende la logica tradizionale a due valori, 0 e 1, (vero e falso) permettendo un "continuo di sfumature" di verità.

Un calcolo che finora ha trovato un certo numero di applicazioni in problemi di automazione (videocamere, televisori, motori ad iniezione, fotocopiatrici, computers, condizionatori, elettrodomestici, ecc.), ma anche in problematiche soft (valutazione e selezione del personale, information retrival, scelta degli investimenti, selezione dei fornitori, analisi d’impatto ambientale, qualità dell’aria, ecc.).

In sostanza la logica fuzzy è un metodo matematico basato sulla teoria degli insiemi fuzzy che aiuta le macchine a "ragionare" in modo più simile a quello umano. Insieme alle reti neurali, ai sistemi esperti e agli algoritmi genetici, essa costituisce il nucleo centrale del calcolo cosiddetto soft.

 Queste tecniche costituiscono "un modo nuovo di affrontare il problema dell’intelligenza delle macchine". Secondo Lotfi Zadeh, la differenza tra l’intelligenza umana e quella meccanica sta nella capacità del cervello umano di ragionare in termini imprecisi e non quantitativi. Una capacità che attualmente non è posseduta nemmeno dal computer più sofisticato.

Negli ultimi decenni la nostra capacità di risolvere problemi è migliorata notevolmente grazie al prodigioso aumento della potenza di calcolo disponibile". D’altra parte, anche senza condividere l’allarmato pessimismo di René Thom, vincitore nel 1958 della Medaglia Fields per le sue ricerche in matematica ("Invece di aiutarci a capire, gli scienziati sono occupatissimi a calcolare, a far girare i loro computer, la scienza è diventata una gigantesca collezione di ricette che funzionano") è innegabile che ci sono limiti intrinseci a quella potenza.

I calcolatori digitali lavorano in modo sequenzíale e deterministico su un codice binario fatto di zeri e uno. Anche se riescono a giocare a scacchi meglio dei migliori maestri umani, la loro strategia è tutt’altro che astuta. E’ essenzialmente una tecnica che usa la forza bruta, basata sul fatto che in un tempo assai breve il calcolatore riesce a valutare milioni di possibilità e scegliere dì conseguenza la mossa ottimale. Le tecniche del calcolo soft dovrebbero essere considerate complementari e non competitive rispetto a quelle tradizionali. Una loro caratteristica comune infatti è la dipendenza da calcoli enormi e molto veloci. La teoria matematica che sta alla base del calcolo soft infatti sarebbe ben poco utile senza calcolatori ad alta velocità per metterla in pratica.

Gli esiti di questa tendenza si misureranno in pochi anni. Del resto valutare l’importanza e prevedere le conseguenze a lungo termine di una teoria è impresa rischiosa. In matematica e in informatica, come in ogni altro campo della scienza. (vedi Recensione di Umberto Bottazzini – Sole 24 Ore 23 Lug. 2000 – Una nuova logica dal successo "fuzzy". L’idea affascinante di tradurre in termini matematici concetti imprecisi ha portato a risultati importanti ma non alla rivoluzione sperata. Libro di Arturo Sangalli, "L’importanza di essere fuzzy. Matematica e computer", Bollati Boringhieri, Torino 2000).

Dopo aver assistito agli insuccessi dei progetti di Intelligenza artificiale, che la intendevano come semplice capacità di manipolare simboli, si è potuto verificare che con la logica fuzzy si potevano costruire macchine sempre più capaci di “calcolare con le parole”, frase con cui lo stesso Zadeh ha qualificato la logica fuzzy. Il ricorso ad inferenze di tipo qualitativo è utile nella progettazione di sistemi artificiali quando:
1. Il modello matematico è inesistente;
2. Il modello matematico è ignoto;
3. Il modello matematico è troppo complesso;
4. Il modello matematico è troppo lento per funzionare in tempo reale.

Nel 1973 Zadeh osservò che gli elementi chiave del pensiero umano non sono numeri ma etichette d’insiemi fuzzy: il nostro cervello è pieno d’insiemi fuzzy, anzi il pensiero non è altro che un gioco con gli stessi. Infatti una delle più sorprendenti capacità del cervello umano, tuttora non riproducibile dall’A.I., è quella di assumere informazioni approssimandole. Il vantaggio che il cervello umano ne trae è notevole: per questo la logica fuzzy è un ottimo strumento per la gestione della polivalenza e della vaghezza del linguaggio naturale, pur ammettendo una struttura formale che ne permette una successiva rappresentazione numerica. Il “calcolo con le parole”, quindi, è attuato da ognuno di noi quotidianamente: nelle singole azioni che ogni individuo compie, opera come un sistema di controllo (fuzzy) risolvendo delle inferenze qualitative senza ricorrere a modelli matematici. La logica fuzzy si propone appunto di risolvere problemi con regole empiriche e qualitative.

156. Sul reticolo della dama

chess-fischer-design-see-min-lee.jpgObiettivo del presente articolo è quello di trovare l’equazione del reticolo della dama ovvero l’equazione del contorno dei 64 quadrati che compongono la dama. Sarà grazie all’aiuto della rete intrecciata a maglia rombica che si potrà ottenere tale risultato.

155. Frazioni e scuola dell’obbligo

FredR-Street_fraction.jpgQuello dell’insegnamento/apprendimento della matematica è un problema che negli ultimi anni è andato crescendo sempre più. Tra gli argomenti più ostici per i nostri studenti di ogni ordine e grado ci sono le frazioni, le quali – nonostante la semplicità con cui possono essere introdotte (si pensi alle classiche porzioni di torte) – ben presto diventano incomprensibili, soprattutto per quel che riguarda le operazioni di cui vengono dotate. Questo ci ha indotti a occuparci di frazioni nell’ambito della scuola dell’obbligo, con l’intento di smussarne alcune asperità; anche perché l’argomento è fondamentale per il successivo passaggio ai numeri reali.

154. Moltiplicazione

fibonacci.jpgVari metodi per moltiplicare due numeri: moltiplicazione egizia o metodo dei raddoppi, moltiplicazione russa o metodo dei raddoppi e dimezzamenti, moltiplicazione indiana e araba, moltiplicazione arba per gelosia, moltiplicazione cinese o grafica, moltiplicazione per scapezzo, moltiplicazione per crocetta, moltiplicazione. per castelluccio,

153. Dai numeri primi alla crittografia

articoli71.jpgPer secoli il fascino dei numeri primi ha catturato l’interesse dei più grandi matematici. Le proprietà di questi eleganti oggetti sono state a lungo esplorate e in questi ultimi decenni, con l’evoluzione delle tecnologie informatiche, hanno trovato estese applicazioni nell’ambito della cosiddetta Crittografia a chiave pubblica. Nelle pagine che seguono cercheremo di capire quali profonde problematiche si celano dietro la bellezza dei numeri primi e comprenderemo come essi vengono applicati nelle moderne tecniche crittografiche.

Arriva la Luna Rossa

lecci-lunarossa.pngUna eclisse totale di Luna si verificherà la sera del 15 giugno in un orario molto comodo per noi italiani. L’intero fenomeno infatti sarà visibile già dalla prima serata e si concluderà a mezzanotte. In questa occasione la Luna si immergerà completamente nel cono d’ombra terrestre assumendo la caratteristica colorazione rossastra: la famosa LUNA ROSSA, che avrà una durata di ben 100 minuti. Tutto il tempo quindi per goderci con calma il fenomeno e fotografarlo.

Gli orari delle varie fasi dell’evento

20:23 – (inizio parzialità) – la luna inizia il suo ingresso nel cono d’ombra terrestre. Apparirà quindi come “morsicata”;

21:23 – (inizio Totalità) – la luna si immerge completamente nel cono d’ombra terrestre, acquisendo una debole colorazione rossastra;

22:13 – (centralità) – fase clou dell’evento;

23:03 – (fine totalità) – la luna inizia il suo egresso dal cono d’ombra;

00:02 – (fine parzialità) – la luna esce completamente dal cono d’ombra. Fine evento.

E’ possibile seguire l’Eclisse in diretta web, attraverso il nostro telescopio remoto del Parco Astronomico SIDEREUS www.sidereus.info

 Vito Lecci

I problemi importanti sono sempre complessi [Edgard Morin]

genista-aloe.jpgDobbiamo scoprire che pensare la realtà è, tra tutte, l’avventura più difficile. Significa navigare tra mutilazione e confusione, tra sclerosi e deriva, tra razionalizzazione e irrazionalità, assieme e contro ragione e follia… Il Problema – il gioco del pensiero- è di lasciarci intrattenere abbastanza dalle nostre pulsioni nella misura in cui esse ci regalano immaginazione e invenzione, ma senza cessare di controllarle, senza cessare di mettere alla prova quello che costituisce la sola e la più potente resistenza alle nostre razionalizzazioni: la complessità del reale. E’ in quel momento che la complessità del reale può stimolare la complessità del pensiero. Edgar Morin (1921) Introduzione al pensiero complesso.

Forse la Complessità non è una nuova disciplina filosofica o scientifica ma è più verosimilmente un nuovo modo di pensare ed osservare i fenomeni della realtà. Essa investe i territori di molte discipline: filosofia, sociologia, psicologia, antropologia, biologia, ecologia, chimica, fisica, matematica, informatica, ingegneria, economia, gestione, organizzazione, ecc. ponendo l’accento sulla visione globale, sulle relazioni tra le parti, sulle dinamiche non lineari e sull’auto-organizzazione.

La teoria della Complessità è nata nella seconda metà dello scorso secolo: qualcuno la fa risalire al pensiero sociologico e filosofico di Morin altri a quello fisico e scientifico di Prigogine in Europa e Gell-Mann negli USA. Nel seguito i principali programmi di ricerca e filoni di pensiero:

Pensiero Complesso (E. Morin): Morin ha dedicato gran parte della sua opera ai problemi di una "riforma del pensiero", concentrandosi su alcuni aspetti: la specializzazione e l’interdisciplinarietà, la cesura tra cultura scientifica e umanistica, la distinzione tra i valori e le conoscenze/competenze di una cultura, l’importanza della formazione e della preparazione degli educatori ad un pensiero della complessità.

Cibernetica (N. Winier, S. Beer, G. Bateson): Questa disciplina (vedi Winier) precorre la teoria della complessità e si fonda su alcune analogie osservate tra gli organismi viventi e i servomeccanismi. Bateson, antropologo, sociologo e psicologo fu un riferimento per la visione olistica sviluppata dalla scuola di Palo Alto (California). Sua la teoria del doppio legame che aiuta a comprendere e guarire la schizofrenia. Stafford Beer applicò la cibernetica e la ricerca operativa alla gestione efficiente delle organizzazioni. Celebre il suo progetto per modernizzare l’organizzazione dello stato cileno durante la presidenza di Allende.

Teoria dei sistemi (A. Bogdanov, L. Bertalanffy, J. Forrester): Un sistema (vedi Forrester) può essere pensato come un insieme di parti che interagiscono tra loro e con il mondo esterno. Bertalanffy, biologo austriaco, membro del circolo di Vienna ed ideatore della "Teoria Generale dei Sistemi" scrisse: "Pensare in termini di sistemi gioca un ruolo dominante in un ampio intervallo di settori che va dalle imprese industriali e dagli armamenti sino ai temi più misteriosi della scienza pura… ". Fu sostenitore dell’olismo contro il riduzionismo e del organicismo contro il meccanicismo. Il russo Bogdanov, fu medico, politico, filosofo, studioso di economia e organizzazione (Tectologia: scienza generale dell’organizzazione o scienza delle strutture). Tentò una formulazione dei principi organizzativi posti a fondamento della struttura di tutti i sistemi, viventi e non, con l’obiettivo di unificare tutte le scienze sociali, biologiche e fisiche. In polemica con Lenin sostenne che lo stato socialista doveva perseguire non la proprietà, ma l’organizzazione dei mezzi di produzione. Fondamentale per lui la gestione delle risorse umane ed i compiti culturali.

Il Tao della Complessità (J. Lovelock, F. Capra, M. Gell-Mann): Lovelock scienziato e futurologo è famoso per l’ipotesi di Gaia in cui presenta il nostro pianeta e l’intera biosfera come un unico organismo capace di auto controllo. A partire dal 2004 è stato contestato dai colleghi ambientalisti per aver sostenuto che l’energia nucleare è l’unico sistema per contrastare efficacemente il riscaldamento globale. Capra, fisico delle alte energie, ha scritto saggi di grande successo come il "Tao della fisica" e "La rete della Vita" in cui assume posizioni olistiche anche in connessione con le filosofie orientali (vedi Lao tsu); sono state accusate di vaghezza concettuale alcune sue critiche al riduzionismo ed in particolare a Newton, Darwin e alla biologia molecolare. Gell-Mann, fisico delle particelle elementari autore del libro "Il quark e il giaguaro", fu co-fondatore e poi direttore in New Messico dell’istituto di Santa Fe, tempio mondiale degli studi sulla complessità.

