Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to +oo) ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3 + n + 1) $

Il limite si presenta in una forma del tipo $ 1^(+oo) $, che è una forma indeterminata, anche se potrebbe non sembrarlo; per risolvere il limite, quindi, possiamo procedere scomponendo la successione in diversi fattori, applicando le proprietà delle potenze:

$ ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3 + n + 1) = ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3) * ( 1 + frac(1)(n^3) )^n * ( 1 + frac(1)(n^3) )^1 $

In questo modo, possiamo applicare il limite notevole seguente:

$ lim_(n to +oo) ( 1 + frac(1)(n^k) )^(n^k) = e $

Analizziamo ogni singolo fattore, cominciando dal primo:

$ ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3) $

Possiamo notare che il fattore può essere scritto in una forma equivalente applicando le proprietà degli esponenti delle potenze:

$ ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3) = [( 1 + frac(1)(n^3) )^(n^3)]^π $

In questo modo è possibile applicare il limite precedente considerando $k = 3$; per le proprietà dell’algebra dei limiti, possiamo applicare il limite alla funzione dentro parentesi quadre, ed elevare poi l’intero limite a $π$ :

$ lim_(n to +oo) [( 1 + frac(1)(n^3) )^(n^3)]^π = $
$ [ lim_(n to +oo) ( 1 + frac(1)(n^3) )^(n^3) ]^π = [e]^k = e^k $

Passiamo al secondo fattore:

$ (1 + frac(1)(n^3) )^n $

In questo caso risulta più difficile applicare lo stesso procedimento, in quanto gli esponenti di $n$ sono diversi.
Possiamo, però, cercare di ricostruire l’espressione che ci serve per poter applicare il limite notevole; in particolare, possiamo moltiplicare e dividere l’esponente $n$ per $n^3$:

$ (1 + frac(1)(n^3) )^n = (1 + frac(1)(n^3) )^(n * n^3 * 1/n^3) $

Per le proprietà delle potenze, inoltre, otteniamo la seguente forma equivalente:

$ [ (1 + frac(1)(n^3) )^(n^3) ]^(n * 1/n^3) = [ (1 + frac(1)(n^3) )^(n^3) ]^(1/n^2) $

A questo punto, il termine dentro parentesi quadre può essere trattato come limite notevole, mentre l’esponente $ 1/n^2 $ tende a $0$ per $ n to oo$:

 

 

 

 

 

 

 

Quindi, passando al limite abbiamo:

$ lim_(n to +oo) [ (1 + frac(1)(n^3) )^(n^3) ]^(1/n^2) = e^0 = 1 $

Passiamo, infine, al terzo ed ultimo fattore:

$ (1 + frac(1)(n^3) )^1 $

Per questo fattore non solo necessari ulteriori passaggi, in quanto siamo in grado di determinare facilmente il suo valore al limite:

$ lim_(n to +oo) (1 + frac(1)(n^3) )^1 = 1 $

Riorganizzando il limite iniziale, abbiamo che:

$ lim_(n to +oo) ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3 + n + 1) = $

$ lim_(n to +oo) [( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3) * ( 1 + frac(1)(n^3) )^n * ( 1 + frac(1)(n^3) )^1] = $

$ lim_(n to +oo) ( 1 + frac(1)(n^3) )^(πn^3) * lim_(n to +oo)( 1 + frac(1)(n^3) )^n * lim_(n to +oo)( 1 + frac(1)(n^3) )^1 = $

$ e^π * 1 * 1 = e^π $

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) frac( sqrt(n+1) )(n) * sin(n!) $

Nella funzione di cui si vuole calcolare il limite compaiono due fattori: per il primo possiamo facilmente calcolare il limite, in quanto si presenta in una forma che è possibile studiare.
Poiché, infatti, il numeratore in $n$ ha grado inferiore rispetto al denominatore in $n$, esso è un infinito di grado inferiore, ovvero tende ad infinito più lentamente del denominatore; possiamo quindi affermare che in primo fattore tende a $0$ per $ n to oo$.

Per il secondo fattore, invece, questo tipo di considerazioni non possono essere fatte; infatti, non è possibile stabilire il valore di $sin(x)$ per $x to oo$, in quanto la funzione è una funzione periodica; sappiamo, però, che $sin(x)$ è anche una funzione limitata, sin particolare compresa tra $-1$ e $1$; di conseguenza, nel calcolo del limite, possiamo considerare il fattore $sin(n!) $ come una costante.

Fatte questa considerazioni, siamo in grado di determinare il valore del limite:

$ lim_(n to oo) frac( sqrt(n+1) )(n) * sin(n!) = 0 $


 

 

 

 

 

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) frac( 2^n + n^2 )(3^n + n^3) $

Il limite si presenta in una forma indeterminata del tipo $ frac(oo)(oo) $; in questo caso, inoltre, siamo in presenza di funzioni che hanno diversi ordini di infinito; dobbiamo quindi trasformare la frazione in modo da ricondurci a delle forme note.
Raccogliamo al numeratore e al denominatore le funzioni che tendono a infinito più velocemente:

$ lim_(n to oo) frac( 2^n + n^2 )(3^n + n^3) = lim_(n to oo) frac( 2^n ( 1 + frac(n^2)(2^n) ))( 3^n ( 1 + frac(n^3)(3^n) ) $

Siamo ora in grado di studiare le funzioni all’interno delle parentesi tonde; infatti, si hanno delle frazioni in cui il denominatore è un infinito di grado maggiore del numeratore, cioè il denominatore tende ad infinito più velocemente del numeratore; le frazioni all’interno delle parentesi tonde, quindi, tendono a zero.

Studiamo, quindi, il comportamento della forma indeterminata presente nel limite, data dal rapporto $ frac(2^n)(3^n) $:

$ lim_(n to oo) frac( 2^n ( 1 + frac(n^2)(2^n) ))( 3^n ( 1 + frac(n^3)(3^n))) = lim_(n to oo) frac(2^n)(3^n) * frac( 1 + frac(n^2)(2^n) )( 1 + frac(n^3)(3^n) ) $

Come sappiamo, un’esponenziale in $n$ con argomento maggiore di $1$ tende ad infinito per $ n to oo$, mentre un’esponenziale in $n$ con argomento minore di $1$ tende a zero per $ n to oo$.
Nel nostro caso, la forma indeterminata è data da:

$ frac(2^n)(3^n) = (2/3)^n $

e poiché $ 2/3 < 1$, possiamo concludere che tale frazione tende a zero; possiamo concludere che il limite della funzione iniziale fa proprio zero:

$ lim_(n to oo) frac( 2^n + n^2 )(3^n + n^3) = lim_(n to oo) frac(2^n)(3^n) * frac( 1 + frac(n^2)(2^n) )( 1 + frac(n^3)(3^n) ) = 0 $

 

 

 

 

 

 

 

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) n^2 * ( 1 – cos(1/n)) $

Analizziamo tutti i termini che compaiono nella funzione: il primo fattore, $n^2$, tende ad infinito per $ n to oo$; il secondo termine, invece, tende a 0, in quanto l’argomento del coseno tende a $0$, e di conseguenza $ cos(1/n) to 1$.
Ci troviamo, quindi, in una forma di indeterminazione del tipo $ oo * 0 $.

Per determinare il valore del limite dobbiamo sfruttare la relazione trigonometrica tra seno e coseno; sappiamo, infatti, che vale la seguente relazione:
$ cos(2x) = 2 sin^2 (x) – 1 $

Nel nostro caso (sostituendo $1/n = 2x$) si avrebbe quindi:

$ cos(1/n) = 1 – 2 sin^2 (1/(2n)) $

Sostituendo nella funzione:

$ n^2 * ( 1 – cos(1/n)) = n^2 * ( 1 – (1 – 2 sin^2 (1/(2n)) )) = n^2 * 2 sin^2 (1/(2n)) $

In questa scrittura, possiamo intravedere un limite notevole, ovvero il limite:

$ lim_(x to 0) frac(sin(x))(x) = 1 $

Tale limite si può estendere anche nel seguente caso:

$ lim_(n to oo) frac(sin(1/n))(1/n) = 1 $

Cerchiamo, quindi, di ricondurre la nostra funzione ad una forma che ci permetta di sfruttare questo limite notevole.

Per prima cosa scriviamo i due fattori sotto un unico quadrato:

$ n^2 * 2 sin^2 (1/(2n)) = 2 (n * sin(1/(2n))^2 $

Possiamo portare anche $2$ all’interno del quadrato, e per farlo moltiplichiamo e dividiamo per $2$ la funzione:

$ 2 (n * sin(1/(2n))^2 = 1/2 ( 2n * sin(1/(2n))^2 $

Possiamo scrivere il termine $2n$ in una forma equivalente:

$ 1/2 ( 2n * sin(1/(2n))^2 = 1/2 ( (1/(2n))^(-1) * sin(1/(2n))^2 = $
$ 1/2 ( frac(1)( 1/(2n) ) * sin(1/(2n))^2 = 1/2 ( frac(sin(1/(2n))( 1/(2n) ) )^2 $

Siamo arrivati ad ottenere il limite notevole che cercavamo: il secondo fattore della funzione ora tende ad $1$ per $n to oo$; possiamo quindi determinare il valore finale del limite:

$ lim_(n to oo) n^2 * ( 1 – cos(1/n)) = lim_(n to oo) 1/2 ( frac(sin(1/(2n))( 1/(2n) ) )^2 = 1/2 $


 

 

 

 

 

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) ( sqrt(n) – sqrt(n-1)) $

Il limite considerato si presenta con una forma di indeterminazione del tipo $ + oo – oo $; quando sono presenti delle radici come in questo caso, può essere utile effettuare una razionalizzazione, che nella maggior parte dei casi porta a una eliminazione della forma indeterminata.
Possiamo procedere, quindi, moltiplicando numeratore e denominatore della frazione per $sqrt(n) + sqrt(n-1)$:

$ lim_(n to oo) ( sqrt(n) – sqrt(n-1)) = lim_(n to oo) ( sqrt(n) – sqrt(n-1)) * frac(sqrt(n) + sqrt(n-1))(sqrt(n) + sqrt(n-1)) = $

$ lim_(n to oo) frac( ( sqrt(n) – sqrt(n-1)) * (sqrt(n) + sqrt(n-1)))(sqrt(n) + sqrt(n-1)) = $

Svolgiamo il prodotto come somma per differenza:

$ lim_(n to oo) frac( (sqrt(n))^2 – (sqrt(n-1))^2 )(sqrt(n) + sqrt(n-1)) = $

$ lim_(n to oo) frac( n – (n-1) )(sqrt(n) + sqrt(n-1)) = $

$ lim_(n to oo) frac( 1 )(sqrt(n) + sqrt(n-1)) $

A questo punto notiamo che la forma indeterminata è stata eliminata: al numeratore abbiamo un numero, mentre al denominatore abbiamo due funzioni in $n$ che tendono entrambe ad infinito; possiamo concludere quindi che il limite della frazione per $n to oo $ fa zero:

$ lim_(n to oo) frac( 1 )(sqrt(n) + sqrt(n-1)) = 0 $

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) frac(n^2 + 3n + 1)( 2^n) $

Il limite si presenta con una forma di indeterminazione del tipo $frac(oo)(oo) $; per risolvere questo esercizio, possiamo spezzare la frazione e studiare ogni singolo termine:

$ lim_(n to oo) frac(n^2 + 3n + 1)( 2^n) = lim_(n to oo) frac(n^2)(2^n) + frac(3n)(2^n) + frac(1)(2^n) $

Inoltre, per le proprietà algebriche dei limiti sappiamo che il limite della somma è uguale alla somma dei limiti:

$lim_(n to oo) frac(n^2)(2^n) + frac(3n)(2^n) + frac(1)(2^n) = lim_(n to oo) frac(n^2)(2^n) + lim_(n to oo) frac(3n)(2^n) + lim_(n to oo) frac(1)(2^n)$

Analizziamo quindi ogni singolo limite, cominciando dall’ultimo:

$ lim_(n to oo) frac(1)(2^n) $

Questo limite non si trova in una forma indeterminata: infatti, il termine al denominatore tende a $+oo$, mentre al denominatore abbiamo $1$; la frazione quindi tende a zero:

$ lim_(n to oo) frac(1)(2^n) = 0 $

Vediamo ora il secondo limite:

$ lim_(n to oo) frac(3n)(2^n) $

In questo caso abbiamo una forma indeterminata del tipo $frac(oo)(oo) $; questo limite, però, può essere risolto ricorrendo a un confronto di infiniti.
Le funzioni che compaiono a numeratore e denominatore, infatti, tendono entrambe ad infinito, ma non “velocità” diverse (ciò è evidente disegnando i grafici delle funzioni); in questo caso $3n$ è un infinito di ordine inferiore di $2^n$, poiché tende ad infinito più lentamente. Il limite della frazione, quindi, tenderà a zero:

$ lim_(n to oo) frac(3n)(2^n) = 0 $

Il ragionamento applicato precedentemente può essere utilizzato anche per il primo limite, cioè per:

$ lim_(n to oo) frac(n^2)(2^n)$

Anche in questo caso, infatti, il numeratore ($n^2$) è un infinito di ordine inferiore del denominatore ($2^n$); di conseguenza si ha che:
$ lim_(n to oo) frac(n^2)(2^n) = 0 $

Possiamo concludere, quindi, che, poiché tutte le funzioni considerate tendono a zero, anche il limite iniziale fa zero:

$ lim_(n to oo) frac(n^2 + 3n + 1)( 2^n) = 0$

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) frac(e^n – 2^n)(e^n + 2^n) $

Osservando la funzione, notiamo che, per n che tende ad infinito, compaiono forme di indeterminazione sia al numeratore e denominatore, sia nella frazione nel complesso.
Vediamo come possiamo agire al fine di eliminare tali indeterminazioni.
Sappiamo che un numero intero positivo elevato ad $n$, per $n$ molto grande ($ n to oo$) tende ad infinito; una frazione minore di 1, però, elevata ad $n$ tenderebbe a zero, in quanto con il crescere di $n$ aumenta sempre di più la differenza tra numeratore e denominatore.
Possiamo sfruttare questa osservazione per risolvere il nostro limite; consideriamo il numeratore della frazione:

$ e^n – 2^n $

Ci troviamo in una forma $ +oo – oo $ per $ n to oo$ (infatti $e = 2,72$ è maggiore di $2$); raccogliamo il termine che tende ad infinito più velocemente, cioè $e^n$:

$ e^n – 2^n = e^n * ( 1 – frac(2^n)(e^n) ) = e^n * ( 1 – (2/e)^n ) $

Possiamo osservare che la forma di indeterminazione è stata eliminata, in quanto il primo fattore tende ad infinito, mentre il secondo fattore tende a $1$ ( infatti si ha che $(2/e)^n to 0$).

Applichiamo lo stesso ragionamento al denominatore, in cui avevamo:

$e^n + 2^n$

Raccogliamo il termine che tende ad infinito più velocemente, cioè $e^n$:

$ e^n + 2^n = e^n * ( 1 + frac(2^n)(e^n) ) = e^n * ( 1 + (2/e)^n ) $

Anche in questo caso abbiamo eliminato la forma di indeterminazione, poiché il primo fattore tende ad infinito, mentre il secondo fattore tende ad 1 ( in quanto si ha che $(2/e)^n to 0$).

Passiamo ora a studiare in comportamento di numeratore e denominatore all’interno della frazione:

$ lim_(n to oo) frac(e^n – 2^n)(e^n + 2^n) = lim_(n to oo) frac(e^n * ( 1 – (2/e)^n ))(e^n * ( 1 + (2/e)^n )) $

Possiamo semplificare il termine $e^n$:

$ lim_(n to oo) frac( 1 – (2/e)^n )( 1 + (2/e)^n ) $

A questo punto notiamo che sono state eliminate tutte le forme di indeterminazione, e possiamo calcolare il valore finale del limite:

$ lim_(n to oo) frac( 1 – (2/e)^n )( 1 + (2/e)^n ) = frac(1)(1) = 1$

 

 

 

 

 

 

 

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) frac(2^n – 3^n)(1 + 3^n) $

Osservando la funzione, notiamo che, per n che tende ad infinito, compaiono forme di indeterminazione sia al numeratore e denominatore, sia nella frazione nel complesso.
Vediamo come possiamo agire al fine di eliminare tali indeterminazioni.
Sappiamo che un numero intero positivo elevato ad $n$, per $n$ molto grande ($ n to oo$) tende ad infinito; una frazione minore di 1, però, elevata ad $n$ tenderebbe a zero, in quanto con il crescere di $n$ aumenta sempre di più la differenza tra numeratore e denominatore.
Possiamo sfruttare questa osservazione per risolvere il nostro limite; consideriamo il numeratore della frazione:

$ 2^n – 3^n $

Ci troviamo in una forma $ +oo – oo $ per $ n to oo$; raccogliamo il termine che tende ad infinito più velocemente, cioè $3^n$:

$ 2^n – 3^n = 3^n * ( frac(2^n)(3^n) – 1) = 3^n * ((2/3)^n – 1) $

Possiamo osservare che la forma di indeterminazione è stata eliminata, in quanto il primo fattore tende ad infinito, mentre il secondo fattore tende a $ -1$ ( infatti si ha che $(2/3)^n to 0$).

Applichiamo lo stesso ragionamento al denominatore, in cui avevamo:

$1 + 3^n$

Raccogliamo in questo caso $3^n $:

$ 1 + 3^n = 3^n * ( frac(1)(3^n) + 1) $

Anche in questo caso abbiamo eliminato la forma di indeterminazione, poiché il primo fattore tende ad infinito, mentre il secondo fattore tende ad 1 ( in quanto si ha che $frac(1)(3^n) to 0$).

Passiamo ora a studiare in comportamento di numeratore e denominatore all’interno della frazione:

$ lim_(n to oo) frac(2^n – 3^n)(1 + 3^n) = lim_(n to oo) frac(3^n * ((2/3)^n – 1))(3^n * ( frac(1)(3^n) + 1)) $

Possiamo semplificare il termine $3^n$:

$ lim_(n to oo) frac( (2/3)^n – 1 )( frac(1)(3^n) + 1) $

A questo punto notiamo che sono state eliminate tutte le forme di indeterminazione, e possiamo calcolare il valore finale del limite:

$ lim_(n to oo) frac( (2/3)^n – 1 )( frac(1)(3^n) + 1) = frac(-1)(1) = -1$

 

 

 

 

 

 

 

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Calcolare il valore del seguente limite: $ lim_(n to oo) frac(5^n – 3^n)(4^n – 2^n) $

Osservando la funzione, notiamo che, per n che tende ad infinito, compaiono forme di indeterminazione sia al numeratore e denominatore, sia nella frazione nel complesso.
Vediamo come possiamo agire al fine di eliminare tali indeterminazioni.
Sappiamo che un numero intero positivo elevato ad $n$, per $n$ molto grande ($ n to oo$) tende ad infinito; una frazione minore di 1, però, elevata ad $n$ tenderebbe a zero, in quanto con il crescere di $n$ aumenta sempre di più la differenza tra numeratore e denominatore.
Possiamo sfruttare questa osservazione per risolvere il nostro limite; consideriamo il numeratore della frazione:

$ 5^n – 3^n $

Ci troviamo in una forma $ +oo – oo $ per $ n to oo$; raccogliamo il termine che tende ad infinito più velocemente, cioè $5^n$:

$ 5^n – 3^n = 5^n * (1 – frac(3^n)(5^n)) = 5^n * (1 – (3/5)^n) $

Possiamo osservare che la forma di indeterminazione è stata eliminata, in quanto il primo fattore tende ad infinito, mentre il secondo fattore tende ad 1 ( infatti si ha che $(3/5)^n to 0$).

Applichiamo lo stesso ragionamento al denominatore, in cui avevamo:

$4^n – 2^n$

Raccogliamo in questo caso $4^n $:

$ 4^n – 2^n = 4^n * ( 1 – frac(2^n)(4^n)) = 4^n * ( 1 – (2/4)^n) = $
$ 4^n * ( 1 – (1/2)^n) $

Anche in questo caso abbiamo eliminato la forma di indeterminazione, poiché il primo fattore tende ad infinito, mentre il secondo fattore tende ad 1 ( in quanto si ha che $(1/2)^n to 0$).

Passiamo ora a studiare in comportamento di numeratore e denominatore all’interno della frazione:

$ lim_(n to oo) frac(5^n – 3^n)(4^n – 2^n) = lim_(n to oo) frac(5^n * (1 – (3/5)^n))(4^n * ( 1 – (1/2)^n)) $

Notiamo che è ancora presente una forma indeterminata del tipo $ frac(oo)(oo) $; analizziamo quindi la parte della frazione che causa tale forma indeterminata:

$lim_(n to oo) frac(5^n)(4^n) * frac(1 – (3/5)^n)( 1 – (1/2)^n) $

Notiamo che il secondo fattore tende a 1; per il primo fattore sfruttiamo la proprietà delle potenze:

$lim_(n to oo) (5/4)^n * frac(1 – (3/5)^n)( 1 – (1/2)^n) $

Notiamo che il primo fattore è una frazione maggiore di 1 elevata ad n; poiché tale frazione tende ad infinito, possiamo concludere che:

$lim_(n to oo) (5/4)^n * frac(1 – (3/5)^n)( 1 – (1/2)^n) = +oo $

 

 

 

 

 

 

 

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Dimostrare che vale la seguente uguaglianza: \( \binom{n}{k} + \binom{n}{k + 1} = \binom{n+1}{k+1} \) per ogni $n >= 0$, $k >= 0$, $k<=n $

Ricordando le ipotesi del principio di induzione, dobbiamo verificare che il passo base sia soddisfatto, cioè dobbiamo verificare che l’uguaglianza sia vera nel caso in cui $n=0$:

\( \binom{0}{k} + \binom{0}{k + 1} = \binom{1}{k+1} \)

è verificato, in quanto si ha $ 0 = 0$; possiamo quindi affermare che il passo base è soddisfatto.