Teoria delle Reti (L. Eulero, P. Erdos): In matematica, in informatica e, più in particolare, in geometria combinatoria, i grafi (vedi Eulero) sono strutture matematiche che permettono di schematizzare una grande varietà di situazioni e di processi e spesso di consentirne l’analisi in termini quantitativi ed algoritmici. La teoria delle reti, sviluppatasi a partie dal 1950 grazie al matematico ungherese P. Erdos, si serve dei grafi come supporto metodologico, ma utilizza concetti nuovi come: reti casuali, invarianza di scala e il principio 80/20 (vedi Pareto). Si hanno applicazioni nella mappatura di: rapporti finanziari e societari, specie e geni in biologia, rapporti uomo-ambiente, sistemi di trasporto, sistemi di comunicazione, Internet, reti sociali, ecc. Sembra che, indipendentemente dalla natura del sistema, alcune leggi generali governino la struttura e l’evoluzione di tutte le reti complesse che ci circondano.

Teoria delle Catastrofi (R.Thom): Thom matematico e filosofo francese studiò negli anni 60 e 70 quei fenomeni dinamici della biologia e della fisica che in base a piccoli mutamenti dei loro parametri manifestano comportamenti bruscamente diversi (biforcazioni) e sviluppi anche qualitativamente differenti. Le 7 catastrofi elementari, se le variabili di controllo non superano il valore 4, sono: piega, cuspide, coda di rondine, farfalla e i 3 ombelichi (parabolico, iperbolico ed ellittico). Sono state proposte applicazioni nello studio di: transizioni di fase, movimenti tellurici, cedimenti strutturali, crolli dei mercati finanziari e vari altri fenomeni: fisici, biologici, psicologici, sociali ed economici. Nella individuazione di funzioni matematiche, mediante regressione o altro, è importante distinguere tra quelle strutturalmente stabili (Es. esponenziali) e quelle strutturalmente instabili (Es. polinomi) che possono cambiare forma (ad esempio nuovi massimi e/o minimi) anche per piccole variazioni dei parametri di controllo.

Sistemi Dissipativi (I. Prigogine): Il termine "struttura dissipativa" fu coniato dal belga, premio Nobel per la chimica, Prigogine alla fine degli anni ’60. Per struttura dissipativa si intende un sistema termodinamicamente aperto che lavora in uno stato lontano dall’equilibrio termodinamico scambiando con l’ambiente energia, materia e/o entropia. I sistemi dissipativi sono caratterizzati dalla formazione spontanea di strutture ordinate e complesse, a volte caotiche. Questi sistemi, quando attraversati da flussi crescenti di energia e materia, possono mantenersi ed anche evolvere, passando attraverso fasi di instabilità ed aumentando la complessità della struttura (ovvero l’ordine) e diminuendo la propria entropia (neghentropia). Fra gli esempi di strutture dissipative si possono includere le celle di Benard, la reazione chimica di Belousov-Zhabotinskyi, i laser, i cicloni, gli ecosistemi e tutte le forme di vita.

Sinergetica (H. Haken): Haken, fisico e matematico dell’università di Stoccarda, Si è occupato di ottica non lineare (fisica del laser), fisica dei corpi solidi, fisica statistica, teoria dei gruppi ed è noto soprattutto come fondatore della sinergetica. La sinergetica si occupa dell’interazione cooperativa fra molti sottosistemi che può essere all’origine di un comportamento macroscopico del sistema. Benché la sinergetica derivi dalla fisica, Haken trovò comportamenti collettivi simili in svariati sistemi naturali, economici e sociali. La visione che la sinergetica ha dello sviluppo economico, per certi versi, non è molto lontana da quella di Shumpeter. Ad esempio, gli shok dell’innovazione, cui Schumpeter attribuisce la causa dei cambiamenti qualitativi dei sistemi economici, svolgono un ruolo simile a quello che, nella sinergetica, svolgono i flussi di energia nella descrizione dell’evoluzione economica.

Caos deterministico (J. Poincaré, E. Lorenz): Si è visto, scrivendo di Poincaré, che alcuni sistemi dinamici non lineari, benché rigidamente deterministici cioè non soggetti al caso, possano dare luogo a comportamenti caotici assolutamente imprevedibili perchè fortemente dipendenti anche da piccolissime variazioni dei parametri ed in particolare delle condizioni iniziali. Lorenz, matematico e meteorologo statunitense fu tra i primi negli anni 70 a trovare modelli matematici soddisfacenti per prevedere l’evoluzione delle condizioni meteo. Desiderando riprendere e prolungare una simulazione effettuata sul computer il giorno prima, inserì nel suo modello (con 3 decimali), come punto di partenza, i dati ottenuti a metà simulazione. Con suo grande stupore la nuova simulazione assunse ben presto un andamento completamente diverso dalla precedente. Da qui una celebre conferenza tenuta da Lorenz il cui titolo era: "Può il battito di ali di una farfalla in Brasile scatenare un uragano nel Texas?"

Emergenza, Auto-organizzazione (I. Prigogine, H. Haken, S. Kauffman): Uno stesso sistema dinamico (vedi ad esempio la semplice applicazione logistica descritta nell’articolo relativo a Poincaré) può avere per certi valori dei parametri un comportamento prevedibile (asintotico, oscillante, ecc.) e per altri un comportamento caotico. Esiste nei sistemi un regime di confine tra ordine e caos (spesso chiamato il margine del caos) in cui emerge spontaneamente un comportamento organizzato. Al margine del caos, la cooperazione non ha luogo secondo uno schema predefinito, si tratta piuttosto di un processo bottom-up nel quale gli agenti affrontano la situazione auto-organizzandosi (laser, transizioni di fase, organismi viventi, gestione aziendale per emergenze, ecc.): l’auto-organizzazione dà origine a nuove strategie emergenti che nessun agente individualmente può programmare. L’emergenza può essere definita anche come un processo di formazione di schemi complessi a partire da regole semplici. Kauffman, un biologo americano, ha studiato a lungo l’origine della vita sulla terra. Egli è soprattutto conosciuto per aver sostenuto che la complessità dei sistemi biologici e degli organismi è spiegata principalmente dall’emergenza dell’auto-organizzazione piuttosto che dalla selezione naturale di Darwin (vedi anche il libro di J. Fodor e M. Piattelli Palmarini: "Gli errori di Darwin").

Automi Cellulari (J. v. Neumann, H. Conway, S. Wolfram): Un Computer Automata (CA) è un modello discreto studiato nella teoria della computazione, matematica, fisica, biologia e modellazione microstrutturale. L’idea fu originariamente sviluppata da Stanislaw Ulam e da John von Neumann nei primi anni cinquanta ed è fiorita con lo sviluppo delle teorie di computazione e le strutture hardware. Un classico esempio di CA è il gioco della vita ideato dal matematico inglese John Conway, nel quale poche semplici regole fissate per alcuni individui "iniziali" possono condurre a evoluzioni complesse, organizzate e non intuibili. Il gioco Life può essere facilmente impostato su qualunque tabella elettronica. Secondo Wolfram (inventore del software "Mathematica") e altri, gli automi cellulari, grazie alla loro struttura a rete e alla capacità di ospitare un gran numero di variabili discrete, sono una alternativa alle equazioni differenziali per la realizzazione di modelli di sistemi complessi. Sono state effettuate applicazioni in vari settori, dalla biologia all’ecologia, dall’urbanistica al traffico veicolare, alla fluidodinamica, alla chimica e alla fisica (ferromagnetismo, vetri di spin).

Geometria Frattale (G. Julia, B. Mandelbrot): Secondo Wikipedia un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente d’ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata auto similarità. Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot, e deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), così come il termine frazione; infatti le immagini frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione frazionaria. I frattali compaiono spesso nello studio dei sistemi dinamici e nella teoria del caos e sono descritti in modo ricorsivo da equazioni molto semplici, scritte con l’ausilio dei numeri complessi. Ad esempio, l’equazione che descrive l’insieme di Mandelbrot è la seguente: $a_(n+1) = a_n ^2 + P_0$ dove $a_n$ e $P_0$ sono numeri complessi. Applicazioni dei frattali si hanno in fisica, medicina, botanica, meteorologia, studio dei materiali, superconduttività, computer graphics, telecomunicazioni, finanza, andamenti borsistici. Un semplice metodo per ottenere al computer curve frattali suggestive è ricorrere iterativamente alla seguente trasformazione affine (i coefficienti reali: a, b, c, d, e, f servono ad ottenere forme diverse):
$x_(n+1) = a*x_n + b*y_n + e$
$y_(n+1) = c*x_n + d*y_n + f$

Complessità computazionale (A. Turing, J. Wilkinson, S. Cook): Negli anni 40 dello scorso secolo J. Wilkinson si trovò a dover risolvere un sistema lineare di 12 equazioni in 12 incognite che tentò di risolvere, come indicavano i manuali dell’epoca con il metodo di Cramer. Ben presto si accorse che il compito era di una complessità proibitiva (i computers non esistevano) poiché il metodo dei determinanti di Cramer richiede almeno il calcolo di 12! = 479,001,600 operazioni aritmetiche. Dopo i primi inutili tentativi, Wilkinson cambiò metodo di risoluzione e scelse il più efficiente algoritmo di Gauss. Oggi sappiamo che i problemi si possono classificare, anche se un po’ rozzamente, in tre categorie: quelli indecidibili o non computabili (vedi Goedel e Turing), quelli computabili in tempi che diventano presto proibitivi al crescere della dimensione del problema (complessità esponenziale) e quelli computabili in tempi ragionevoli anche per grandi dimensioni (complessità polinomiale). Tra i problemi aventi complessità esponenziale e quelli aventi complessità polinomiale (P) esiste una classe intermedia di problemi (NP) per cui ad oggi non è noto alcun algoritmo polinomiale che ne consenta di trovare la soluzione, ma che, se una soluzione è data, è possibile verificarne la validità in tempi polinomiali. Della classe NP fa parte un ampio insieme di fondamentali problemi combinatori e di calcoli su rete tra cui il celebre problema del commesso viaggiatore. Purtroppo sembra assai improbabile che sia P = NP pertanto, negli anni 70, è stata formulata da Cook la congettura P diverso da NP, ma questa congettura deve ancora essere dimostrata ed è una delle principali sfide matematiche di questo secolo.

Reti neurali artificiali (D. Hebb, J.Hopfield, T. Kohonen): Le reti neurali artificiali sono costituite da un insieme di "neuroni formali impostati sul computer", connessi tra loro da legami di intensità variabile detti pesi. Ogni unità riceve alcuni stimoli o segnali dalle altre unità della rete, attraverso i legami di connessione: quanto è più intenso il legame fra due unità tanto più lo stimolo e forte. La sommatoria degli stimoli ricevuti da una unità concorre a formare il proprio stato di attivazione, questa attivazione viene poi trasferita ad altre unità della rete. Le reti neurali sono considerate capaci di apprendimento che può essere supervisionato o non supervisionato (grazie a meccanismi automatici di auto-organizzazione). Le aree di applicazione delle reti neurali includono i sistemi di controllo (controllo di veicoli, controllo di processi), simulatori di giochi e processi decisionali (backgammon, scacchi), riconoscimento di pattern (sistemi radar, identificazione di volti, riconoscimento di oggetti, ecc), riconoscimenti di sequenze (riconoscimento di gesti, riconoscimento vocale, OCR), diagnosi medica, applicazioni finanziarie, data mining, filtri spam per e-mail ecc.

Algoritmi Genetici (J. Holland): Gli algoritmi genetici appartengono alla famiglia degli algoritmi iterativi e stocastici e possono essere applicati ad un vasto insieme di problemi di ottimizzazione o comunque di stima di buone soluzioni per tanti problemi di ricerca operativa. I meccanismi di base sono ripresi dalla biologia ed in particolare dalla selezione naturale di Darwin e dalla genetica di Mendel. Questi algoritmi operano su un insieme di soluzioni ammissibili (popolazione di base) ed effettuano una ricerca (evoluzione), basata sulla riproduzione, gli incroci, le mutazioni casuali e la selezione naturale basata su una funzione di fitness. Gli algoritmi genetici sono applicabili alla risoluzione di un’ampia varietà di problemi di intelligenza artificiale, di programmazione matematica e d’ottimizzazione (non solubili con gli algoritmi classici) compresi quelli in cui la funzione obiettivo è non convessa, non derivabile, discontinua, stocastica, o fortemente non lineare. Possono essere utilmente utilizzati assieme ad algoritmi più convenzionali, magari meno robusti, ma di più sicura convergenza.

MS-DOS

ms-dos.pngI comandi principali di MS-DOS, sistema operativo a riga di comando, monoutente e monotask: come si accede al prompt del DOS, percorso di file e cartelle, uscita dalla linea di comando, autorun, autocomplete, cambiare directory…

152. Tre congetture di P. Erdös

geometry-ellievonhoutte.jpgIn questo articolo vengono esaminate tre congetture di P. Erdös riguardanti insiemi composti da un numero finito di punti nel piano. Nella prima dati n punti si considerano le distanze determinate dalle coppie di punti della configurazione e si cerca di disporli in modo che il numero delle distanze sia minimo. Nella seconda…

La dinamica dei sistemi [J. W. Forrester]

forrester.pngUn sistema può essere composto tanto da persone quanto da oggetti fisici: il magazziniere e gli impiegati d’ufficio sono parte del sistema "magazzino"; gli organi di direzione di un impresa sono un sistema per la ripartizione delle risorse e la regolazione delle attività dell’impresa stessa; una famiglia è un sistema per vivere e per allevare figli. In una società primitiva, i sistemi esistenti erano quelli che si manifestavano in natura e le loro caratteristiche erano accettate come fenomeni di origine divina, sottratti alla comprensione o al controllo umano.

L’uomo non faceva altro che adeguarsi ai sistemi naturali che lo circondavano e ai sistemi sociali, familiari e tribali, che furono creati più da una graduale evoluzione che da una volontà esplicita. L’uomo, in altri termini si adattò ai sistemi, senza sentirsi obbligato a capirli.

"Con l’affermarsi delle società industriali, i sistemi iniziarono a dominare la vita umana, manifestandosi sotto forma di cicli economici, rivolgimenti politici, periodi di ricorrenti crisi finanziarie, fluttuazioni dell’occupazione, instabilità dei prezzi. Ma tali sistemi sociali divennero improvvisamente tanto complessi, ed il loro comportamento tanto incomprensibile, che non sembrò possibile formulare alcuna teoria generale; anzi, la ricerca di una struttura ordinata, di relazioni causa effetto e di una struttura che spiegasse il comportamento dei sistemi portarono talvolta a credere nell’esistenza di cause accidentali e irrazionali.

"La scienza economica ha individuato molte delle relazioni fondamentali esistenti nel nostro sistema industriale, la psicologia e la religione hanno descritto alcune delle interazioni esistenti che si instaurano tra sistemi di persone; la medicina ha analizzato i sistemi biologici, mentre la politica ha esaminato i sistemi di governo e internazionali. Ma la maggior parte di tali analisi è stata di tipo verbale e qualitativo, e la semplice descrizione non è stata sufficiente a mettere in luce l’autentica natura dei sistemi; gli strumenti matematici che sono stati impiegati per organizzare le nostre conoscenze scientifiche sono risultati inadeguati ad affrontare gli aspetti essenziali dei sistemi sociali che influenzano la nostra vita.

"Siamo stati addirittura sommersi da una serie di frammenti di conoscenza, ma non abbiamo avuto alcun mezzo per strutturare questa massa di concetti. Jay W. Forrester (1918), Principles of Systems, Cambridge, Massachussets Institute of Technology. (trad. it. Principi dei Sistemi, Etas Kompass, Milano 1974).

"Sino ad oggi la maggior parte della teoria e della pratica manageriale si è occupata principalmente delle componenti. Contabilità, produzione, marketing, finanza, relazioni umane e valutazioni economiche sono state pensate e messe in pratica come se fossero argomenti separati. Solo nelle posizioni manageriali più elevate esiste la necessità di integrare queste funzioni separate.

I nostri sistemi industriali stanno diventando così estesi e complessi che la conoscenza delle singole parti non è più sufficiente. Sia per quanto concerne gli aspetti gestionali che per quelli tecnici ed ingegneristici, dobbiamo aspettarci che le interconnessioni e le interazioni tra i componenti del sistema diventino più importanti dei componenti medesimi".

Lo strumento quantitativo ideato da Forrester per modellare i problemi delle organizzazioni è eccezionale per la sua semplicità: variabili di flusso (derivate o valori di periodo), e variabili di livello (integrali o valori cumulati). La metafora idraulica (vedi figura) è tra le migliori per comprendere la Dinamica dei sistemi (S.D., System Dynamics) di Forrester.

forrester1.png

In un progetto, ad esempio, le ore spese periodo per periodo, cioè l’istogramma di carico, sono rappresentate dalla portata del rubinetto (il flusso) che può variare da un periodo all’altro. L’avanzamento fisico progressivo (o cumulato), cioè la curva ad "S", è rappresentato dal livello del recipiente che, dopo un certo tempo (la durata del progetto), grazie al flusso periodico delle ore lavorate, raggiunge il 100% (recipiente colmo e progetto completato).

Nei modelli dinamici di Forrester hanno un ruolo centrale i circuiti (vedi Wiener) di feed-back positivo (crescita esponenziale) e i circuiti di feed-back negativo (tendenza, con oscillazioni o meno, all’obiettivo desiderato). I flussi e i livelli di Forrester possono essere utili per modellare problematiche di imprese che lavorano per progetti, imprese che lavorano su produzioni di serie, imprese di servizi, etc..

I flussi e i livelli possono essere fisici (Es. pezzi prodotti e stoccati) o economici (Es. conto economico e stato patrimoniale) ed il legame tra essi è garantito da variabili ausiliarie di tipo informativo.

Per il suo accento sulla interazione delle parti il metodo proposto da Forrester consente di sviluppare quantitativamente modelli di impresa che permettono di simulare, in modo integrato tra le varie componenti, i possibili percorsi evolutivi. Una celebre applicazione dei modelli di simulazione dinamica fu quella del Club di Roma – M.I.T. (Aurelio Peccei, H. Meadows e altri, I limiti dello Sviluppo, Mondadori 1972) relativa ai limiti dello sviluppo a causa della finitezza del pianeta, delle materie prime ed in particolare del petrolio.

Molte delle previsioni pessimistiche del Club di Roma non si avverarono e in un libro successivo (Meadows, Randers, Beyond the limits, Eartscan, Londra 1992) gli autori ripresero l’analisi estendendola ulteriormente e giungendo a conclusioni leggermente più ottimistiche.

Questi lavori diedero origine alle numerose ricerche sullo sviluppo sostenibile che, dopo il convegno di Rio de Janeiro, divenne centrale in tutti gli studi socio-economici sia a livello macro che microeconomico. In Italia nel 2009 la Feem, Fondazione Eni Enrico Mattei ha proposto un indice di sostenibilita di un paese basato sui tre pilastri economico sociale e ambientale costituito come segue:

Economia:
1) Pil pro capite,
2) Consumi su Pil,
3) Ricerca e sviluppo su Pil.

Società:
1) Tasso demografico,
2) Spesa alimentare su Consumi,
3) Consumo energetico pro-capite,
4) Assicurazioni e Pensioni integrative su Pil,
5) Istruzione su Pil,
6) Spesa sanitaria pubblica,
7) Spesa sanitaria privata.

Ambiente:
1) Contenuto di Carbonio per unità di energia consumata
2) Emissioni di gas serra (CH4, CO2, NO2) pro capite,
3) Energia per unità di Pil,
4) Importazioni di energia,
5) Energia non fossile
6) Uso risorse Idriche,
7) Specie animali a rischio,
8) Specie vegetali a rischio.

Applicazioni della System Dinamics si hanno in: 
Strategia e pianificazione aziendale, 
Sviluppo del processo di business, 
Processo decisionale dinamico, 
Soddisfazione dei consumatori, 
Modelli di concorrenza oligopolistica, 
Stabilita e instabilità dei mercati finanziari, 
Amministrazione pubbllica e politica, 
Urbanistica e crescita delle città, 
Dinamiche sociali e demografiche, 
Sostenibilità economica, sociale ed ambientale, 
Modelli naturali ed ambientali, 
Modellistica biologica e medica, 
Dinamiche non lineari complesse.

151. Il modello matematico sottostante alla curva dei rendimenti della BCE

scarabbocchio-serie_geometrica.jpgI tassi d’interesse sono grandezze finanziarie non direttamente quotate sui mercati finanziari, infatti sono ricavati da altri strumenti finanziari il cui prezzo, invece, viene registrato sui mercati. Le informazioni implicite nei tassi di mercato di diverse attività finanziarie forniscono indicazioni prospettiche sulle aspettative del mercato riguardo a numerosi fattori fondamentali, come l’evoluzione futura delle attività economiche e l’inflazione, nonché l’andamento del costo del denaro. L’analisi di tali aspettative è importante per l’attuazione di politiche di gestione del rischio di tasso d’interesse.

Processi decisionali … con razionalità limitata [Herbert Simon]

h.simon.png"Non ci può più essere alcun dubbio che i presupposti dell’economia delle organizzazioni, cioè le assunzioni di una razionalità perfetta, sono contrarie ai fatti. Non è un problema di maggiore o minore approssimazione; questi presupposti non descrivono neanche lontanamente i processi che gli esseri umani adottano per prendere delle decisioni in situazioni complesse". Herbert Simon (1916, 2001), Rational Decision Making in business organizations.

Secondo Simon la teoria economica neoclassica richiede che ogni agente economico sia sempre in grado di:
1) specificare l’esatta natura dei risultati;
2) specificare in modo coerente se un risultato è migliore uguale o peggiore di ogni altro;
3) associare probabilità definite ai risultati. …

Non c’è nessuna evidenza che, nelle reali situazioni di scelta umane di una qualche complessità, questi calcoli possano essere o siano in effetti eseguiti". Causalità, razionalità, organizzazione.

"… appare ovvio che la teoria dell’utilità … non sia mai stata applicata, né mai possa esserlo, al mondo reale; dato che ho avuto più volte occasione di usare la teoria dell’utilità … nel corso delle mie ricerche mi sia concesso di scagliare la prima pietra, e contro le mie stesse finestre!". La ragione nelle vicende umane.

"… il tutto è maggiore della somma delle parti, non in senso ultimo, metafisico, ma nell’importante senso pragmatico che, date le proprietà delle parti e le leggi della loro interazione, non è semplice dedurre le proprietà del tutto" L’architettura della complessità

Molti sono i concetti toccati da Herbert Simon nel corso dei suoi studi e lavori che dovrebbero essere riportati in questa scheda: i processi decisionali, la razionalità limitata, le strategie soddisfacenti, le funzioni di utilità, le tecniche euristiche, l’alternativa normativo/descrittivo, l’intelligenza artificiale, la teoria dei sistemi, quella della complessità e ovviamente il problem solving.

Simon ben presto aveva abbandonato l’impostazione normativa e razionale dell’economia neo-classica (teoria dello "Homo oeconomicus"), della teoria dei giochi, del controllo automatico e dei filoni "Hard" della ricerca operativa (scelte ottimizzanti). Egli aveva introdotto la dimensione psicologica nello studio delle scelte, attraverso l’analisi del comportamento decisionale che l’agente normalmente attua, condizionato com’è tanto dai propri limiti, per esempio di memoria o capacità di usare dati o conoscenze di cui dispone, quanto dalla complessità dell’ambiente in cui si trova ad operare. Ecco alcuni esempi dei limiti individuati da Simon:
1) limiti attenzionali: non riusciamo a seguire nel contempo più eventi;
2) limiti della memoria di lavoro: non possiamo riflettere consapevolmente che su un numero limitato di informazioni;
3) limiti della memoria a lungo termine: è faticoso registrare i risultati dei nostri ragionamenti;
4) limiti nella coerenza delle conoscenze: è impossibile confrontare tutte le nostre credenze in modo da poterle rendere coerenti.

L’insieme di questi vincoli fa si che spesso sia naturale, opportuno e più rapido accontentarsi di prestazioni cognitive soddisfacenti. Merito di Simon quindi è aver riflettuto sul fatto che nel risolvere i problemi la mente umana difficilmente riesce a considerare più di 6 o 7 variabili alla volta; pertanto è illusorio pensare che modelli matematici basati sul feed-back e sul controllo, sull’utilità attesa, sulle teorie dell’equilibrio economico o sulla ottimizzazione possano da soli risolvere tutti i problemi delle organizzazioni.