A questo punto, procediamo applicando il passo induttivo: supponiamo che la nostra condizione sia verificata per $n$, e, con tale supposto, dimostriamo che valga anche per $n+1$. Se tale condizione risulterà soddisfatta, potremo affermare che l’uguaglianza è valida per qualsiasi valore di $n$.
In simboli, dobbiamo dimostrare che se vale:

\( \binom{n}{k} + \binom{n}{k + 1} = \binom{n+1}{k+1} \)

allora vale anche

\( \binom{n+1}{k} + \binom{n+1}{k + 1} = \binom{n+2}{k+1} \)

Procediamo considerando il primo membro dell’uguaglianza da verificare; cerchiamo di modificare la scritture mi modo da dimostrare l’uguaglianza.
Cominciamo svolgendo il coefficiente binomiale:

\( \binom{n+1}{k} + \binom{n+1}{k + 1} = \frac{ (n+1)! }{ (k)! (n+1-k)! } + \frac{ (n+1)! }{ (k+1)! (n-k)! } \)

Mettiamo in evidenza il termine $(n+1)! $ che compare in entrambi gli addendi:

\( \frac{ (n+1)! }{ (k)! (n+1-k)! } + \frac{ (n+1)! }{ (k+1)! (n-k)! } = (n+1)! \cdot [ \frac{1}{ (k)! (n+1-k)! } + \frac{1}{ (k+1)! (n-k)! } ] \)

Ricordando le proprietà dei fattoriali, sappiamo che $ n! = n \cdot (n-1)!$; possiamo applicare tale proprietà a diversi fattori della nostra espressione. In particolare si ha:

$ (n+1-k)! = ( n+1-k ) \cdot (n-k)! $
$ (k+1)! = (k+1) \cdot k! $

Nell’espressione abbiamo quindi:

\( (n+1)! \cdot [ \frac{1}{ k! ( n+1-k ) \cdot (n-k)! } + \frac{1}{ (k+1) \cdot k! (n-k)! } ] \)

Svolgiamo il minimo comune multiplo e sommiamo le due frazioni:

\( (n+1)! \cdot \frac{k+1 + n+1-k}{ k! ( n+1-k ) \cdot (n-k)! \cdot (k+1)} \)

Sommiamo i termini al denominatore:

$ (n+1)! \cdot \frac{n+2}{ k! ( n+1-k ) \cdot (n-k)! \cdot (k+1)} $

Moltiplicando il numeratore per $(n+1)! $, e ricordando le proprietà dei fattoriali si ottiene:

$ \frac{(n+1)! \cdot (n+2)}{ k! ( n+1-k ) \cdot (n-k)! \cdot (k+1)} = \frac{(n+2)! }{ k! ( n+1-k ) \cdot (n-k)! \cdot (k+1)} $

Ritrasformiamo i termini al denominatore sfruttando di nuovo la proprietà dei fattoriali:

$ \frac{(n+1)! \cdot (n+2)! }{ k! ( n+1-k ) \cdot (n-k)! \cdot (k+1)} = \frac{(n+2)! }{ ( n+1-k )! \cdot (k+1)!} $

A questo punto riconosciamo una forma familiare nell’espressione ottenuta: infatti, essa corrisponde proprio al coefficiente binomiale che volevamo ottenere, in quanto sussiste l‘uguaglianza:

$ \frac{(n+2)! }{ ( n+1-k )! \cdot (k+1)!} = \binom{n+2}{k+1}$

Poiché abbiamo ottenuto un’uguaglianza, possiamo affermare che anche il passo induttivo è soddisfatto; abbiamo quindi dimostrato che l’uguaglianza vale anche per $n+1$, e possiamo concludere che l’uguaglianza iniziale è valida per tutti gli $n$ naturali

 

Dimostrare, utilizzando il principio di induzione, che vale la seguente disuguaglianza: $ (1+a)^n >= 1 + na $

Ricordando le ipotesi del principio di induzione, dobbiamo verificare che il passo base sia soddisfatto, cioè (poiché $n$ appartiene all’insieme dei numeri naturali) dobbiamo verificare che l’uguaglianza sia vera nel caso in cui $n=1$:

$ (1+a)^1 = 1 + a $
$ 1 + 1*a = 1 + a $

quindi il passo base è verificato, in quanto si ha che $ 1 + a >= 1 + a $.

A questo punto, procediamo applicando il passo induttivo: supponiamo che la nostra condizione sia verificata per $n$, e, con tale supposto, dimostriamo che valga anche per $n+1$.
Se tale condizione risulterà soddisfatta, potremo affermare che l’uguaglianza è valida per qualsiasi valore di $n$.
Quindi, se ipotizziamo vera l’espressione $ (1+a)^n >= 1 + na $ , vogliamo verificare che risulti vera anche la diseguaglianza $ (1+a)^(n+1) >= 1 + (n+1)a $

Procediamo considerando l’espressione $ (1+a)^(n+1) $; cerchiamo di trasformare tale espressione in modo da sfruttare l’ipotesi induttiva e dimostrare la nostra uguaglianza.
Per la proprietà delle potenze, possiamo scrivere:

$ (1+a)^(n+1) = (1+a)^n * (1+a) $

Ora è possibile sfruttare l’ipotesi induttiva: se moltiplichiamo entrami i membri della disuguaglianza iniziale per $(1+a)$, otteniamo un’uguaglianza certamente vera:

$ (1+a)^n >= 1 + na to (1+a)^n * (1+a) >= (1 + na) * (1+a) $

Riconosciamo inoltre nel primo termine l’espressione da cui siamo partiti per dimostrare il passo induttivo.
Procediamo svolgendo la moltiplicazione nel secondo termine:

$ (1 + na) * (1+a) = 1 + na + a + na^2$

Raccogliendo $a$ si ottiene:

$ 1 + na + a + na^2 = 1 + (n + 1)a + na^2 $

In questa espressione è presente il secondo termine della disuguaglianza che volevamo dimostrare; ricordiamo che eravamo partiti con il dimostrare che la disuguaglianza fosse vera per $n+1$, cioè che valesse $ (1+a)^(n+1) >= 1 + (n+1)a $.

In effetti, poiché per le ipotesi iniziali $a$ è positivo, e poiché compare un termine di n al quadrato, avremmo certamente che:

$ 1 + (n + 1)a + na^2 >= 1 + (n + 1)a $

Abbiamo quindi ottenuto che:

$ (1+a)^(n+1) = (1 + na) * (1+a) = 1 + na + a + na^2 = 1 + (n + 1)a + na^2 >= 1 + (n+1)a $

che è proprio quello che stavamo cercando; possiamo concludere quindi che la disuguaglianza è vera anche per $n+1$, e di conseguenza che la disuguaglianza iniziale è vera per ogni valore di $n$ naturale.

 

Dimostrare, utilizzando il principio di induzione, che vale la seguente uguaglianza: $ \sum_{k=1}^{n} k^2 = \frac{n(n+1)(2n+1)}{6} $

Nell’applicare il principio di induzione, consideriamo l’insieme di tutti i valori di n che soddisfano la condizione data; chiamiamo tale insieme $T$:

$ T = {n in N : \sum_{k=1}^{n} k^2 = \frac{n(n+1)(2n+1)}{6} } $

Ricordando le ipotesi del principio di induzione, dobbiamo verificare che il passo base sia soddisfatto, cioè dobbiamo verificare che l’uguaglianza sia vera nel caso in cui $n=k=1$:

$ \sum_{k=1}^{1} k^2 = 1^2 = 1 $

$ \frac{1 * (1+1)(2+1)}{6} = 1$

quindi il passo base è verificato, in quanto si ha che $ 1 = 1 $; possiamo quindi affermare che $ 1 in T$.

A questo punto, procediamo applicando il passo induttivo: supponiamo che la nostra condizione sia verificata per $n$, e, con tale supposto, dimostriamo che valga anche per $n+1$.
Se tale condizione risulterà soddisfatta, potremo affermare che l’uguaglianza è valida per qualsiasi valore di $n$.
In simboli, dobbiamo dimostrare che se:

$ n in T text{ e } \sum_{k=1}^{n} k^2 = \frac{n(n+1)(2n+1)}{6} $

allora:

$ n+1 in T text{ e } \sum_{k=1}^{n+1} k^2 = \frac{(n+1)(n+2)(2n+3)}{6} $

Procediamo considerando la somma $ \sum_{k=1}^{n+1} k^2 $; cerchiamo di trasformare tale sommatoria in modo da sfruttare l’ipotesi induttiva e dimostrare la nostra uguaglianza.
Possiamo inizialmente notare che è possibile riscrivere la sommatoria isolando l’ultimo termine della somma; in questo modo si ha:

$ \sum_{k=1}^{n+1} k^2 = \sum_{k=1}^{n} k^2 + (n+1)^2 $

Ora è possibile sfruttare l’ipotesi induttiva: avendo ipotizzato che l’uguaglianza iniziale fosse vera per n, possiamo riscrivere la sommatoria in questo modo:

$ \sum_{k=1}^{n} k^2 + (n+1)^2 = \frac{n(n+1)(2n+1)}{6} + (n+1)^2 $

Svolgiamo la somma algebrica:

$ \frac{n(n+1)(2n+1)}{6} + (n+1)^2 = \frac{ n(n+1)(2n+1) + 6(n+1)^2 }{6} $

Raccogliamo il termine $n+1$:

$ \frac{ n(n+1)(2n+1) + 6(n+1)^2 }{6} = \frac{ (n+1) [n(2n+1) + 6(n+1)] }{6} $

Svolgiamo i calcoli:

$ \frac{ (n+1) [n(2n+1) + 6(n+1)] }{6} = \frac{ (n+1) [2n^2+n + 6n + 6] }{6} = $
$ \frac{ (n+1) [2n^2 + 7n + 6] }{6} $

Abbiamo ora un trinomio notevole al numeratore; trasformiamo il trinomio in modo da renderlo prodotto di due fattori; procediamo nel seguente modo:

$ 2n^2 + 7n + 6 = 2n^2 + 3n + 4n+ 6 = n(2n+3) + 2(2n+3) = (n+2)(2n+3) $

Riscrivendo il trinomio notevole all’interno della frazione otteniamo:

$ frac((n+1) [2n^2 + 7n + 6])(6) = frac( (n+1)(n+2)(2n+3) )(6) $

Tale espressione ci fornisce l’uguaglianza che stavamo cercando; abbiamo quindi dimostrato che l’uguaglianza è vera anche per $n+1$, e possiamo cosi concludere che l’uguaglianza è vera per ogni valore di $n$ .

Dimostrare, utilizzando il principio di induzione, che vale la seguente uguaglianza: $ \sum_{k=1}^{n} k = \frac{n(n+1)}{2} $

Nell’applicare il principio di induzione, consideriamo l’insieme di tutti i valori di $n$ che soddisfano la condizione data; chiamiamo tale insieme $T$:

$ T = {n in N : \sum_{k=1}^{n} k = \frac{n(n+1)}{2} } $

Ricordando le ipotesi del principio di induzione, dobbiamo verificare che il passo base sia soddisfatto, cioè dobbiamo verificare che l’uguaglianza sia vera nel caso in cui $n=k=1$:

$ \sum_{k=1}^{1} k = 1 $

$ frac(1*(1+1))(2) = 1$

quindi il passo base è verificato, in quanto si ha che $ 1 = 1 $; possiamo quindi affermare che $ 1 in T$.