Queste intuizioni di Simon hanno avuto conferma dai più recenti risultati ottenuti dalla psicologia cognitiva, dall’economia comportamentale e dagli studi sul cervello effettuati dalle neuroscienze con la risonanza magnetica funzionale. In particolare si è trovato che per il nostro cervello:
1) le decisioni diventano problematiche se si hanno troppe informazioni,
2) è difficile considerare più di 7 item alla volta,
3) se le informazioni sono troppe prendiamo decisioni peggiori e comunque insoddisfacenti,
4) la vigilanza e l’attenzione calano con il numero di elementi da considerare,
5) le prestazioni peggiorano se le informazioni ci arrivano ravvicinate nel tempo,
6) pesano maggiormente le ultime informazioni arrivate,
7) è difficile individuare criteri con peso medio o basso: o tutto o niente,
8) è più facile essere creativi se rilassati (ad esempio sotto la doccia),
9) alcune delle decisioni migliori sono emotive o inconsce,
10) è meglio essere soddisfatti di poche informazioni (sufficers) che ricercarle tutte sistematicamente (maximaizers).

Nel 1956 il matematico John Mc Carty assieme a Shannon, Minsky e altri aveva organizzato un incontro al Dartmouth college (Hanover, New Hampshire), poi considerato fondativo dell’intelligenza artificiale (IA), incentrato sull’ipotesi che "ogni aspetto dell’apprendimento o ogni altra caratteristica dell’intelligenza possono essere, in linea di principio, descritti in modo così preciso da poter essere simulati da una macchina". Nel 1947 Simon aveva scritto "Il comportamento amministrativo" (Il Mulino, Bologna 1979), nel quale si era posto domande che lo avrebbero poi portato a unirsi al gruppo dei fondatori dell’intelligenza artificiale: come fanno i dirigenti d’azienda a prendere una decisione? Quale è il procedimento mentale che li porta, nella confusione e nella parzialità dei dati di cui dispongono, a decidere come comportarsi per far sopravvivere la propria impresa? In generale come fanno gli umani a risolvere i problemi?

Un problema (come in molti giochi e quindi anche negli scacchi) può essere rappresentato da un albero i cui rami, grazie alla combinazione delle molteplici scelte possibili, crescono in modo esponenziale sino ad arrivare alle foglie che, nella metafora, rappresentano tutte le possibili soluzioni. Simon assieme al fisico Allen Newell e al programmatore Clifford Shaw aveva ipotizzato un programma per gli scacchi che non fosse basato in modo cruciale sui perfezionamenti della funzione di valutazione di Shannon, ma piuttosto sull’implementazione di quelle strategie soddisfacenti che egli aveva considerato il cuore dei processi umani di soluzione dei problemi. Newell (1927,1992) aveva seguito i corsi del matematico George Polya, il quale, nel suo "How to Solve it" del 1945, aveva definito i processi della soluzione di problemi come "euristici", cioè basati sull’uso di indizi ed espedienti utili alla ricerca della soluzione: un’idea che richiamava molto da vicino quella della strategia soddisfacente di Simon.

Assieme a Newell e Shaw, Simon ideò diversi programmi di intelligenza artificiale tra cui Logic Theorist (LT), che dimostrava alcune proposizioni dei Principia Mathematica di Russell, General Problem Solver (GPS), che simulava i processi mentali di una persona che tenta di risolvere un generico problema logico matematico e Bacon1, che riscopriva le leggi di Keplero. Oggi però Simon non è tanto ricordato per i suoi programmi di IA: neanche il programma di scacchi Deep Blue, che ha battuto Kasparov, è molto basato sull’uso di regole euristiche, ma piuttosto sulla forza bruta dei nuovi computer in grado di valutare, meglio di un umano, i molti sviluppi o rami del gioco. Forse si può azzardare l’ipotesi che il contributo maggiore di Simon alla analisi dei processi e dei problemi delle organizzazioni venga dalla considerazione che questi sono spesso troppo complessi per essere affrontati solo con la razionalità e l’ottimizzazione: il buon senso, l’euristica, l’intuizione, l’emotività e l’esperienza giocano anch’essi un ruolo determinante. (Yurij Castelfranchi, Oliviero Stock, "Macchine come noi: la scommessa dell’intelligenza artificiale", Laterza 2000).

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Gara di Intelligenza Matematica Q.I.M. 2011 – I finalisti

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GARA CONCLUSA: ore 7:30 del 03.06.2011

QUESITI, SOLUZIONI E CLASSIFICA DELLA FINALE >>>

I vincitori dei primi devono fare una esplicita richiesta indicando username e posizione in classifica a [email protected] 

Partecipano alla finale di giovedì 2 giugno ore 21.30

1 Dione 3465.19 2011-05-31 07:58:44
2 prof1973 3465.06 2011-05-31 07:33:10
3 ErMate 3464.97 2011-05-31 08:58:29
4 alberto_una_pietra 3464.93 2011-05-31 10:22:56
5 Nuovatonnellata 3464.92 2011-05-31 08:59:50
6 Fainzeke 3464.91 2011-05-31 08:01:01
7 CauchyTAmper 3464.89 2011-05-31 09:00:41
8 lucafranceschini 3463.95 2011-05-31 08:55:40
9 numeri 3463.89 2011-05-31 08:17:17
10 MateMirko 3462.76 2011-05-31 10:11:28
11 Pisius 3462.48 2011-05-31 09:27:28
12 flymark 3462.22 2011-05-31 08:44:51
13 anisetta 3462.21 2011-05-31 08:44:42
14 SteGraz 3462.01 2011-05-31 17:50:01
15 FrancoC 3461.92 2011-05-31 08:36:55
16 luxI 3461.49 2011-05-31 08:25:11
17 milizia96 3461.48 2011-05-31 14:32:03
18 gio1994 3461.23 2011-05-31 17:31:21
19 Kolossus 3461.08 2011-05-31 07:19:58
20 Ben Grimm 3460.99 2011-05-31 07:20:47
21 annanna 3460.90 2011-05-31 07:21:30
22 Coachce 3460.89 2011-05-31 07:18:01
23 arcobaleno 3460.87 2011-05-31 07:24:26
24 COACHANTO 3460.81 2011-05-31 07:19:07
25 bucatino 3460.80 2011-05-31 07:22:33
26 Liriel 3460.76 2011-05-31 07:23:10
27 lalalla79 3460.35 2011-05-31 09:48:44
28 Il Capitano 3460.24 2011-05-31 17:28:39
29 mirita 3460.08 2011-05-31 17:28:14
30 vita 3460.01 2011-05-31 17:30:13
31 elvi78 3459.99 2011-05-31 09:03:35
32 Gartin 3459.30 2011-05-31 20:17:08
33 bufferero 3459.15 2011-05-31 08:13:08
34 PopTool 3459.07 2011-05-31 09:47:18
35 Carotina62 3458.90 2011-05-31 09:47:47
36 snisna 3458.88 2011-05-31 08:15:55
37 Excalibur 3458.86 2011-05-31 09:48:31
38 luigi_rafaiani 3458.43 2011-05-31 18:35:38
39 Anto85 3457.82 2011-05-31 09:26:11
40 AntoniaCt 3457.77 2011-05-31 09:28:44
41 Cicciuzzo 3457.72 2011-05-31 09:30:02
42 m_steel 3456.47 2011-05-31 16:56:11
43 ciccio76 3455.96 2011-05-31 13:50:23
44 pucicchia 3455.90 2011-05-31 13:50:20
45 peterbart 3455.69 2011-05-31 10:13:33
46 mimmo72 3455.41 2011-05-31 10:15:08
47 chiaraval 3454.95 2011-05-31 12:07:41
48 indiana 3454.78 2011-05-31 12:08:29
49 arizi 3453.57 2011-05-31 14:32:38
50 Lifestyle 3451.84 2011-05-31 09:01:55
51 AlfredoBigazzi 3450.41 2011-05-31 11:12:41
52 nino59 3449.24 2011-05-31 15:05:36
53 LezMark86 3448.80 2011-05-31 11:19:16
54 rocciaccio 3448.76 2011-05-31 23:53:29
55 TheWiz@rd 3448.72 2011-05-31 11:26:43
56 XP8DT 3448.66 2011-05-31 11:39:06
57 Yaglal 3448.65 2011-05-31 11:47:09
58 al_berto 3448.60 2011-05-31 15:46:31
59 lor95m 3448.12 2011-05-31 21:01:08
60 Antigone90 3446.03 2011-05-31 09:28:19
61 flav 3445.88 2011-05-31 23:17:29
62 Sunshine01gh 3444.10 2011-05-31 11:25:32
63 drake53 3442.55 2011-05-31 12:31:50
64 matrix10 3439.77 2011-05-31 10:18:03
65 pinturicchio 3439.56 2011-05-31 08:47:28
66 bico76 3439.29 2011-05-31 09:42:50
67 @ndre@ 3437.26 2011-05-31 17:44:11
68 bortolino 3436.54 2011-05-31 13:56:08
69 lele83 3433.37 2011-05-31 12:04:32
70 enrymather 3431.62 2011-05-31 22:45:00
71 zuvi 3430.56 2011-05-31 19:07:08
72 stergio 3428.84 2011-05-31 09:46:54
73 maribrenta 3428.23 2011-05-31 12:44:32
74 luna2006 3427.85 2011-05-31 21:21:33
75 marmi 3427.84 2011-05-31 15:23:57
76 MagoCt 3427.14 2011-05-31 09:24:35
77 mondy59 3425.11 2011-05-31 20:31:17
78 lapallina 3424.99 2011-05-31 13:47:47
79 ander90 3424.78 2011-05-31 09:27:41
80 niccolino66 3424.78 2011-05-31 12:04:33
81 baol 3424.73 2011-05-31 15:35:28
82 mipiacelamatematica 3422.93 2011-05-31 10:05:22
83 Caniggia 3422.71 2011-05-31 13:04:43
84 BillSantAntonio 3422.69 2011-05-31 13:21:03
85 daliasort 3422.35 2011-05-31 15:34:27
86 bobbyjean 3420.92 2011-05-31 09:30:31
87 polas68 3420.47 2011-05-31 09:02:11
88 alisa95 3419.81 2011-05-31 11:07:23
89 mariaelia53 3419.46 2011-05-31 09:33:16
90 camillo73 3417.06 2011-05-31 07:34:15
91 claudia79 3416.95 2011-05-31 12:00:04
92 Maxil 3416.88 2011-05-31 09:46:49
93 lux99 3416.13 2011-05-31 21:00:35
94 gattone 3415.48 2011-05-31 13:51:50
95 tinoceck 3414.86 2011-05-31 23:03:41
96 Alessandro99 3414.43 2011-05-31 17:32:57
97 jpgame64 3414.15 2011-05-31 09:03:55
98 Aloa 3413.95 2011-05-31 09:00:05
99 pifusolo 3413.33 2011-05-31 18:32:05
100 dany23 3412.89 2011-05-30 21:31:38
101 Lola_it 3412.59 2011-05-31 10:32:58
102 fabven 3412.51 2011-05-31 12:42:51
103 Marty86 3411.25 2011-05-31 09:52:53
104 liucizan 3410.74 2011-05-31 09:13:22
105 alebarde 3410.66 2011-05-31 11:10:06
106 edge 3410.36 2011-05-31 19:10:27
107 unclejoy 3409.93 2011-05-31 10:50:13
108 alby007 3409.36 2011-05-31 08:59:57
109 Antonio1986 3409.19 2011-05-30 21:31:58
110 asino20 3407.75 2011-05-31 09:31:06
111 1001 3407.21 2011-05-31 15:09:14
112 nayra86 3404.21 2011-05-30 21:33:23
113 pitocco85 3403.79 2011-05-31 12:37:54
114 carloquinto 3403.25 2011-05-31 19:46:50
115 Slevin7 3403.22 2011-05-31 19:35:24
116 frank56 3402.80 2011-05-31 13:48:09
117 mate.54 3402.43 2011-05-31 16:29:11
118 Ribmaister 3402.15 2011-05-31 23:10:42
119 ivan.bugli 3401.62 2011-05-31 14:25:29
120 blublu 3401.61 2011-05-31 08:24:31
121 verdet 3400.93 2011-05-31 13:29:13
122 giovannino.greco 3400.65 2011-05-31 11:06:44
123 Matteo96 3398.82 2011-05-31 14:04:01
124 tordella 3398.78 2011-05-31 12:10:12
125 michele54 3398.33 2011-05-31 15:04:44
126 lucazaga 3394.81 2011-05-31 11:47:15
127 qasderf 3392.31 2011-05-31 23:28:26
128 zcratch 3392.03 2011-05-31 09:57:31
129 gaborone 3391.82 2011-05-31 12:59:53
130 debora0109 3390.53 2011-05-30 21:32:23
131 fbertino73 3389.58 2011-05-31 12:10:04
132 mathcla2010 3389.11 2011-05-31 15:36:16
133 marm8a 3388.22 2011-05-31 10:54:28
134 pmpmpm 3387.89 2011-05-31 17:47:00
135 tonio81 3386.95 2011-05-31 09:30:39
136 cristinabr 3383.86 2011-05-31 09:56:17
137 lai 3383.83 2011-05-31 22:20:23
138 kiaretta95 3382.92 2011-05-31 09:21:09
139 dido8484 3382.49 2011-05-31 08:45:51
140 XandreaX 3381.84 2011-05-31 15:35:53
141 motobi 3381.19 2011-05-31 20:51:33
142 Morte87 3381.10 2011-05-31 18:50:05
143 lambada62 3380.49 2011-05-30 23:25:22
144 MiceneSagitter 3380.45 2011-05-31 23:48:48
145 vyola2006 3379.76 2011-05-31 09:36:27
146 Gisy 3379.41 2011-05-31 11:27:44
147 davidelisa 3378.99 2011-05-31 11:18:09
148 federica5678 3378.97 2011-05-31 10:52:31
149 Paola66 3377.32 2011-05-31 14:16:17
150 il gatto e i conigli 3375.64 2011-05-31 12:04:00
151 sophie1991 3373.85 2011-05-31 15:50:39
152 nonnaserena 3373.18 2011-05-31 11:18:17
153 Colty92 3370.62 2011-05-31 14:39:49
154 mike95 3370.43 2011-05-31 08:45:30
155 FLEONE 3370.36 2011-05-31 09:26:17
156 parmigio 3369.80 2011-05-31 09:02:50
157 DeMaMi 3369.42 2011-05-31 17:47:15
158 gattofurbo 3369.36 2011-05-31 09:24:08
159 sirvietto 3369.14 2011-05-30 21:53:06
160 masquin 3368.62 2011-05-31 17:37:27
161 jolampo 3368.03 2011-05-31 10:53:54
162 antomeno 3366.93 2011-05-31 14:03:14
163 enza22 3364.91 2011-05-31 19:37:08
164 ninorigo96 3364.10 2011-05-31 10:48:47
165 robpedro 3364.02 2011-05-31 19:02:00
166 Ipazia65 3363.52 2011-05-31 15:45:51
167 Gil66 3362.49 2011-05-31 21:14:59
168 smarti 3361.97 2011-05-31 23:08:45
169 Sasha™ 3361.33 2011-05-31 14:48:07
170 GAES88 3358.92 2011-05-31 10:30:13
171 Elisabetta1990 3358.86 2011-05-31 09:40:08
172 ale_ted 3358.19 2011-05-31 15:57:52
173 sorén 3357.80 2011-05-31 13:47:54
174 Piega 3357.55 2011-05-31 09:25:04
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393 mastra89 3023.58 2011-05-26 07:28:27
394 delda 3023.24 2011-05-31 18:39:03
395 francescop21 3022.23 2011-05-25 19:11:03
396 Moncino 3022.07 2011-05-31 23:51:06
397 pie97 3021.18 2011-05-30 11:33:48
398 depi88 3019.88 2011-05-27 18:45:04
399 provareprovare 3018.13 2011-05-31 12:40:50
400 monia76 3017.86 2011-05-23 16:08:31
401 giannipuglisi 3016.47 2011-05-31 16:43:04
402 edge75 3013.00 2011-05-31 14:21:38
403 It92 3010.64 2011-05-31 13:06:15
404 rossina 3009.31 2011-05-30 21:47:17
405 pz57 3008.24 2011-05-29 17:14:31
406 FMO 3006.77 2011-05-31 16:11:04
407 francy10 3003.94 2011-05-31 22:58:51
408 cipicchio 2998.62 2011-05-31 09:07:54
409 clemtaf 2995.95 2011-05-31 18:40:09
410 andreazubani 2994.93 2011-05-31 10:04:24
411 SuperGenio 2993.83 2011-05-31 18:33:13
412 vimbo97 2993.44 2011-05-26 21:30:15
413 ifaro72 2993.32 2011-05-27 23:29:51
414 lu29 2985.98 2011-05-31 16:35:02
415 nablaquadro 2981.70 2011-05-31 20:08:17
416 ZioPaolo 2976.38 2011-05-30 22:31:07
417 C.D.4Btilgher 2974.69 2011-05-31 21:08:33
418 giansi34 2973.55 2011-05-27 23:31:02
419 giusef65 2973.43 2011-05-31 14:12:27
420 carmipas 2969.34 2011-05-29 08:20:41
421 santogiu 2961.25 2011-05-31 19:47:06
422 filly4 2958.29 2011-05-31 14:43:47
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450 denominatore 2898.88 2011-05-31 18:07:08
451 GiuseppeR 2896.98 2011-05-31 15:33:45
452 tatino 2896.89 2011-05-31 09:37:40
453 stevino 2896.29 2011-05-31 23:18:58
454 Yan 2895.45 2011-05-31 09:18:33
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457 maripelle 2888.07 2011-05-31 13:46:51
458 manuel.9393 2884.89 2011-05-31 22:40:47
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460 Anttrus 2876.28 2011-05-31 14:42:54
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488 giulioCarletti 2791.17 2011-05-31 10:55:59
489 carliga89 2790.59 2011-05-31 23:12:36
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491 robygorny 2782.12 2011-05-20 14:42:31
492 anna_mate 2780.45 2011-05-31 23:41:46
493 Tintina 2770.99 2011-05-31 23:54:00
494 gravitation 2770.17 2011-05-31 08:46:18
495 baronsamedi 2769.34 2011-05-31 22:20:56
496 frasniker 2767.79 2011-05-31 08:49:09
497 costarob 2763.18 2011-05-31 23:46:10
498 doublebi 2762.71 2011-05-31 11:45:32
499 anto2010 2761.55 2011-05-31 15:52:49
500 *Elisa* 2758.32 2011-05-31 20:11:22 


 

Inchiesta Harris Interactive per Matematicamente.it

Vi invitiamo a partecipare ad un’inchiesta realizzata per noi dall’Istituto Harris Interactive. I risultati ci permetteranno di conoscere meglio le esigenze e le aspettative dei nostri visitatori. Vi chiediamo quindi di partecipare numerosi. Rispondendo al questionario, inoltre parteciperete ad un concorso a premi che mette in palio 5000 euro complessivi in buoni acquisto! Cliccate qui per accedere all’inchiesta

Arte frattale

arte-frattale.pngNon fu un’uscita felice quella di Nikita Krusciov, che definì «dipinti dalla coda di un asino» i quadri di Jackson Pollock. Era una stupidaggine che scaturiva dagli astrusi e oscuri meandri dell’ortodossia sovietica, secondo la quale l’arte astratta era un bidone, un trastullo capitalistico. Tant’è vero che il moscovita Wassily Kandinsky, che l’aveva inaugurata negli anni ’10 del Novecento, dovette scappare a Parigi, dove morì da cittadino francese.

Pollock era assurto a fama internazionale grazie a un titolo del settimanale Time del 1949 («È lui il più grande pittore vivente degli Stati Uniti?»). Morì in un incidente d’auto a soli 44 anni e nel dicembre di quello stesso 1956 il MoMA gli dedicò una personale alla memoria che sancì per sempre il mito. Nel 2006 il suo quadro “N.5: 1948” è stato venduto per 140 milioni di dollari. Credo sia ancora il record.

JP imbeveva pennelli, bastoni, stracci, coltellacci o siringhe e poi li agitava e li sbatteva, facendo cadere getti di vernice su grosse tele distese a terra. «La mia pittura non viene dalle setole del pennello. Preferisco distendere la tela o contro un muro o sul pavimento. Ho bisogno della resistenza di una superficie dura. Sul pavimento sono più a mio agio. Mi sento più vicino al quadro e divento una sua parte: posso camminargli attorno, lavorarci sopra da quattro lati ed essere letteralmente nel quadro».

Si parlò, e si parla tuttora, di «action painting» e Pollock venne ascritto al movimento dell’espressionismo astratto che era nato in Europa proprio con Kandinsky. Fu anche grazie alla sua opera che New York sottrasse a Parigi, nella seconda metà del Novecento, il ruolo di capitale mondiale dell’arte.

Estetica

La pittura astratta pone dei problemi di intepretazione. Se si riflette sulla questione in modo superficiale, sembra logico che alla gente piacciano di più i ritratti, i paesaggi o le scene d’azione stile Quarto Stato, che non degli schiribizzi di colore tracciati su una tela senza nessuna attinenza con la realtà naturale. I quadri di Pollock, poi, sono ancora più enigmatici di quelli di Kandinsky, dove bene o male prevalgono rassicuranti forme geometriche o persino parafigurative (andate sul web e guardatevi “Composizione X”): i dipinti di Pollock sembrano proprio fatti a casaccio, dalla coda dell’asino! Eppure hanno un enorme successo e io stesso, che non sono esperto d’arte, ne vado pazzo.

La verità è che anche le forme geometriche esercitano su di noi un fascino, e forse anche quelle casuali o quasi: basti pensare alle onde del mare o alle nuvole. Sin dai tempi di Platone ci si interroga sulla ragione per la quale noi umani possiamo provare piacere davanti a un’opera d’arte. Negli ultimi 50 anni, con l’avvento dei computer e con strumenti di indagine scientifica sempre più raffinati, come gli scanner ottici o le risonanze magnetiche funzionali che fanno vedere i centri del piacere in azione nella testa delle persone, si è cominciato a fare sul serio.

Già quando stavo al liceo mi colpì una raccolta di saggi curata da Umberto Eco: “Estetica e teoria dell’informazione” (Bompiani 1972), nella quale si utilizzavano gli strumenti della teoria di Shannon e affini per misurare e spiegare il senso della percezione artistica. Ci sono state anche delle mode passeggere ma furiose, come quando si voleva riconoscere il rapporto aureo dappertutto, dalle piramidi egizie a Raffaello alle auto sportive: nel suo L’equazione impossibile (BUR 2005), Mario Livio smonta parecchie di quelle elucubrazioni, al tempo stesso raccontandoci dell’importanza della simmetria nella nostra percezione sensoriale.

Ora, da una ventina d’anni ma in modo esponenzialmente crescente, si è affermata l’estetica frattale, e con essa la ricerca di frattalità dentro l’arte astratta.

Estetica frattale

La geometria frattale, ossia quella fatta da linee ovunque continue ma non differenziabili, sembra più adatta per descrivere il mondo reale che non quella idealizzata delle forme geometriche regolari. In fondo, noi non abbiamo mai incontrato un cerchio o un triangolo, ma solo blande approssimazioni. E poi, come fece opportunamente osservare Benoît Mandelbrot nel 1967, la costa della Gran Bretagna ha una lunghezza sempre diversa a seconda della distanza dalla quale la osserviamo: la foto satellitare, il volo d’uccello, la passeggiata sulla costa, l’uso della lente sullo scoglio ci fanno scoprire una lunghezza costiera sempre più grande.

Non solo: per quanto la guardiamo con dettaglio sempre più fine, la costa ci appare sempre uguale, ha sempre la stessa faccia, sempre “la stessa irregolarità”. Nel mondo frattale delle coste marittime, delle cordigliere montuose, dei fiocchi di neve, delle nuvole o delle fronde degli alberi, la stessa trama ricorre indefinitamente e indipendentemente dal numero di ingrandimenti che facciamo. Sono figure autosomiglianti.

E siccome la geometria frattale è stata tirata in ballo per analizzare certi fenomeni caotici e spiegare la forma dello “spazio delle fasi” dei sistemi complessi, appare ragionevole anche applicarla alla coda dell’asino che imbratta una tela.