A questo punto, procediamo applicando il passo induttivo: supponiamo che la nostra condizione sia verificata per $n$, e, con tale supposto, dimostriamo che valga anche per $n+1$.
Se tale condizione risulterà soddisfatta, potremo affermare che l’uguaglianza è valida per qualsiasi valore di $n$.
In simboli, dobbiamo dimostrare che se:

$ n in T text{ e } \sum_{k=1}^{n} k = \frac{n(n+1)}{2} $

allora:

$ n+1 in T text{ e } \sum_{k=1}^{n+1} k = \frac{(n+1)(n+2)}{2} $

Procediamo considerando la somma $ \sum_{k=1}^{n+1} k $; cerchiamo di trasformare tale sommatoria in modo da sfruttare l’ipotesi induttiva e dimostrare la nostra uguaglianza.
Possiamo inizialmente notare che è possibile riscrivere la sommatoria isolando l’ultimo termine della somma; in questo modo si ha:

$ \sum_{k=1}^{n+1} k = \sum_{k=1}^{n} k + (n+1) $

Ora è possibile sfruttare l’ipotesi induttiva: avendo ipotizzato che l’uguaglianza iniziale fosse vera per n, possiamo riscrivere la sommatoria in questo modo:

$ \sum_{k=1}^{n} k + (n+1) = \frac{n(n+1)}{2} + (n+1) $

Svolgiamo la somma algebrica:

$ \frac{n(n+1)}{2} + (n+1) = \frac{ n(n+1) + 2(n+1) }{2} = \frac{ n^2 + n + 2n + 2 }{2} = $

Riscrivendo il trinomio notevole otteniamo:

$ frac(n^2 + n + 2n + 2)(2) = frac( (n+1)(n+2) )(2) $

Tale espressione ci fornisce l’uguaglianza che stavamo cercando; abbiamo quindi dimostrato che l’uguaglianza è vera anche per $n+1$, e possiamo cosi concludere che l’uguaglianza è vera per ogni valore di $n$.

 

Dimostrare, utilizzando il principio di induzione, che vale la seguente uguaglianza: $ \sum_{k=1}^{n} k = \frac{n(n+1)}{2} $

Nell’applicare il principio di induzione, consideriamo l’insieme di tutti i valori di n che soddisfano la condizione data; chiamiamo tale insieme $T$:

\( T = {n \in N : \sum_{k=1}^{n} k = \frac{n(n+1)}{2} } \)

Ricordando le ipotesi del principio di induzione, dobbiamo verificare che il passo base sia soddisfatto, cioè dobbiamo verificare che l’uguaglianza sia vera nel caso in cui $n=k=1$:

\( \sum_{k=1}^{1} k = 1 \)

$ frac(1\cdot(1+1))(2) = 1$

quindi il passo base è verificato, in quanto si ha che $ 1 = 1 $; possiamo quindi affermare che \( 1 \in T\).

A questo punto, procediamo applicando il passo induttivo: supponiamo che la nostra condizione sia verificata per $n$, e, con tale supposto, dimostriamo che valga anche per $n+1$.
Se tale condizione risulterà soddisfatta, potremo affermare che l’uguaglianza è valida per qualsiasi valore di $n$.
In simboli, dobbiamo dimostrare che se:

\( n \in T \mbox{ e }  \sum_{k=1}^{n} k = \frac{n(n+1)}{2} \)

allora:

\( n+1 \in T \mbox{ e } \sum_{k=1}^{n+1} k = \frac{(n+1)(n+2)}{2} \)

Procediamo considerando la somma \( \sum_{k=1}^{n+1} k \); cerchiamo di trasformare tale sommatoria in modo da sfruttare l’ipotesi induttiva e dimostrare la nostra uguaglianza.
Possiamo inizialmente notare che è possibile riscrivere la sommatoria isolando l’ultimo termine della somma; in questo modo si ha:

\( \sum_{k=1}^{n+1} k = \sum_{k=1}^{n} k + (n+1) \)

Ora è possibile sfruttare l’ipotesi induttiva: avendo ipotizzato che l’uguaglianza iniziale fosse vera per n, possiamo riscrivere la sommatoria in questo modo:

\( \sum_{k=1}^{n} k + (n+1) = \frac{n(n+1)}{2} + (n+1) \)

Svolgiamo la somma algebrica:

\( \frac{n(n+1)}{2} + (n+1) = \frac{ n(n+1) + 2(n+1) }{2} = \frac{ n^2 + n + 2n + 2 }{2} = \)

Riscrivendo il trinomio notevole otteniamo:

$ frac(n^2 + n + 2n + 2)(2) = frac( (n+1)(n+2) )(2) $

Tale espressione ci fornisce l’uguaglianza che stavamo cercando; abbiamo quindi dimostrato che l’uguaglianza è vera anche per $n+1$, e possiamo cosi concludere che l’uguaglianza è vera per ogni valore di $n$.

Dimostrare, utilizzando il principio di induzione, che vale la seguente uguaglianza: \( \binom{n}{k} = \binom{n}{n-k} \) per ogni n >= 0, k >= 0, k <=n

Nell’applicare il principio di induzione, consideriamo l’insieme di tutti i valori di n che soddisfano la condizione data; chiamiamo tale insieme $T$:

\( T = {n \in N : \binom{n}{k} = \binom{n}{n-k} } \)

Ricordando le ipotesi del principio di induzione, dobbiamo verificare che il passo base sia soddisfatto, cioè dobbiamo verificare che l’uguaglianza sia vera nel caso in cui $n=0$:

\( \binom{0}{k} = \binom{0}{n-k} \)

è verificato, in quanto si ha $ 0 = 0$; possiamo quindi affermare che \( 0 \in T\).

A questo punto, procediamo applicando il passo induttivo: supponiamo che la nostra condizione sia verificata per $n$, e, con tale supposto, dimostriamo che valga anche per $n+1$. Se tale condizione risulterà soddisfatta, potremo affermare che l’uguaglianza è valida per qualsiasi valore di $n$.
In simboli, dobbiamo dimostrare che se:

\( n \in T \text{ e } \binom{n}{k} = \binom{n}{n-k} \)

allora

\( n + 1 \in T \text{ e } \binom{n + 1}{k} = \binom{n + 1}{n + 1 – k} \)

Procediamo lavorando sul termine \( \binom{n + 1}{k} \) , e cerchiamo di modificarlo in modo da renderlo uguale a \( \binom{n + 1}{n + 1 – k} \).
Cominciamo svolgendo il coefficiente binomiale:

\( \binom{n + 1}{k} = \frac{(n+1)!}{k!(n+1-k)!} \)

Ricordando le proprietà dei fattoriali, sappiamo che \( n! = n \cdot (n-1)!\); possiamo applicare tale proprietà al numeratore della frazione e al secondo fattore del denominatore. In particolare si ha:

\( (n+1)! = ( n+1 ) * n! \)
\( ((n+1-k)! = (n+1-k) * (n-k)! \)

Nella frazione avremo quindi:

$ frac( (n+1)! )( k!(n+1-k)! ) = frac( (n+1)*n! )( k!(n+1-k)*(n-k)! ) $

Ora, riscriviamo la frazione in un modo che può tornarci più utile:

$ frac( (n+1)*n! )( k!(n+1-k)*(n-k)! ) = frac( n+1 )( n+1-k ) * frac( n! )( k! *(n-k)! ) $

Riconosciamo nel secondo fattore il coefficiente binomiale \( \binom{n}{k} \):

\( \frac{ n+1 }{ n+1-k } \cdot \binom{n}{k} \)

Sfruttando l’ipotesi induttiva, cioè assumendo che l’uguaglianza iniziale sia vera per $n$, possiamo riscrivere il coefficiente binomiale:

\( \frac{ n+1 }{ n+1-k } \cdot \binom{n}{k} = \frac{ n+1 }{ n+1-k } * \binom{n}{n-k} \)
Procediamo ora svolgendo tale coefficiente binomiale:

\( \frac{ n+1 }{ n+1-k } \cdot \binom{n}{n-k} = \frac{ n+1 }{ n+1-k } * \frac{ n! }{ (n-k)! * (n-n+k)! } \)

Semplificando otteniamo:

\( \frac{ n+1 }{ n+1-k } * \frac{ n! }{ (n-k)! * k! } \)

Moltiplichiamo le due frazioni:

\( \frac{ n+1 }{ n+1-k } \cdot \frac{ n! }{ (n-k)! \cdot k! } = \frac{( n+1 ) \cdot n!}{ (n+1-k) \cdot (n-k)! \cdot k! } \)

Possiamo sfruttare di nuovo le proprietà dei fattoriali, questa volta per ricomporre i termini fattoriali che troviamo al numeratore e al denominatore; in particolare avremo che:

\( ( n+1 ) \cdot n! = (n+1)! \)
\( (n+1-k) \cdot (n-k)! = (n+1-k)! \)

Quindi:

\( \frac{( n+1 ) \cdot n!}{ (n+1-k) \cdot (n-k)! \cdot k! } = \frac{ ( n+1 )! }{ (n+1-k)! \cdot k! } \)

Riconosciamo in questa espressione proprio il coefficiente binomiale che stavamo cercando, infatti:

\( \frac{ ( n+1 )! }{ (n+1-k)! * k! } = \binom{ n+1 }{n+1-k} \)

Abbiamo quindi verificato che l’uguaglianza è vera anche per $n+1$; possiamo quindi concludere che l’uguaglianza è verificata per ogni $n$ naturale.

 

Risolvere la seguente equazione con numeri complessi: $ z^4 = frac((1 + i)^2)(1 – i) * \bar{z} $

Per risolvere questo tipo di equazioni con i numeri complessi, è utile trattare tali numeri esprimendoli in forma esponenziale; a tal proposito, ricordiamo che vale la seguente uguaglianza per ogni numero complesso $z$:

\[ z = \rho \cdot e^{i \theta} \]

dove $rho$ è il modulo del numero complesso, mentre $theta$ è l’angolo che sulla circonferenza goniometrica rappresenta tale numero.