Secondo il fisico Richard Taylor dell’Università dell’Oregon, la pittura di Jackson Pollock è a trama frattale. Si tratta anzi del primo caso che si è scoperto e studiato di frattali generati da un essere umano, ossia non reperibili in natura né generati da un computer (in sèguito, si è parlato di frattali anche per quadri di Leonardo, la Tour Eiffel e altre opere d’arte). Taylor e colleghi hanno misurato l’intera produzione del pittore rilevando una dimensione frattale crescente nel tempo: dall’1,3 del 1945 al 1,9 del 1950. (Le dimensioni del mondo frattale sono comprese tra 1 e 2. Le curve differenziabili della geometria ordinaria hanno dimensione frattale 1. La curva di Peano, che riesce a riempire lo spazio bidimensionale, ha dimensione 2. Un foglio di carta appallottolato e scagliato nel cestino ha dimensione 1,5).

In parallelo agli studi su Pollock, e anzi ancora prima, era nata una fiorente ricerca intorno al presunto valore estetico dei frattali. Come percepiamo, noi umani, i frattali? Quali ci piacciono di più e quali meno? (Ecco tornare il tema della simmetria e del fascino che essa può esercitare su di noi). A metà degli anni ’90 si sono fatte parecchie misurazioni, utilizzando osservatóri umani e figure generate dal software, senza tuttavia riuscire a trovare alcuna correlazione tra la dimensione frattale D e la piacevolezza delle sensazioni provate dai percettori umani.

Cocciuto, Taylor non si è dato per vinto e nel 2002-2003, arruolato uno stuolo di collaboratori psicologi, ha sottoposto a 200 cavie umane tre tipi di frattali: quelli che si trovano in natura (nuvole, alberi, cavolfiori, ecc.), quelli generati dal software e… i quadri di Pollock. Ritiene di aver riscontrato una prevalente preferenza estetica per i frattali di dimensione compresa tra 1,3 e 1,5.

I frattali come ponte tra scienza e arte

A sèguito di queste ricerche sono nati dei veri movimenti di pittura frattale. Qui gli autori, a differenza che nel caso di Pollock e di tutti gli artisti precedenti i lavori di Mandelbrot negli anni ’70, si prefiggono lo scopo di dipingere in modo frattale o sono consapevolmente suggestionati dalle forme frattali –anche se per la verità raramente le capiscono bene. Fanno, ad esempio, spesso una certa confusione tra forme casuali e forme frattali.

Un’altra confusione concerne il legame tra la matematica e l’arte. Oggi si suole dire che la geometria frattale sarebbe il trait d’union definitivo tra mondo artistico e mondo scientifico. Ma il legame tra matematica e arte è più complesso, e ben più antico della scoperta dei frattali (che sono una razionalizzazione di Mandelbrot su lavori preesistenti di Weierstrass, Cantor, Koch, Poincaré, Klein, Julia e altri del primo Novecento). Basti pensare alla simmetria, al “truth is beauty” di Keats, agli eterni discorsi sulla bellezza della matematica che predatano di parecchio Mandelbrot e beninteso lo stesso Pollock.

Anche se oggi ci intrigano particolarmente, i frattali sono semmai uno dei legami tra la scienza e l’arte, non quello per antonomasia. Sono una delle arcate di un ponte più articolato.

Il ruolo dell’osservatore

Io ammiro i lavori di Taylor e affini e credo rivestano un grande interesse. È importante cercare di capire come si formi la percezione estetica negli esseri umani. Però a volte questi studiosi sembrano dimenticare che la percezione dell’arte è qualcosa di più complicato di una bella sequenza di numeri con test del chi quadrato. L’estetica non dipende solo dall’opera ma anche, e fortemente, dal livello culturale dell’osservatore.

L’arte, astratta o no, non piace a tutti allo stesso modo. Ad esempio se non siamo esperti e guardiamo la pittura rinascimentale, non ne cogliamo i significati iconografici e simbolici, i riferimenti a storie e personaggi: e così essa può apparirci stucchevole e priva di senso.

Ci piace Caravaggio (NB: solo da mezzo secolo. Prima era ignorato!), perché fa spesso riferimento a temi quotidiani, giungendo a rappresentare anche i santi come persone comuni. Ma cosa vogliono dirci, invece, le enigmatiche madonne di Antonello da Messina, quelle un po’ storte di Mantegna, i ritratti di Lorenzo Lotto, le Meninas di Picasso, i paesaggi di Giorgione, le icone russe? Se non siamo preparati in storia dell’arte, non ci dicono granché. Proviamo un vago sentore di attrazione, dovuto più che altro al mito, ma non sapremmo aggiungere altro. Non sappiamo se ci piacciono e, se sì, perché.

Il fatto è che ogni forma d’arte ha un suo linguaggio, e se non lo parliamo fluentemente le opere non ci si rivelano appieno.

Pensate al cinema. Sentirete sempre i cinefili più raffinati elogiare gli Eisenstein, i Kurosawa, i Buñuel, il Fellini di 8 1/2 o La Strada, mentre il grande pubblico va a vedere Scorsese, De Palma, Pollack e il Fellini di Amarcord. Questo accade perché, come la pittura, la musica, la scultura e l’architettura, anche il cinema ha un suo linguaggio, di cui solo una porzione piccola risulta accessibile al grande pubblico, quello della gente che non ha coltivato specificamente quell’arte. Il modo di usare le cineprese, la composizione delle immagini, il suono, la luce, il colore, il montaggio, l’utilizzo degli attori, le citazioni delle opere del passato: la grammatica cinematografica è vasta e solo quelli veramente introdotti riescono ad apprezzarne le interpretazioni da parte dei vari registi. Ci sono film più o meno “orecchiabili”, come le musiche, e come i quadri. (E ci sono anche opere grandissime che sono sia orecchiabili sia profonde e complesse.)

Senza una formazione inerente il linguaggio di base di un’arte, la nostra capacità di giudizio è limitata, o comunque è diversa da quella di uno che conosca quel linguaggio. E questo spiega perché Lady Gaga sia enormemente più popolare di Bach o di Miles Davis: la percentuale di pubblico addestrato alla musica barocca o al jazz è molto piccola rispetto a quella di coloro che possono apprezzare un ritornello pop. E la verità è che molti dei primi apprezzano anche Lady Gaga, mentre il viceversa è una rarità.

Dunque, per quanti trucchi escogitiamo per capire cosa prova un uomo o uno scimpanzé quando guarda un paesaggio frattale o una forma simmetrica o una stocastica, siamo ancora lontani dalla spiegazione olistica della percezione estetica. Bisognerebbe organizzare esperimenti che filtrano via il “rumore” culturale. Con le scimmie, si può fare; con gli umani è più difficile. Anche gli artisti grandi ma popolari, che piacciono a tutti, come Fellini, Caravaggio, van Gogh, Keith Haring o Giuseppe Verdi, sono percepiti diversamente da me e da uno storico dell’arte.

È un problema simile a quello che si pone nella misurazione del quoziente intellettivo. Molti dei test che vengono escogitati, e tendenzialmente proprio quelli più utili, contengono una componente culturale, che interferisce con l’intelligenza di fondo, innata. I soggetti che padroneggiano meglio il linguaggio e/o i riferimenti culturali impiegati nel test, risultano più intelligenti anche se magari non lo sono.

Copyright Paolo Magrassi

Paolo Magrassi http://www.magrassi.net/

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Le curve algebriche sono opera di Dio, le superfici algebriche del diavolo [F.Enriques]

enriques80.png"La filosofia penso debba essere fatta da spiriti scientifici, e in servigio della scienza" «La filosofia della natura è caduta nel nulla. I nuovi idealisti credono di sbarazzarsi del suo peso morto ritenendo ogni forma di studio della natura come una maniera di attività pratica, indifferente al pensiero. In tal guisa, non solo impoveriscono l’idealismo ma, ciò che è più grave per dei pensatori storicisti, commettono un errore antistorico. Perché tutta la storia della filosofia, almeno della filosofia occidentale, prende norma e ispirazione dal pensiero naturalistico». Federigo Enriques (1871 – 1946)

"il progresso della scienza è procedimento di approssimazioni successive dove dalle deduzioni parzialmente verificate dalle contraddizioni eliminanti l’errore delle ipotesi implicite, sorgono nuove induzioni più precise, più probabili, più estese" I problemi della scienza, 1906.

«La corrispondenza fra i concetti scientifici e la realtà sensibile rimane sempre una corrispondenza approssimata, ma il valore obiettivo della razionalità del sapere consiste in ciò che il processo della scienza è un processo di approssimazioni successive illimitatamente perseguibile». Scienza e razionalismo, 1912.

"La domanda consueta, se le Matematiche debbono educare piuttosto l’intuizione o la logica, è viziata per una imperfetta visione del valore dell’insegnamento. Infatti il presupposto di codesta domanda è che logica ed intuizione si lascino separare come facoltà distinte dell’intelligenza, laddove esse sono piuttosto due aspetti inscindibili di un medesimo processo attivo, che si richiamano l’un l’altro". Insegnamento Dinamico, Università di Bologna.

"Ho avuto la fortuna di assistere a qualche lezione di aritmetica o di geometria pratica, in cui il discente si metteva a conversare coi ragazzi facendosi – anche lui – un poco ignorante, ricercando insieme con loro, suggerendo, a tentoni, la via che essi stessi dovevano percorrere per guadagnare la verità. E, mentre ammiravo l’intelligente attività della guida, trascinato anch’io nell’esercizio della scolaresca animata, mi chiedevo perché lo stesso metodo non si dovesse adoperare anche con alunni di età più matura… perché no?, anche coi giovanotti che vengono a studiare alle nostre università. Forse che non era questo il metodo di Socrate, ritratto al vivo nei Dialoghi di Platone?" Insegnamento Dinamico.

"Di ogni dottrina si studi le origini, le connessioni, il divenire, non un qualsiasi assetto statico; e però che un grado di verità più alto serva ad illuminare il più basso da cui è uscito; che insomma – dopo avere studiato la scienza – ce ne valiamo per comprendere la storia. Quale modo più largo di comprensione quale più vasta esperienza didattica, che l’annodarsi dei problemi e l’urtarsi delle difficoltà entro lo spirito di tutti gli studenti, che hanno faticato prima di noi, nella scuola del mondo?" Insegnamento Dinamico.

Così Guido Castelnuovo (1865 – 1952) in uno scritto del 1928 ricorda i lavori sulle superfici algebriche svolti assieme ad Enriques: " … per rintracciare la via nell’oscurità in cui ci trovavamo siamo stati condotti a divinare alcune proprietà che dovevano sussistere, con modificazioni opportune, per le superfici (regolari ed irregolari) di ambedue le vetrine; mettevamo poi a cimento queste proprietà con la costruzione di nuovi modelli. Se resistevano alla prova, ne cercavamo, ultima fase, la giustificazione logica. Col detto procedimento, che assomiglia a quello tenuto nelle scienze sperimentali, siamo riusciti a stabilire alcuni caratteri distintivi tra le due famiglie di superficie".

Nella prima metà del secolo XIX in Italia soltanto Cattaneo aveva difeso con energia la necessità di aprire la filosofia alle istanze della scienza. Nel 1906, intervenendo a Milano al convegno della Società Filosofica Italiana Enriques sostiene, in polemica con il ministro della Pubblica istruzione, "l’assurdità di preparare i futuri filosofi con una esclusiva educazione storica e letteraria», rivendicando per la matematica "un posto d’onore fra gli insegnamenti che preparano alla filosofia".

Nel successivo congresso della Società a Parma afferma che "il rinascimento filosofico nella scienza contemporanea" chiude definitivamente la stagione del positivismo, "l’epoca che si distinse su tutte come antifilosofica e che fu in realtà dominata da una filosofia particolare", il positivismo appunto.

Il Domenicale del Sole 24 Ore del 17 Aprile 2011 dedica la copertina al centenario dell’Italia della scienza a cui un secolo fa Croce e Gentile negarono dignità culturale attaccando il matematico Federigo Enriques. I danni durano ancora oggi. Riusciremo a cambiare rotta? Armando Massarenti scrive l’articolo titolato: Così l’Italia azzoppò la scienza nell’Aprile 1911. Il matematico Enriques fu sbaragliato dall’idealismo di Croce. Fu l’inizio di una egemonia della cultura umanistica che ha allontanato il nostro paese dalla modernità.

Il 6 Aprile 1911 si tenne il congresso della Società filosofica italiana, fondata e presieduta dal grande matematico Federigo Enriques, un formidabile organizzatore culturale, autore di libri di storia della scienza, cofondatore della casa editrice Zanichelli e di riviste filosofiche e scientifiche. Enriques riteneva che una filosofia degna di una società moderna non potesse che essere pensata in stretta connessione con l’avanzare delle scienze… Come si poteva negare il connubio tra scienza e filosofia come se Leibnitz e Cartesio non fossero stati insieme filosofi e scienziati oltre che fondatori della filosofia moderna.