Prima di procedere alla sostituzione, però, dobbiamo modificare la frazioni al secondo membro, che altrimenti non siamo in grado di rappresentare; svolgiamo, quindi, il quadrato al numeratore:

$frac((1 + i)^2)(1 – i) = frac( 1 + i^2 + 2i )(1 – i)$

Ricordiamo la relazione fondamentale, per cui $i^2 = -1$:

$ frac( 1 + i^2 + 2i )(1 – i) = frac( 1 – 1 + 2i )(1 – i) = frac(2i)(1 – i)$

Al fine di rappresentare tale numero in forma trigonometrica, è necessario renderlo della forma $ a + ib$, cioè dobbiamo rendere il denominatore reale; per farlo, possiamo moltiplicare e dividere la frazione per la quantità $ 1 + i $:

$ frac(2i)(1 – i) = frac(2i)(1 – i) * frac(1+i)(1+i)$

Svolgiamo la moltiplicazione:

$ frac(2i(1+i))((1 – i)(1+i)) = frac(2i – 2)(1+1) = frac(2i – 2)(2) =$
$ = i – 1$

Ora possiamo determinare la forma esponenziale di tale numero complesso; ricordiamo che vale la seguente uguaglianza:

$ z = rho * e^(i phi) = rho ( cos(phi) + i sin(phi))$

Il modulo del numero complesso vale:

$ rho = sqrt(1^1 + (-1)^2) = sqrt2 $

Quindi dobbiamo trovare un angolo $theta$ per cui:

$ sqrt2 cos(phi) = -1 to cos(phi) = – frac(sqrt2)(2) $
$ sqrt2 sin(phi) = 1 to sin(phi) = frac(sqrt2)(2) $

Risulta evidente che tale angolo è $ 3/4 pi $.
Quindi, siamo ora in grado di rappresentare tutti i termini che compaiono nell’equazione:

$frac((1 + i)^2)(1 – i) = sqrt2 * e^(i 3/4 pi) $
$z^4 = (rho * e^(i theta))^4 = rho^4 * e^(i 4theta) $
$\bar{z} = rho * e^( – i theta) $

Procediamo, quindi, sostituendo alla nostra equazione i numeri complessi in forma esponenziale:

$rho^4 * e^(i 4theta) = sqrt2 * e^(i 3/4 pi) * rho * e^( – i theta) $

Possiamo moltiplicare i termini al secondo membro:

$rho^4 * e^(i 4theta) = sqrt2 rho * e^(i 3/4 pi – i theta) $

Affinché l’uguaglianza sia valida, è necessario che siano soddisfatte le seguenti condizioni:

${(rho^4 = sqrt2 rho),(e^(i 4theta) = e^(i 3/4 pi – i theta)) :}$

Dalla prima equazione possiamo ricavare il modulo del numero complesso che soddisfa l’equazione:

$ rho^4 = sqrt2 rho to rho^4 – sqrt2 rho = 0$
$ rho ( rho^3 – sqrt2) = 0 $

Quindi otteniamo i seguenti valori di $rho$:

$ rho = 0$
$ rho^3 – \sqrt{2} = 0 to rho^3 =\sqrt2 to rho = root(6)(2) $

Risolviamo ora la seconda equazione:

$ e^(i 4theta) = e^(i 3/4 pi – i theta) $

Eguagliamo gli esponenti, tenendo presente che vanno considerati anche gli angoli multipli di $360°$:

$ 4theta = 3/4 pi – theta + 2kπ $
$ 5theta = 3/4 pi + 2kπ to theta = 3/(20) π + 2/5 kπ $

Procediamo determinando i valori degli angoli che identificano i numeri complessi cercati; sostituiamo, quindi, i seguenti valori del parametro $k$:

$ k = 0 to theta = 3/(20) π $
$ k = 1 to theta = (11)/(20) π $
$ k = 2 to theta = (19)/(20) π $
$ k = 3 to theta = (27)/(20) π $
$ k = 4 to theta = (35)/(20) π $

Dopo tale valore di $k$ si otterrebbe di nuovo il primo angolo.
Determiniamo ora i numeri complessi relativi a tali angoli:

$ z_0 = 0$
$ z_1 = root(6)(2) e^{\frac{3}{20} pi i } $
$ z_2 = root(6)(2) e^{\frac{11}{20} pi i } $
$ z_3 = root(6)(2) e^{\frac{19}{20} pi i } $
$ z_4 = root(6)(2) e^{\frac{27}{20} pi i } $
$ z_5 = root(6)(2) e^{\frac{35}{20} pi i } $

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Risolvere la seguente equazione con numeri complessi: $ z^2 = ( \bar{z})^2 * (4 (|z|)^2 – 1 ) $

Per risolvere l’equazione non è conveniente utilizzare la rappresentazione esponenziale dei numeri complessi.
Procediamo, quindi, rappresentando il numero complesso $z$ nella forma $ a + ib$, e sostituendo all’interno dell’equazione; ricordiamo che se $ z = a + ib$, allora si ha che:

$ \bar{z} = a – ib$
$ |z| = sqrt(a^2 + b^2) $

Procediamo con la sostituzione:

$ (a + ib)^2 = ( a – ib )^2 * (4 (sqrt(a^2 + b^2))^2 – 1 ) $

Svolgiamo i calcoli a primo e secondo membro:

$ a^2 + (ib)^2 + 2abi = (a^2 + (-ib)^2 – 2abi) * (4 (a^2 + b^2) – 1 ) $

Ricordiamo la relazione fondamentale per cui $ i^2 = -1$:

$ a^2 – b^2 + 2abi = (a^2 – b^2 – 2abi) * (4 a^2 + 4b^2 – 1 ) $

Svolgiamo il prodotto a secondo membro:

$ a^2 – b^2 + 2abi = 4a^4 + 4a^2b^2 – a^2 – 4a^2b^2 – 4b^4 +b^2 – 8a^3b i – 8 ab^3 i + 2ab i$

$ a^2 – b^2 + 2abi – 4a^4 – 4a^2b^2 + a^2 + 4a^2b^2 + 4b^4 – b^2 + 8a^3b i + 8 ab^3 i – 2ab i= 0 $

Eliminiamo i termini opposti:

$ a^2 – b^2 + 2abi – 4a^4 + a^2 + 4b^4 – b^2 + 8a^3b i + 8 ab^3 i – 2ab i= 0 $

$ 2a^2 – 2b^2 – 4a^4 + 4b^4 + 8a^3b i + 8 ab^3 i = 0 $

Ora che abbiamo semplificato l’equazione, possiamo procedere al passo successivo: per determinare i valori di $a$ e $b$ che soddisfano l’uguaglianza, dobbiamo uguagliare parti reali e parti immaginarie.
In questo caso, quindi, deve valere il seguente sistema:

$ {(8a^3b + 8 ab^3 = 0), (2a^2 – 2b^2 – 4a^4 + 4b^4 = 0):} $

Dalla prima equazione si ha:

$ a^3b + ab^3 = 0 $

Mettiamo in evidenza il termine $ab$:

$ ab (a^2 + b^2) = 0 $

Poiché il secondo fattore è sempre positivo o nullo, l’uguaglianza è verificata per $ ab = 0$, ovvero $ a = 0 V b = 0$.
Studiamo, quindi, cosa accade nella seconda equazione per i valori di $a$ e $b$ determinati al passo precedente:

$ a = 0 to – 2b^2 + 4b^4 = 0 $

Risolviamo in $b$:

$ – b^2 + 2b^4 = 0 to 2b^4 – b^2 = 0 $
$ b^2 (2b^2 – 1) = 0 $

Da cui si ottengono i seguenti valori di $b$:

$ b^2 = 0 to b = 0$
$ 2b^2 – 1 = 0 to b^2 = 1/2 to b = pm frac(1)(sqrt2) $

Applichiamo lo stesso procedimento nel caso $ b = 0$:

$ b = 0 to 2a^2 – 4a^4 = 0 $
$ a^2 – 2a^4 = 0 to 2a^4 – a^2 = 0 $

$ a^2 (2a^2 – 1) = 0 $

Da cui si ottengono i seguenti valori di $a$:

$ a^2 = 0 to a = 0$
$ 2a^2 – 1 = 0 to a^2 = 1/2 to a = pm frac(1)(sqrt2) $

Concludiamo, quindi, che i numeri complessi che soddisfano l’equazione iniziale sono quelli per cui:

$ b = 0 , a = pm frac(1)(sqrt2) $

ovvero:

$ z_(1,2) = pm frac(1)(sqrt2) $

e quelli per cui:

$ a = 0 , b = pm frac(1)(sqrt2) $

ovvero:

$ z_(3,4) = pm i frac(1)(sqrt2) $

E’ inoltre valida anche la soluzione nulla, ovvero $z=0$.

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Matematicaterapia

Come la matematica può semplificarci la vita. Ennio Peres, laureato con lode in matematica, ha un passato da insegnante di matematica e informatica, ma è noto soprattutto come divulgatore e appassionato di giochi. Famoso per il testo “L’elmo della mente, manuale di magia matematica”, per il quale è stato insignito del premio Ludo Award nel 2006, è un autore prolifico e collabora con riviste e giornali, basti pensare alla rubrica “Lettere e cifre” tenuta sul quotidiano La Stampa o alla rubrica “Scherzi da Peres”, pubblicata sulla rivista Linus dal 1995. Ama definirsi un “giocologo” e, in effetti, il libro in questione è un calzante esempio di questa definizione. Continua a leggere “Matematicaterapia”

Risolvere la seguente equazione con numeri complessi: $ (iz)^3 = z * \bar{z} $

Per risolvere un’equazione di questo tipo dobbiamo procedere considerando la rappresentazione esponenziale dei numeri complessi.
Un numero complesso $z$ può essere scritto in questo modo:

$ z = rho e^(i theta)$

dove $rho$ rappresenta il modulo di $z$, mentre $theta$ è un angolo che rappresenta l’argomento del numero complesso.
L’angolo $theta$ servirà per determinare la posizione delle soluzioni sulla circonferenza goniometrica; ricordiamo, infatti, che vale la seguente uguaglianza:

$ e^(i theta) = cos(theta) + i sin(theta) $

Vediamo, quindi, come esprimere in forma esponenziale tutti i termini della nostra equazione.

$ (iz)^3 = i^3 * z^3 $

Iniziamo dal termine $i^3$ ; dalla relazione fondamentale si ha che $i^2 = -1$, quindi:

$i^3 = i^2 * i = – i $

Tale numero complesso può essere rappresentato da $ e^( 3/2 π i)$, infatti:

$ e^( i 3/2 π) = cos(3/2 π) + i sin(3/2 π) = – i $

Mentre il termine $ z^3$ può essere rappresentato come:

$ z^3= (rho e^(i theta))^3 = rho^3 e^( i 3theta) $

Ora consideriamo i termini $z$ e $\bar{z}$; possiamo esprimere i due termini nel seguente modo:

$ z = rho e^(i theta) , \bar{z} = rho e^( -i theta)$

In quanto se $z$ è espresso da:

$ e^(i theta) = cos(theta) + i sin(theta) $

necessariamente il suo coniugato sarà:

$ cos(theta) – i sin(theta) = e^( – i theta) $

Torniamo ora alla nostra equazione e scriviamo tutti i termini in forma esponenziale:

$ e^( 3/2 π i) * rho^3 e^( i 3theta) = rho e^(i theta) * rho e^(- i theta) $

Svolgiamo i prodotti al primo e al secondo membro:

$ rho^3 * e^( 3/2 π i + i 3theta) = rho^2 * e^(i theta – i theta) $

Da cui si ottiene:

$ rho^3 * e^( i (3/2 π + 3theta)) = rho^2 $

Da questa relazione, procediamo impostando un sistema che rappresenta le condizioni che devono essere verificate per ottenere l’uguaglianza:

$ { ( rho^3 = rho^2 ),( e^( i (3/2 π + 3theta)) = e^0 = 1 ):} $

Nella risoluzione dell’equazione dobbiamo tener conto del fatto che, poiché l’esponente di $z$ massimo è 3, quindi avremo esattamente tre soluzioni.

Dalla prima equazione risulta evidente che deve essere $ ro = 1 V rho = 0$.
Risolviamo ora la seconda equazione; ricordiamo che sonho validi tutti gli angoli $theta$ multipli di $360°$.

$ e^( i (3/2 π + 3theta)) = e^0 to 3/2 π + 3theta = 2kπ $

Quindi:

$ 3theta = 2kπ – 3/2 π to theta = frac(2kπ – 3/2 π)(3) $
$ theta = frac(4kπ – 3π)(6) $

Dato che dobbiamo ottenere esattamente tre soluzioni, i valori che può assumere il coefficiente $k$ sono $ 0, 1, 2$.
Determiniamo i tre angoli che individuano le tre soluzioni dell’equazione:

$ k = 0 to theta = -π/2 $
$ k = 1 to theta = frac(π)(6) $
$ k = 2 to theta = frac(5π)(6) $

Ora dobbiamo scrivere i numeri complessi $ z_1$ , $ z_2$, $ z_3$ nella forma $ a + ib$.
Per farlo, ricorriamo alla rappresentazione trigonometrica dei numeri complessi, ovvero sfruttiamo l’uguaglianza:

$ z = e^(i theta) = cos(theta) + i sin(theta) $

Nel primo caso abbiamo:

$ z_1 = cos(-π/2) + i sin(-π/2) = – i $

Nel secondo caso:

$ z_2 = cos(π/6) + i sin(π/6) = frac(sqrt3)(2) + frac(1)(2) i $

Nel terzo caso:

$ z_3 = cos(5π/6) + i sin(5π/6) = – frac(sqrt3)(2) + frac(1)(2) i $

Nel caso $rho=0$ abbiamo la soluzione nulla, ovvero $z=0$.

Come possiamo notare, le soluzioni sono tutte e quattro complesse, a due a due coniugate; rappresentando le soluzioni ottenute su una circonferenza goniometrica possiamo notare che esse individuano i vertici di un triangolo equilatero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Risolvere la seguente equazione con numeri complessi: $ z^4 + 1 = 0$

Per risolvere un’equazione di questo tipo dobbiamo procedere considerando la rappresentazione esponenziale dei numeri complessi.
Un numero complesso $z$ può essere scritto in questo modo:

$ z = rho e^(i theta)$

dove $ro$ rappresenta il modulo di $z$, mentre $theta$ è un angolo che rappresenta l’argomento del numero complesso.
L’angolo $theta$ servirà per determinare la posizione delle soluzioni sulla circonferenza goniometrica; ricordiamo, infatti, che vale la seguente uguaglianza:

$ e^(i theta) = cos(theta) + i sin(theta) $

La nostra equazione, quindi, può essere espressa in una nuova forma, più facilmente risolvibile:

$ (rho e^(i theta))^4 = -1 to rho^4 e^( 4i theta) = -1 $

Notiamo che, affinché l’uguaglianza sia verificata, è necessario che $ rho = 1$ e che $ e^(i theta) = e^(iπ) = -1$, in quanto, ricordando la notazione esponenziale, si ha:

$ e^(i pi) = cos(pi) + i sin(pi) = -1 $

Possiamo quindi impostare il seguente sistema:

SISTEMA

Nella risoluzione dell’equazione dobbiamo tener conto del fatto che, poiché l’esponente di $z$ è 4, avremo esattamente quattro soluzioni; ciò significa che i valori che può assumere il coefficiente $k$ sono $ 0, 1, 2, 3$.

Dalla prima equazione risulta evidente che deve essere $ rho = 1$.
Risolviamo ora la seconda equazione; ricordiamo che sono validi tutti gli angoli $theta$ multipli di $360°$:

$ e^( 4i theta) = e^(pi) to 4theta = pi + 2kpi $

Quindi:

$ theta = frac(pi + 2k pi)(4) $

Determiniamo i tre angoli che individuano le tre soluzioni dell’equazione:

$ k = 0 to theta = π/4 $
$ k = 1 to theta = frac(3π)(4) $
$ k = 2 to theta = frac(5π)(4) $
$ k = 3 to theta = frac(7π)(4) $

Ora dobbiamo scrivere i numeri complessi $ z_1$ , $ z_2$, $ z_3$ e $ z_4$ nella forma $ a + ib$.
Per farlo, ricorriamo alla rappresentazione trigonometrica dei numeri complessi, ovvero sfruttiamo l’uguaglianza:

$ z = e^(i theta) = cos(theta) + i sin(theta) $

Nel primo caso abbiamo:

$ z_1 = cos(π/4) + i sin(π/4) = frac(sqrt2)(2) + frac(sqrt2)(2) i $

Nel secondo caso:

$ z_2 = cos(3π/4) + i sin(3π/4) = – frac(sqrt2)(2) + frac(sqrt2)(2) i $

Nel terzo caso:

$ z_3 = cos(5π/4) + i sin(5π/4) = – frac(sqrt2)(2) – frac(sqrt2)(2) i $

Infine, la quarta soluzione è:

$ z_4 = cos(7π/4) + i sin(7π/4) = frac(sqrt2)(2) – frac(sqrt2)(2) i $

Come possiamo notare, le soluzioni sono tutte e quattro complesse, a due a due coniugate; rappresentando le soluzioni ottenute su una circonferenza goniometrica possiamo notare che esse individuano i vertici di un quadrato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Risolvere la seguente equazione con numeri complessi: $ z^2 – 3iz – 2 = 0$

Possiamo risolvere l’equazione con la normale formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado:

$ z = frac(3i pm sqrt((3i)^2- 4*(-2)) )(2) $

Ricordiamo la relazione fondamentale per cui $ i^2 = -1$:

$ z = frac(3i pm sqrt( -9 + 8) )(2) = frac(3i pm sqrt( -1) )(2) $

Per determinare il valore di $sqrt(-1)$ possiamo procedere in due modi: possiamo utilizzare la notazione trigonometrica dei numeri complessi, oppure esprimere impostando un’equazione.
Vediamo il primo procedimento.
Sappiamo che un numero complesso $z$ può essere espresso nel seguente modo:

$ z = rho (cos(theta) + i sin(theta)) $

In questo caso, dovendo rappresentare il numero $-1$, il modulo è unitario; dobbiamo quindi trovare un angolo $theta$ tale per cui: $ cos(theta) + i sin(theta) = – 1 $.
In questo caso, tale angolo può essere individuato facilmente, non dovendo fare calcoli aggiuntivi; l’angolo cercato è $ theta = pi $.
Ora, sappiamo che vale la seguente relazione:

$ e^(i theta) = cos(theta) + i sin(theta) $

Nel nostro caso, quindi, abbiamo:

$ – 1 = cos(pi) + i sin(pi ) = e^(i pi) $

Poiché stiamo cercando una rappresentazione del numero $ sqrt(-1)$, e sapendo che:

$ sqrt(-1) = (-1)^(1/2)$

possiamo scrivere:

$ sqrt(-1) = (e^(iπ))^(1/2) = e^(iπ/2) $

Infine, volendo rappresentare tale numero nella forma $a + ib$, possiamo riutilizzare la notazione trigonometrica:

$ sqrt(-1) = e^(i pi/2) = cos(pi/2) + i sin(pi/2) = i $

Vediamo ora il secondo possibile procedimento.
Cerchiamo un numero complesso nella forma $ a + ib$ che sia uguale a $sqrt(-1)$. Impostiamo quindi l’equazione:

$ a + ib = sqrt(-1)$

Eleviamo entrambi i membri al quadrato:

$ (a + ib)^2 = (sqrt(-1))^2$

Otteniamo:

$ (a + ib)^2 = -1 $

L’unico numero complesso che soddisfa tale relazione è appunto $i$ (in realtà anche $-i$ soddisfa tale relazione, ma ai fini del nostro esercizio possiamo non considerare il segno e prendere solo $i$ come soluzione.

Torniamo dunque alla formula risolutiva dell’equazione iniziale, e sostituiamo il valore di $sqrt(-1)$ trovato precedentemente:

$ z = frac(3i pm sqrt( -1) )(2) = frac(3i pm i )(2) $

I due valori di $z$ sono:

$ z_1 = frac(3i + i )(2) = 2i $
$ z_2 = frac(3i – i )(2) = i $

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Determinare la parte reale e la parte immaginaria del seguente numero complesso: $ z = (1+2i)^4 – (1-2i)^4 $

Per determinare parte reale e parte immaginaria di un numero complesso dobbiamo poter scrivere il numero z nella forma $a+ib$.

In questo caso si ha la differenza di due numeri complessi (coniugati) elevati alla quarta potenza. Per poter scrivere il numero nella forma desiderata, possiamo procedere notando che tale differenza può essere vista come differenza di due quadrati:

$ z = (1+2i)^4 – (1-2i)^4 = [(1+2i)^2]^2 – [(1-2i)^2]^2 $

Ricordiamo che la differenza di due quadrati $a^2 – b^2$ si può scrivere come $(a+b)(a-b)$; nel nostro caso si ottiene:

$ z = [(1+2i)^2]^2 – [(1-2i)^2]^2 = [(1+2i)^2 – (1-2i)^2] * [(1+2i)^2 + (1-2i)^2] $

All’interno delle prime parentesi quadre riconosciamo ancora una volta la differenza di due quadrati; a questo punto, tuttavia, è più conveniente svolgere i quadrati dei numeri complessi, in quinto otterremo diversi termini che si annulleranno a vicenda:

$ z = [1 + 4i^2 + 4i – (1 + 4i^2 – 4i)] * [1 + 4i^2 + 4i + 1 + 4i^2 – 4i] $

Ricordiamo la proprietà dei numeri complessi per cui $i^2 = -1$; procediamo quindi con lo svolgimento delle operazioni all’interno delle parentesi quadre:

$ z = [1 + 4*(-1) + 4i – (1 + 4*(-1) – 4i)] * [1 + 4*(-1) + 4i + 1 + 4*(-1) – 4i] = $
$ [1 – 4 + 4i – (1 – 4 – 4i)] * [1 – 4 + 4i + 1 – 4 – 4i] = $
$ [1 – 4 + 4i – 1 + 4 + 4i] * [1 – 4 + 4i + 1 – 4 – 4i] = $
$ [ 8i] * [- 6] = – 48 i $

Possiamo ora determinare quale la parte reale e la parte immaginaria del numero $z$:

$ Re(z) = 0 , Im(z) = – 48 $

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Determinare la parte reale e la parte immaginaria del seguente numero complesso: $ z = frac(1 + 2i)(i – 3) $