Ma fu proprio quel tono sprezzante e liquidatorio a inasprirsi durante la disputa e a segnare la sconfitta di Enriques. Gli fu dato platealmente dell’incompetente e non solo in campo filosofico. Fu invitato in maniera insultante, a parlare solo della sua materia, cioè di matematica, un sapere non per veri filosofi ma per quegli "ingegni minuti" che sarebbero appunto gli scienziati.

Coinvolto dalla polemica, Croce finse di non ricordare che la nascita della filosofia occidentale avvenne assieme alla scienza e alla matematica tutte comprese nella physis (filosofia naturale) sin dai tempi dei presocratici. Pitagora e Talete furono matematici e filosofi allo stesso tempo. Aristotele, è considerato il principale ispiratore filosofico e logico di Euclide per la stesura dei suoi Elementi.

Il provincialismo dell’idealismo crociano arrivò ad ignorare il peso e la fama dei collaboratori internazionali (Mach, Poincaré, Carnap, Cassirer, Rutherford, Lorentz, Russell, Einstein, ecc.) della rivista Scientia fondata e diretta da Enriques.

Qualche ravvedimento ebbe forse invece Gentile che, in tempi successivi, invitò Enriques a dirigere la sezione scientifica della enciclopedia Treccani.

Secondo Umberto Bottazzini, Enriques appare come una complessa figura di intellettuale, che si misura con i grandi temi della scienza e della filosofia e vive da protagonista gli entusiasmi e le delusioni che attraversano la cultura italiana dei primi decenni del secolo scorso: la grande stagione della matematica, e il suo progressivo declino negli anni tra le due guerre, il contemporaneo trionfo dell’idealismo, la sconfitta dei progetti di riforma della scuola e dell’università improntati ad una cultura scientifica.

Durante la seconda guerra mondiale anche tra i vertici militari italiani si manifestò la scarsa attenzione ai progressi della scienza e della tecnologia (Marconi). Questa miopia portò alla disfatta della Marina che, ignorando l’esistenza del Radar sulle navi inglesi, subì a Matapan una dura sconfitta. Gli ammiragli non avevavano neanche considerato gli studi, peraltro perentoriamente fermati perché inutili (le battaglie navali non si ingaggiano di notte!), che da tempo erano stati condotti presso l’Accademia Navale di Livorno da Ugo Tiberio e Nello Carrara, brillanti ufficiali delle armi navali, esperti di elettronica e telecomunicazioni.

Scrive Gilberto Corbellini che nel 1978 Felice Ippolito sosteneva che il problema stava nell’estrazione culturale della classe politica italiana: "politici sono e sono stati molti uomini di cultura, ma in generale di estrazione umanistica. Non abbiamo avuto quasi nessun ministro di formazione tecnica o scientifica nel senso di scienze fisiche o applicate".

Scrivendo nel 1998 sul sistema della ricerca in Italia dopo il 1945, Antonio Ruberti affermava che la causa dei ritardi risiedeva in una radicata e profonda difficoltà a considerare le scienze naturali parte della cultura "ovvero nel peso che il tipo di formazione e di cultura prevalente nella classe politica ha di fatto esercitato".

Se ci troviamo in queste drammatiche condizioni, e non siamo in grado di garantire un futuro ai nostri figli, lo dobbiamo a una cultura umanistica conservatrice e dannosamente pervasiva.

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Alberi millenari, alle origini delle parole della matematica

plushteam-blog-words-by-patti-hasknis.jpgIl primo contatto con la matematica è mediato dalla scuola, dove tradizionalmente questa scienza ci viene introdotta con un approccio formale e con scarsa attenzione per gli aspetti storici, linguistici e culturali. Fermamente convinto della natura culturale ed umanistica della matematica e dell’informatica, sono invece favorevole ad un approccio storico, che evidenzi le forti correlazioni e gli stretti intrecci con le altre scienze e soprattutto con la filosofia. Immaginiamo dunque che, in un Liceo, in seguito ad una pianificazione interdisciplinare, alcune lezioni di lingue classiche vengano riservate per raccontare che …

Feyerabend

Paul K. Feyerabend Paul K. Feyerabend è un filosofo della scienza tra i più conosciuti al mondo grazie al suo cosiddetto "anarchismo metodologico".

Nasce a Vienna il 13 gennaio 1924. Dopo aver guadagnato il dottorato di ricerca presso l’università della sua città, si occupa principalmente di fisica e di astronomia, divenendo un socio fondatore del Circolo Kraft, da Victor Kraft, da qualche tempo esponente del Circolo di Vienna. In seguito si sposta prima in Inghilterra, entra a far parte della London School of Economics dove ha modo di prendere parte alle lezioni di Karl Popper. In seguito, negli Stati Uniti, diviene docente insegnante di filosofia all’università di Berkeley, in California.

In un primo momento, il nostro filosofo s’interessa di problemi che concernono alcuni settori della scienza, in particolar modo la microfisica, e soprattutto di argomenti a carattere generale sulla metodologia della scienza e la posizione di quest’ultima nei confronti degli altri campi della cultura. Egli muove una critica serrata nei confronti della concezione ortodossa della spiegazione scientifica (cioè quella sviluppata principalmente da E. Nagel e C.G. Hempel) attraverso l’approfondimento di certe idee che si riscontrano nel pensiero filosofico di Karl Popper.

Feyerabend ha elaborato una serie di saggi, il più celebre dei quali è l’iconoclasta "Contro il metodo", volti a criticare le principali interpretazioni odierne della metodologia scientifica, arrivando anzi ad affermare, sulla base di attente valutazioni di natura storica ed epistemologica, l’inidoneità e l’infondatezza di qualsiasi teoria del metodo che voglia costringere i tipi di comportamento e di scelte sul piano scientifico ammissibili entro un certo numero di regole più o meno inflessibili.

Per Feyerabend quando utilizziamo una teoria per chiarire un fatto, il fatto stesso si presenta diversamente una volta che è stato spiegato attraverso la teoria. In altre parole, i fatti dipendono dalle teorie attraverso cui sono spiegati; non è pertanto in alcun modo possibile fare un confronto tra le tesi filosofiche e le realtà fattuali.

Secondo il filosofo tedesco è fondamentale ammettere che la scienza ha necessità di adoperare una molteplicità di standard e che gli studiosi lavorano in modo migliore se sono al di fuori di qualunque autorità, inclusa l’autorità della ragione. Di ciò si sostanzia il tanto discusso "anarchismo metodologico", caratterizzato da una concezione del mondo e della scienza secondo cui spesso le regole che stanno alla base della scienza non sono state rispettate con consapevolezza. Secondo l’autore l’effetto positivo di tale violazione è che proprio grazie a questa è stato reso possibile il progresso della conoscenza scientifica.

Il suo anarchismo metodologico genera non poche conseguenze estreme. Infatti, egli “depura” la scienza dalla razionalità, in quanto quest’ultima viene fatta coincidere con altre “dimensioni dello spirito” come l’arte, la religione, la poesia eccetera. Secondo l’opinione del nostro pensatore, nel corso della storia non si è registrato alcun progresso nel passaggio dalla scienza tolemaica e quella copernicana, riuscendo in questo modo, ad essere ancora più “estremista” di Kuhn, secondo cui era una forma di fede, almeno in un primo momento, a far avanzare la ricerca.

Feyerabend ritiene che anche la nozione di sviluppo scientifico nell’ambito di un paradigma sia un abbaglio. Infatti, secondo la sua teoria, la presenza di un metodo che accolga principi fermi, statici e totalmente vincolanti come guida nell’attività scientifica è un trucco che non ha niente a che vedere con la reale storia della scienza.

Egli arriva in questo modo non soltanto a propugnare la pari dignità delle diverse tradizioni all’interno della scienza, ma pure a non ammettere la preminenza della conoscenza scientifica rispetto ad altre forme di conoscenza, dall’arte all’astrologia.

Il nostro filosofo era avverso alle astrazioni, ovvero ai processi astrattivi propri della scienza o della filosofia. Infatti, l’astrazione viene giudicata come un difficile processo mediante il quale si tolgono alcune proprietà ad un oggetto e se ne associano altre, smarrendo in questo modo il contatto con il mondo reale. Feyerabend dichiara che “se ci troviamo all’interno della tradizione occidentale, selezioneremo l’informazione scientifica, ma come risultato di un atto di scelta”. Sia gli uomini di scienza che altri soggetti che operano nel campo dell’informazione perché impegnati in vaste aree culturali (ad esempio, giornalisti, filosofi, eccetera) mascherano i risultati ottenuti dalla scienza con le loro conclusioni che non sempre coincidono con la realtà dei fatti. Questi affermano: ”Noi non solo offriamo informazione, diciamo anche che cosa è reale.” Il loro assunto di base è che c’è un mondo reale che esiste a prescindere dall’investigazione scientifica, e gli scienziati (o le persone che adoperano l’astrazione) hanno trovato il modo corretto per dare una descrizione del mondo reale, e che per questo quell’indicazione deve essere tenuta in considerazione, perché in fin dei conti noi siamo parte integrante del mondo reale, viviamo in esso, e pertanto dovremmo averne cognizione.

Numerose vecchie dottrine mantengono la loro utilità; ad esempio, se il fine è di fare previsioni generiche, è possibile adoperare la passata idea che la terra è immobile e che tutti i pianeti le ruotano attorno in epicicli – se si scelgono i presupposti iniziali giusti, tale idea produrrà i suoi risultati.

Nel nostro tempo abbiamo la fisica delle particelle elementari, ma anche, in generale, la dottrina quantistica. Ma se non si vuole sapere nessuna cosa delle particelle elementari o della chimica, o delle proprietà fisiche delle sfere, e via discorrendo, è possibile adoperare la vecchia meccanica. Per cui, il fatto che qualcosa sia utile non vuol dire che sia pure vera e che abbia a che fare con il mondo reale; e il fatto di trovare qualcosa mediante l’astrazione non vuol dire che quel che si è reperito fosse là, nel mondo, prima che si iniziasse a fare astrazioni.

Dichiarando il dominio incontrastato della scienza nel mondo d’oggi e battendosi per un ottenere un ridimensionamento del suo peso concettuale e sociale Feyerabend afferma che "essa è solo uno dei molti strumenti inventati dall’uomo per far fronte al suo ambiente e che, al di là della scienza, esistono miti, esistono dogmi della teologia, esiste la metafisica, e ci sono molti altri modi di costruire una concezione del mondo.

E’ chiaro che uno scambio fecondo fra la scienza e tali concezioni del mondo ‘non scientifiche’ avrà bisogno dell’anarchismo ancora più di quanto ne avrà bisogno la scienza.

L’anarchismo è quindi non soltanto possibile, ma necessario tanto per il progresso interno della scienza, quanto per lo sviluppo della nostra cultura nel suo complesso".

Il pensatore austriaco è stato un uomo dai tantissimi interessi e dal carattere passionale provvisto di un’umanità eccezionale ed intensa, come di rado capita di conoscere fra gli intellettuali di professione, negli anni ’60 fu certamente implicato nel movimento di protesta degli studenti e s’interessò alla così chiamata società alternativa ed alle idee di saperi e etnie extra-europee.

Nello stesso periodo iniziò a fare un riesame della scuola di pittura dadaista e del teatro dell’assurdo.

Dopo aver conquistato il prestigioso premio Fregene nel 1990, scomparve presso la sua abitazione di Vienna l‘ 11 febbraio 1994.

Feyerabend contro Galileo
Paul K. Feyerabend, citato da Papa Ratzinger, ha preso di mira il metodo di Galileo Galilei perché non conferiva alla rivoluzione scientifica un valore oggettivo. Il nostro pensatore era certo che si fosse imposta non per la sua logica, ma a causa delle «macchinazioni propagandistiche di Galileo». Pertanto, Galileo non si basa su certezze empiriche, ma «inventa un’esperienza che contiene ingredienti metafisici». In questo modo si chiarirebbe la citazione che l’allora cardinale Joseph Ratzinger ha fatto in un convegno nel febbraio 1990 all’Università della Sapienza a Roma. Oggetto della citazione, furono le parole del filosofo austriaco che si trovano nell’edizione in lingua tedesca del suo saggio Contro il metodo.

In un passo della sua opera Feyerabend dice: «La Chiesa all’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione».