Per determinare parte reale e parte immaginaria di un numero complesso dobbiamo poter scrivere il numero z nella forma $a+ib$.
Nel nostro caso si ha una $i$ sia al numeratore che al denominatore; dobbiamo portare tutte le $i$ al numeratore in modo da poter scrivere il numero nella forma desiderata.
Possiamo procedere moltiplicando numeratore e denominatore della nostra frazione per il coniugato del denominatore:

$ z = frac(1 + 2i)(i – 3) = frac(1 + 2i)(i – 3) * frac(i+3)(i+3) $

Svolgiamo la moltiplicazione:

$ z = frac((1 + 2i)*(i+3))((i-3)(i+3)) = frac(i + 3 + 2i^2 + 6i)(i^2 – 9) $

Ricordiamo che una delle proprietà fondamentali dei numero complessi è la relazione $ i^2 = -1$; quindi abbiamo:

$ z = frac(i + 3 + 2i^2 + 6i)(i^2 – 9) = frac(i + 3 + 2*(-1) + 6i)(-1 – 9) = $
$ frac(i + 3 – 2 + 6i)(-1 – 9) = frac(1 + 7i)(- 10) $

A questo punto possiamo scrivere il numero $z$ nella forma desiderata:

$ z = frac(1 + 7i)(- 10) = – 1/(10) – 7/(10) i $

Da questa scrittura possiamo facilmente determinare quale sia la parte reale e quale la parte immaginaria del numero $z$:

$ Re(z) = – 1/(10) , Im(z) = – 7/(10) $

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Determinare la parte reale e la parte immaginaria del seguente numero complesso: $ z = i + frac(3)(2-i) $

Per determinare parte reale e parte immaginaria di un numero complesso dobbiamo poter scrivere il numero z nella forma $a+ib$; nel nostro caso si ha una $i$ al denominatore che deve essere portata al numeratore.
Possiamo procedere moltiplicando numeratore e denominatore della nostra frazione per il coniugato del denominatore:

$ z = i + frac(3)(2-i) = i + frac(3)(2-i) * frac(2+i)(2+i) $

Svolgiamo la moltiplicazione:

$ z = i + frac(3*(2+i))((2-i)(2+i)) = i + frac(6 + 3i)(4 – i^2) $

Ricordiamo che una delle proprietà fondamentali dei numero complessi è la relazione $ i^2 = -1$; quindi abbiamo:

$ z = i + frac(6 + 3i)(4 – i^2) = i + frac(6 + 3i)(4 – (-1)) = $
$ i + frac(6 + 3i)(4 + 1) = i + frac(6 + 3i)(5) $

A questo punto possiamo effettuare il minimo comune multiplo e sommare i due termini:

$ z = i + frac(6 + 3i)(5) = frac(5i + 6 + 3i)(5) = frac(8i + 6)(5) $

Possiamo ora scrivere il numero $z$ nella forma desiderata:

$ z = frac(8i + 6)(5) = 8/5 i + 6/5 $

Da questa scrittura possiamo facilmente determinare quale sia la parte reale e quale la parte immaginaria del numero $z$:

$ Re(z) = 6/5 , Im(z) = 8/5 $

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Descrivere l’insieme dei numeri complessi z per cui $ Im(z) – | z + \bar{z}|^2 < 1 $

Procediamo considerando un generico numero complesso $z$ della forma $ a + ib $; ricordando che il coniugato di un numero complesso equivale al numero complesso che ha stesa parte reale e parte immaginaria opposta, la nostra diseguaglianza diventa:

$ ib – | a + ib + a – ib |^2 < 1 $

Svolgiamo i calcoli all’interno del modulo, ed eleviamo al quadrato:

$ b – | 2a |^2 < 1 $
$ b – 4a^2 < 1 $

Portiamo tutto a primo membro, cambiamo segno alla diseguaglianza e invertiamo il verso:

$ b – 4a^2 – 1 < 0 $ $ 4a^2 – b + 1 > 0 $

Ricordiamo che nel piano complesso la parte reale del numero rappresenta l’asse orizzontale, mentre la parte immaginaria l’asse verticale; ovvero :

$ Re(z) = a = x , Im(z) = b = y $

La nostra diseguaglianza diventa quindi:

$ 4x^2 – y + 1 > 0 $

Cioè:

$ y < 4x^2 + 1 $

Riconosciamo in tale espressione l’equazione di una parabola con asse coincidente con l’asse verticale ( $ y = 4x^2 + 1 $).
In particolare, il segno $<$ (minore) ci indica che la diseguaglianza rappresenta tutti i punti del piano che si trovano al di sotto di tale parabola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Descrivere l’insieme dei numeri complessi z per cui $ | z + \bar{z}| + | z – \bar{z}| <= 2 $

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$ | a + ib + (a – ib)| + | a + ib – (a – ib) | <= 2 $

Svolgiamo i calcoli:

$ | a + ib + a – ib| + | a + ib – a + ib | <= 2 $
$ | 2a | + | 2bi | <= 2 $

Possiamo portare fuori dal modulo il numero 2 e semplificare:

$ 2 | a | + 2 | bi | <= 2 $
$ | a | + | bi | <= 1 $

Ricordiamo che $a$ e $b$ esprimono rispettivamente la parte reale e la parte immaginaria del numero complesso $z$, quindi:

$ | Re(z) | + | Im(z) | <= 1 $

Ricordiamo che nel piano complesso la parte reale del numero rappresenta l’asse orizzontale, mentre la parte immaginaria l’asse verticale; ovvero :

$ Re(z) = x , Im(z) = y $

La diseguaglianza, quindi, rappresenta il quadrato descritto nel piano $(x;y)$ dalla seguente relazione:

$ | x | + | y | <= 1 $

Si tratta, quindi, del quadrato che ha per vertici i seguenti punti:

$ (0;1) , (0; -1) , (1;0) , ( -1 ;0 ) $

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Descrivere geometricamente l’insieme per cui risulta: $ | z^2 + 2z \bar{z} + (\bar{z})^2 | + 4 | z^2 – 2z \bar{z} + (\bar{z})^2 | <= 4 $

Consideriamo un generico numero complesso $z$ della forma $ a + ib $; sappiamo per definizione che il suo coniugato è un numero con stessa parte reale e parte immaginaria opposta, quindi vale $ a – ib $.

Analizziamo, nel nostro caso, il primo modulo della disequazione, ovvero:

$ | z^2 + 2z \bar{z} + (\bar{z})^2 | $

Notiamo, innanzitutto, che tale espressione può essere scritta come il quadrato di un binomio:

$ | z^2 + 2z \bar{z} + (\bar{z})^2 | = | (z + \bar{z})^2 | $

Se sostituiamo a tale espressione le considerazioni fatte in precedenza, otteniamo una forma più comprensibile dell’espressione:

$ | (z + \bar{z})^2 | = | (a + ib + a – ib)^2 | = | (2a)^2 | = 4a^2$

Quindi, la prima espressione può essere scritta come: $ 4 Re(z)^2$, dove con $Re(z)$ indichiamo la parte reale del numero $z$.

Passiamo ora al secondo modulo:

$ | z^2 – 2z \bar{z} + (\bar{z})^2 | $

Anche in questo caso, l’ espressione può essere scritta come il quadrato di un binomio:

$ | z^2 – 2z \bar{z} + (\bar{z})^2 | = | (z – \bar{z})^2 | $

Sostituiamo le forme generiche del numero complesso:

$ | (z – \bar{z})^2 | = | (a + ib – a + ib)^2 | = | (2bi)^2 | = 4b^2$

Questa espressione può essere scritta come: $ 4 Im(z)^2$, dove con $Im(z)$ indichiamo la parte immaginaria del numero $z$.

Sostituiamo le espressioni cosi scritte alla disequazione iniziale:

$ 4a^2 + 16b^2 <= 4$

Ovvero: $ a^2 + 4b^2 <= 1$ .

In un piano complesso la parte reale e la parte immaginaria di un numero rappresentano, rispettivamente, l’ascissa e l’ordinata del piano.
Possiamo concludere, quindi, che la disequazione rappresenta l’insieme dei punti del piano che sono racchiusi all’interno dell’ellisse di equazione $ x^2 + 4y^2 = 1$

Insieme dei punti del piano complesso soddisfacenti l'equazione data

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Risolvere in campo complesso la seguente equazione: $ z^2 – (2 + i)z + 3i – 3 = 0 $

Procediamo alla risoluzione dell’equazione come nel caso reale: le uniche differenza che incontreremo saranno nella determinazione delle soluzioni.
Quindi, possiamo applicare la formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado $ x = frac(-b pm sqrt(b^2 – 4ac))(2a) $, prestando attenzione al fatto che i termini con cui lavoriamo sono numeri complessi:

$ z = frac( ( 2 + i ) pm sqrt( ( 2 + i )^2 – 4*(3i – 3)) )(2) = $

Svolgiamo i quadrati e i prodotti:

$ z = frac( ( 2 + i ) pm sqrt( 4 + i^2 + 4i – 12i + 12) )(2)  $

Ricordiamo la relazione fondamentale, per cui $ i^2 = – 1$:

$ z = frac( ( 2 + i ) pm sqrt( 4 – 1 + 4i – 12i + 12) )(2) = $
$frac( ( 2 + i ) pm sqrt( 15 – 8i ) )(2) $

A questo punto abbiamo sotto radice un numero complesso in una forma più complicata, che non può essere risolta immediatamente; possiamo procedere cercando un numero complesso che sia equivalente a $sqrt( 15 – 8i ) $, ovvero un numero della forma $a + ib$ che elevato al quadrato sia uguale a $ 15 – 8i $.
Impostiamo quindi la seguente relazione:

$ a + ib = sqrt(15 – 8i) to (a + ib)^2 = 15 – 8i $

Procediamo svolgendo il quadrato:

$ a^2 + (ib)^2 + 2abi = 15 – 8i $

$ a^2 – b^2 + 2abi = 15 – 8i $

Due numeri complessi sono uguali quando sia le parti immaginarie che le parti reali sono uguali; quindi, per risolvere la nostra relazione uguagliamo le due parti:

$ { ( a^2 – b^2 = 15 ),( 2abi = – 8i ):}  $

Dalla seconda relazione otteniamo che

$ ab = – 4 to b = – 4/a $

Sostituiamo questa espressione nella prima equazione:

$ a^2 – (- 4/a)^2 = 15 $

Svolgiamo i calcoli e ricaviamo il valore di $a$:

$ a^2 – (16)/a^2 = 15 $

$ a^4 – 16 = 15a^2 $

$ a^4 – 15a^2 – 16 = 0 $

Risolviamo con la formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado:

$ a^2 = frac(15 pm sqrt(15^2 – 4* (-16)) )(2) = $

$ frac(15 pm sqrt(225 + 64) )(2) = frac(15 pm sqrt(289) )(2) = $

$ frac(15 pm 17 )(2) $

I possibili valori di $ a^2 $ sono quindi $16$ e $-1$; poiché $a$ deve essere un numero reale, dobbiamo scartare il valore $- 1$.

Gli unici valori di $a$ possibili sono quindi $ pm sqrt(16) = pm 4$.
Troviamo i relativi valori di $b$:

$ a = 4 to b = – 4/4 = – 1 $
$ a = -4 to b = – 4/(-4) = 1 $

Il numero complesso che stavamo cercando è dunque $ 4 – i $ o $ -4 + i $. Entrambi i numero elevati al quadrato forniscono il complesso $15 – 8i$, quindi possiamo utilizzare qualunque dei due al fine della nostra risoluzione.
Scegliamo il numero positivo, e sostituiamolo nella relazione che individua $z$:
$z = frac( ( 2 + i ) pm sqrt( 15 – 8i ) )(2) = frac( ( 2 + i ) pm (4 – i) )(2) $

Determiniamo le due soluzioni:

$ z_1 = frac( ( 2 + i ) + (4 – i) )(2) = frac( 2 + i + 4 – i )(2) = $
$ frac(6)(2) = 3 $
$ z_2 = frac( ( 2 + i ) – (4 – i) )(2) = frac( 2 + i – 4 + i )(2) = $
$ frac( -2 + 2i )(2) = – 1 + i $

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Risolvere in campo complesso la seguente equazione: $ z^2 – 3iz – 2 = 0$

Procediamo alla risoluzione dell’equazione come nel caso reale: le uniche differenza che incontreremo saranno nella determinazione delle soluzioni.
Quindi, possiamo applicare la formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado $ x = frac(-b pm sqrt(b^2 – 4ac))(2a) $:

$ z = frac(-(-3i) pm sqrt((3i)^2 – 4*(-2)))(2) = $

Ricordiamo la relazione fondamentale, per cui $ i^2 = – 1$:

$ z = frac( 3i pm sqrt( – 9 + 8))(2) = frac( 3i pm sqrt(-1))(2) $

Sapendo che $ i^2 = -1 to i = sqrt(-1)$, abbiamo:

$ z = frac( 3i pm sqrt(-1))(2) = frac( 3i pm i)(2) $

I due valori possibili di $ z $ sono quindi:

$ z_1 = frac( 3i + i)(2) = 2i $
$ z_2 = frac( 3i – i)(2) = i $

Possiamo concludere esplicitando le quattro soluzioni dell’equazione:

$ z_1 = i , z_2 = – i , z_3 = i sqrt2 , z_4 = – i sqrt2 $

Risolvere in campo complesso la seguente equazione: $ z^4 + 3z^2 + 2 = 0$

Procediamo alla risoluzione dell’equazione come nel caso reale: le uniche differenza che incontreremo saranno nella determinazione delle soluzioni.
Quindi, possiamo applicare la formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado $ x = frac(-b pm sqrt(b^2 – 4ac))(2a) $; in questo caso, però, l’incognita da trovare sarà $z^2$:

$ z^2 = frac(-3 pm sqrt(3^2 – 4*2))(2) = frac( – 3 pm sqrt(9 – 8))(2) = $
$ frac( – 3 pm sqrt(1))(2) = frac( – 3 pm 1)(2) $

I due valori possibili di $ z^2$ sono quindi:

$ z^2 = frac( – 3 + 1)(2) = – 1 $
$ z^2 = frac( – 3 – 1)(2) = – 2 $

Per trovare i valori di $z$ basta applicare la radice quadrata alle soluzioni; in questo caso ricordiamo la relazione fondamentale $ i^2 = – 1$:

$ z_(1,2) = pm sqrt(-1) = pm i $
$ z_(3,4) = pm sqrt(-2) = pm i sqrt2 $

Possiamo concludere esplicitando le quattro soluzioni dell’equazione:

$ z_1 = i , z_2 = – i , z_3 = i sqrt2 , z_4 = – i sqrt2 $

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Quindi, possiamo applicare la formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado $ x = frac(-b pm sqrt(b^2 – 4ac))(2a) $; in questo caso, però, l’incognita da trovare sarà $z^2$:

$ z^2 = frac(-(-3) pm sqrt(3^2 – 4*2))(2) = frac( 3 pm sqrt(9 – 8))(2) = $
$ frac( 3 pm sqrt(1))(2)= frac( 3 pm 1)(2) $

I due valori possibili di $ z^2$ sono quindi:

$ z^2 = frac( 3 + 1)(2) = 2 $
$ z^2 = frac( 3 – 1)(2) = 1 $

Per trovare i valori di $z$ basta applicare la radice quadrata alle soluzioni:

$ z_(1,2) = pm sqrt2 $
$ z_(3,4) = pm 1 $

Possiamo concludere esplicitando le quattro soluzioni dell’equazione:

$ z_1 = 2 , z_2 = – 2 , z_3 = 1 , z_4 = – 1 $

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Decomporre nella forma $(z – z_1)(z – z_2)$ il seguente polinomio: $ z^2 + z + 1 $

Per poter risolver l’esercizio, occorre calcolare le soluzioni dell’equazione $ z^2 + z + 1 = 0$; possiamo applicare la formula di risoluzione delle equazioni di secondo grado $ x = frac(-b pm sqrt(b^2 – 4ac))(2a) $:

$ z = frac(-(-1) pm sqrt( 1^2 – 4))(2) = frac( 1 pm sqrt(1 – 4))(2) = $

$ frac( 1 pm sqrt(-3))(2) $

Nel se il dominio in cui lavorare fosse stato R, avremmo detto che l’equazione non ammette soluzioni, essendo il ∆ negativo; in questo caso, però, lavorando con i numeri complessi, possiamo comunque ottenere delle soluzioni, che saranno soluzioni complesse.

Ricordando che $ i^2 = -1$ e quindi $i = sqrt(-1)$, possiamo procedere nel seguente modo:

$ frac( 1 pm sqrt(-3))(2) = frac( 1 pm sqrt(- 1 * 3))(2) = $

$ frac( 1 pm sqrt(-1) * sqrt3 )(2) = frac( 1 pm  i * sqrt3 )(2) $

Otteniamo quindi le soluzioni :

$ z = frac( 1 +  i * sqrt3 )(2) = 1/2 + frac(sqrt3)(2) i$

$ z = frac( 1 –  i * sqrt3 )(2) = 1/2 – frac(sqrt3)(2) i$

Queste soluzioni ci permettono di scrivere il polinomio nella forma desiderata:

$ z^2 – 5z + 6 = (z – 1/2 – frac(sqrt3)(2) i)(z – 1/2 + frac(sqrt3)(2) i) $

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$ z = frac(-(-5) pm sqrt((-5)^2 – 4*6))(2) = frac( 5 pm sqrt(25 – 24))(2) = $

$ frac( 5 pm sqrt(1))(2) = frac( 5 pm 1)(2) $

Otteniamo quindi le soluzioni $ z = 3$ e $ z = 2$; queste soluzioni ci permettono di scrivere il polinomio nella forma desiderata:

$ z^2 – 5z + 6 = (z – 3)(z – 2) $

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Determinare il numero complesso equivalente alla seguente scrittura: $ \bar { ( frac(2 – 3i)(1 – i) ) } $

Il problema richiede di determinare il numero complesso della forma $a + ib$ ottenibile dal coniugato di una frazione, costituita da un numeratore e un denominatore complessi.

Per farlo, lasciamo il simboli di coniugato finche non abbiamo un numero della forma $a + ib$, e solo successivamente calcoliamo il coniugato del numero.

Cominciamo quindi moltiplicando numeratore e denominatore della frazione per il complesso coniugato del suo denominatore, cioè per $ 1 + i $:

$ \bar{ ( frac(2 – 3i)(1 – i) ) }  = \bar { ( frac(2 – 3i)(1 – i) * frac(1 + i)(1 + i) ) } $

Moltiplichiamo numeratore e denominatore:

$ \bar { ( frac((2 – 3i) * (1 + i) )((1 – i) * (1 + i)) ) }  $

Svolgiamo i prodotti:

$  \bar { ( frac(2 – 3i + 2i + 3)(1 + i^2) ) }  $

Applicando le proprietà riguardanti l’unità immaginaria, cioè il fatto che $i^2 = -1$, otteniamo:

$ \bar { ( frac(2 – 3i + 2i + 3)(1 + i^2) ) }  = \bar { ( frac(5 – i)(2) )}  $

Dividiamo ciascun addendo del numeratore per il denominatore:

$  \bar { ( frac(5 – i)(2) )}  = \bar { ( 5/2 – i/2 ) }  $

A questo punto, abbiamo il numero complesso nella forma desiderata; calcoliamo quindi il suo coniugato:

$  \bar { (5/2 – i/2)}  = 5/2 + i/2 $

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Determinare il numero complesso equivalente alla seguente scrittura: $ frac(1 + i)(1 – i) $

Dobbiamo determinare il numero complesso della forma $a + ib$ ottenibile dalla frazione, costituita da un numeratore e un denominatore complessi.

Per farlo possiamo moltiplicare numeratore e denominatore per il complesso coniugato del denominatore, cioè per $ 1 + i $:

$ frac(1 + i)(1 – i) = frac(1 + i)(1 – i) * frac(1 + i)(1 + i)$

Moltiplichiamo numeratore e denominatore:

$ frac((1 + i) * (1 + i))((1 – i) * (1 + i)) $

Svolgiamo i prodotti:

$ frac((1 + i)^2)(1 – i^2) = frac(1 + i^2 + 2i)(1 – i^2) $

Applicando le proprietà riguardanti l’unità immaginaria, cioè il fatto che $i^2 = -1$, otteniamo:

$ frac(1 + i^2 + 2i)(1 – i^2) = frac(1 – 1 + 2i)(1 + 1) = $

$ frac( 2i )(2) $

Semplificando si ha:

$ frac( 2i )(2) = i$

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Determinare il numero complesso equivalente alla scrittura: $ frac(1 – 3i)(1 + i) $

Il problema chiede di determinare il numero complesso della forma $a + ib$ ottenibile dalla frazione, costituita da un numeratore e un denominatore complessi.

Per farlo possiamo moltiplicare numeratore e denominatore per il complesso coniugato del denominatore, cioè per $ 1 – i $:

$ frac(1 – 3i)(1 + i) = frac(1 – 3i)(1 + i) * frac(1 – i)(1 – i)$

Moltiplichiamo numeratore e denominatore:

$ frac((1 – 3i) * (1 – i))((1 + i) * (1 – i)) $

Svolgiamo i prodotti:

$ frac(1 – 3i – i + 3i^2)(1 – i^2) $

Applicando le proprietà riguardanti l’unità immaginaria, cioè il fatto che $i^2 = -1$, otteniamo:

$ frac(1 – 3i – i + 3i^2)(1 – i^2) = frac(1 – 3i – i – 3)(1 + 1) = $

$ frac(-2 – 4i )(2) $

Semplificando si ha:

$ frac(-2 – 4i )(2) = -1 – 2i$

 

Prospect Theory: il modello matematico

In economia si definisce utilità la misura della quantità di soddisfazione procurata all’individuo dall’ottenimento di un bene. Secondo un approccio quantitativo si parla di utilità cardinale quando si assume che, almeno in linea di principio, in ogni circostanza si possano determinare e sommare le varie utilità associabili a quantità definite di ogni bene. Continua a leggere “Prospect Theory: il modello matematico”