L’autore, che come abbiamo già detto sopra, è stato un allievo rivoluzionario di Karl Popper, non stava di certo facendo un elogio all’Inquisizione. Egli semmai intendeva dimostrare che non vi sono regole immutabili nel corso dell’evoluzione della conoscenza scientifica e che in particolare Galileo ha vinto la sua lotta per l’affermazione della cosmologia copernicana innanzitutto «grazie al suo stile e alle sue capacità di persuasione», facendo ricorso ai «mezzi della propaganda» e adoperando anche «trucchi psicologici», perché in verità non aveva a disposizione prove sufficienti che erano in grado di confermare la propria tesi.

Il punto di avvio della rivoluzione scientifica galileiana, per Feyrabend, «è costituito da una forte convinzione, che contrasta con la ragione e l’esperienza contemporanee». Per questo il filosofo austriaco comprende il cardinale Roberto Bellarmino, che fu l’accusatore principale di Galileo e che proponeva di ritenere l’eliocentrismo solo un’ipotesi, anche per non pregiudicare «la pace sociale» con dottrine in grado di sconvolgere la religiosità dei semplici.

Vi è pure un elemento di sfida nelle dichiarazioni di Feyerabend, che non ammette l’esistenza di un confine netto tra quello che è scientifico e quello che non lo è, arrivando a ridare valore alla stregoneria e all’astrologia, sino al punto di recriminare una «separazione fra Stato e scienza» simile a quella tra Stato e Chiesa.

La sua diatriba contro l’oggettività della conoscenza scientifica è tuttavia condivisa da un filosofo abbastanza distante da Ratzinger, Gianni Vattimo, secondo cui il valore delle teorie dipende principalmente dal fatto che siano in grado di persuadere e di essere acquisite pacificamente dalla comunità scientifica.

Al contrario Marcello Pera anch’egli filosofo della scienza, avanzava precise riserve in materia, nella premessa scritta nel 1984 per l’opera di Feyerabend Scienza come arte, propugnando l’idea di un «progresso cumulativo» nella conoscenza scientifica, pur cosciente che le sue teorie potevano «apparire conservatrici».

Infine, per quanto riguarda il Papa Ratzinger, possiamo affermare che egli non è d’accordo con la posizione di Feyerabend, né intende adoperare la sua citazione per dare una giustificazione della condanna di Galilei. Egli vuole solo mettere in risalto i limiti della razionalità scientifica, che devono essere rilevati anche dalla critica affinché possano essere inseriti «in una ragionevolezza più grande» di natura filosofica e aperta alla trascendenza.

La programmazione lineare [George B. Dantzig]

dantzig.pngLa programmazione lineare divenne di uso diffuso a partire dal 1947 in corrispondenza con la pianificazione delle attività militari. … E’ interessante notare che prima del 1947, nonostante la sua ampia applicabilità, la programmazione lineare era sconosciuta …

Nel 1939 Kantorovitch fece una proposta molto importante che venne trascurata nell’ U.S.S.R. … Io fui affascinato dal lavoro di Wassily Leontieff che nel 1932 propose una semplice struttura matriciale che viene chiamata ‘modello delle interdipendenze settoriali’ della economia americana. Il modello era concepito in modo semplice e poteva essere applicato, grazie al sufficiente dettaglio, in modo da essere utile per le esigenze pratiche di pianificazione. Io capii subito che doveva essere generalizzato. … Era necessario un modello con molte variabili alternative. … A metà del 1947 decisi che l’obiettivo doveva essere reso esplicito. Formulai il problema generale di pianificazione con un insieme di assiomi. Gli assiomi riguardavano le relazioni tra due tipi di insiemi: il primo insieme (termini noti) riguardava le quantità di prodotti/servizi che dovevano essere consumati o prodotti e il secondo riguardava le attività o processi produttivi (variabili) che dovevano soddisfare, essendo non negative, questi fabbisogni. Il sistema matematico risultante che doveva essere risolto era: la minimizzazione di una funzione obiettivo lineare soggetta a vincoli lineari di uguaglianza o disuguaglianza. … L’ intuizione di vedere le variabili come colonne mi fece capire che il metodo del Simplesso sarebbe stato una tecnica molto efficiente per risolvere i programmi lineari. Fu questo che proposi nel 1947 e per fortuna funzionò! La prima applicazione in grande scala del metodo del Simplesso fu il problema di trovare una dieta adeguata (sistema vincolante) al costo minimo (funzione obiettivo). … La possibilità di stabilire obiettivi sufficientemente generali e trovare poi vie di soluzione ottimali a problemi pratici di grande complessità, è stato uno sviluppo rivoluzionario. La programmazione lineare è diventata strumento di uso diffuso in alcuni settori come ad esempio la pianificazione delle industrie chimiche e petrolifere". George B. Dantzig (1914, 2005) Reminiscenze sulle origini della programmazione lineare.

Intervistato nel Febbraio1999 da Peter Horner per la rivista ORMS (Operation Research – Management Science) Dantzig ha detto tra l’altro: Quale è la sua definizione di ricerca operativa? "Io la chiamo la scienza per prendere le decisioni (decision making). Tutti i modi per astrarre da un problema al fine di tradurlo in forma matematica. Questa definizione comprende sia le persone con inclinazione matematica teorica portati a generalizzare i problemi sia, dall’altro estremo le persone che hanno problemi molto specifici e concreti comprese quelle che sono pressate per dare risposte tempestive al loro capo. La ricerca operativa è tutto questo, ma se chiedete ad altri potrete avere aspetti diversi del quadro."

Nel mondo reale trovare la soluzione ottimale è solo una parte del problema. La parte più difficile è spesso quella di convincere il capo decisore (decision maker) a mettere in pratica la soluzione individuata.

"Questo è corretto perché il decision maker sa bene che il modello utilizzato rappresenta spesso solo una parte del problema che lui è chiamato a risolvere. Ritengo che abbia ragione ad essere scettico e prudente."

Quali sono le persone che la colpiscono maggiormente?

"Bene, io presto sempre grande attenzione alle persone che hanno risolto dei problemi ai quali io stesso ho lavorato senza ottenere successo. Questo è il mio criterio per riconoscere uno scienziato di valore. Ralph Gomory ne è un esempio. Il lavoro che lui ha fatto per la programmazione matematica a numeri interi rientra in questa categoria."

Problema
Si consideri una piccola azienda che vende due soli prodotti (X1 e X2). Ogni unità di X1 richiede 1.5 ore di lavorazione sulla macchina M1 e 2.5 ore sulla macchina M2. Ogni unità di X2 richiede 2.5 ore su M1 e 1.5 ore su M2. M1 può lavorare per un massimo di 365 ore al mese ed M2 per 336. Il margine di contribuzione, che va a coprire i costi fissi mensili (50.000 Eur), è di 550 Eur per ogni unità di X1 venduta e di 500 Eur per ogni unità di X2. L’azienda si impegna a rendere disponibile per un importante cliente almeno 75 unità di X1 ogni mese. Quante unità di X1 ed X2 conviene produrre ogni mese per ottimizzare il profitto Z?

Approccio contabile: Il prodotto X1 ha il miglior margine di contribuzione (550 Eur) dunque conviene produrne il massimo compatibile con il vincolo più restrittivo: (X1 = 336/2.5 = 134.4; X2 = 0). Il profitto risultante è: Z = 550*134 – 50.000 = 73.700 -50.000 = 23.700 Eur/mese.

Modello di Programmazione lineare
Z = 550*X1 + 500*X2 – 50.00          Max Z!         Funzione obiettivo da massimizzare
1.5*X1 + 2.5 X2 <= 365                  VM1            Vincolo di ore sulla macchina M1
2.5*X1 + 1.5 X2 <= 336                  VM2            Vincolo di ore sulla macchina M2
X1 >= 75                                      Bound              Vincolo di mercato per il prodotto X1

Soluzione del modello con il metodo del Simplesso di Dantzig:
X1 = 75 unità/mese; X2 = 99 unità mese; tutti i vincoli sono soddisfatti.
Z = 550*75 + 500*99 – 50.000 = 40.750 Eur/mese; profitto totale massimo ottenibile. D% = (40.750 – 23.700)/23.700 = 72%; differenza percentuale rispetto alla soluzione contabile.

dantzig2.png

In figura è rappresentato geometricamente il problema: la pianta (X1, X2) rappresenta tutte le possibili alternative produttive, il triangolo blu rappresenta la regione (chiamata ammissibile) dello spazio (X1, X2) che rispetta tutti i vincoli del problema. Il profitto (Z , terza cordinata ) deve essere pensato come un piano inclinato che cresce al crescere di X1 ed X2: le rette trattegiate sono le curve di livello del profitto che cresce nella direzione della freccia. Dantzig ha dimostrato che in generale la regione ammissibile di un problema di programmazione lineare, anche se formato da migliaia di variabili e di vincoli, è costituita da un poliedro convesso n-dimensionale (simplesso) e che la soluzione ottimale si trova sempre su uno dei (in generale tantissimi) vertici del poliedro. Il suo metodo permette di evolvere da un vertice ad uno migliore evitando di doverli esplorare tutti, compito proibitivo anche per i più potenti computer di oggi. Nel semplice problema descritto il poliedro convesso si riduce ad un triangolo e la soluzione ottimale al vertice (75,99) indicato in figura. Si osservi che il vincolo (VM1) relativo alla macchina M1 è ridondante cioè non contribusce a delimitare la regione ammissibile. Tuttavia se il limite delle ore massime mensili sopportate da M1 dovesse ridursi il vincolo diventerebbe operativo e la regione ammissibile si trasformerebbe da un triangolo ad un quadrangolo (4 vertici). (R: Chiappi Il foglio elettronico come strumento per il problem solving: metodi e modelli per le organizzazioni, F. Angeli, Milano 2008).

In Excel (il sistema di calcolo più diffuso nelle organizzazioni, se si prescinde dalle applicazioni specialistiche scientifiche o gestionali) i problemi di programmazione matematica, sino a circa cento variabili e cento vincoli, possono essere affrontati con il Risolutore richiamabile dal menù Strumenti. Il Risolutore utilizza il metodo del simplesso (Dantzig) per la programmazione lineare, il metodo generalizzato del gradiente ridotto (Abadie) per la programmazione non lineare ed il metodo del branch and bound (Land & Doig) per la programmazione a numeri interi.

Il n. 14 completo di Matematicamente.it Magazine

the-3-amigos-by-jerry-80.jpgIn questo numero, Cosimo De Mitri e Domenico Lenzi tornano a discutere dei postulati euclidei, in particolare del postulato sull’uguaglianza degli angoli retti. Carlo Sintini ci propone una coinvolgente esperienza didattica: come calcolare la massa di Giove a partire da una serie di otto foto di Giove e dei suoi quattro satelliti medicei. Stefano Borgogni presenta i “Puzzle”, ideati dal padre dell’autore molto prima che Martin Gardner pubblicasse i suoi articoli sui polimini. Gabriele Taddei affronta un problema classico sul profilo che deve avere un corpo per rendere minima la resistenza quando si muove in un fluido. Il lavoro di Pietro Romano consiste in una serie di attività didattiche da fare con il software di geometria dinamica Geogebra, software gratuito che si presta non solo per l’insegnamento della geometria ma anche della fisica e in particolare dell’ottica. In questo lavoro si fa largo uso degli slider che solitamente sono poco utilizzati e poco conosciuti. Roberto Chiappi presenta una sintesi dei suoi lunghi studi sul problem solving, finalizzati al miglioramento dei processi di project management e decision making. Per la sezione Lo scaffale dei libri Riccardo Travaglini ci presenta il libro “La Singolarità e vicina” di Ray Kurzweil e Marco Ruffinoni il libro “Nuova fisica per tutti” di Carlos Fiolhais.

144. Sull’uguaglianza degli angoli retti, un postulato euclideo molto discusso 
       Cosimo De Mitri e Domenico Lenzi

145. La massa di Giove ottenuta da otto foto relative alla posizione dei satelliti medicei
       Carlo Sintini

146. I “Puzzle” polimini ante litteram 
       Stefano Borgogni

147. Il problema del profilo ottimale
       Gabriele Taddei
148. Ottica geometrica e fenomeni ondulatori con Geogebra 
       Pietro Romano

149. Tecniche di project management, problem solving e decision making: problemi e soluzioni 
       Roberto Chiappi

150. Lo scaffale dei libri: 
       La singolarità è vicina di Ray Kurzweil
       Nuova fisica per tutti di Carlos Fiolhais

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